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Autore: PrincipessaLove    04/12/2015    3 recensioni
-Tu qui? E' una persecuzione bambinotto.-Disse Dean usando sempre il tono irritante.
-Scusa, se sapevo che eri tu che affittavi mi risparmiavo la fatica di venire. Ora tolgo il disturbo.-Sam se ne stava per andare quando si sentì afferrare per una mano. Un brivido gli salì sulla schiena. Un brivido che non aveva mai sentito prima. La mano calda di Dean teneva stretta la sua impedendogli di andarsene.
-No, aspetta.-Dean guardò la sua mano tenera quella di Sam e la lasciò poco a poco. Aveva sentito addosso una stana elettricità ma cercò di non approfondire tale emozione.
-Non ti ho ringraziato per prima. Scusami, sto passando un brutto momento. Non c'entri nulla. Perciò grazie....e come ti chiami se non è illegale sapere il tuo nome?-Disse Dean sta volta cambiando umore. La cosa strana era che il cambiamento d'umore non capiva se era dovuto a quel ragazzo o se stava fingendo con se stesso.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Ritrovarsi

 

Incontro inaspettato

 

Tutto ebbe inizio quel sabato pomeriggio. Nessuno dei due sapeva che questo incontro avrebbe cambiato loro per sempre la vita. Eppure qualcosa glielo fece capire che quell'incontro non era casuale ma era il destino che li aveva fatti incontrare.

Sam scese dal treno che lo portava dal Kansas fino alla grande città di New York. Si era iscritto al college ma aveva deciso di non alloggiare nei dormitori. Li trovava squallidi e scomodi quei letti dove ci avevano dormito tutti e chissà cosa era stato fatto in quei letti. Era conoscenza sulle voci di quello che si usava fare agli ultimi arrivati al college e ciò gli fece pensare che era meglio se si fosse cercato un appartamento, magari in affitto, e qualche lavoretto in qua e in la che gli avrebbe permesso di pagarselo e di mantenersi gli studi. I suoi genitori Bobby e Ellen erano contadini e non avevano approvato che il figlio avesse preso la decisione di andare al college senza mandare avanti l'attività di famiglia. Col tempo lo accettarono e decisero di permettere al loro unico figlio di andare al college. Gli pagarono la prima retta per il college mentre per le rimanenti rette si sarebbe dovuto arrangiare da solo.

Dean, al contrario, era abituato alla bella vita. Gli piacevano le belle auto e soprattutto le belle ragazze. Sua madre Mary era morta quando aveva sette anni e questa sua perdita lo fece diventare un bullo, un ribelle. Suo padre John non era mai stato un padre molto presente, sempre impegnato con il suo lavoro, trascurare Dean era diventata un'abitudine e dargli un sacco di soldi al mese era convinto che il figlio potesse riempire quel vuoto che aveva capito che si portava dentro. John non era un uomo in grado di dare affetto e non era nemmeno riuscito a dimostrare tutto l'amore che provava per sua moglie, Nemmeno in punto di morte. Fu Dean a essere presente alla morte della madre in quell'orribile ospedale. Dean odiava gli ospedali. Dopo la morte di sua madre non fu più in grado di entrarci. Suo padre gli acquistò un appartamento nel centro di New York sperando sempre di colmare quel vuoto che Dean, in modo che potesse raggiungere il college più in fretta visto che era a due passi da casa. Si manteneva lavorando in un bar e quel pomeriggio appese nella bacheca del locale l'annuncio che cercava un coinquilino da affittargli una stanza. Nell'annuncio c'erano scritti numero di telefono e l'indirizzo dell'appartamento. Si sentiva solo e aveva bisogno di compagnia. Sperava che all'annuncio avrebbe risposto una possibile preda che magari gli avrebbe tenuto compagnia per qualche mese.

Quel pomeriggio di agosto, Sam entrò in quel bar ignaro di ciò che stava per accadere.

Un uomo anziano,di mezza età, si avvicinò al bancone nel quale si era appoggiato Sam per ordinare qualcosa da bere.

-Cosa ti posso servire, ragazzo?-Chiese gentilmente l'uomo.

