Mi sono persa dietro alla
descrizione di cazzate e mi sono fatta trascinare dagli eventi, quindi purtroppo per voi questa non sará
l’ultima parte della mia mediocre fanfic. Mi dispiace di avervi illuso,
e a questo punto non mi pronuncio piú sulle mie intenzioni, quando i personaggi
mi intimeranno di smetterla la smetteró xD
Anzi, vi trovate di fronte ad un
capitolo che è piuttosto bakascemeggiante in alcuni punti^^
Matsuyama è morto dissanguato?
Kojirō e Genzō ce
l’avranno fatta a darsele di santa ragione?
Lo scoprirete solo leggendo.
Invece, per quanto riguarda il
titolo…dopo le mine vaganti, eccoci ora alle prese con le granate inesplose xD
• CAPITOLO 8 – Granate inesplose e
crucci imperiali.
Che la dieta dei gemelli non fosse propriamente fra le piú leggere ed equilibrate era cosa
risaputa, ma prima di allora nessuno aveva avuto modo di comprendere fino in
fondo la sua reale abbondanza.
Ragion per cui inorridirono
alla vista dei due che si facevano fuori uno dopo l’altro ben due hamburger a
testa, con le relative porzioni extra-large di
patatine e Coca-Cola.
-Aaah…sono sazio adesso- bofonchió Masao, che si abbandonó sulla sedia appoggiandosi allo schienale con un
tonfo, mentre si allentava i jeans prima che il
bottone partisse e schizzasse negli occhi a qualcuno dei presenti. Il fratello
fu lesto ad imitarlo e due floride pancette fecero capolino da sotto le maglie,
palesandosi in tutta la loro maestosa opulenza.
-Alla buon’ora!
Siete disgustosi- commentó Jun
storcendo il naso, mentre osservava lo sfacelo in cui versava la loro parte di
tavolo, che pareva reduce da una scorreria vichinga. Nel guardarli ciancicare
il pasto a bocca aperta, come era loro abitudine fare,
il poverino aveva rischiato che gli affiorasse sulle labbra pure la cena della
Vigilia dell’anno prima, oltre alla colazione.
-Vi servisse
almeno per crescere in altezza…- li stuzzicó Ishizaki ridacchiando con le fauci piene di patatine, ma i
gemelli non raccolsero, ammutoliti ed intontiti dalla pesantezza di stomaco.
-Fossi in te smetterei di mangiare
quel ciboide, se non vuoi avvelenarti la salute in un
lento stillicidio.- Intervenne allora Tsubasa il
Predicatore rivolto al difensore, lanciandogli
un’occhiataccia.
-Ma va lá,
ci mancherebbe solo che me ne privassi, è uno dei piaceri della vita…e poi
senti chi parla, quello cos’è?- fece lui per tutta
risposta, indicando con un cenno del mento il paninazzo
unto e bisunto dalla tripla farcitura di bacon e formaggio che l’amico aveva
nel vassoio davanti a sé.
-Ma questo mica lo mangio io…Izawa mi ha chiesto di prendergli l’ordine mentre andava in
bagno- replicó l’altro con una smorfia, bevendo
subito dopo un sorso della sua fresca e salubre acqua naturale. “Il mio corpo è
un tempio” pensó, forte della sua rinnovata volontà
granitica “e mai e poi mai lo contamineró
con simili schifezze”.
-Eh, ma come siamo
schizzinosi…stai guardando quel panino come se fosse la personificazione di
Satana! La cosa mi fa sorridere assai, visto che pensavi
circa lo stesso anche del consumo di alcolici, e poi lo sappiamo tutti com’è
finita- continuó Ishizaki
imperterrito, mentre dalla tavolata iniziavano a levarsi degli implacabili
sghignazzi.
Nonostante le proteste iniziali di
alcuni, avevano finito con l’andare in massa al Mac,
inclusi coloro ai quali le pietanze di tale locale non stuzzicavano
particolarmente l’appetito, se non altro per sincerarsi che nessuno venisse stroncato da una combinazione mortale di cibi
malsani. Fra questi vi era appunto Tsubasa che, messo
alle strette dalle constatazioni di un Ishizaki che
pareva stranamente piú sveglio del solito, rispose
piccato:
-E vabbé,
è stata la prima e unica volta, non menatemela all’infinito! Capita anche ai migliori, qualche sbaglio di tanto in tanto.- A salvarlo,
e a salvarsi, da quella spinosa situazione ci pensó
peró il fedele Tarō
che provvide a cambiare rapidamente argomento, poiché tutto voleva fuorché
il ripescaggio di quel vergognoso festino decadente in cui aveva dato bella
mostra del suo lato “sopito”.
