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Autore: Darth Curunir    04/12/2015    1 recensioni
Sheev Palpatine rimane ancora oggi uno dei più malvagi e spietati antagonisti della storia. Cosa scrisse quell'uomo nelle sue memorie? Di quali imprese si vantò, con quali parole egli descrisse tutte le morti che causò? Le terribili pagine dell'autobiografia del malvagio Palpatine, che da semplice uomo di un pianeta dell'Orlo Esterno divenne, attraverso menzogne, assassini e crudeltà, il distruttore della Repubblica e il creatore dell'assolutistico Impero Galattico.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Luke Skywalker, Palpatine/Darth Sidious, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Memorie di un imperatore
LA VITA DEL PIÙ GRANDE SIGNORE OSCURO DEI SITH
 
 
 
 
 
 
 
 
Io, Sheev Palpatine, Oscuro Signore dei Sith col nome di Darth Sidious e Grande Imperatore del Primo Impero Galattico, ho deciso di iniziare a redigere queste memorie per rendere note le mie grandi imprese, e per far conoscere alla Galassia l’incredibile storia di un Uomo che da semplice senatore divenne Imperatore. 
Eppure… ora che scrivo questo mi assalgono i dubbi. È opportuno render nota tutta la mia storia alla Galassia, è opportuno che tutti sappiano quanto sangue, quanti morti, quanto dolore ho causato per arrivare fin qua? Ma… in fin dei conti, perché no? C’è forse qualcuno in questa Galassia, ma che dico, in questo Universo, in grado di contrastarmi? C’è forse qualcuno in grado di sfidarmi, di limitare il mio immenso e illimitato potere?
Iniziamo.
La mia nascita risale al lontano 82 B.B.Y [ossia “Before the Battle of Yavin”, “Prima della Battaglia di Yavin”: dopo questo conflitto, nella Galassia, il computo degli anni fu basato su di esso, così come il nostro è basato sulla nascita di Cristo], sul piccolo e pacifico Pianeta di Naboo, nell’Orlo Esterno della Galassia. Allora, la Repubblica Galattica era all’apice dello splendore. I Jedi, i buoni Cavalieri seguaci del Lato Chiaro della Forza, erano accettati dalla Repubblica, e i pochi Sith (seguaci del Lato Oscuro della Forza) ancora presenti nella Galassia erano nemici pubblici e reietti.
Ho nominato la Forza, ma pochi sanno cosa essa sia. La Forza è un’energia che circonda, lega e governa l’Universo, la forza vitale che tutto domina. Eppure, la Forza ho una doppia faccia: una “buona” (il Lato Chiaro), che si basa sulla tolleranza, sulla difesa, sull’amore; e l’altra “cattiva” (il Lato Oscuro), che si basa sul dominio, sul potere, sulla grandezza. Due tipi di persone riescono a utilizzare la Forza per combattere o prevedere il futuro: i Jedi (che sfruttano il Lato Chiaro e combattono quello Oscuro), e i malvagi Sith (che sfruttano il Lato Oscuro e tentano di dominare la Galassia).
Io crebbi a Naboo, studiando nelle più prestigiose scuole e ottenendo ottimi risultati. Mio padre, Cosinga Palpatine, era un ricco mercante, e mia madre Thalia era una casalinga come tutte le donne. Sapevo cosa fosse la Forza, ma mio padre (un uomo violento e stupido) mi aveva sempre detto di non credere ad essa, e di non seguire i Jedi o i Sith. Ero un ragazzo solitario, vendicativo, e sognavo il potere: un desiderio un po’ bambinesco, ma che poi si realizzò. Tant’è vero che fin da bambino primeggiavo sugli altri, e desideravo che la mia famiglia (ricca ma poco appariscente) avesse un ruolo più importante nella politica di Naboo. In ogni caso, frequentai le migliori scuole e accademie del mio pianeta natio, e divenni colto ed eloquente.
Poi, nel 60 B.B.Y., incontrai un Muun [i Moon son creature antropomorfe con la testa allungata, generalmente abili mercanti] a Naboo. Girava per le vie di Theed [capitale di Naboo] ammantato di nero, con un cappuccio sulla lunga testa. Con i suoi furtivi occhi osservava tutto, e spesso osservava me. Lo vedevo agli angoli delle strade, che mi guardava e mi sorrideva.
Un giorno mi chiese di seguirlo. Ero appena uscito dalla mia scuola, e dovevo tornare a casa, ma decisi di seguirlo. Mi condusse nella sua casa, a dire il vero piuttosto spoglia e povera. Lì mi rivelò la sua vera identità: era un Sith, un potente Signore Oscuro dei Sith, e il suo nome era Darth Plagueis. Plagueis mi disse che aveva sentito delle interferenze nella Forza, e che sentiva in me un grande potere.
“Sai cosa sono i Midi-chlorian?”, mi chiese. “Sono la più piccola parte di cui è composta la materia, e sono sensibili alla Forza. Sono essi che ci permettono di venire in contatto con Essa. Quando una persona ha molti Midi-chlorian in corpo, quella persona è in grado (dopo opportuni studi) di padroneggiare la Forza. In te, ragazzo, i Midi-chlorian sono molti e molto potenti.” Plagueis mi chiese di seguirlo e di farsi istruire da lui sulle vie della Forza.
Io ero reticente a seguire quello sconosciuto, ma poi riflettei. Passare dalla sua parte significava diventare, col tempo, un Sith, quindi un malvagio nemico della Repubblica. Eppure, se fossi diventato un grande Sith, avrei acquisito in ogni caso potere e fama. La Forza avrebbe potuto, in futuro, guidarmi verso il potere assoluto: e dunque, anche se era il Lato Oscuro quello che mi si presentava, non aveva senso rifiutare.
