Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Bomboletta    05/12/2015    13 recensioni
BRITTANA!
Siamo nella Foresta Amazzonica.
Santana Lopez è una zoologa impegnata in un progetto di ricerca,lavora con gli animali,studiandoli nel loro ambiente naturale,e vive in foresta insieme al suo team di ricercatori,in una base scientifica circondata dal verde.
Brittany è la più brillante del suo corso,e ha vinto un concorso per diventare assistente su campo di una famosa zoologa,nella Foresta Amazzonica.
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri, Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La stanza d'albergo era bianca e luminosa. Situata al quarantasettesimo piano di un grattacelo a dir poco esagerato, permetteva una vista mozzafiato sulla citta' illuminata. Una camera dotata di tutti i comfort: tv in alta definizione, computer da tavolo, mini frigo, lenzuola fresche e profumate. Per non parlare del bagno in camera con tanto di vasca idromassaggio e prodotti costosissimi. Servizio in camera a dir poco tempestivo e attivo ventiquattr'ore su ventiquattro. Il letto matrimoniale era morbidissimo e decisamente confortevole. Era proprio su quel letto che Brittany stava sdraiata, con i vestiti ancora addosso, guardandosi attorno.

 

 

Quella stanza era decisamente piena di cianfrusaglie. Non riusciva a definirla altrimenti. Chi aveva bisogno di una tv con piu' di ottocento canali?

 

 

E perche' mai avrebbe dovuto lavare i suoi capelli con un flacone di shampoo da venticinque dollari?

 

 

Adagio' lo sguardo sulla ragazza china sulla scrivania. Aveva tra le mani un malloppo di documenti, i fogli erano sparsi dappertutto. Rileggeva tra le righe attraverso la sottile montatura,sospirava di tanto in tanto. E anche se non lo dava a vedere, era nervosa. Brittany lo sapeva:

 

 

“Dovresti chiudere tutto e venire a letto” le disse “E' mezzanotte”

 

 

Santana alzo' lo sguardo e la fisso'.

 

 

“Sto solo rileggendo le ultime scartoffie” si giustifico' “Non penso che riusciro' a dormire”

 

 

 

“E chi ha parlato di dormire?” le schiaccio' l'occhio, riuscendo a farla sorridere. Si alzo' e spense la lampada da tavolo, lasciandosi cadere, sfinita, vicino alla bionda.

 

 

 

“Fa cosi' strano essere qui...” sbuffo'.

 

 

 

“Gia'...”

 

 

 

Il Progetto Amazzonia era giunto al termine. I quattro anni finanziati per la ricerca sul campo, erano scaduti, e cosi' era arrivato il momento di tirare le somme di quella incredibile avventura. L'ultimo mese nella foresta Amazzonica era stato davvero difficile: bisognava rivedere tutto il lavoro di quegli anni, completare documenti, scrivere articoli, rimettere ogni tassello al proprio posto. Cio' nonostante, si continuava a lavorare sul campo, ad andare in esplorazione, a montare fototrappole, a lavorare in laboratorio.

 

 

Non fu per niente facile rassegnarsi all'idea che non avrebbero piu' rivisto i colori vivaci dell'Amazzonia, gli schiamazzi degli animali, i suoni della notte. O almeno, non lo fu per Brittany. Quando aveva finalmente ritrovato un equilibrio stabile con se' stessa e con gli altri, tutto cio' che aveva costruito, stava per venir meno.

 

 

Santana, nonostante i preparativi per la partenza, aveva dato ordine di smantellare la base solo dopo. Non se la sentiva di vedere quella che era stata la sua casa, il suo lavoro, la sua vita, per tutto quel tempo, portata via asse dopo asse, scaffale dopo scaffale.

 

 

E l'ultima sera, quando finirono di consumare la cena prelibata che Blaine aveva preparato per l'occasione, dopo che tutti quanti avevano raccolto i loro effetti personali e li avevano ficcati a forza nei borsoni, si alzo' in piedi e parlo' a ciascuno di loro, dopo essersi schiarita la voce:

 

 

 

“E' molto difficile riuscire ad accettare pienamente che queste siano le ultime ore in Amazzonia” aveva detto “Siamo stati tutti insieme, sotto lo stesso tetto, per quattro lunghi anni ed e' stato un viaggio che ognuno di noi ha vissuto in modo unico e speciale... Abbiamo affrontato momenti difficili, e spesso abbiamo pensato di non trovare una soluzione,ma alla fine ce l'abbiamo sempre fatta, insieme...” un sospiro aveva tradito la sua emozione “L'Amazzonia e' stata una parte molto importante della mia vita...non tutti hanno la fortuna, nella loro vita, di svegliarsi al mattino esattamente dove vorrebbero essere...non tutti hanno la mia fortuna... per quattro anni sono stata affiancata da un team di ricercatori, tra i migliori nel loro campo, che mi hanno supportata, mi hanno guidata, e hanno reso il mio lavoro talmente incredibile, che tutt'ora faccio fatica a considerarlo un vero lavoro.... Purtroppo da domani non sara' piu' cosi'...la nostra grande avventura e' terminata, e per ciascuno di noi si apre un nuovo capitolo della propria vita...ma ci tengo davvero a ringraziarvi, uno per uno, per esserci stati dall'inizio alla fine, per non aver mai mollato un progetto che molti definirebbero folle...per non aver mai abbandonato me... spero che questa esperienza vi abbia donato anche solo la meta' delle soddisfazioni che ha donato a me...e che rimarra' nei vostri cuori...nel mio avra' un posto speciale...Grazie, ragazzi” concluse alzando il suo calice.

