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Autore: Donixmadness    05/12/2015    3 recensioni
La vita ci mette, alle volta, dinnanzi a scelte tanto difficili quanto importanti.
Non è ammesso lasciare il foglio in bianco e questo ci mette in sotto pressione, perchè è ovvio che si voglia beccare la risposta giusta.
Quattro adolescenti di IE Go dovranno superare la prova in assoluto più difficile: vivere al meglio.
"Quando varcai per la prima volta la soglia del Sun Garden, mi imposi di non fidarmi mai di nessuno, per quanto gentile si mostrasse. E invece ora?
Sono stato adottato da due tizi che –ne sono certo– non hanno tutte le rotelle apposto, frequento la Raimon e ho perfino dei compagni di squadra, dei quali mi fido.
O almeno credo. Tenma dice che siamo “amici”.
Sì, forse. Ma credo che sarà il tempo a stabilire se sia davvero così. Alla fine io il vizio non l’ho perso, ma come si dice … sto smettendo, no?"
Coppie: Shin x Nuovo; Ran x Masa, (Mina x Kura accenni).
Buona lettura!
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Kariya Masaki, Kirino Ranmaru, Shindou Takuto, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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*Capitolo 7*
 
 


La porta bussa, ma lui non dà risposta,
racchiuso nel silenzio di quella stanza.
Non vuole vedere e sentire nessuno, desidera solo starsene per conto suo.
Che c’è di male? Sembra che tutto e tutti vogliano compatirlo e consolarlo dal dolore. Ma lui non prova dolore. Sta bene … Sta come sempre …
Nello sguardo vacuo solo carta straccia piena di parole non dette.
Patetiche scuse, sempre e solo quelle. È stanco di questo.
Stanco del mondo.
Da fuori c’è un brusio fastidioso, il quale ignora. Alla fine vi è un attimo di silenzio e spera di essere lasciato in pace. Vanamente.
L’uscio si schiude: non aveva chiuso a chiave.
-Ehi … Masaki.
 