Iniziai ad apprendere le vie della Forza. Imparai che per essere un Sith bisognava sapere ardentemente cosa volere, cosa desiderare, che bisognava spingere al limite ogni sentimento. Darth Plagueis mi insegnò che i Jedi in realtà non erano buoni: da secoli sterminavano i Sith, con la scusa che i Sith erano “cattivi”.
“Ma cosa vuol dire essere malvagi?”, mi diceva Plagueis. “Desiderare il potere? Se è questo, allora, sii malvagio, Sheev. Porta al limite ogni tuo sentimento. I Jedi insegnano a non eccedere in ogni desiderio, dall’amore all’odio. Tu, Sheev, se ami, ama alla follia, e se odi, odia fino al cinismo. Questa è l’unica via per raggiungere grandezza e dominio.”
Imparai a sopportare dolore e privazioni. Imparai a combattere con le spade laser, le armi di Jedi e Sith, e ne costruii a mia volta due, rosse come tutte quelle dei Sith. Imparai a usare la Forza e a odiare i Jedi. Imparai il giuramento dei Sith, e giurai a Plagueis che un giorno avrei sconfitto tutti i Jedi e avrei riportato dopo millenni i Sith sul trono della Galassia.
Naturalmente, nella mia famiglia e a Naboo nessuno sapeva che stavo diventando un Sith. Tuttavia, un giorno mio padre mi vide per la strada assieme a Plagueis. Si adirò molto, e quella sera, a casa, mi rimproverò aspramente. Mi disse che ero uno sconsiderato, che non dovevo seguire “quel Muun seguace di quella robaccia che chiamano Forza”.
Più tardi, mio padre decise di mandarmi sul pianeta di Coruscant, capitale della Repubblica, in una prestigiosa scuola, per tenermi lontano da Plagueis. Quando scoprii le intenzioni di mio padre, mi adirai con lui. Anche lui si irritò, e mi urlò contro:
“Se non fai come ti dico, io ti diseredo!” Allora, tesi una mano verso di lui, e quasi senza volerlo utilizzai il Lato Oscuro. Tramite la Forza, soffocai mio padre. Scoprii che Plagueis aveva ragione: era l’eccesso di ogni emozione che portava a grandi risultati.
In quel momento entrarono in casa mia madre e i miei due fratelli. Uccisi anche loro, poiché potevano causarmi molti guai.
Non mi pentii di cosa avevo fatto. Dichiarai che i miei familiari erano morti a causa di un malore, e non venni minimamente sospettato. Finalmente potevo continuare a studiare le vie del Lato Oscuro, e potevo intraprendere ciò che avevo sempre desiderato: una carriera politica.
Infatti, mentre Plagueis continuava a istruirmi, io divenni un abile politico, membro del Partito Democratico Galattico. Non che fossi un sostenitore della Democrazia: il mio vero obiettivo era divenire il signore assoluto della Galassia, e di portare i Sith all’apice della loro potenza. Ma dovevo sembrare una persona buona, fedele e abile per essere votato e acquisire fama.
In capo a pochi anni, nel 55 B.B.Y. divenni Senatore di Naboo presso il Senato Galattico. Ma quando divenni Senatore, dovetti compiere altre stragi: uccisi e feci sparire tutti i restanti membri della mia famiglia (i miei nonni, zii e cugini): loro, infatti, erano venuti a sapere dei miei studi con Darth Plagueis, e sospettavano che fossi io ad aver ucciso i miei genitori e fratelli. Dopo aver sterminato la mia famiglia, fui libero di ascendere al potere.
Regolarmente mi recavo al Senato, su Coruscant, partecipavo alle assemblee e acquistavo prestigio grazie alla mia abilità oratoria, e grazie alla facciata di politico onesto e benevolo che avevo costruito. Strinsi amicizia con la persona più importante della Repubblica, il Cancelliere Finis Valorum, Presidente e Supremo Cancelliere del Senato, che mi riteneva un giovane pieno di abilità morali.
Intanto, nel 49 B.B.Y., Plagueis disse che il mio addestramento era completo, e mi assegnò il mio nome Sith [ogni Sith, oltre al suo proprio nome, aveva un nome Sith, che era formato dalla parola Darth e da un’altra parola identificativa del Sith]: Darth Sidious.
Tuttavia, io decisi di rimanere assieme a Darth Plagueis per completare appieno il mio addestramento. Fra l’altro, Plagueis stava conducendo degli esperimenti per ricercare un modo di porre un freno alla morte. Plagueis era convinto che i Midi-chlorian potessero essere non solo i mediatori fra noi e la Forza, ma che potessero anche, se sollecitati opportunamente, unirsi e impedire l’invecchiamento e la morte. Ero interessato a questa teoria, e mi offrii di aiutarlo.
Passarono gli anni. Le mie due personalità si evolvevano entrambi: ero diventato da un lato un Sith molto potente, e dall’altro un politico abilissimo e un senatore stimatissimo.
Nel 36 B.B.Y., all’insaputa di Plagueis, presi come apprendista un giovane Zabrak [creature antropomorfe con piccole corna sul capo]. Iniziai ad allevarlo e a crescerlo come mio apprendista Sith col nome di Darth Maul. Lo istruii alle vie del Lato Oscuro della Forza, sottoponendolo a un durissimo e spietato allenamento continuo, fatto di sofferenze e privazioni, come quello a cui ero stato sottoposto io anni prima.
Poi, nel 32 B.B.Y., decisi che il tempo della mia scalata definitiva al potere supremo era giunto. Per anni avevo preparato quel momento, ed era giunta l’ora di attuare i miei piani.
Per prima cosa (rivelandomi come Darth Sidious, e non come senatore Palpatine) mi alleai con il Nemoidiano Nute Gunray, Viceré della Federazione dei Mercanti. Con un’abile mossa (passata per anni sotto silenzio, e apparentemente insensata), convinsi Gunray a protestare contro la Repubblica a causa di alcune tasse che il Senato aveva approvato e che danneggiavano i traffici commerciali della Federazione. In segno di protesta contro il Cancelliere, Nute Gunray accettò di attuare un blocco commerciale a Naboo, mio pianeta natale.