 

 

Il gruppo esplose in un applauso, brindando alla riuscita del progetto, e a turno, ciascuno di loro si alzo' per abbracciare Santana. Divenne all'improvviso una serata emotivamente delicata. Ovunque si guardasse, c'era qualcuno che abbracciava qualcun altro, si promettevano di non perdere i contatti, di mantenere i loro rapporti, qualcuno pianse.

 

 

E quando alla sera, Brittany si arrampico' lungo la scaletta che conduceva alla stanza di Santana, la vide affacciata al balconcino, fuori dalla sua stanza. Piangeva in maniera composta. E lei si avvicino' senza una parola, e la strinse forte.

 

 

Erano passati due giorni, e si trovavano tutti quanti in quel lussuoso albergo di New York. Era il passo finale, il passo conclusivo. L'indomani sarebbero stati i protagonisti di un'importantissima conferenza, indetta proprio per parlare del Progetto Amazzonia. Sarebbe stato un evento in grande stile, trasmesso in diretta televisiva in tutt'America, alla presenza dei piu' importanti nomi della scienza, giornalisti da tutto il mondo, emittenti radio e rappresentanti degli enti di ricerca piu' importanti del globo. Avrebbero illustrato il lavoro svolto in quei quattro anni, i risultati del progetto, i metodi di ricerca. E avrebbero risposto alle domande del loro immenso e variegato pubblico. Brittany si sentiva nervosa come non mai all'idea di dover parlare alla presenza di tanti sconosciuti, per di piu' in diretta nazionale. Il suo cuore scoppiava al solo pensiero. E anche Santana era visibilmente nervosa.

 

Sospiro', passandole un braccio intorno alla vita. Non voleva chiederle cosa sarebbe successo dopo quel giorno, non voleva scoprire quali folli piani aveva in serbo Santana, e in tutta onesta' non aveva neanche la certezza assoluta che ne avrebbe fatto parte:

 

 

“Andra' bene” disse ad alta voce, e si chiese se il suo fosse un tentativo di consolare la donna, o di rassicurare se' stessa. Si rese conto solo qualche istante dopo, non udendo risposta, che la giovane si era addormentata.

 

 

 

 

La stanza era gremita di gente. File su file di sedie, occupate da scienziati, ricercatori, studiosi, biologi e curiosi. Fotografi e cameramen in ogni angolo dell'aula, telecamere letteralmente dappertutto. Un lungo tavolo si trovava sul lato corto della stanza, era rettangolare e pieno di sedie su un lato, quello rivolto verso la folla. Davanti a ciascuna sedia, sul tavolo, c'era un cartello con uno dei loro nomi, affiancato da una bottiglietta d'acqua fresca e da un microfono da tavolo. Quando il team di ricercatori fece il loro ingresso, Brittany senti' le gambe tremare ad ogni passo, e si senti' miracolata quando riusci' a raggiungere la sua sedia. I flash la accecavano.

 

 

Santana era seduta al centro del tavolo. Alla sua destra stava Holly, alla sua sinistra Brittany. Quinn stava seduta accanto alla primatologa,mentre Rachel affiancava Brittany. Seguita da Kurt, Sam e Blaine. Mentre dall'altra parte stavano Mike, Will e Finn. Erano tutti vestiti in modo composto ed elegante, a dir poco impeccabile.

 

 

E quando il moderatore invito' il pubblico al silenzio, calarono le luci e parti' un video da un maxi schermo alle loro spalle. Vi scorrevano immagini girate da Mike, in Amazzonia, che mostravano gli animali piu' disparati, i colori piu' incredibili, le angolazioni piu' remote. Accompagnati da un mix di suoni composti da Will, che permettevano di udire i versi degli animali, e i suoni della natura, accompagnati da una splendida musica di sottofondo. Duro' circa tre minuti, e quando termino', il primo applauso si levo' dalla platea.

 

 

Poi Santana si alzo'. Indossava eleganti pantaloni e una camicia candida, stretta per far risaltare le sue forme armoniose. I capelli ricadevano, lisci e morbidi, sulle sue spalle, lo sguardo, contornato da un lieve strato di trucco, era concentrato, attento. La sua figura era slanciata dalle scarpe col tacco. Si schiari' la voce, mentre gli sguardi erano tutti puntati su di lei, e inizio' a parlare:

 

 

 

“Vorrei dare il benvenuto a tutti i presenti, alla prima conferenza ufficiale sul Progetto Amazzonia” inizio' “Sono la Dottoressa Santana Lopez, e sono stata a capo del progetto per tutta la sua durata, accompagnata dalla Dottoressa Fabray, che si e' occupata del laboratorio, dalla primatologa Holly Holliday” li indico' uno alla volta “Dalla zoologa Brittany Pierce, dagli ecologi Kurt Hummel e Sam Evans, dalla naturalista Rachel Berry, dal Dottor Blaine Anderson, il fotografo naturalista Mike Chang, Il tecnico del suono Will Schuster e dall'assistente Finn Hudson”

 

 

Santana inizio' a parlare del progetto Amazzonia in tutte le sue sfaccettature, delle attrezzature a loro disposizione, delle piu' innovative tecnologie che avevano fatto la differenza per la ricerca, dei tempi di lavoro, dei rapporti di fiducia instaurati con i ricercatori. Parlo' senza sosta per oltre venti minuti, e ancora una volta, Brittany si sorprese di vedere come Santana riuscisse a mantenere la totale attenzione dei quasi seicento presenti. Pendevano dalle sue labbra, immersi in un racconto che non sembrava quasi un resoconto tecnico, bensi' una storia avvincente.