-Un caffè e un bicchiere d'acqua per favore.-Rispose Sam prendendo tra le mani un giornale sulle notizie del giorno e magari se c'era qualche annuncio su qualche annuncio sugli appartamenti in affitto.

In quel momento, nel bar, entrò anche Dean. Aveva avuto una pessima giornata. John gli aveva mandato altri soldi senza degnarlo della sua presenza ed era davvero furioso. Non sopportava una mosca volare. Lo innervosiva tutto. Avrebbe spaccato la faccia a chiunque lo avesse fatto arrabbiare all'istante. Il proprietario lo conosceva e sapeva che aveva bisogno di silenzio in quei momenti.

Ordinò del gin per scacciare via quei pensieri. Notò il ragazzo seduto a fianco a lui che teneva un giornale in mano. Lo fece sorridere perché non conosceva nessuno di quell'età che leggeva giornali. La maggior parte dei ragazzi che conosceva erano ignari di quello che succedeva nel mondo mentre quel ragazzo sembrava uno con degli interessi. Sam era talmente concentrato a leggere che non si accorse della presenza di Dean.

Improvvisamente qualcuno aprì la porta del locale ed era un uomo sulla quarantina che sembrava essere molto più arrabbiato di Dean.

-Dean Winchester!-Urlò nel bar. Tutti i clienti si voltarono e a quel punto si voltò anche Sam a fissare quella figura e poi Dean.

-Ti sei divertito a scopare la mia ragazza?-Chiese urlando quell'uomo.

-Crowley, che piacere vederti. Forse le persone che sono qui non hanno il piacere di vedere questo spettacolo pietoso.-Disse Dean ironicamente come era sempre suo solito fare nelle situazioni scomode.

-Io dico invece che lo spettacolo lo gradiscono.-Dette queste parole diede un pugno prima in faccia poi nello stomaco a Dean.

Sam osservò la cena con rabbia. Quel ragazzo spavaldo e probabilmente antipatico gli stava sui nervi. Forse era era vero che aveva sbagliato ma quell'uomo aveva sbagliato a umiliarlo e a picchiarlo davanti a tutti. Siccome Sam era contro ogni tipo di violenza non resistette e si alzò in piedi cercando di dividerli.

-Ehi. Lascialo stare. Avrà sbagliato ma non è questo ne il luogo ne il momento dove risolvere la cosa.-Sam senza renderne conto si ritrovò anche lui con un pugno nello stomaco. Dean era caduto a terra e Sam restituì il pugno all'uomo mandandolo via.

Dean si sentì infastidito che quel ragazzotto si fosse messo in messo durante la rissa. Il gigante buono, come lo aveva soprannominato nella sua mente, gli porse la mano aiutandolo ad alzarsi. Dean non si seppe trattenere.

-Era proprio necessario che intervenissi tu? Avevo tutta la situazione sotto controllo.-

Sam si rese conto che non era proprio quello che voleva sentirsi dire.

-Scusa?! Quel tipo ti aveva messo al tappeto, se non fossi intervenuto ti troveresti al pronto soccorso.-Rispose Sam.

-In ogni caso non dovevi intrometterti. Ora spero di non avere avuto il piacere della tua conoscenza bambinotto.-Sam non seppe cosa rispondere a quell'arrogante e presuntuoso che lasciò il locale sbattendo la porta.

-Spero di non rivederlo più quel tipo. Lo trovo insopportabile.-Il proprietario che aveva assistito a tutta la scena scoppiò a ridere.

-Mi scusi ma almeno un grazie.... Comunque non c'è nessuno che affitta una stanza in città?-Il proprietario si ricordò che Dean aveva appeso quell'annuncio poco prima di uscire dal locale e decise di proporlo a Sam che non si immaginava che il barista lo stesse prendendo in giro visto la reciproca antipatia tra i due.

Sam strappò il foglietto con l'annuncio e il nome di un certo Dean. Provò a chiamarlo al cellulare ma non rispose. Decise di andare a vedere l'appartamento di persona. Era poco distante dal bar e decise di raggiungerlo subito. Magari quel Dean era in casa. Si ritrovò in uno stabile altissimo e l'appartamento si trovava al secondo piano. Fece due rampe di scale e raggiunse l'appartamento.