Allora, Naboo era governato dalla giovane regina Padmé Amidala, alleata della Repubblica ma troppo giovane per capire la politica. Quando si ritrovò migliaia di navi della Federazione alle porte di Naboo, fu colta dal panico. Si appellò a me, che ero ancora senatore di Naboo a Coruscant, per chiedere aiuto a Finis Valorum.
Valorum era un uomo saggio, ma poco energico. Fu colto anch’egli dal timore (come io avevo previsto), ma attuò una mossa dannosa per noi Sith: inviò a Naboo due Jedi. Essi erano il Maestro Qui-Gon Jinn e il suo giovane allievo Obi-Wan Kenobi.
I due Jedi liberarono la regina Amidala dal controllo di Gunray, e le consigliarono di fuggire da Naboo. Saliti su un’astronave, i tre si diressero a Coruscant.
Intanto, ebbi un colloquio olografico con Gunray (io abbigliato sempre con il saio nero dei Sith). Gli ordinai di preparare i droidi da battaglia della Federazione per attaccare Naboo, e decisi di inviare contro i due Jedi e contro la regina Amidala il mio nuovo apprendista Darth Maul. Il mio allievo fu felice del compito, e promise di portarlo a termine.
Mentre al Senato il malcontento contro Valorum si diffondeva (come avevo previsto), venni a sapere da Darth Maul che la nave di Qui-Gon e di Obi-Wan, colpita dalla Federazione dei Mercanti, era atterrata su Tatooine, pianeta desertico e povero. Tuttavia, dopo due giorni, la nave ripartì e atterrò a Coruscant.
Qui incontrai la regina Amidala. La giovane donna mi disse che la situazione su Naboo era tragica, e che Finis Valorum doveva intervenire al più presto. Io le dissi che Valorum non aveva la forza di farlo, e le consigliai di proporre in Senato un voto di sfiducia a Valorum, per proporre la candidatura di un Cancelliere più energico e risoluto. La sciocca ragazzina accettò, e in Senato propose la sfiducia a Valorum.
Valorum fu destituito, e in Senato iniziarono le votazioni per eleggere un nuovo Cancelliere della Repubblica. Io mi candidai: il mio piano per salire al potere illimitato stava andando a gonfie vele.
A Coruscant incontrai un bambino, che Qui-Gon Jinn e Obi-Wan Kenobi avevano portato da Tatooine. Era un bambino coraggioso e risoluto, e sentivo la Forza molto potente in lui. Percepivo una quantità di Midi-chlorian enorme in quel bambino. Il suo nome era Anakin Skywalker.
Mentre a Coruscant si votava, e su Naboo Gunray preparava i droidi da battaglia, Qui-Gon e Obi-Wan portarono Anakin presso il Consiglio Jedi. Qui-Gon sosteneva che quel bambino era il prescelto, colui che doveva riportare l’equilibrio nella Forza e sconfiggere i Sith secondo un’antica leggenda: questo perché aveva la più alta concentrazione di Midi-chlorian nel corpo che si fosse mai vista. Tuttavia, il Consiglio Jedi non volle addestrarlo: secondo i Jedi, Anakin era un ragazzo impulsivo e facilmente conducibile all’eccesso, dunque al Lato Oscuro.
Appena lo seppi, nella mia mente si fece strada l’idea di addestrare personalmente Anakin, e di farlo diventare mio supremo apprendista.
I due Jedi, poi, scortarono Anakin e la regina Amidala su Naboo. Qui, Amidala chiese aiuto a una popolazione nativa di Naboo, i Gungan, abitanti delle acque, a combattere contro i droidi della Federazione. I Gungan accettarono, e io ordinai a Gunray di sguinzagliare il suo esercito.
Tuttavia (lo venni a sapere dopo), mentre i Gungan combattevano contro i droidi di Nute Gunray, Amidala, Anakin e i due Jedi si erano introdotti nella reggia di Naboo, e avevano catturato il Viceré.
Nel tentativo di salvare Amidala, Qui-Gon e Obi-Wan lottarono contro Darth Maul. Il mio apprendista uccise Qui-Gon, ma fu ucciso da Obi-Wan Kenobi, il quale, con la sua spada laser, lo tagliò in due.
Intanto, il giovane Anakin Skywalker era salito su un caccia stellare, e aveva distrutto con un potente raggio la nave della Federazione dei Mercanti. Purtroppo, su quella nave c’era il comando centrale dell’esercito di droidi, e così essi furono disattivati. Così, la Battaglia di Naboo fu vinta dalla Repubblica.
Avevo perso una battaglia e un apprendista, ma avevo comunque ottenuto un successo: il giorno seguente fui nominato Cancelliere della Repubblica. Ora ero l’uomo più importante della Galassia… tuttavia, il mio successo non poteva dirsi completo.
Il Maestro Jedi Yoda affidò a Obi-Wan un compito importante: istruire Anakin Skywalker sulle vie del Lato Chiaro della Forza. Obi-Wan accettò il compito, mentre a Naboo si festeggiava la libertà riconquistata e la fine del blocco commerciale di Gunray (che era stato imprigionato).
Il giorno prima di diventare Cancelliere, intanto, avevo ucciso Darth Plagueis nel sonno: non avevo più bisogno di lui, e il Muun iniziava a diventare scomodo per la mia identità di Cancelliere. Plagueis era diventato molto potente: aveva infatti scoperto come porre un freno alla morte grazie ai Midi-chlorian. Tentai di apprendere il procedimento, ma non vi riuscii mai, e alla fine fui costretto ad uccidere il mio maestro senza avere il tempo di scoprire di più da lui.