 
La semifinale contro l’Arakumo Gakkuen è ormai alle porte e tutti i membri della Raimon sono su di giri. Si sentono ormai vicino al traguardo, ma proprio per questo dovranno fare maggiore attenzione.
L’allenatore Kidou ha concesso a Sangoku –su richiesta di questo– di  effettuare degli allenamenti intensivi per migliorare le sue tecniche speciali e le sue prestazioni fisiche. Fin qui nulla di strano, ma la giovane Rin si chiede perché -tra tutti- proprio lei! Perché scegliere lei? E non si sta parlando di svolgere il ruolo di “compagna d’allenamento” bensì di coach!
Se pensa a come il senpai si è profondamente inchinato per volgerle quella richiesta: -Onegaishimasu, Furude-san! Allenami!- disse quel giorno, mentre lei stentava a crederci a quello che aveva appena udito. Al chè, l’unica cosa che le parve logico dire fu: -Ti è dato di volta il cervello?!
Insomma nulla è servito fare la difficile, alla fine è riuscito a convincerla (o costringerla) ad accettare. Personalmente la corvina si rifiuta di sottoporre il portiere al quell’estenuante nonché inumano allenamento, il quale lei stessa ha eseguito per raggiungere quel livello. Per questo sta tentando in ogni modo di trovare una via di mezzo. Dato che le tocca preparare il menù degli esercizi, ha deciso di cominciare in anticipo rispetto agli allenamenti mattutini per riscaldarlo con la corsa.
Suo malgrado è costretta ad alzarsi alle cinque del mattino per correre insieme a lui per le vie cittadine, spingendosi sino al tempio. Lì gli fa salire le scale di corsa mentre conta i giri.
All’inizio, ovvero l’altro ieri, Sangoku è rimasto sorpreso quando agli allenamenti Furude si era presentata con i pantaloncini da calcio e una semplice maglia nera annunciandogli che avrebbero iniziato a correre e, su consiglio/ordine della ragazza, aveva indossato qualcosa di più adatto rispetto alla sua divisa.
E da quel momento Rin è stata fantastica, correndo in una forma splendida che, giurava, perfino nel club di atletica leggera se la sarebbero sognata! Percorse tutto il perimetro della scuola per due ore senza mai fermarsi o allentare il passo. Solo allora il ragazzo si accorse di quanto rimanesse indietro rispetto alla sua figura, che era quasi un puntino all’orizzonte. A distanza di due giorni dall’inizio del suo allenamento speciale, è leggermente migliorato, ma la giovane continua sempre a distaccarlo di parecchio: nel poco tempo a disposizione prima della partita è sicuro che non riuscirà mai a raggiungerla.
-Non preoccuparti se stai distante! L’importante è che tu non smetta di tenere questo passo.- rassicura durante la corsa, continuando così dal tempio fino alla Raimon J.H. . Stavolta Sangoku si è fermato solo una volta, prima di tirare dritto fino al campo esterno dove era già ora degli allenamenti mattutini. Ricorda ancora le facce sconvolte dei suoi compagni il primo giorno, quando –appena entrato– crollò sfinito negli spogliatoi. Finalmente i due raggiungono il campo esterno terminando la loro corsa: il portiere è praticamente esausto, mentre la sua coach riprende appena fiato mentre si stabilizza il battito.
-Beh? Come ti è sembrata oggi?- fa la corvina con un leggero sorriso.
-Insomma … direi meglio … di ieri.- risponde il senpai ancora affaticato.
-Vedi di riprendere fiato allora, perché non abbiamo ancora finito.- annuncia perentoria - Ti aspettano una serie di addominali e flessioni mio caro!
Sangoku non può di certo lamentarsi visto che ha chiesto lui tutto questo, per cui si risolleva e ricomincia più determinato di prima. Svolge una serie di trenta addominali e altrettante flessioni: quest’ultime sono state più dure in quanto ha indossato i pesi. Infine si sono concessi una pausa.
Il portiere non riesce quasi ad alzarsi da terra, mentre la ragazza si rinfresca con la borraccia.
-Tieni.- porge all’amico che biascica un ringraziamento. Sangoku non capisce, non svolto nulla di diverso dal solito: ha fatto stretching, corso, eseguito addominali , flessioni. Sono cose che pratica spesso, ma allora perché è già così affaticato?
-Se te lo stai chiedendo: i tuoi ritmi sono radicalmente cambiati.- esordisce la compagna, intuendo i suoi pensieri –Adesso corri di più ed ad un ritmo più sostenuto, svolgi più esercizi fisici rispetto al solito riscaldamento prima dei tiri in porta.
Solo a quel punto il senpai boccheggia, rendendosi realmente conto del significato delle sue parole. Lui non si era mai allenato così sul suo fisico, tranne quella volta con l’allenatore Kidou.
“Questo vuol dire … che Furude fa queste cose da molto più tempo!” tale consapevolezza lo colpisce come un fiume in piena. Guarda la giovane sotto una luce diversa adesso: “Mi domando quali siano le sue reali abilità …”.
-Mi spieghi che cosa ti ha spinto a chiedermi di allenarti?- domanda Rin, non potendosi più trattenere dalla curiosità.
-Beh … in realtà, ho visto molti video di partite giocate dalla tua precente squadra e da lì mi sono fatto un’idea delle tue reali capacità …
-Non dire sciocchezze senpai! Ero una schiappa all’epoca! Sputa il rospo, avanti. Chi te l’ha suggerito?
Aveva detto una mezza verità, ma non le sfugge nulla a quanto pare.
-Kudou kanto-kun … - rivela, un po’ colpevole in un certo senso. La ragazzina non gli risponde, semplicemente si gira e muove qualche passo verso la palestra interna.
-Vieni.- dice solo -Andiamo dentro. Devo mostrarti una cosa.
E senza aggiungere altro la segue all’interno della palestra.
 
