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Autore: Cicciolgeiri    02/03/2009    3 recensioni
"Proprio nel momento in cui Kitty uscì, nella stanza si affacciò Logan. "Che cos'è questo baccano? C'è gente che cerca di dormire, qua!" disse, appoggiandosi allo stipite della porta a braccia conserte. La sua tipica mossa da fico. Steve aveva provato ad imitarlo un paio di volte, ma quando non sei alto due metri e non hai alcuna massa muscolare non susciti lo stesso effetto sulle ragazze."
Steve Mackenzie alias Idro è la più giovane recluta degli X-Men ed è un tipo piuttosto imbranato, ma simpatico e volenteroso. Tra avventure, amici e amori, la vita di questo ragazzo e di tutti quelli che gli stanno intorno cambierà per sempre. Tra gli altri personaggi: ALEX SUMMERS aka HAVOK e LAURA KINNEY aka X-23.
Ambientata più o meno tra i primi due film.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: X-men
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo: New Spring, Texas


La fresca pioggia estiva cadeva copiosa sui campi coltivati.
Il verde e il giallo dell’erba si confondevano all’orizzonte, mentre un pungente odore di erba bagnata e pioggia si diffondeva nell’aria. Due ragazzi correvano nel campo, tenendosi per mano. Ridevano, affrettandosi con difficoltà in mezzo ai lunghi steli d’erba che arrivavano loro alla vita e sembravano sinceramente felici, nonostante la pioggia che scrosciava su di loro. Ad un certo punto il ragazzo indicò un enorme albero alla ragazza.
<< Ripariamoci sotto la quercia! >> urlò rivolto alla sua ragazza per sovrastare il fragore dell’acqua, i capelli biondi attaccati al viso bagnato.
La ragazza si strinse a lui. << Ma, Ryan, non sarà pericoloso? >> domandò. Anche i suoi capelli, lunghi e color rosso mogano, erano bagnati fino all’inverosimile, eppure i suoi occhi brillavano di felicità e non poteva fare a meno di sorridere.
Ryan la abbracciò e rise. << Ci sono io a proteggerti, Violet! >> e le schioccò un bacio a fior di labbra. I due restarono a guardarsi per un attimo, i topazi di lei negli zaffiri di lui, e poi si baciarono di nuovo, stavolta più a lungo. Il momento perfetto. In quell’istante Violet ebbe la consapevolezza che quel giorno lo avrebbe ricordato per sempre, sarebbe diventato un ricordo fantastico, come quelli che avevano i suoi genitori, i suoi nonni e tutte le persone adulte. Era cresciuta. Sciolse il bacio e guardò Ryan, sorridendo. << Ti amo, Ryan Banks. Sei il migliore! >>
Ryan la abbracciò. << Anche io ti amo, Violet Baudelaire! >>
Poi la riprese per mano e iniziarono a correre verso la quercia. Si inginocchiarono sotto l’albero, riparandosi sotto i rami più bassi. La pioggia non poteva più raggiungerli, ma ormai erano talmente zuppi che non faceva alcuna differenza. Ryan si avvicinò a Violet e si baciarono ancora una volta. Avevano diciassette anni, erano giovani, felici ed erano insieme. Niente li avrebbe divisi, si diceva Violet, stretta al suo ragazzo sotto quel grande albero. Le loro vite erano intrecciate e perfette, perfette come non lo erano mai state.
Ma, si sa, le cose belle non sono fatte per durare. Puoi averne solo un assaggio e poi puoi scegliere se rimpiangerle tutta la vita o andare avanti.
In lontananza si sentì il rumore di un tuono, un rombo cupo e minaccioso a cui i due giovani, però, non prestarono la minima attenzione. Violet si disse che era caduto molto lontano e che non c’era da preoccuparsi, così continuò a baciare Ryan. Era felice, sentiva fremere ogni parte del suo corpo, sentiva l’elettricità. Il rombo del tuono si fece più vicino. I due ragazzi si staccarono l’uno dall’altra e guardarono oltre le fronde della quercia, tenendosi per mano. Violet avvertiva ancora quella sensazione, sentiva i muscoli contratti, l’elettricità nell’aria. E, ad un tratto, si udì il rumore di una scossa elettrica. Ryan si girò a guardarla e sgranò gli occhi azzurri. << Violet! >> la indicò, con mano tremante. Lei non capiva, poi si guardò la mano libera. Lungo il suo braccio si muovevano piccoli archi elettrici, che scoppiettavano rumorosamente. Violet rimase a bocca aperta: più il suo cuore batteva forte in preda al panico, più gli archi diventavano grandi ed estesi in tutto il corpo. La ragazza si alzò in piedi, guardando terrorizzata le sue mani che, contratte in uno spasmo doloroso, producevano scosse elettriche. Ryan ansimò, indietreggiando carponi. Violet si girò verso di lui, ma non sapeva cosa dire, non riusciva ad emettere alcun suono e intanto l’elettricità le danzava attorno crepitando, senza ferirla. Il rombo cupo del tuono divenne vicinissimo e assordante. Una saetta luminosa squarciò il cielo plumbeo, procedendo a zig-zag verso di loro. Il fulmine si abbatté su Violet, che restò impietrita dov’era. I suoi muscoli si irrigidirono e lei fu attraversata da violenti spasmi. Non vedeva niente, solo il bianco accecante della saetta e il rumore fortissimo prodotto dalla scossa non le permetteva neppure di sentire. Tutto era caos. Tutto era veloce ed elettrico. Sentì che le sue mani si muovevano troppo rapidamente e si rese conto che sarebbe già dovuta morire da un pezzo, eppure era ancora lì. Ad un certo punto tutto finì.
Violet cadde a terra in preda alle convulsioni, mentre una moltitudine di archi voltaici si protendevano dal suo corpo e le sue dita si agitavano a una velocità straordinaria. Dove lei era stata colpita dal fulmine si era formato un profondissimo cratere nero. L’enorme quercia secolare era riversa su un fianco, il legno spezzato e fumante. Violet girò a fatica la testa e vide Ryan che, nonostante non fosse stato colpito direttamente, giaceva sull’erba annerita, quasi completamente carbonizzato.
Le cose belle non sono fatte per durare, ma quelle brutte, ti perseguitano per sempre.
  
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