Passarono gli anni. Anakin cresceva e diventava un abile Jedi, istruito da Obi-Wan. Amidala non era più regina bensì senatrice di Naboo, e io restavo Cancelliere, acclamato da tutta la Galassia. Nel 28 B.B.Y., scelsi un nuovo apprendista: il Conte Dooku.
Dooku, conte di Serenno, era un Jedi anziano ed esperto, e a lui diedi il nome Sith di Darth Tyranus. Lentamente, Dooku iniziò a raccogliere attorno a sé tutti i nemici della Reppubblica, creando il Movimento Separatista  (formato dalla Federazione dei Mercanti, dall’Alleanza Corporativa, dal Clan Bancario Intergalattico, dalla Gilda del Commercio e dalla Tecno Unione): infatti, gli avevo ordinato di preparare la più grande Guerra Civile che la Galassia avesse mai visto.
Intanto, sul pianeta acquatico di Kamino, all’insaputa del resto della Repubblica, si stava creando un esercito di cloni che era stato ordinato da un Jedi anni prima. Io ordinai a Dooku di occuparsi di nascosto dell’esercito, che avrei usato in futuro come esercito repubblicano per combattere l’esercito di droidi dei Separatisti di Dooku. La matrice dei Cloni era un tale Jango Fett, un Cacciatore di Taglie che io stesso avevo designato come matrice genetica per i Cloni.
Io e Dooku avevamo anche sviluppato un’idea rivoluzionaria: un’immensa stazione da battaglia, grossa come una luna, con una potenza di fuoco distruttiva. Sarebbe stata un’arma utilissima in futuro, e iniziammo a progettarla.
Nel 22 B.B.Y., il nome di Dooku era diventato famoso nella Repubblica, e in Senato si discusse di creare un esercito per contrastare quello nascituro dei Separatisti Sith. Ah, se solo il Senato avesse capito che ero io il misterioso Signore Oscuro dei Sith che stava muovendo tutte le pedine!
La senatrice Amidala decise di venire a Coruscant per porre un voto di sfiducia alla proposta di formare un esercito repubblicano. Ma io convinsi Dooku a mandare contro Amidala Jango Fett. Amidala, tuttavia, rimase illesa, e Jango Fett fece ritorno a Kamino.
Ma accadde un imprevisto. Obi-Wan Kenobi riuscì a recuperare uno dei proiettili di Jango Fett, e scoprì che il proiettile era stato fabbricato a Kamino. Obi-Wan raggiunse Kamino, e così scoprì dell’esercito di Cloni segreto. Kenobi comunicò dell’esistenza dell’esercito al Consiglio Jedi. Yoda e Mace Windu (i due Maestri Jedi più importanti del Consiglio) non sapevano nulla di tale esercito, poiché era stato gestito da Dooku su mio ordine.
Ordinai a Dooku di catturare Obi-Wan e di trattenerlo sul pianeta Geonosis, mentre il Consiglio Jedi chiedeva in Senato di darmi poteri straordinari per affrontare la minaccia dei Separatisti. Io li sfruttai per ufficializzare l’esercito di Cloni, definendolo Esercito della Repubblica.
Capite, miei sudditi, quali piani elaborava la mia mente? La Guerra Civile Galattica (o Guerra dei Cloni) era stata tutta una mia trovata per sconvolgere la Galassia! I Separatisti, in realtà, erano capeggiati dal Cancelliere (me stesso), lo stesso che si professava difensore della Repubblica! In buona sostanza, entrambi gli eserciti erano capeggiati da me, io ero il burattinaio che muoveva tutte quelle migliaia di pedine, io ero il Buono e il Cattivo insieme.
E Anakin? Nel frattempo, il giovane proteggeva la senatrice Amidala su Naboo. Ma quando seppero che Obi-Wan era stato catturato dai Separatisti, Anakin e Padmé si diressero su Geonosis per liberare il Maestro Jedi del giovane Skywalker. Tuttavia, il mio abile apprendista Dooku catturò anche loro, e decise di farli sbranare in un’arena insieme a Obi-Wan Kenobi, davanti a tutti gli abitanti di Geonosis.
Mi è stato raccontato che i tre da bocconcino divennero boccone avvelenato: Obi-Wan, Anakin e Padmé sconfissero i mostri che il Conte Dooku aveva inviato per divorarli. Dooku, tuttavia, li fece circondare dai droidi da battaglia dei Separatisti. Mace Windu, informato di ciò, arrivò su Geonosis con un contingente di Cavalieri Jedi, mentre Yoda (da ma autorizzato), si recò velocemente su Kamino e qui raccolse tutti i Cloni: l’Esercito della Repubblica sbarcò su Geonosis in aiuto dei Jedi contro i droidi.
Era iniziata la più grande Guerra Civile che la Repubblica avesse mai conosciuto. Con la Battaglia di Geonosis iniziarono le Guerre dei Cloni.
Siccome la Battaglia si metteva male per i Separatisti, Dooku fuggì su una nave spaziale, ma fu raggiunto da Obi-Wan e da Anakin. I due Jedi lottarono col mio apprendista, che più tardi mi raccontò tutto: Dooku mise fuori gioco Obi-Wan e mozzò l’avambraccio di Anakin. Tuttavia, il Maestro Yoda intervenne, e combatté con Dooku. Questi mi ha raccontato di aver vinto, ma ne dubito fortemente: credo che Dooku sia semplicemente fuggito, evitando una grave sconfitta.
Quando Dooku mi raggiunse su Coruscant (portando con lui il progetto di quella stazione da battaglia che stavamo ideando), la Battalia di Geonosis era stata persa dai Separatisti e vinta dai Cloni della Repubblica. Jango Fett era morto, e suo figlio Boba Fett mi giurò fedeltà in futuro.
Nei tre anni successivi, molte furono le Battaglie combattutesi nell’ambito delle Guerre dei Cloni. Il Conte Dooku comandava le truppe dei Separatisti, affiancato dallo spietato Generale Grievous, che avevo raccolto sotto la mia ala protettiva e al quale avevo insegnato a combattere con le spade laser (benché Grievous non possedesse una vera padronanza della Forza).