 

 

 

“Il Progetto Amazzonia” disse a conclusione del suo lungo monologo “Ha permesso di scoprire, identificare e successivamente studiare, otto nuove specie di vertebrati e undici di invertebrati...animali mai studiati in precedenza, mai osservati, mai fotografati, adesso hanno un nome... in termini di ecologia, il legame tra i vari organismi, la loro relazione con l'ambiente circostante, i metodi di sopravvivenza, sono stati documentati e approfonditi per la prima volta nella storia, e questa potrebbe essere solo la punta dell'iceberg, potrebbe essere quell'inizio di cui il mondo aveva bisogno, la spinta necessaria affinche' si comprenda che l'Amazzonia e' uno dei pochi incontaminati tesori rimasti al mondo, in grado di fornire tante risposte, di dare uno spunto per lo studio del mondo animale e non solo... E' una terra ricca di specie uniche al mondo, che hanno una storia, un comportamento, una natura da scoprire...noi siamo stati i primi, e speriamo vivamente di non essere gli ultimi...e che questa terra possa essere valorizzata come merita”

 

 

Un altro applauso si levo' dagli spalti, questa volta piu' fragoroso, mentre Santana tornava a sedere al suo posto, e Brittany la sentiva sospirare, sollevata.

 

 

 

“Il team di ricercatori del Progetto Amazzonia, rispondera' adesso alle domande” annuncio' il moderatore “Prego, per alzata di mano e solo dopo aver ricevuto il mio consenso”

 

 

Diverse mani si alzarono e il primo a parlare fu un uomo dall'aria distinta, in terza fila, alla loro destra.

 

 

 

“La mia domanda, naturalmente, e' rivolta a tutti voi...” inizio' “L'Amazzonia e' un ambiente molto ostile, noto per l'alto numero di animali e piante potenzialmente velenosi, come e' possibile passare quattro anni in foresta senza incorrere in alcun incidente di questo tipo?” chiese.

 

 

Fu Sam a prendere parola.

 

 

“Naturalmente incidenti di questo tipo erano quasi all'ordine del giorno...la maggior parte di noi passava giornate in foresta, e ci siamo imbattuti innumerevoli volte in serpenti velenosi, ragni letali, o altri pericoli di questo tipo... la prima accortezza era quella di guardare letteralmente dove si mettevano i piedi...se ci muovevamo in mezzo alla vegetazione, era indispensabile prestare attenzione alle foglie, agli alberi, al terreno umido...e di incidenti ne sono successi... per fortuna molti veleni non caratterizzavano un problema, se non i primi mesi... la dottoressa Fabray, in laboratorio, si occupava anche di alcuni antidoti sperimentati proprio per le nostre esigenze,e ne avevamo sempre una dose a disposizione quando eravamo in foresta” spiego'.

 

 

 

“Dottoressa Fabray” una donna con un blocco degli appunti prese parola “Di che genere di esperimenti si occupava nel suo laboratorio?”

 

 

 

Quinn parlo' con voce tremante.

 

 

 

“In realta' ho cominciato occupandomi solo dell'analisi dei campioni che giungevano in laboratorio, a partire dai veleni degli animali, passando per i campioni d'acqua e tutto il resto...poi pero' alcune situazioni esigevano una certa sicurezza sul campo, cosi' ho cominciato ad occuparmi anche di antidoti e vaccini... insieme al dottor Anderson ho studiato le componenti di alcuni batteri, ed elaborato degli antibiotici appositi per contrastarli...siamo arrivati al punto in cui ci sottoponevamo tutti quanti a dei trattamenti medici per evitare malattie e contagi vari...per fortuna si e' rivelata una strategia vincente, nessuno di noi ha mai contratto patologie gravi” concluse soddisfatta, esibendo il sorriso perfetto.

 

 

Un giornalista armato di un registratore,si alzo' dalla prima fila.

 

 

 

“Come si puo' vivere per quattro anni,nel pieno della foresta, lontani dalla civilta' e con soli pochi individui con cui avere un minimo di relazione sociale?” fu Rachel a prendere parola.

 

 

 

“Non e' facile per nulla...da principio eravamo tutti semplicemente convinti di avere per le mani una di quelle occasioni che trasformano i sogni in realta'...immagini il sole, gli animali, la natura...non fai i conti con la realta' fino a quando non vieni catapultata li'...ci si inizia a rendere conto che siamo in mezzo al nulla, che se litighiamo non possiamo semplicemente mandarci a quel paese e andare da un'altra parte...che non possiamo andare a pranzo dalla mamma, la domenica...o andare a prendere un caffe' con le amiche...e se da una parte e' devastante, dall'altra non c'e' nulla di piu' sincero dei legami che crei con quelle poche persone che hanno la fortuna di essere li' con te... nel bene o nel male, sono quanto di piu' sincero possa esserci...impari a interpretare gli sguardi, le parole, persino i silenzi...e se uno schiaffo e' sincero, un abbraccio lo e' molto di piu'...E' un rapporto puro proprio perche' non c'e' scelta, e ci si lega inevitabilmente perche' l'unione fa la forza...puo' sembrare una frase fatta ma e' cosi'...”

 

 

La platea si levo' in un altro applauso, e Brittany vide con la coda dell'occhio, che Quinn guardava l'amica con aria commossa, orgogliosa. Rachel arrossi' lievemente per quelle attenzioni che giunsero tutte insieme, da diverse angolazioni.

 

 

 

“Dottoressa Hollyday” intervenne un uomo dal fondo della sala, al quale era stato dato un microfono “Da quanto ho letto su carta, la Dottoressa Lopez e' stata sua allieva al college...non e' un po' strano che sia diventata il suo capo?”

