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Autore: Kuno84    03/03/2009    20 recensioni
"Si dice che la prima occhiata sia essenziale.
L’abbigliamento, la postura, i movimenti, i tratti somatici, i lineamenti del volto. Uno qualsiasi di questi elementi, o tutti quanti insieme, e la persona di fronte a noi sarà classificata per sempre."
Il breve racconto di quando, tra loro, tutto ebbe inizio.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“FIRST IMPRESSION”


A Ranma ½ Fanfiction

by Kuno84





DISCLAIMER: Luoghi e personaggi appartengono a Rumiko Takahashi.
NOTE: Questa storiellina potrebbe essere la prima di una serie, ma mi piacerebbe innanzitutto conoscere le vostre opinioni in merito (se per esempio l'idea è troppo banale, o l'interpretazione vi sembra OOC) per poi eventualmente buttare giù le successive. Buona lettura!




Si dice che la prima occhiata sia essenziale.

Pochi secondi. L’abbigliamento, la postura, i movimenti, i lineamenti del volto. Uno qualsiasi di questi elementi, o tutti quanti insieme, e la persona di fronte a noi sarà classificata per sempre.

Anche tu lo hai sentito dire.

Non sapresti ricordare né dove né quando – troppi i posti visitati, troppi gli allenamenti con papà, pochi i ricordi che spiccano nella tua routine di vita, pochi quelli che vuoi tenere a mente – ma il concetto, questo ti è rimasto impresso.

D'altronde non hai avuto modo di sperimentarlo un granché nella pratica: non hai conosciuto molta gente in questi anni. Come se non bastasse, i pochissimi amici – o compagni di giochi? oppure semplicemente rivali? – erano tutti maschi. È buffo, almeno in un certo senso, uno molto ironico del termine. Hai ormai sedici anni compiuti eppure non hai neanche mai avuto alcun contatto con una ragazza… questo, almeno, prima di cadere in quella maledetta sorgente.

Ed oggi – sorpresa! – ti fidanzi. L’hai saputo nemmeno un’ora fa, perché ovviamente papà si è guardato bene dal dirtelo prima di essere giunti in prossimità della residenza dei Tendo e di essere certo che stesse per piovere, così da evitarsi pure la fatica di perdersi in ulteriori dettagli.

Così ora eccoti qui, in questa casa sconosciuta, con questa famiglia sconosciuta. Un bel quadretto, composto da un sacco di pulci ciccione, un capofamiglia un po' troppo emotivo, tre figlie – già, guarda caso, tutte e tre femmine – e naturalmente te stesso, o meglio, te stessa, donna tra le donne.

Chiaramente non sei dove vorresti essere.

Si può sapere che diamine gli passa per la zucca, a quell’idiota di un genitore?! Se ne esce improvvisamente con la storia del fidanzamento, ti stende a terra con un cartello stradale e infine si presenta al suo "vecchio amico" – saranno poi davvero questi grandi amiconi? – senza nemmeno premurarsi di farvi tornare entrambi al vostro aspetto normale. Forse voleva fare colpo. Ecco, almeno non puoi dire che non ci sia riuscito.

Se quel discorso sulla prima impressione – ora capisci perché te ne sei ricordato proprio adesso, tra tutti i pensieri su cui ti saresti potuto soffermare – è fondato, immagini di essere stato appena marchiato a vita. Del resto quale impressione può mai trasmettere un grosso panda che irrompe in un'abitazione trascinandosi sulle spalle una ragazzina strepitante?

Non che, poi, te ne debba importare così tanto. Probabilmente nel giro di cinque minuti ti manderanno via e non dovrai vederli mai più. Non sei certo la persona che oggi stavano aspettando con ansia.

Ancora un poco di pazienza, dici a te stesso. Anzi, se c’è da trovare un lato positivo della medaglia, ti accorgi che è ormai da qualche minuto che hai miracolosamente smesso di essere al centro della loro attenzione.

Il padrone di casa è steso su un futon e giureresti che si trovi in stato del tutto incosciente, se non fosse per le copiose lacrime che i suoi occhi grondano senza sosta. Sì, decisamente un capofamiglia troppo emotivo.

Quella che credi essere la figlia maggiore – non sai nemmeno il suo nome, nessuno si è presentato a te, nonostante tu l’abbia fatto – sembra avere i modi più cortesi, eppure si è completamente dimenticata della tua presenza, troppo intenta a medicare il padre con un panno umido.

L’altra figlia, quella con i capelli a caschetto, sta ancora parlando di te, questo sì. Ma in realtà, a parte qualche palpata al tuo seno piuttosto antipatica, non fa che usarti come pietra di paragone per prendersela col genitore: colpa sua se non sei un bel ragazzo, atletico e prestante. Eh. Che sorpresa avrebbe questa iena, se solo tu decidessi di bagnarti con dell’acqua calda.

Miss buone maniere accenna una replica e sembra guardarla con aria di rimprovero. Non per difendere te, sia chiaro, ma perché non sta bene alzare la voce verso loro padre e... cose così, immagini. Giri lo sguardo con disinteresse. La sorella maggiore, non c'è ombra di dubbio.

Nulla da dire, tu e il tuo vecchio avete dato un bello spettacolo poco fa, ma neanche questi qui scherzano. Un quadretto da incorniciare, proprio. Se li sceglie bene papà, gli amici...

Interrompi il flusso dei tuoi pensieri, in preda ad una rivelazione improvvisa. Ti rendi conto di aver catalogato a tua volta ogni singolo occupante della casa, uno dopo l'altro. E il responso finale non è stato dei più positivi, affatto.

D'un tratto ti senti colto con le mani nel sacco. Colpevole tu, come lo sono stati loro. Forse quel discorso della prima impressione non è che una grossa fesseria.

Non è giusto giudicare le persone in questo modo, dopotutto cosa andavi pretendendo da questa famiglia? Dacci un taglio, Ranma, ti rimproveri mentalmente. È normale che i Tendo ti disprezzino.

Non sono loro ad essere in difetto. Cosa faresti tu nei loro panni? Sei solo una ragazzina estranea, che è entrata nelle loro vite con la stessa irruenza di quell'acquazzone di poco fa. La colpa, in fondo, è solo tua. Non è che…

“Ehi… vuoi venire con me in palestra?”

Come? Ti volti, timorosa. Cavolo, cos'è questo tuo sguardo basso? Non è da te tutto quest’imbarazzo, forse è colpa della maledizione. Sicuramente è così. Dannato di un genitore. E tuttavia...

Tuttavia non puoi non ammetterlo, almeno a te stesso. Quale che sia la causa, ti senti, per la prima volta da che ricordi, a disagio.

E poi alzi gli occhi e scopri che la ragazza ti sta ancora osservando, con fare gentile.

“Io sono Akane”, dice sorridendoti. “Ti va di essere amiche?”

Quel discorso di prima. Non sai ancora se crederci o meno.

Sai solo che, istintivamente, stai ricambiando quel caldo sorriso.


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