Anch’io dovetti combattere, sotto le spoglie di Darth Sidious: il mio ex-allievo Darth Maul, infatti, era vivo, e aveva costruito una protesi di gambe per camminare. Si era alleato con suo fratello Savage Opress, e insieme erano diventati signori di Mandalore. Vedendolo come un rivale, ingaggiai più duelli con Maul e con Opress, e anche se non li sconfissi mai del tutto, li resi impotenti.
Ma durante le Guerre dei Cloni, accaddero altri fatti importanti. Il progetto della stazione da battaglia invincibile fu portato a termine, e fu deciso il nome di questa arma di sterminio di massa: Morte Nera.
Il Senato veniva lentamente assoggettato alla mia volontà, e corrotto dalla mia abilità oratoria. I poteri speciali affidatimi in precedenza furono confermati a lungo, e quasi tutti i Senatori, ormai, pendevano dalle mie labbra.
Intanto, non avevo abbandonato l’idea di far passare Anakin al Lato Oscuro. Il pilota della nave di Amidala, infatti, mi aveva rivelato due fatti interessantissimi sul suo conto: nel 22, quando era su Naboo assieme a Padmé, aveva sognato sua madre per lungo tempo. La madre di Anakin, infatti, era una schiava, e da tempo Anakin non la vedeva. Spinto da queste visioni, Anakin l’aveva cercata su Naboo in un accampamento dei Tusken [piccoli esseri poco socievoli, detti anche Sabbipodi, predoni nomadi e neutrali]. Qui, Anakin aveva trovato sua madre, schiavizzata e torturata dai Tusken. La madre aveva dato un ultimo saluto ad Anakin, e poi era morta, sfiancata. Allora, cosa interessantissima!, Anakin si era fatto prendere dall’ira, e aveva sterminato tutti i Tusken.
Inoltre, mi fu rivelata un’altra cosa: Anakin aveva intrapreso una relazione sentimentale segreta con Padmé Amidala, ex-regina di Naboo, sfidando il voto di castità dei Jedi.
Riflettei a lungo su Anakin: quel ragazzo, che tutti i Jedi ritenevano il prescelto, poteva essermi dannoso come Cavaliere Jedi. Se Anakin fosse diventato un Jedi, avrebbe potuto rappresentare un pericolo per i Sith. Ma se fosse diventato un Sith…
Inoltre, Yoda aveva ragione sul conto di Anakin: quel ragazzo era portato all’eccesso in tutto ciò che faceva. Amava, ma amava troppo; odiava, ma odiava troppo. Prerequisiti essenziali per un Sith.
Così, nel 19 B.B.Y., mi decisi a far passare Anakin dalla mia parte. (Da tempo mi complimentavo con lui e gli manifestavo la mia ammirazione per la sua bravura nel combattere, e già lui mi stimava). Ordinai al Generale Grievous di simulare il mio sequestro, e di portarmi sulla sua nave: Anakin sarebbe accorso a salvare il povero, vecchio, indifeso Cancelliere dalle grinfie dei Separatisti, e allora lo avrei attratto verso di me…
Il piano funzionò. Quando Anakin e Obi-Wan seppero che Palpatine era stato catturato da Grievous, accorsero alla nave del Generale. Qui, dovettero affrontare il Conte Dooku. Ancora una volta, il mio anziano apprendista mise fuori gioco Obi-Wan, ma Anakin lo mise alle strette, e alla fine gli puntò la spada laser alla gola.
Io ero lì, e dissi ad Anakin:
“Su, uccidilo.”
Ho visto negli occhi di Anakin la stessa fiamma che ebbi quando uccisi mio padre, mia madre, o Darth Plagueis. Sentii in lui una rabbia repressa, e vidi in lui l’anima del Sith. E infatti, il giovane si lasciò prendere dall’ira, e mozzò la testa a Dooku.
I due Jedi mi riportarono sano e salvo su Coruscant, e qui nominai Anakin mio rappresentante presso il Consiglio Jedi: in tale modo, non solo avrei avuto un ascendente sempre maggiore su Skywalker, ma avrei esteso il mio controllo anche sull’Ordine degli sciocchi Jedi.
Intanto, ero venuto a sapere che Amidala era rimasta incinta di Anakin, e che il Jedi aveva ripetuti incubi in cui Padmé moriva dopo il parto. Capii che questa era una forma di paura da parte di Anakin, che dimostrava ancora una volta il suo eccessivo attaccamento a qualcuno. Così (mentre Yoda si era recato sul pianeta Kashyyyk per combattere i Separatisti e Obi-Wan era su Utapau in cerca del Generale Grievous), io raccontai ad Anakin la storia di Darth Plagueis il Saggio (senza rivelargli che l’apprendista ero io), e gli raccontai che Plagueis aveva scoperto il modo per fermare la morte.  Anakin mi chiese come fare e da chi imparare, e io gli dissi la verità: “Non da un Jedi”.
Nei giorni a venire, promisi ad Anakin che se mi avesse aiutato avremmo scoperto il segreto di Plagueis, e avremmo fatto in modo che Padmé non sarebbe mai morta. Ma per dirgli questo, fui costretto a rivelare la mia vera identità: svelai ad Anakin di essere Darth Sidious, Signore Oscuro dei Sith.