 

 

 

Holly rise prima di rispondere.

 

 

 

“Beh, a differenza degli altri ricercatori, posso vantarmi di aver saltato la parte delle selezioni e dei colloqui infiniti...mi sono recata in Amazzonia e ho chiesto a Santana se ci fosse un posto vacante, personalmente...non perche' non avessi altri lavori a disposizione o altre offerte in giro per il mondo...ma ho visto questa ragazza crescere” indico' Santana con la mano “Crescere professionalmente, diventare donna, ed entrare in sintonia con il mondo animale come nessuno prima di lei...e' poco piu' che ventenne, ed ha piu' esperienza sul campo di tanti uomini con la barba bianca...questa giovane donna ha portato al termine un progetto unico nel suo genere...quindi piu' che strano...direi che e' stato un onore, lavorare al suo fianco” disse, fiera.

 

 

 

“Dottoressa Pierce” Brittany trasali' “Lei e' l'ultima arrivata in Amazzonia, ha trascorso con gli altri ricercatori solo l'ultimo anno...com'e' stato l'impatto con un ambiente cosi' ostile, eppure consolidato?”

 

 

 

Brittany riflette' solo qualche istante, prima di avvicinarsi al microfono e iniziare a parlare.

 

 

 

“Quando sono arrivata in Amazzonia ero terrorizzata” ammise “Non sapevo cosa aspettarmi, che compagni avrei trovato...e quando ho conosciuto Santana,confesso che mi sono spaventata a morte” qualche risata parti' sporadica, in aula “Sono stata catapultata nel bel mezzo della foresta pluviale a meno di ventiquattr'ore dal mio arrivo e mi sono trovata faccia a faccia con una realta' che non conoscevo...pero' era necessario imparare, e' la legge della natura...Darwin ci insegna che non e' il piu' forte a sopravvivere...ma quello che si adatta al cambiamento... dovevo dimostrare a tutti, ma soprattutto a me stessa, che potevo farcela...e' stata una lenta risalita, piena di ostacoli...ma c'erano tante mani ad aiutarmi quando cadevo...e una volta in cima, il panorama era quanto di piu' bello potessi immaginare...”

 

 

Ancora una volta gli applausi colmarono il silenzio che segui' le parole della giovane, e lei sorrise a quel pubblico entusiasta.

 

 

La conferenza stampa si protrasse per l'ora successiva, ognuno di loro venne sommerso dalle domande, alle volte molto tecniche e riguardanti il lavoro svolto, altre volte decisamente personali, mirate a cercare di capire la dinamica delle relazioni sociali di una decina di individui confinati in uno spazio tanto grande, eppure tanto piccolo.

 

 

Una volta terminata, gli applausi durarono tanto, tantissimo. I presenti si alzarono in piedi, elogiando le gesta di un gruppo di pazzi. Poi giunse il momento dei convenevoli: strette di mano, poche parole bilanciate con altri scienziati, ricercatori, giornalisti. Un'infinita' di foto che, a detta di chi se ne intendeva, sarebbero finite praticamente su tutti i giornali, dai quotidiani alle riviste di divulgazione scientifica.

 

 

Naturalmente quella davvero presa d'assalto era Santana, che si trovava letteralmente placcata dai fotografi, circondata dai microfoni, e a stringere mani sconosciute.

 

 

Brittany e gli altri riuscirono lentamente a scivolare fuori dalla grande stanza e, dividendosi strategicamente, raggiunsero i piani alti dell'albergo, dove si trovavano le loro stanze.

 

 

 

 

 

La giovane zoologa era sola in camera, visto che Santana non era stata fortunata quanto loro. Sedette sul letto e penso' a un futuro, con o senza la ragazza, a New York o da qualche altra parte. Il problema e' che vedeva tutto nero. Per quanto si sforzasse, non riusciva a immaginare cosa avrebbe fatto l'indomani. La verita' era che quell'ultimo anno le aveva cambiato la vita. E il termine del progetto non aveva portato via solo l'aspetto professionale e l'opportunita' di lavoro, ma anche tutto il resto. Dopo un anno in mezzo alla natura, la giungla sembrava proprio New York City, piena di suoni fastidiosi, macchine bloccate nel traffico, un mare di gente che inondava i marciapiedi fino a farli scoppiare, lo sferragliare metallico della metropolitana sotto terra. Tutto cio' le dava confusione. Le mancavano i manicaretti di Blaine, gli scatti di Mike, i monologhi salva vita di Holly, e persino i litigi di Santana e Rachel. Passo' un'ora li' distesa, a rimuginare sul passato e sul futuro, senza venirne a capo. Cosi' non si rese realmente conto, di scivolare in un sonno profondo e senza sogni.

 

 

 

 

 

 

Cinque stanze piu' avanti, sullo stesso piano, Quinn sedeva poco delicatamente sul letto, sfilando in fretta le scarpe dal tacco vertiginoso:

 

 

 

“Dio, ti ringrazio!” gemette quando i suoi piedi furono liberi da quelle trappole infernali. Guardo' Rachel che a qualche metro da lei, faceva lo stesso movimento.

 

 

 

“Madre Natura ci ha fatte basse” si lamento' “Che vuoi farci?”

 

 

 

La bionda si passo' una mano tra i corti capelli, e le parole iniziarono a fluire prima che se ne rendesse davvero conto.

 

 

 

“Che farai adesso?” chiese.

 

 

 

“Beh, una doccia, per cominciare!”