 
Intanto la scuola comincia a popolarsi per via di tutti coloro che partecipano alle attività mattutine dei club. Tra questi vi è anche Shindou in compagnia, da un po’ di tempo a questa parte, solo di Kirino. Infatti il capitano era solito recarsi agli allenamenti mattutini anche insieme a Furude. Deve ammettere di sentirsi un po’ solo a colazione e da qualche giorno si è anche imposto di prepararle il bentou, dato che quella ragazza ha a mala pena il tempo per un sorso di the. Non è eccellente come cuoco, ma nemmeno da buttare: si può dire che è grazie a Ranmaru se la sua impeccabile media scolastica si è salvata ad economia domestica. Eppure, non sa se per compiacerlo o meno, Rin pare apprezzare la sua cucina: per esempio, l’ultima volta si è cimentato nel riso fritto –che a dir suo era un po’ bruciato– e la ragazza si è spazzolata tre ciotole senza remore. 
Cammina pensoso, chiedendosi come stia procedendo l’allenamento con Sangoku.
-Ehi! Attento!- si sente tirare a un certo punto per la manica della divisa e solo allora si risveglia dai suoi pensieri. Kirino lo squadra un po’ perplesso prima di dirgli: -Dormi in piedi? Per poco non prendevi il palo!- conclude con un sorrisetto alquanto divertito.
-Oh … grazie. Non me ne ero proprio accorto!
-Eheh … Ho visto!- incalza il migliore amico -Cosa pensi?
-Niente, niente. Andiamo.- svia così il discorso precedendolo di qualche passo. Arrivano agli spogliatoi ancora deserti e cominciano a cambiarsi.
-Secondo te sono ancora in giro quei due?- esordisce Takuto, riferendosi al fatto che i loro compagni non si trovano nemmeno nel campo esterno della scuola. Il rosa volge gli occhi in alto pensandoci un po’ su:
-Può darsi che siano al campo al fiume.- ipotizza e il capitano mugugna una mezza risposta allacciandosi lo scarpino. Ranmaru può constare quanto siano tutti strani ultimamente: insomma prima Kariya, poi Shindou … ci manca solo che anche Tenma si metta a fare il misterioso.
“Forse mi sto scervellando troppo …” pensa il difensore, tuttavia non può scacciare il volto del kouhai a quel pensiero. Si era ripromesso di non impicciarsi negli affari privati dei suoi compagni di squadra, ma la curiosità lo sta quasi uccidendo. Chi sarà mai quell’uomo? Il padre?
Ne ha il forte sospetto data l’indubbia somiglianza, ma non è certo.
-Vado un attimo al campo interno. Ieri ho dimenticato la cartella del kenshu-menù sulla panchina, probabilmente.- annuncia l’amico risvegliandolo bruscamente da quel torpore. Annuisce appena: pensa agli altri, ma forse quello strano è proprio lui ultimamente.
Così Shindou lascia l’amico negli spogliatoi ancora vuoti; stranamente si sono incontrati prima del solito per andare agli allenamenti. Ma ben presto quell’innaturale silenzio verrà colmato dagli schiamazzi dei loro compagni, per fortuna. Raggiunge la panchina e trova subito quello che cercava, ma si blocca nel momento in cui i suoi occhi incrociano il campo. Con sua somma sorpresa lì trova Rin e Sangoku. Lui si sta sistemando i guanti davanti alla porta, mentre lei è nell’area di rigore. Ha una postura ritta, quasi tesa: cosa che –Shindou nota– non è da lei. E nemmeno quell’espressione seria ed impassibile che può scorgere da quell’angolazione sui suoi lineamenti.
-Allora, cosa volevi mostrarmi …? - quando il portiere nota gli occhi algidi della ragazza, l’inflessione pacata della domanda si affievolisce nell’incertezza che assume il suo sguardo.