Anakin apparentemente si rifiutò di aiutarmi, e rivelò chi ero realmente a Mace Windu. Il potente Maestro Jedi si recò nel mio ufficio in Senato accompagnato dai Jedi Kit Fisto, Agen Kolar e Saesee Tiin. Finalmente, sguainai la mia spada laser, uccisi i tre Jedi e combattei a lungo con Mace Windu. Il Jedi mi disarmò, facendo cadere la mia spada laser nel vuoto e mettendomi spalle al muro davanti a una finestra rotta che dava su un abisso. Ma io non mi arresi, e con una raffica di Fulmini di Forza (questa raffinatissima tecnica di combattimento mi era stata insegnata da Plagueis) colpii Windu. Tuttavia, il Jedi deviò i Fulmini con la spada laser, reindirizzandoli verso di me. I miei stessi Fulmini mi colpirono, e mi sfigurarono il volto, rendendolo una maschera orrenda e deforme.
In quella entrò Anakin, che vide Mace Windu mentre mi stava consumando con i miei stessi Fulmini di Forza. In realtà avrei potuto benissimo liberarmi, ma non lo feci: volevo che Anakin intervenisse per salvarmi. Il ragazzo, spinto dalla paura, mozzò la mano di Windu che reggeva la spada laser, e io potei lanciare un’ultima, devastante raffica di Fulmini di Forza contro il Jedi, che finì catapultato nel vuoto.
Ero stato orrendamente sfigurato, ma ringraziai Anakin di avermi salvato. Il ragazzo, scosso dalla cruenta scena, mi giurò fedeltà, e mi supplicò di aiutarlo nello scoprire il segreto di Plagueis. Io accettai, nominandolo mio apprendista col nome di Darth Fener.
A quel punto, giocai le mie ultime carte. Ordinai ad Anakin di andare al Tempio Jedi, dove erano allevati i giovani apprendisti e dove risiedevano i Cavalieri Jedi, e dissi al mio nuovo apprendista di uccidere tutti i Jedi che avrebbe trovato, con l’aiuto di alcuni Cloni.
Poi, trasmisi a tutti i Cloni l’Ordine 66: ogni singolo Clone della Galassia si sarebbe all’istante ribellato ai Jedi, uccidendo tutti i Cavalieri e i Maestri dell’Universo. Ecco perché avevo controllato fin dall’inizio sia i droidi separatisti sia i Cloni: per utilizzare questi ultimi contro i Jedi.
E così, tutti i Cloni sparsi per la Galassia, che fino a un minuto prima servivano i Jedi in quanto soldati della Repubblica, si ribellarono contro di essi. Era iniziata la Grande Purga Jedi.
Anakin sterminò tutti i Jedi (bambini, adulti e vecchi) del Tempio, e i Clone-troopers fecero il resto del lavoro. Poi, come ultima missione prima dell’estremo atto che stavo per compiere, inviai Anakin sul pianeta vulcanico di Mustafar, dove erano localizzati gli ultimi residui del Movimento Separatista: poiché avrebbero potuto risultarmi scomodi in futuro, dissi al mio apprendista di ucciderli tutti.
Intanto, tenni il mio più importante discorso in Senato. Feci credere a tutti che i Jedi avevano complottato contro la Repubblica, e che mi avevano sfigurato, e alla fine, proclamai la definitiva caduta della Repubblica, e la nascita dell’Impero Galattico:
“Nell’intento di garantire la sicurezza e una durevole stabilità”, dissi, “la Repubblica sarà riorganizzata, trasformandosi nel Primo Impero Galattico! Per una società più salda e più sicura!”
Così, sotto gli scroscianti applausi di un Senato debole e corrotto, morì la democrazia, e io divenni Signore Assoluto della Galassia.
Intanto, rimanevano nella Galassia solo più due Jedi: Obi-Wan Kenobi (che aveva sconfitto e ucciso Grievous e aveva fatto ritorno a Coruscant) e Yoda (scampato alla rivolta dei Cloni su Kashyyyk). Yoda era venuto a sapere sia della Purga Jedi e della nascita dell’Impero, sia del cambio di fronte di Anakin, e raccontò tutto a Obi-Wan.
Quest’ultimo, scosso nel profondo, decise di riferire tutto a Padmé (Obi-Wan era venuto a sapere dell’illecito rapporto fra il Jedi e la senatrice). I due partirono, quindi, per Mustafar, intenzionati a far ragionare Anakin.
Intanto, il Maestro Yoda fece irruzione nel mio studio in Senato, e ingaggiò con me un cruento duello con le spade laser e con la Forza (io utilizzai la mia seconda spada, dato che la prima era andata perduta). Naturalmente, dopo un aspro combattimento, vinsi quel piccolo e verdastro Jedi, che fu costretto a scappare chissà dove.
Tuttavia, dopo che il duello con Yoda era terminato, sentii uno squilibrio nella Forza: Anakin era in pericolo. Salito su una nave, accorsi su Mustafar, e qui appresi che, dopo un lungo ed estenuante duello, Obi-Wan aveva battuto Anakin.
Fener era disteso in riva a un lago di lava. Il maestro gli aveva mozzato un braccio e le gambe, e il corpo mostrava evidenti segni di ustioni. Caricai il corpo di Anakin morente sulla mia nave e lo portai in un laboratorio di Coruscant. Qui, Anakin fu salvato per miracolo: gli furono adattate delle protesi, e al suo corpo furono applicati numerosi macchinari per permettergli di svolgere correttamente le funzioni vitali più elementari. Anakin fu poi ricoperto da un’armatura nera, e il viso fu coperto con una maschera e con un elmo scuri.
Subito dopo l’operazione, Darth Fener mi chiese che ne era di Padmé. Non sapevo che dirgli, e gli dissi che egli stesso l’aveva uccisa in uno scatto di rabbia. In realtà, più tardi venni a sapere che aveva dato alla luce due gemelli, ma che era morta di parto in seguito.
Solo, senza amici e parenti, senza uno scopo, Darth Fener si abbandonò all’unica persona che gli era stata fedele e che l’aveva salvato: me. Così, Anakin Skywalker divenne Darth Fener, e l’Impero Galattico prosperò, mentre la Morte Nera veniva lentamente costruita pezzo per pezzo.