 

 

 

“No, intendo...a partire da domani...” Rachel capi' l'allusione dell'altra e si sedette per terra, a gambe incrociate, a un passo da lei.

 

 

Sospiro' pesantemente.

 

 

“Mi piacerebbe tornare a Lima, dai miei genitori...non li vedo da tanto, sai? E siamo ufficialmente disoccupate, Quinn...so che il progetto ci ha decisamente stipendiate alla grande, e abbiamo un bel po' di soldi messi da parte...ma la staticita' non fa per me...penso che cerchero' un nuovo lavoro, magari vicino casa...avendo un simile lavoro sul curriculum non dovrebbe essere difficile...per nessuno di noi...l'Amazzonia mi manchera', ma si va avanti...bisogna concentrarsi sul futuro...” alzo' le spalle con una nota di tristezza nella voce.

 

 

La bionda si prese la testa tra le mani.

 

 

“Ma come si fa a guardare al futuro? Non so neanche da dove cominciare...”

 

 

 

“Hey...” Rachel allungo' una mano e la poggio' sul suo ginocchio “Quinn, sei la piu' eccelsa biologa di tutt'America, puoi fare letteralmente quello che vuoi! Andare dove ti pare, lavorare ovunque tu voglia...hai carta bianca per scrivere il tuo futuro!” sorrise incoraggiante. Ma quando Quinn alzo' lo sguardo, e la mora incontro' i suoi occhi verdi pieni di lacrime, il sorriso le mori' sulle labbra.

 

 

 

“E di noi che ne sara'!?”

 

 

 

“Noi non ci perderemo, Quinn...lo sai...ci scriveremo, ti chiamero', e cercheremo di vederci quando sara' possibile...non ci stiamo dicendo addio, solo non...” Quinn la interruppe.

 

 

 

“Non ci stiamo dicendo addio?” la guardo' mentre le lacrime iniziavano a scendere sul viso candido “E cosa ci stiamo dicendo? Che ricevero' un paio di chiamate alla settimana? Che il mio momento di felicita' sara' il tuo messaggio del buongiorno al mattino, perche' sara' l'unico segno che avro' della tua presenza? Che se tutto andra' bene ci vedremo una o due volte all'anno perche' siamo ai due lati opposti del pianeta?” crollo' in ginocchio, di fronte a lei “Dimmi, Rachel, come faccio? Come cazzo faccio adesso, a vivere ogni maledetto giorno della mia vita, senza la donna che amo?” singhiozzo'.

 

 

Rachel rimase impietrita, guardandola con la bocca dischiusa e un'espressione stralunata. Ma non fu sufficiente a fermare quel fiume di parole.

 

 

“Sono una stupida” continuo' Quinn “Avrei dovuto dirtelo tanto tempo fa, alla base... quando eravamo solo io e te, lontane dal resto del mondo... ma la mia vita e' un totale disastro, io sono un disastro...intraprendo sempre i percorsi piu' difficili, e la maggior parte delle volte mi portano solo a perdermi nel mio egoismo...Mi dispiace, Rach...Mi dispiace per non essermi data una possibilita' quando potevo...mi dispiace per non averla data a noi due...Vorrei poter tornare indietro e ricominciare da capo, ma non si puo'...” abbasso' lo sguardo, respirando a fondo, e senti' un enorme macigno scivolarle via dal petto. Nel bene o nel male, glielo aveva finalmente detto. Se non altro, era riuscita ad essere sincera.

 

 

Si senti' prendere il viso tra le mani, e si ritrovo' a baciare Rachel, senza rendersene conto. Le labbra della mora erano schiacciate contro le sue, con forza opposta alla delicatezza con la quale le accarezzava il volto. E quando,finalmente, capi' cosa stava accadendo, si aggrappo' disperatamente alla camicia dell'altra, muovendo le labbra sulle sue.

 

Le loro labbra si dischiusero, le lingue si incontrarono, e respirarono pesantemente, riportando alla mente una folle notte di qualche anno prima, durante la quale si erano amate senza vergogna, senza saperlo. Fu un bacio disperato, esigente, emozionante.

 

 

Quando si allontanarono, Rachel si immerse in quegli occhi vedi, bagnati di lacrime.

 

 

 

“Dio, Quinn, ce ne hai messo di tempo...” disse con voce rotta.

 

 

 

“Non ha piu' molta importanza, ormai” la bionda abbasso' lo sguardo, ma Rachel le prese il mento e la costrinse a guardarla nuovamente.

 

 

 

“Non deve andare cosi'...” le disse “Potremmo cercare lavoro insieme... ho un appartamento a Lima, i miei me lo hanno comprato quando mi sono laureata...vieni con me, Quinn...vieni con me a Lima” le propose.

 

 

Quinn ci mise un po' ad assimilare cio' che la mora le stava dicendo.

 

 

 

“Davvero?” chiese, mentre i suoi occhi si riempivano di nuovo.

 

 

 

“Davvero...” le asciugo' le lacrime con la mano “Pero' smetti di piangere, odio quei brutti segni rossi che le lacrime lasciano sul tuo viso...” la bacio' di nuovo, e questa volta senti' la tensione della giovane sciogliersi al suo tocco. La strinse forte, mentre a un bacio ne seguiva un altro, e un altro ancora.

 

 

 

“Sai Quinn” disse la giovane tra un bacio e l'altro “Dovrei prenderti a schiaffi...”

 

 

 

“Perche'?” chiese Quinn aggrottando le sopracciglia, ancora stretta tra le sue braccia.

 

 

 

“Perche' sono piu' di tre anni che non mi faccio una sana scopata!” scoppio' a ridere, facendo ridere anche l'altra.

