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Autore: angelo_nero    06/12/2015    8 recensioni
[Fanfction partecipante al contest keep calm e... fatemi amare la vostra otp II edizione, indetto da eleCorti sul forum di efp.]
Abbiamo una vita sola. Nessuno ci offre una seconda occasione.
Se ci si lascia sfuggire qualcosa tra le dita, è perduta per sempre.
E poi si passa il resto della vita a cercare di ritrovarla.
(Rosamunde Pilcher)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Abbiamo una vita sola. Nessuno ci offre una seconda occasione.
Se ci si lascia sfuggire qualcosa tra le dita, è perduta per sempre.
E poi si passa il resto della vita a cercare di ritrovarla.
(Rosamunde Pilcher)
 
 
Tramonta, il sole, colorando il cielo di rosso e arancione. Le nuvole, diventate di un tenero colore rosato, sembrano fuggire dalla volta azzurra per dar spazio a stelle e luna, come se non volessero intralciare la notte.
Il giorno lascia il posto alla sera, il sole cala e la luna sorge, bianca e splendida nel cielo stellato.
 Gli abitanti della Terra cominciano la loro routine serale, ignari del fatto di essere esplosi assieme al loro amato pianeta e riportati in vita con esso. Ignari che, due guerrieri provenienti dallo spazio più profondo, quello inesplorato dal genere umano, hanno combattuto una lunga e sanguinosa guerra proprio in loro nome, per la loro sopravvivenza, per quella dell’intero universo. Ignari di aver contribuito, anche se in minima parte, alla salvezza. Ignari del fatto che il loro eroe, colui che li ha salvati, non sia quel buffo ometto che acclamano come campione del mondo, ma un ragazzo eterno bambino, un alieno cresciuto sulla terra, e un uomo, un principe, orgoglioso.
Ignari, che qualcuno abbia perso molto più che la propria abitazione, qualcosa come la vita di chi si ama.
E mentre i terrestri, ignari del pericolo corso, si accingono ad andare a riposare attendendo il nuovo giorno, uno degli eroi si interroga se sia giusto o meno chiamare “casa” quel posto in cui ha appena fatto una doccia, e “famiglia” quelle due persone che gli girano attorno costantemente, che lui ha rinnegato.
Fissi la luna, principe, chiedendole silenziosamente se loro, le uniche persone che tu abbia mai amato, saranno in grado di perdonare quello smacco che gli era costato la vita, in nome del sentimento che vi lega.
Sospiri , Vegeta, rassegnato all’idea che quell’astro, dalla tua razza tanto adorato, non ti darà mai la risposta che cerchi.
Bastarda, la luna, che sorride beffarda ai tuoi tentennamenti, come volesse prenderti in giro: “tu, Principe dei Saiyan, che hai paura del giudizio di una donna e un bambino?”  Sembra dirti, prendendosi gioco di te.
-Vegeta?-
Una nuvola oscura la luna, il suo sorriso beffardo, e la voce della donna invade i tuoi pensieri.
Ti volti nella sua direzione e la vedi, stupenda, sostare a pochi metri.
Poi ti si avvicina. Non puoi far a meno di constatare quanto siano leggeri i suoi passi, i piedi nudi sul pavimento di marmo.
Alza un braccio e ti sfiora un graffio sulla guancia. Aggrotta le sopracciglia; sai benissimo cosa pensa.
-È solo uno stupido graffio, domani sarà già scomparso.- le dici con aria indifferente, scostandole la mano.
Da dove viene questa delicatezza, Principe?
Ti rendi conto che, con la stessa mano con cui la stai sfiorando, hai ucciso migliaia di innocenti? E per poco anche lei? Questo non ti pesa?
Aggrotti le sopracciglia a questi pensieri, scostando lo sguardo dai suoi occhi azzurri –troppo sinceri, troppo dolci, troppo azzurri- per posarlo sulla luna. Ella vi fissa da dietro la nuvola, godendosi la tua indecisione.