 
Gli anni passarono. Il mio potere era ormai incontrastabile, e godevo di un forte esercito di Cloni del tutto fedeli a me, nonché di un generale fermo e devoto come Lord Fener. La solitudine e il dolore lo avevano reso spietato e risoluto, quasi più malvagio di me.
Più d’una volta mi interrogai su dove fossero i due figli di Fener e Amidala, e tutte le volte avevo il presentimento che, un giorno, quei due bambini avrebbero svolto un ruolo cruciale all’interno della Storia della Galassia.
Io avevo dato il via al mio programma di Imperatore. Per prima cosa privai il Senato del potere esecutivo e legislativo (riservati all’Imperatore), lasciandogli un semplice ruolo consultativo. Lo rinominai Senato Imperiale, rimpiazzando la figura del Cancelliere con quella del meno potente Gran Visir, e diminuii l’influenza di ogni singolo senatore, ricorrendo a torture, condanne o semplici trucchetti politici.
In secondo luogo, rafforzai la mia immagine personale: riempii Coruscant, Naboo, Serenno, Kamino, Aldeeran, Kashyyyk, Jakku, Korriban e molti altri pianeti della Galassia con statue che mi raffiguravano. Davanti al mio palazzo su Coruscant feci erigere tre statue: la prima mi raffigurava con in mano una raffigurazione perfetta e in movimento della Galassia; la seconda, la più grande, mi raffigurava seduto sul trono con ai piedi tre Jedi supplicanti o morti; l’ultima mi raffigurava son una spada laser rossa in pugno, pronto a difendere uno stuolo di miei sudditi, posti ai miei piedi.
In seguito, distrussi tutti i templi, le scuole e le librerie Jedi della Galassia. Organizzai conferenze e incontri in cui si spiegavano i danni fatti dai Jedi, e al contrario le grandi azioni compiute dai Sith.
Infine, con l’aiuto del fedele Lord Fener, iniziai la localizzazione di tutti i possibili focolai di rivolta e di eventuali Jedi scampati all’Ordine 66. Autorizzai l’impiego delle più brutali tecniche di tortura e distruzione contro i pochi Ribelli localizzati nella Galassia. Tuttavia, i Ribelli aumentarono di molto, benché io ritenevo comunque di poterli fronteggiare.
Passarono diciassette anni, durante i quali il mio potere si consolidò. Nel 2 B.B.Y., nacque un nuovo Movimento Separatista Ribelle, che mirava a distruggere l’Impero e a riportare la Repubblica nella Galassia. Ma la Morte Nera, che intanto era stata completata, gettava un’ombra di timore in tutti i Ribelli Repubblicani.
Poi, nello 0 B.B.Y., il fatidico anno su cui si sta basando il nuovo computo degli anni, una principessa originaria del pianeta Alderaan, di nome Leila Organa, riuscì a impossessarsi del progetto della Morte Nera, contenente il segreto della stazione da battaglia e di come distruggerla.
Inviai Darth Fener per raggiungerla, e il mio generale la raggiunse sulla sua nave. Fener catturò la principessa, ma non trovò i piani. Evidentemente, Leila riuscì a inviare i piani della Morte Nera fuori dalla nave. Infatti, essi finirono sul pianeta Tatooine, lo stesso in cui Fener era nato.
Qui, i piani finirono nelle mani di un contadinello del posto, il cui nome scoprii solo più tardi. Aiutato da un pilota di astronavi (di nome Ian Solo) e da un vecchio, il ragazzo raggiunse di nascosto Leila a bordo della Morte Nera. Mentre il giovane, il pilota e la principessa tentavano di fuggire, il vecchio lottò contro Darth Fener. E allora scoprii chi era il vecchio: Obi-Wan Kenobi, scampato alla Purga Jedi. Dopo un duello contro Fener, Obi-Wan si fece uccidere dall’ex-apprendista, per permettere ai giovani di scappare dalla Morte Nera.
Così, gli altri raggiunsero la base ribelle, localizzata in un qualche punto della Galassia. Qui, i Ribelli si organizzarono per distruggere la Morte Nera: avevano, infatti, capito che per distruggere la stazione da battaglia bisognava colpire il nucleo del reattore della immensa arma di distruzione.
Così, mentre la Morte Nera era ferma presso il pianeta Yavin, un discreto numero di Ribelli salì a bordo di alcuni caccia stellari, con l’intento di distruggere la Morte Nera. Darth Fener li distrusse con l’ausilio di altri Soldati Imperiali, ma un caccia riuscì a colpire il reattore della Morte Nera, che andò in fumo. A bordo di quel caccia stellare, c’era quello stesso contadinello sconosciuto di Tatooine.
Con la Battaglia appena conclusasi iniziava la Seconda Guerra Civile Galattica, questa volta fuori dal mio totale controllo.
Fener mi fece rapporto della disastrosa Battaglia di Yavin poco dopo, e mi adirai molto con lui. Ma Fener mi rivelò che il ragazzo che aveva distrutto la Morte Nera aveva un grande numero di Midi-chlorian in corpo, e che in lui la Forza era potente.
Riflettei su chi poteva essere, ma non riuscii a trovare la risposta.
L’anno seguente, ordinai la ricostruzione della Morte Nera. Tuttavia, questa seconda stazione spaziale sarebbe stata più grande e possente della prima, e nessun pianeta, asteroide, satellite o stella sarebbe sfuggito al suo raggio distruttore. Per garantire una maggiore sicurezza, decisi di installare il generatore energetico della Morte Nera II sulla luna boscosa di Endor, un pacifico piccolo pianeta coperto di boschi e abitato da esseri deboli e innocui, gli Ewoks.
Nel 3 A.B.Y. [“After the Battle of Yavin”, “Dopo la Battaglia di Yavin”], Fener riuscì a localizzare la base ribelle sul pianeta ghiacciato di Hoth. Dopo una Battaglia contro i Ribelli, conclusasi in maniera dubbia, Ian Solo e Leila scapparono da Hoth, e il loro amico (il misterioso ragazzo che aveva distrutto la Morte Nera) fuggì via da solo verso l’Orlo Esterno.