Sam nervosamente suonò il campanello. Dean si presentò alla porta in boxer e una maglietta a mezze maniche. Dean si stava pulendo la faccia dal sangue con i pugni che aveva ricevuto. Aveva il labbro che ancora sanguinava e quando il campanello suonò pensava che fosse una bella ragazza ma quando vide che sulla porta c'era Sam....

-Tu qui? E' una persecuzione bambinotto.-Disse Dean usando sempre il tono irritante.

-Scusa, se sapevo che eri tu che affittavi mi risparmiavo la fatica di venire. Ora tolgo il disturbo.-Sam se ne stava per andare quando si sentì afferrare per una mano. Un brivido gli salì sulla schiena. Un brivido che non aveva mai sentito prima. La mano calda di Dean teneva stretta la sua impedendogli di andarsene.

-No, aspetta.-Dean guardò la sua mano tenera quella di Sam e la lasciò poco a poco. Aveva sentito addosso una stana elettricità ma cercò di non approfondire tale emozione.

-Non ti ho ringraziato per prima. Scusami, sto passando un brutto momento. Non c'entri nulla. Perciò grazie....e come ti chiami se non è illegale sapere il tuo nome?-Disse Dean sta volta cambiando umore. La cosa strana era che il cambiamento d'umore non capiva se era dovuto a quel ragazzo o se stava fingendo con se stesso.

-Mi chiamo Sam. Penso che tu avresti fatto lo stesso con irritabile, presuntuoso e arrogante e... il tuo nome?-Domandò Sam risentito con Dean per il trattamento ricevuto in precedenza. Dean rise sotto i baffi perché mai nessuno aveva osato tenergli testa come quel Sam.

-E va bene. Me lo merito. Il mio nome è Dean. Vuoi entrare per un caffè del grande Dean visto che sei venuto per la stanza in affitto?-Sam si fermò a fissarlo. Sentiva che quel ragazzo avrebbe portato solo guai e esitò un po' sulla porta prima di entrare.

-Ok... Se non mi sta vedremo ne rimarrà solo un brutto ricordo.-Sam entrò nell'appartamento nervosamente.

-D'accordo principessa.-Rise Dean a bassa voce.

Dean preparò una moka del caffè e fece accomodare Sam nel soggiorno. Era un appartamento molto piccolo: aveva il soggiorno, la cucina, due camere da letto e il bagno in comune con una vasca con idromassaggio che piacque molto a Sam.

Dean preparò un vassoio con dei biscotti e le tazze di caffè. Stupì Sam accogliendolo in quel modo caloroso.

Bevvero il caffè e si guardarono di nascosto cercando di nascondere gli sguardi colpevoli ignorando l'attrazione forte che nutrivano l'uno per l'altro.

-Quindi, se ti sta bene, la stanza è tua Sammy.-Disse Dean prendendo del limoncello che teneva in freezer.

-Ma certo... Sono molto stanco, perciò se puoi non fare tanto rumore. Grazie Dean.-Rispose Sam sbadigliando dirigendosi in quella che sarebbe stata la sua stanza e si addormentò profondamente una volta steso sul letto.

Dean non cenò nemmeno quella sera. Voleva osservare quel ragazzo che aveva conosciuto quel pomeriggio. Dean aveva tenuto banco tutto il tempo che presero il caffè e Sam aveva risposto in maniera secca con tutto quello che diceva il suo compagno d'appartamento.

Il giorno dopo avrebbero approfondito la conoscenza anche se Dean sarebbe uscito per rimorchiare delle ragazze per le sue esigenze personali, esigenze che presto gli avrebbe fatto accontentare di Sam.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ho tratto ispirazione da vicende personali per raccontare questa storia e Sam e Dean sono i più indicati a interpretarla.

Non ci posso credere che la undicesima stagione sia l'ultima serie che faranno. Mi sono molto affezionata a questi personaggi e spero di vederli nuovamente in altri film e spero di vederli ancora insieme.

Questa sarà una storia di pochi capitoli e ci saranno riferimenti anche a quello che è successo a Parigi in memoria di quelle vittime.

Con questo, spero che vi sia piaciuto.

Buon week end.

PrincipessaLove

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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