-Piuttosto, qualcuno sa dove si
sono cacciati Wakashimazu e Takeshi?
Non li vedo piú da un po’. Anzi, a pensarci bene Wakashimazu non lo vedo da ieri sera, non si è degnato
neanche di scendere per la colazione…-
-Ci scommetto le palle che sono andati a raccattare Hyūga- farfuglió
Kazuo, coprendosi la bocca con una mano per
nascondere lo sbadiglio dell’abbiocco post-abbuffata.
Tsubasa estrasse dalla tasca dei
pantaloni il cellulare per assicurarsi che non ci fossero messaggi o chiamate
senza risposta.
“In fondo” rifletté “se non ho ancora
sentito niente forse non ci sono stati imprevisti, prima o
poi qualcuno si fará vivo.”
Il gruppo si scambió un’occhiata eloquente e, facendo spallucce, lasció svogliatamente cadere la questione.
Ken e Takeshi
erano fermamente convinti del fatto che, sotto sotto,
Kojirō il Riottoso fosse in realtà un pezzo di
pane e che, oltre tutti quegli strati di corazza, nascondesse un animo generoso;
difatti, come sosteneva il portiere, il segreto stava essenzialmente nel
saperlo prendere, senza lasciarsi prevaricare o intimorire da quel caratteraccio
che ostentava piú che altro come arma di difesa. Il
numero nove non era un attaccante solo sul campo, lo era
nella vita, prendeva ogni questione di petto e non si sottraeva mai alle
difficoltà.
Una volta compreso questo suo lato,
si poteva quasi dire di avere in mano la chiave di lettura della sua complessa personalitá. Per riuscirci era necessaria una buona dose di impegno ma soprattutto di pazienza, nonché di una certa
predisposizione personale, e non c’era dubbio che i permalosi o le cosiddette
“primedonne” non avessero alcuna possibilitá di
legare con lui. Anzi, ció che lo imbestialiva al di sopra di ogni altra cosa era proprio l’aria saccente
di certe persone, quelle che sembravano non mettersi mai in
discussione.
Esattamente come colui che aveva di fronte in quel momento, e che non fece in
tempo a gonfiare come un Sofficino a causa dell’intervento
di troppi guastafeste. Il testosterone presente nell’aria aveva ormai raggiunto
livelli ragguardevoli quando si vide arrivare anche i
restanti due terzi del Triangolo Toho, e per poco non
gli caddero le braccia, perdendo all’istante ogni speranza di poter portare a
termine la sua missione: a malincuore dovette disattivare la modalità
Kenshiro, perché arrivati a quel punto non aveva piú ragion d’essere.
-Cos’è, vi siete tutti messi d’accordo per controllarmi?
Uno non ha neanche piú diritto ad
avere un po’ di privacy, mi stanno proprio esplodendo le palle!- Tuonó lui esasperato, fissando gli amici con occhio
omicida. Lo sguardo dei due si calamitó
invece sul prode Matsuyama, ormai prossimo alla
perdita dei sensi, ma che nonostante tutto non aveva smesso un minuto di
placcarli ed aveva proseguito intrepido nel suo tentativo di farli ravvedere.
Si erano sentiti sollevati nel
notare che almeno si erano scapicollati per qualcosa, riuscendo ad arrivare in tempo prima di trovarli tutti esanimi, ed immediatamente Takeshi diede fondo alla sua scorta di fazzoletti correndo
ad aiutare Hikaru a tamponare l’emorragia nasale.
-Bah, questa cosa sta diventando
una pagliacciata- inveí Genzō
impermalito –non ci si puó nemmeno fare i cazzi propri in pace. Perché
dovete sempre essere cosí rompiballe? Avete forse visto qualcuno dei miei compagni di squadra
intervenire?- I tre rompiballe in questione, per evitare di dargli ragione, non
osarono aprire bocca, cosí il portiere fu
costretto a rispondersi da solo -No, perché è gente che sa stare al proprio
posto, al contrario di voi! Vi saluto- concluse rabbiosamente, voltandogli le
spalle e cominciando ad allontanarsi.