 

 

 

“Permettimi di rimediare, allora!” rise trascinandola sul letto. Le crollo' addosso e riprese a baciarla.

 

 

 

 

 

 

Quando Brittany si sveglio', fuori era quasi buio. Era crollata senza rendersene conto, e si era svegliata praticamente nella stessa posizione. Non aveva dormito molto, forse un paio d'ore. Si domando' dove fosse Santana, visto che non era in camera con lei, e afferro' il cellulare per chiamarla. Ma si accorse della presenza di un messaggio sul display e lo apri'. Era proprio da parte della latina, ed era stato spedito qualche minuto prima. Poche parole:

 

 

 

Vediamoci alla sala comune del quarto piano tra dieci minuti.

 

 

 

Brittany fu incuriosita da quel messaggio. Indosso' in fretta un paio di scarpe piu' comode e apri' la porta della stanza. Quando si trovo' nel corridoio, quasi si scontro' con Quinn e Rachel.

 

“Hey, Britt” chiese la bionda “Hai ricevuto il messaggio di Santana?”

 

“Lo avete ricevuto anche voi?” la giovane era confusa. E osservo' le due che annuivano.

 

 

Quando presero l'ascensore, si ritrovarono a bordo con Kurt e Blaine. A quanto pareva, tutti loro avevano ricevuto lo stesso messaggio.

 

 

Finalmente giunsero alla sala comune, costituita da alcuni divani e una tv. Niente di sfarzoso, era piccola e accogliente come il salotto di casa. Trovarono Santana seduta su una poltrona, con indosso ancora i vestiti che indossava alla conferenza. Su un divano, accanto, c'era il resto del gruppo. Quando li vide arrivare sorrise, e li invito' a sedersi tutti.

 

 

Aveva un aspetto impeccabile, bella come il sole, ma il suo viso appariva stanco e provato. Il silenzio calo' spontaneo in mezzo al gruppo, e lei si schiari' la voce:

 

 

“Vedo che ci siete tutti” inizio' “E immagino vi starete chiedendo perche' vi ho convocati tutti qui, stasera... saro' breve e concisa, e' stata una lunga giornata per tutti, ma voglio che mi ascoltiate molto attentamente...” sospiro' “Ho passato piu' di due ore a parlare con il Dottor David Richmond, che e' il portavoce di una serie di esponenti del mondo della ricerca sul campo, nonche' di ricchi facoltosi che hanno a cuore la scienza...cio' che mi ha detto mi ha sorpresa e lasciata letteralmente di stucco, e ho bisogno di condividerlo con ognuno di voi...Richmond mi ha detto, che dopo un'attenta osservazione dei progressi in ambito di ricerca e delle scoperte portate alla luce durante questi quattro anni...il consiglio ha deciso...di finanziare il Progetto Amazzonia per altri quattro anni...”

 

 

Tutti iniziarono a mormorare tra di loro, mentre Brittany si sentiva stordita. La zoologa, tuttavia, richiamo' l'attenzione del suo pubblico, alzando lievemente la voce.

 

 

“Ascoltatemi bene...tecnicamente parlando, i vostri contratti sono scaduti ieri, cosi' come il mio...nessuno di noi e' piu' tenuto a tornare in Amazzonia...Per quanto mi riguarda, ho firmato il rinnovo del mio contratto un paio d'ore fa, e dirigero' nuovamente il progetto...per quanto riguarda voi, ciascuno di voi, vi lascio la piena liberta'...Siete i migliori nel vostro campo, e sarei davvero onorata se decideste di riprendere il vostro posto al mio fianco...sappiate che c'e' un contratto per ognuno di voi, sul mio tavolo...dall'altra parte so benissimo che questi quattro anni hanno avuto un prezzo per tutti voi...avete lasciato le vostre famiglie, i vostri amici e la vostra vita, e non potrei mai chiedervi di farlo nuovamente...potrei fare delle selezioni e costituire un nuovo team... non voglio una risposta immediata...prendetevi qualche ora per pensarci...domani mattina, alle nove, partira' un aereo privato per il Brasile...c'e' un posto per ognuno di voi, a bordo...io vi sto offrendo il vostro vecchio posto di lavoro...e allo stesso tempo, vi sto chiedendo in cambio, di rinunciare alla liberta' che avete appena ritrovato...e' un prezzo molto alto, percio'...pensateci bene...”

 

Sorrise appena, conscia del peso delle sue parole, si volto' e usci' dalla stanza. Il trambusto che ne segui',era prevedibile, nessuno si aspettava una notizia del genere o cosi' poco tempo per riflettere. Brittany boccheggiava, esterrefatta. Mentre pensieri contrastanti iniziavano una zuffa immaginaria, dentro la sua testa.

 

 

 

 

 

 

Erano le 8.30 del mattino, una tiepida giornata primaverile a New York. L'aeroporto era un continuo via vai di gente impazzita, e Santana fu felicissima di non dover fare la fila per stupidi controlli di sicurezza. Indossava i jeans. Aveva dimenticato la sensazione di quel tessuto rigido a contatto con la pelle. La felpa nera, gli occhiali da sole sulla testa, a tenere indietro i capelli. E uno zaino da viaggio in spalla. Camminava spedita verso il grande aereo verde, senza guardarsi indietro. Sapeva che se lo avesse fatto, non sarebbe partita. E quando si trovo' ai piedi della scalinata, inspiro' profondamente l'aria della sua citta' natale. Per l'ultima volta. Poi sali'.