-Sei davvero sicuro di voler proseguire questo allenamento?- comincia quella, lapidaria.
-Come …?
-Capisco che sia sciocco chiederlo dopo appena tre giorni, ma credimi è importante.
-Sì, certo che voglio!- afferma determinato il senpai. Rin accenna ad un mezzo sorriso.
-Il punto non è desiderarlo solo a parole. Fino a che punto sei disposto a spingerti per diventare più forte?- l’eco della palestra rende ancora più forte quella domanda, che colpisce il portiere dritto allo stomaco.
-Che intendi dire?- inizia a sentirsi a disagio a quel discorso, ma Furude continua imperterrita.
-Ho saputo che siete stati alla God Eden, nella cosiddetta Isola del calcio.
-Esatto.- afferma l’altro.
-E anche che avete affrontato sia la Unlimited Shining che il Team Zero, composto anche da alcuni giocatori dell’Ancient Dark.
Al divulgo di tutte quelle informazioni, Sangoku e Shindou rimangono basiti.
“Come fa a sapere tutto questo?” si chiede il capitano, alquanto allarmato. Da quel che sa solo una ristretta cerchia di persone ne è a conoscenza, ma pensandoci bene potrebbe averlo saputo proprio tramite questi.
-Beh!- esclama poi, a braccia conserte -Vi sarete fatti certamente un’idea sul tipo di avversari che dovrete affrontare.
Inevitabile è il ricordo per entrambi di quei giorni infernali su l’isola e dello scontro titanico avvenuto tra le due squadre. Di certo, se Endou e i suoi compagni non fossero intervenuti, sarebbero finiti per soccombere.
-Ti dirò una cosa: se pensate davvero che sia finita lì, vi sbagliate di grosso! Se credete davvero che in quella partita il Q.S. abbia raggiunto l’apice della potenza, commettete un grave errore.
Il portiere sgrana gli occhi a quelle parole pensanti come macigni e non di certo alleggerite dal tono secco e lo sguardo austero di lei.
-Ti sto … anzi, vi sto semplicemente avvisando. Non sottovalutateli, a maggior ragione se hanno deciso di farvi proseguire con questa rivoluzione quasi indisturbati. È vero, le partite le avete vinte tutte e le vittorie sono più che meritate, ma se avessero davvero voluto togliervi di mezzo avrebbero chiuso il club senza troppe cerimonie.- continua con fermezza socchiudendo le palpebre.
“E’ vero …” riflette il pianista, in disparte “ Più volte me lo sono domandato senza risposta”.
-Per cui, ti riformulo la domanda: sei disposto a dare tutto per diventare più forte? Anzi … Sei disposto diventare più forte per proteggere i tuoi compagni?!
Non ha detto squadra, ma compagni. È sottinteso che i compagni siano comunque la squadra, la Raimon, tuttavia a Shindou è parso che si riferisse a qualcosa di più personale.
-Naturalmente!- è la decisa risposta di Sangoku e Rin sorride.
-Bene, allora preparati …
Dal nulla, una lieve fluorescenza azzurra comincia a fuoriuscire dal suo corpo. A tratti emerge dalle braccia, dai polpacci, perfino da sotto gli occhi cristallini, i quali risplendono ancora di più grazie a quell’inquietante lucore. Poi un enorme flusso, della stessa consistenza, si espande  dalla schiena ingrossandosi verso l’alto come una nube densa. L’espressione del senpai è indecifrabile. Istintivamente fa mezzo passo indietro, mentre quelle iridi brillano di un azzurro vivido che rasenta il demoniaco.
-Preparati … - ripete - Perché non avrò pietà!
Poi un’enorme boato, vapore. Ciò che emerge fuori fa solo tremare il portiere e pietrificare il castano sul posto.
Così Furude Rin palesa, per la prima volta, il demone che c’è in lei.
 