-Non credere che te la faccia
passare liscia, ti aspetto al varco, intesi?- Gli urló
dietro Kojirō, quasi dispiaciuto nel vederlo
andare via.
-Massí, quando vuoi- replicó
seccato Genzō fra i denti, mentre scuoteva una
mano con fare stizzoso senza nemmeno girarsi a guardarlo in faccia.
Fine primo round. Per quella volta, il regolamento
di conti si era concluso con un nulla di fatto.
-Chi si rivede, il figliol prodigo- frecció l’arguto
Schneider scorgendolo ricomparire –Allora? Avete
dovuto accantonare i vostri intenti distruttivi?-
-Oh, non ti ci
mettere anche tu adesso- sibiló l’altro accigliato facendo
una smorfia di dolore, dopo aver seguito l’impulso di mordersi per il nervoso il labbro inferiore
tumefatto. L’ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento
era di una ramanzina del Kaiser.
-A volte non riesco proprio a
sopportarli, non sia mai che si facciano gli affari loro. Bé,
voi che avete da guardare? Non vi stavate allenando?- Li incitó
lui incazzoso, notando i dieci paia
di occhi incuriositi che gli si erano puntati addosso.
-Cerca di capirci, Genzō…eravamo tutti qui in trepidante attesa di vedere
come si sarebbe risolto il match, e ci siamo rimasti male nel vedere che è
stato un mezzo flop- ridacchió
il solito Stecchino per blandire un po’ la situazione,
suffragato dai cenni di consenso dei compagni.
-Ma stai zitto, sottospecie di nano
da giardino- borbottó l’altro, accompagnando
l’esclamazione col tipico papagno sulla nuca.
-Oh sí che
gaudio, come mi mancavano le tue sberle…picchiami
ancora dai, con quella vocetta sfumata poi mi fai
impazzire- disse quello in tono lascivo, riuscendo
a strappare un mezzo sorriso di compatimento al portiere e una scrollata di
spalle al resto della squadra, che si rimise sotto con gli allenamenti,
intuendo che il peggio era passato.
Per quanto si stesse
sforzando di occultarlo, Ken era un po’ deluso. Non
aveva potuto attingere un bel niente dal suo archivio privato di mosse di karate, e dovette ammettere a sé stesso che, mentre
raggiungevano il luogo dell’incontro, qualche viaggio su quale colpo letale
usare per stendere l'esimio collega se l’era fatto.
Matsuyama invece, oltre che irritato, si
sentiva anche un filino soddisfatto, perché tutto sommato
si poteva dire che avesse raggiunto il suo scopo, almeno era riuscito a
temporeggiare un po’ ed evitare cosí spiacevoli
conseguenze.
Da una decina di minuti avevano
fatto ritorno in albergo, non trovandoci nessuno dei loro compagni perché erano
ancora in ritiro al Mac, e si erano rifugiati tutti e
quattro nella stanza del Triangolo Toho, dove Takeshi era occupato nell’assistenza dell’ingiuriato
neo-capitano; Kojirō, invece, era impegnato a
farsi delle vasche passeggiando avanti e indietro per la camera, sbandierando un
certo malcontento.
-E voi due si
puó sapere perché siete venuti a ficcare il naso? Era
giá sufficiente lui- proruppe infine sferrando un bilioso
calcio alla catasta di vestiti sul pavimento, mentre indicava Matsuyama che, per fermare definitivamente il sangue, si
era infilato due pezzetti di fazzoletto nelle narici ed aveva assunto un
aspetto abbastanza ridicolo.
-In effetti potevamo lasciarti crepare- commentó questi velenoso, facendo attenzione a non
respirare troppo forte per non far volar via i due tamponi improvvisati –mica
mi sono divertito a ritrovarmi fra due fuochi, la prossima volta me ne guarderó bene dal venire a prenderle al posto tuo.-
-Ma volesse il cielo! E’ che non dovevi
proprio metterti in mezzo- ribadì l’attaccante,
schioccando la lingua ed alzando gli occhi al soffitto.