 

 

Una gentilissima hostess, prese in carico il suo zaino e lei la ringrazio' cortese. Scosto' la tendina, lo sguardo sul cellulare che stava per spegnersi, in vista del volo. Una voce la fece sobbalzare:

 

 

“Dottoressa Lopez, finalmente! Pensavamo avessi cambiato idea!” alzo' lo sguardo e vide Quinn, in piedi, i gomiti appoggiati sulla testata di una poltrona da viaggio. Aveva un sorriso beffardo in volto.

 

 

Al suo fianco c'era Rachel, in mano un libro sugli ecosistemi Amazzonici.

 

 

Santana sorrise, osservando Kurt e Blaine poco distanti, che chiaccheravano con Mike. Sam e Will, alla sua destra, si ingozzavano di cibo come se non ci fosse un domani. Holly stava in piedi a braccia conserte, un'espressione decisamente soddisfatta stampata in viso, e la fissava. Persino Finn era nel suo angolo con un paio di grosse cuffie che coprivano le orecchie. Li guardo' tutti, uno alla volta, e si commosse nel vedere tutti quegli sguardi sorridenti e carichi di energia.

 

 

Tuttavia, nonostante avesse setacciato con lo sguardo ogni angolo della cabina, non vide Brittany a bordo. E senti' gli occhi bruciare di lacrime.

 

 

Forse non le aveva dato una ragione per partire, forse il suo amore non era abbastanza. O magari, Brittany voleva semplicemente tornare alla sua vita, in mezzo alla gente. Penso' a come sarebbe stata vuota la base senza di lei. Penso' ai percorsi in foresta che sarebbero tornati ad essere solitari e silenziosi. E al suo letto all'improvviso troppo grande.

 

 

Non poteva biasimarla. L'Amazzonia non era per tutti, e ad ogni modo, sebbene fosse stata un'esperienza importante, per la bionda, forse voleva andare avanti, fare carriera, vedere altri luoghi e crescere. Non ne avevano parlato la sera prima, dopo che li aveva riuniti tutti quanti. Quando era rientrata in camera sua, a notte fonda, Brittany dormiva gia', nella stanza accanto. Non aveva avuto modo di capire cosa avrebbe voluto fare, di provare a convincerla che il suo posto era in Amazzonia, al suo fianco.

 

 

Ne aveva il diritto, poi?

 

 

Aveva il diritto di chiedere a qualcuno di mollare tutto, consapevolmente, per quattro lunghissimi anni, solo perche' lei ne aveva un disperato bisogno?

 

 

No, non lo avrebbe mai fatto. Non l'avrebbe mai spinta a scegliere in quel modo. E non riusciva ad essere arrabbiata. Era solo profondamente turbata, e vuota.

 

 

Osservo' l'hostess che si sporgeva a chiudere il portellone, e si volto', cercando di nascondere il dispiacere, pronda a sedersi da qualche parte.

 

 

 

“ASPETTI! UN MOMENTO!”

 

 

 

Una voce. Inconfondibile.

 

 

Il portellone si riapri' e quella testolina bionda fu catapultata all'interno, con una spinta che la fece quasi capitolare. Appoggio' le mani sulle ginocchia, piegata pericolosamente in avanti per riprendere fiato. Poi alzo' lo sguardo, e i suoi occhi azzurri incontrarono quelli di Santana, che sembravano essere tornati improvvisamente alla vita:

 

 

 

“Perdonate il ritardo” disse mentre il petto si alzava e abbassava freneticamente “A quanto pare, secondo la sicurezza, una lametta da viaggio rappresenta una possibile arma da serial killer” ansimo'.

 

 

Santana percorse in due falcate quei pochi passi che la separavano dalla giovane, e la stritolo' in un abbraccio.

 

 

 

“Deficiente” disse piano “Pensavo avessi deciso di restare qui!” la bionda rise in quell'abbraccio, e si allontano' quel tanto che bastava a guardarla negli occhi.

 

 

 

“Sul serio pensavi che ti avrei lasciata andare in Amazzonia da sola?” chiese “Non dureresti cinque minuti, senza di me!”

 

 

Scoppiarono a ridere, cosi' come tutti gli altri. Brittany la bacio', al diavolo le hostess con gli occhi fuori dalle orbite, al diavolo i fischi poco simpatici di Sam, o i gridolini di Holly.

 

 

Santana li guardo' tutti, ancora una volta, uno per uno. E parlo' con la voce rotta dall'emozione:

 

 

“Non mi sarei mai aspettata di vedervi tutti qui, oggi...nemmeno nelle mie piu' rosee aspettative... state mollando tutto, di nuovo, per seguirmi... torno in Amazzonia con il mio team al completo...il migliore di tutti... Grazie, ragazzi...davvero” sorrise sincera, mentre Quinn si avvicinava e la abbracciava, esprimendo il pensiero comune di ognuno di loro, con un gesto.

 

 

 

 

La base era esattamente come l'avevano lasciata. Raggiunsero la radura nel primo pomeriggio, con il sole ancora alto in cielo, e una fresca brezza ad accoglierli.

 

 

E mentre percorreva il corridoio del secondo piano, Santana si accorse che il buon umore era palpabile. Kurt aveva sparato un cd a palla e la musica riempiva l'atmosfera. Blaine stava sistemando le nuove provviste tra frigo e credenza, Finn gli dava una mano.

 

 

Sam rideva sguaiatamente, mentre trasportava, insieme a Will, alcune pesanti attrezzature. Scese in laboratorio e vide Quinn che saltellava, letteralmente, accendendo microscopi e attrezzature:

 

 

“Il mio laboratoriooo!” cinguettava “Mammina e' tornataaaaa!”