 
Finalmente il grande giorno è arrivato e Masaki siede sul divano a torcersi le mani. In tutto il pomeriggio non è riuscito a concludere nulla. Infatti, terminati gli allenamenti, è filato dritto a casa con un’isolita impazienza. Ha buttato il borsone chissà dove e ha trovato un biglietto di Hiroto e Midorikawa i quali lo avvertivano che sarebbero andati a prendere sua madre e sua sorella dall’aeroporto.
Già, sua madre e sua sorella … ecco il motivo. Non pensava si sarebbe sentito così, ad un passo dal rivederle di nuovo dopo due lunghi anni.
Chissà se sono cambiate o non sono cambiate affatto. Beh … sicuramente la piccola sarà cresciuta e …
-Aahhhhhh!!- grida d’improvviso scarmigliandosi i capelli azzurri.
-Tutta questa agitazione non serve a niente!!- si ripete all’infinito tentando di auto convincersi che non è nulla di ché. Ha provato in ogni modo a distrarsi: ad esempio con la playstation o con le sue canzoni preferite nelle cuffie dell’i-Pod, ma senza successo.
Si alza di scatto dirigendosi verso il frigo, tanto è sicuro che Ryuuji gli abbia lasciato qualcosa da mettere sotto i denti, come sempre. Ci trova un piatto con tre bei onighiri che addenta senza neanche pensarci.
A stomaco pieno si sente un po’ più rilassato, tuttavia quando butta l’occhio sull’orologio si accorge di non poterselo permettere. Sono le sette e mezza, potrebbero arrivare da un momento all’altro e lui ha ancora la tuta da calcio indosso e non si è nemmeno fatto la doccia!
Corre immediatamente in bagno a lavarsi da quel fetore di sudore che ha addosso. Ci mette meno di dieci minuti e già apre l’armadio a prendere un  cambio di vestiti puliti. Ritorna soddisfatto in salotto, ma si batte un palmo sulla faccia per tutto il casino che ha combinato.
-Maledizione!- sbraita affrettandosi a rimettere tutto a posto. Ci riesce, per sua fortuna.
Quando sente lo scatto della serratura gli sale d’improvviso il cuore in gola. Tutto quel darsi da fare era stato un incentivo per non pensare, ma alla fine il momento tanto atteso e temuto è giunto.
Sente la porta aprirsi completamente e delle voci giungere dal corridoio, istintivamente si irrigidisce deglutendo a vuoto.
-Siamo a casa Masaki!- la voce di Hiroto lo richiama dall’ingresso.
Lui si affaccia semplicemente sul corridoio per rispondergli incerto:
-O- Okaeri …
Poi la nota, lì infondo al genkan vi è una figura femminile accompagnata da un’altra più piccola. Una donna dai lunghi capelli castano scuro e gli occhi d’un nero profondo, dolce e quasi stanco. Nonostante il suo lavoro e il continuo occuparsi della figlia nei periodi più ostici della malattia, conserva ancora quella bellezza acqua e sapone non ancora sciupata dal tempo, dai problemi e dai ritmi quotidiani. Piccola e minuta alla fine è come se la ricordava, forse solo i capelli sono più corti rispetto a prima.
Rimane imbambolato a fissarla senza dire nulla, non sa che dire.
Hitomi ricaccia indietro la patina di lacrime dagli occhi, sorridendogli dolcemente.
-Ciao, Masaki.- dice semplicemente.
-Ma…Masaki-nii …- una vocina tremolante giunge dal basso attirando l’attenzione del tredicenne.
La manina della piccola Asuka è ancora stretta a quella della sua mamma mentre lo guarda con ingenua curiosità. Lei è quasi la sua copia al femminile, tranne per i capelli scuri come quelli della madre. L’azzurro rimane catturato da quelle pozze ambrate identiche alle sue, se non ancora più grandi e più dolci. Lo sguardo della sua sorellina gli fa venire in mente tante cose, cose che sanno di casa … Quanto gli sono mancate.
Hiroto e Ryuuji si fanno da parte, lasciando quel momento intimo per loro.
Alla fine si passa in fretta la manica agli occhi per celare la debolezza. Non sa definire quello strano dolore che ha al petto, ma molto probabilmente si tratta di sollievo o di gioia. Sa solo che non ha mai voluto abbracciarle come in quel momento, però si contiene.
-Che fate lì in piedi? Entrate, coraggio!- più che un invito sembrava un mezzo ordine, ma va bene comunque, il messaggio è chiaro.
-Grazie, Masaki …

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
E rieccomi ancora a postare, dopo non molto tempo rispetto all’ultima volta ^-^
Stiamo vicini alla fine della parte della storia incentrata su Masaki e pertanto vi pregherei di non perdervi il prossimo capitolo che sarà cruciale!
Mi aspetto delle belle recensioni, perlomeno XD Sto cercando di conciliare gli impegni universitari con questo hobby, per tanto non deludetemi mei seguaci.
;)
 
 
 
 
  
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