-Sí, e come
facevo?- Borbottó l’altro, risistemandosi uno di
quegli pseudo-assorbenti che rischiava di dislocarsi
dalla sua posizione ogni due per tre. –Era un mio dovere, mi pare. Ma
comunque hai ragione tu, non avrei dovuto impicciarmi.
Quando vi darete appuntamento per scazzottarvi di nuovo stá
pur tranquillo che non verró a metterti i bastoni fra
le ruote, ma ti consiglio di farlo in modo meno plateale, altrimenti avrai sempre
qualcuno che si immischierá
in mia vece.-
Ken e Takeshi
fino a quel momento non avevano proferito verbo e si erano limitati ad
ascoltare in silenzio il suo sfogo, perché sapevano che non c’era molto altro
da fare quando l’amico aveva i coglioni girati. Ogni
parola di troppo poteva essere potenzialmente pericolosa per alimentare
ulteriormente la sua ira, e trattennero il fiato aspettandosi una sfuriata epocale.
Kojirō rimase zitto qualche secondo
e poi, inaspettatamente, esclamó:
-Devo
riconoscerlo, hai
fegato, Matsuyama. Questa è una delle ragioni per cui
ti ho passato quella dannatissima fascia.-
Hikaru, che non avrebbe mai
sperato di udire una simile dichiarazione proprio da lui, lo
guardó con la faccia stranita dicendo: -Wow, stai
attento a non lusingarmi troppo, che poi mi emoziono…bel contentino, mi pare il
minimo da dire dopo che mi sono preso un pugno sul naso per te.-
Kojirō fece un mezzo ghigno di compiacimento e si rintanó in bagno per farsi una doccia, essendo ormai
inaccostabile, ed effettuare frattanto la conta dei danni subiti che, dato lo
scarso tempo avuto a disposizione per suonarsele, ammontava ad un unico livido
sullo zigomo.
E comunque
Matsuyama non aveva tutti torti, si disse, avrebbe
dovuto dare meno nell’occhio. La prossima volta doveva sforzarsi di tenere bene
a mente questo punto, anche se gli risultava tutt’altro che facile contenere la propria
impulsività.
-Cerca di scusarlo per i casini
che é in grado di combinare…in questo momento, per aver represso la sua
collera, credo che si senta né piú
né meno come una granata inesplosa. Piuttosto, va meglio?- Chiese nel frattempo
Ken a Hikaru, dopo aver tirato un sospiro di sollievo
per la reazione civile dell’attaccante, mentre affastellava
alla meno peggio gli abiti sparpagliati sul pavimento dal suo calcio di poco
prima.
-Sí, niente di rotto, direi…peccato solo che
non ci sia la mia Yoshiko a
medicarmi- rispose lui sospirando e facendo schizzare via un tampone,
prontamente recuperato e ricollocato da Takeshi, il
quale replicó, ridendo:
-Eh, mi spiace ma dovrai
accontentarti di me…dai, in fondo non sono piú bello
io?- Hikaru lo fanculizzó
simpaticamente, poi mise mano al cellulare intenzionato a chiamare la fidanzata
e creò nel giro di un nanosecondo il nulla intorno a sé, perché nessuno
aveva voglia di ascoltare le sue pucciose
conversazioni con la dolce metá.
Se a detta di Ken
Kojirō si poteva definire una granata inesplosa,
lo stesso discorso valeva per Genzō, anche se
lui aveva decisamente meno problemi a darsi un tono.
Difatti, ad allenamenti conclusi, l’ermetico portiere aveva giá
recuperato la sua freddezza, ed ora si trovava con i due scimuniti sulla via
del ritorno verso casa. Kaltz, a cui Genzō stava augurando che prima o
poi gli si staccasse la lingua, erano dieci minuti buoni che
gozzovigliava senza sosta, mentre il Kaiser era meno comunicativo che mai e
pareva aver indotto uno sciopero della parola.
-Che hai, Karl?
Oggi ti sento addirittura meno del solito, se non ti vedessi qui accanto a me giurerei che tu non ci fossi.- Esclamó
ad un certo punto il numero otto interrompendo la ciarla, forse accorgendosi
finalmente del suo indefesso silenzio. Anche il numero uno
si voltó a guardarlo, ricordando che era da tutta la
mattina che gli sembrava strano. Che qualcosa lo tormentasse era abbastanza
evidente ai suoi occhi, ma bisognava vedere se gli avrebbe concesso il
privilegio di metterli al corrente.