 

 

 

“Ti ricordero' questo momento, quando inizierai a lamentarti per la robaccia che ti porto!” le disse la latina, con un sorriso.

 

 

 

“Ma tu porti sempre robaccia” disse avvicinandosi con un ghigno “In laboratorio e ovunque tu vada!” le fece una linguaccia. Lo sguardo attento di Santana cadde sul collo dell'amica, proprio sopra la spalla.

 

 

 

“Bel succhiotto, Fabray!” fu lei a ghignare, mentre vedeva la bionda spalancare gli occhi e avvampare letteralmente. La supero' ridendo di gusto, per poi uscire sulla scalinata esterna. Sali' di nuovo al secondo piano, e incontro' Holly e Rachel sul terrazzino, che risistemavano i tavolini e il piccolo divano. Chiaccheravano allegramente.

 

 

 

“Buongiorno, capo!” Rachel era raggiante.

 

 

 

“Hey, Berry!” le disse sorridendo “So che sei laureata in un qualcosa di indefinito e, presumibilmente, non utile, ma al piano di sotto ci lavora una biologa...una grande biologa... ti suggerisco di contenere la passione la prossima volta, ha un succhiotto sul collo grande quanto il tuo naso! Con il camice da troppo nell'occhio, sai?”

 

 

 

Holly scoppio' a ridere, di una risata sguaiata e altrettanto genuina, mentre la povera ragazza assumeva un colorito purpureo con una sfumatura violacea. Santana le fece l'occhiolino, mentre saliva al terzo piano e, finalmente, si arrampicava al quarto. Si appoggio' alla ringhiera e guardo' quell'infinita distesa di verde attorno a lei. Si sentiva a casa. Tutto era al proprio posto. Il vento le scompigliava la chioma scura, i suoi occhi erano persi oltre l'orizzonte. E non vedeva l'ora di tornare a lavoro. Udi' il passo di Brittany ai piedi della scaletta, e non ebbe bisogno di voltarsi per sapere che si era appena arrampicata.

 

La bionda la affianco', e ammiro' il panorama con lei. Rimasero cosi', in silenzio, per lunghi minuti. Poi Brittany parlo':

 

 

“Cosa avresti fatto, se non avessero rifinanziato il progetto?” le chiese. Santana rispose di getto, senza pensarci.

 

 

 

“Avevo gia' un posto di lavoro a New York, aspettavano solo che firmassi il contratto...sarei tornata al mio vecchio appartamento...e ti avrei chiesto di venire a vivere con me, come una stupida sentimentale” sorrise scuotendo la testa. Brittany spalanco' la bocca.

 

 

 

“Tu...cosa!?” era certa di aver capito male.

 

 

 

“Gia'...” la mora si volto' a guardarla, e vide la sorpresa nei suoi occhi “Non sono una persona molto statica, lo sai... non mi piace l'idea di lavorare entro quattro mura, senza poter sfidare me stessa...e sono certa che avrei viaggiato, mi sarebbe venuta qualche folle idea, tipo imbarcarmi alla volta dell'Antartide, o prendere un aereo per l'Isola di Pasqua...ma ti volevo al mio fianco... forse e' da egoisti...ma ti amo, e ho sperato fosse sufficiente...” alzo' le spalle. Brittany senti' il cuore esploderle in petto. Si avvicino' a lei e le accarezzo' il viso.

 

 

 

“Sarebbe stato piu' che sufficiente” le disse “Ti avrei detto di si, senza pensarci”

 

 

 

“E' un bene che io non debba trascinarti al Polo Sud” Santana la bacio'. La bacio' mentre il suo cuore esplodeva di felicita', e la senti' sorridere in quel bacio. Quando si staccarono, gli occhi azzurri di Brittany incontrarono i suoi.

 

 

 

“Ti amo anch'io” le disse. E la mora le sorrise.

 

 

 

“La sveglia, domattina e' alle cinque” le comunico'.

 

 

 

“Fantastico!”

 

 

 

“Vedi di non farmi aspettare, Ragazzina...e non essermi d'intralcio, o ti licenzio!” ringhio'.

 

 

 

“Agli ordini, capo!” Brittany le pizzico' il naso, prima di entrare in camera sua.

 

 

 

Santana inspiro' profondamente l'aria pura dell'Amazzonia. Si sentiva felice come mai in vita sua. E non vedeva l'ora di ricominciare. Tutto era esattamente come doveva essere...

 

 

 

FINE.

 

 

 

 

 

 

 

Incredibile ma vero, la storia e' giunta al termine. Personalmente sono abbastanza contenta del risultato finale, nonostante mi dispiaccia doverla concludere. Vorrei ringraziare tutti voi che avete letto, recensito, commentato, atteso fino alla fine. Grazie, per le belle parole, per i consigli, per le risate e per le strigliate, che ogni tanto ci stanno.

Spero che il finale sia stato di vostro gradimento, considerando che e' una sorta di chiusura del cerchio, di ritorno al punto in cui tutto e' cominciato. Lascia anche aperta la storia, in qualche modo, nel caso in cui riuscissi ad avere il tempo e l'ispiraizone, in futuro, per scrivere ancora dell'Amazzonia.

 

Purtroppo al momento posso concedermi solo qualche shot, quando mi sento ispirata, Brittana e non (mi sto drogando di Once Upon A Time, e ho gia' scritto una SwanQueen, ne prevedo delle altre, se a qualcuno interessasse). Spero di leggere i vostri commenti e le vostre opinioni su questo epilogo. Grazie ancora a tutti voi!

 

Bomboletta.

  
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Bomboletta