Fener mi contattò olograficamente, e mi disse che il ragazzo che aveva distrutto la Morte Nera lo tormentava. Ma io avevo trovato la risposta, confermata più tardi da un Ribelle catturato dai Clone-troopers: quel ragazzo era Luke Skywalker, figlio di Anakin Skywalker. Dunque era vero che Padmé aveva partorito, e Luke era il figlio segreto di Darth Fener.
Tuttavia, io sapevo qualcosa di più, che però non rivelai a Darth Fener. Grazie alla mia immensa percezione della Forza (a novant’anni di età avevo raggiunto un livello pari e forse superiore a quello del Maestro Yoda) ero riuscito a penetrare in un segreto ignoto sia a Fener sia al figlio Luke: Leila Organa, la principessa di Aldeeran, era l’altra figlia di Anakin Skywalker. Luke e Leila erano gemelli. Tuttavia, preferii non dire nulla a Lord Fener.
Quando il mio generale venne a sapere che Luke era sua figlio, fu molto scosso. Non solo perché aveva ritrovato suo figlio, ma anche perché Luke aveva una grande importanza per la Galassia, e se fosse diventato un Jedi, sarebbe stato un pericolo per l’Impero. Così, affidai a Fener il compito di portare Luke al Lato Oscuro della Forza.
Con l’intento di attirare Luke in un luogo e portarlo da me, Fener decise di catturare i suoi amici Ian Solo e Leila: Luke sarebbe accorso per salvarli e Fener lo avrebbe catturato. Così, Fener si diresse su Bespin, dove di lì a poco sarebbero atterrati Ian Solo e Leila.
Fener, minacciando l’amministratore della Città delle Nuvole di Bespin (di nome Lando), lo obbligò a condurre Ian Solo e Leila nella trappola. Ian Solo, così, finì ibernato nella grafite, e consegnato nientemeno che a Boba Fett, il cacciatore di taglie figlio di Jango. Boba, infatti (alleato dell’Impero), era alle dipendenze di uno squallido essere di Tatooine, il Boss Jabba the Hutt, il quale aspettava dei soldi da Ian Solo. Così, il pilota fu portato su Tatooine, mentre Leila fu risparmiata grazie all’aiuto di Lando, pentito per aver tradito Ian (che scena patetica…).
Luke, che aveva sentito la richiesta di aiuto dei suoi amici tramite la Forza, si diresse su Bespin, e qui incontrò Darth Fener. Il mio generale intendeva ibernare anche lui nella grafite, e portarlo poi da me a Coruscant. Tuttavia, non vi riuscì: dopo aver mozzato la mano a Luke e dopo averlo messo alle strette davanti a un baratro profondissimo, Fener rivelò a Luke di essere suo padre.
Disperato per questa rivelazione, il ragazzo si gettò nel baratro, ma fu salvato dalla nave spaziale di Lando e Leila. Così, il figlio di Anakin Skywalker si salvò dalla morte, e si diresse verso Tatooine per salvare Ian Solo dalle grinfie di Jabba the Hutt.
Nel 4 B.B.Y. (l’anno corrente), venni a sapere che Luke, Leila e Lando erano riusciti a liberare Ian Solo da Jabba the Hutt, uccidendo quest’ultimo e fuggendo dal suo palazzo su Tatooine.
Poco dopo, elaborai un piano spietato e geniale: permisi, tramite alcuni sotterfugi e finzioni, che l’ex-senatrice Mon Mothma e l’ammiraglio Ackbar scoprissero i piani della Morte Nera II, così da attirare tutti i Ribelli su Endor e lì schiacciarli con l’intera potenza distruttiva dell’Esercito Imperiale.
I Ribelli caddero nella trappola, e i due rivelarono agli altri Ribelli la posizione del reattore energetico della Morte Nera II. I Ribelli giunsero, così, su Endor, e qui furono distrutti dalle Forze Imperiali. Intanto, desideroso si confrontarsi col padre, Luke Skywalker si presentò sulla Morte Nera, dove io lo convinsi a passare al Lato Oscuro della Forza, così come avevo fatto con Anakin Skywalker.
Così, Luke divenne Darth Tecnus, e servì negli anni a venire l’Impero Galattico. L’Imperatore Palpatine regnò sulla Galassia per altri anni, e l’Impero divenne forte come non era mai stato.
Questa è la storia di come un semplice uomo di Naboo protesse e distrusse una Repubblica, e di come creò e mantenne saldo un Impero.
 
 
 
 
 
 
 
 
Nell’ultimare le sue Memorie, l’Imperatore Palpatine fu troppo affrettato. Come è risaputo, infatti, la Battaglia di Endor fu vinta dai Ribelli, che distrussero il generatore della Morte Nera II, lasciandola vulnerabile. Luke Skywalker non si arrese a Palpatine, bensì combatté contro Darth Fener finché questi non lo sfiancò. Allora, l’Imperatore gli fece la proposta di passare al Lato Oscuro e, al rifiuto di Luke, lo fulminò con i Fulmini di Forza.
In quel momento, Anakin Skywalker tornò a vivere in Darth Fener, e il Sith si ribellò al suo maestro. Preso di peso Palpatine, Fener scaraventò l’Imperatore giù, fino al reattore della Morte Nera.
Anakin Skywalker morì poco dopo, ucciso dai Fulmini di Forza di Palpatine che avevano danneggiato i circuiti che tenevano in vita l’uomo. Poco dopo, i Ribelli colpirono il reattore della Morte Nera, che andò in fumo.
Così ebbe termine la vita di Sheev Palpatine, uno dei più crudeli e ambiziosi uomini che l’Universo abbia visto, e così terminò l’Impero Galattico.
 
 
   
 
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