-Mmh.- Fu la sua succinta risposta, ed Hermann sbuffó insofferente. Quando l’amico si chiudeva a riccio era davvero difficile
cavargli fuori ció che si teneva dentro, lo sapeva
bene, ma non si sarebbe arreso cosí presto.
-Guarda che se hai qualche
problema ce ne puoi parlare.- Tentó Genzō, al che il Kaiser minimizzó
scrollando le spalle e replicando –Niente di che, state tranquilli.-
-Sai perché mi piaci, Karl?- Fece Stecchino ad un certo punto, armandosi di
pazienza.- Perché sai ascoltare, ed é una cosa rara di questi tempi. Riconosco
che io sono uno che non parla poco- qui Genzō
sorrise sardonico fra sé e sé -peró stavolta faró un’eccezione e ti ascolteró,
se vuoi. Anche il qui presente portiere tutto-d’un-pezzo si è detto pronto a starti a
sentire, cosa vuoi di piú dalla vita? Ambiti come
siamo, stiamo dando la nostra preziosa disponibilità proprio a te, renditene
conto! Dai, sputa il rospo…che ti passa per la testa?-
Schneider si voltó
a guardare Gianni e Pinotto con un’espressione indecifrabile, poi le sue labbra
si incresparono in un ghigno appena accennato.
-Che razza di bragheri*
che siete…non avete proprio nient’altro di meglio da
fare, vero?-
-In questo momento no, per cui vedi di dirci cos’hai.- Rispose Genzō,
lanciandogli un’occhiata perentoria.
Il Kaiser sospiró.
La sua accurata opera di dissimulazione sembrava essere proprio giunta al
termine, dopo che era riuscito a portarla avanti indisturbato
per parecchi giorni. Non ne era ancora del tutto
convinto, ma magari chissà, forse parlarne con qualcuno avrebbe potuto
addirittura aiutarlo a sentirsi meglio, e quei due erano gli unici a cui si
sarebbe fidato di rivelare qualcosa. Forse, concluse, era quasi un bene
che l’avessero cappellato,
perché era un po’ stufo di continuare con quella pantomima.
NOTE
*Non sono sicura che sia il caso di spiegarlo, ma è
meglio farlo per ogni evenienza.
Dare del “braghero” a qualcuno è molto diffuso
dalle mie parti, e come si sará capito significa impiccione, ficcanaso. Credo
che derivi direttamente dal mio dialetto, e siccome è un termine che mi piace
molto, ho pensato di usarlo senza sostituirlo con altre espressioni magari piú
corrette dal punto di vista linguistico^^
Stavolta niente scarabocchi, ma colgo
l’occasione per auto-pubblicizzare il nuovo sitarello
che ho creato, interamente dedicato a CT, contenente le mie fanarts e le mie
fanfictions. Mi farebbe piacere se ci faceste una capatina^^ (e grazie a chi,
dietro mia velata richiesta, l’ha visitato in anteprima xD)
Segue ora una serie di sentitissimi
ringraziamenti personalizzati *TG mode ON*
@Silen, lo sai che ti adoro,
e mi fa piacere vedere che non sono l’unica
ad avere una vaga idea di chi sia Wanda Osiris…anche se non sono vecchia
come te, MWAHAHAH xD
@Lady Snape, visto che alla
fine non è morto nessuno? Per ora…xD In effetti ho bistrattato un po’ il povero
Matsu, e dire che è uno dei personaggi che preferisco! Ma si sa, adoro prenderli
amorevolmente per il culo xD
@Trottola, le tue
“preghiere” sono state esaudite xD La storia continuerá ancora per un po’,
anche se non saprei dire con esattezza per quanto^^
@Berlinene, ahpperó, e chi
pensava che fossi una maniaca depravata che gode nel farsi pestare da Koji xD
Grassie mille cara, mi piace molto scrivere del Triangolo Toho, quei tre
meritano uno spin-off, prima o poi!
@Pucchyko_Girl, se mi scrivi
certe cose poi mi monto la testa eheheh xD Spero che ti piacerá altrettanto
anche questo capitolo^^