Ti chiedi cosa pensi lei di tutto ciò che hai fatto al Torneo. Se sia disposta a perdonarti o ti caccerà via a calci da casa sua, impedendoti anche di vedere vostro figlio. Lo stesso bambino che prima hai abbracciato, chiedendogli scusa, per non essere stato un buon padre, e chiesto di proteggere sua madre, la tua compagna, tua moglie, al posto tuo, e poi hai colpito a tradimento. Certo lo hai fatto per il suo bene, non te lo saresti mai perdonato se lui fosse perito a causa tua. Ti chiedi se lui ti abbia perdonato, ti rifiuti di credere che possa odiarti, sei il suo eroe dopotutto.
Ti chiedi se lei ancora ti ami, ti chiedi se puoi fare qualcosa per rimediare a quanto accaduto, se il senso di colpa che senti dentro smetterà mai di mangiarti vivo. Perché sai di essere colpevole. Sì, principe, la colpa è tua se Majin Bu si è risvegliato, se ha ucciso tutti quanti, se la Terra è esplosa. Se la tua famiglia è morta.
È solo colpa tua. E questo non lo puoi negare.
Avverti un tocco leggero sulla guancia, morbido e caldo. La sua mano.
La guardi, ha gli occhi lucidi, sai che sta per scoppiare in un pianto disperato. Ed indovina di chi è la colpa? Tua.
I suoi occhi azzurri ti scrutano dentro, di fronte a loro ti senti nudo, privo di ogni barriera. Perché potresti alzarne altre mille ma non servirebbero a fronteggiare quello sguardo limpido e carico di amore.
Amore che forse neanche meriti.
Ti scappa un gemito strozzato a quella constatazione. Per fortuna lei non si rende conto di niente, continua a guardarti con gli occhi lucidi e ad accarezzarti la guancia. Ti sfiora la punta del naso con l’indice, come è solita fare quando vuole prenderti in giro per gioco.
-Non è colpa tua.-
La sua voce è incrinata, ma tu sussulti ugualmente. Non è colpa tua?
-Perché piangi?-
Le chiedi con fare indifferente. La voce ti tradisce, carica di emozioni inespresse e sul suo viso di porcellana scivola la prima lacrima. Ti si stringe lo stomaco.
Bulma si passa le mani sulle guance, dove decine di lacrime solcano le sue guance morbide ora arrossate, tentando in vano di fermare il pianto.
Non parla, comincia a singhiozzare con le mani sugli occhi e ti senti come se ti avessero accoltellato al petto: un dolore straziante ti pervade le membra alla vista di quelle goccioline trasparenti sul suo viso. Sai di esserne la causa.
Lei continua a singhiozzare, le piccole spalle sussultano ogni volta, e tu muori ogni volta che una nuova lacrima sbuca fuori da quei lapislazzuli che ha incastonati nel volto.
Una smorfia indecifrabile ti appare sul volto, forse un sorriso amaro o un espressione afflitta: la tua donna sta piangendo. Di nuovo.
Quante volte avrà versato quelle lacrime a causa tua? Forse troppe.
Non fai un passo, non provi a consolarla, ad abbracciarla, non le dici nulla. Non è da te. Non sapresti come fare. Rimani lì, come un fesso, a guardarla disperarsi alla luce della luna. Ti senti uno schifo.
Si copre gli occhi con le mani, piccole e candide, e tu, improvvisamente, senti il bisogno di specchiarti in quelle iridi tristi.
Come se ti avesse letto nel pensiero, Bulma alza lo sguardo su di te e ti sorride.
Sussulti, per la seconda volta: sta sorridendo mentre il suo viso è bagnato dalle lacrime. Prima che tu possa chiederti cosa le stia passando per la testa, ti ritrovi le sue labbra premute contro le tue, in un bacio disperato. Puoi sentirne la morbidezza e il gusto salato delle lacrime posate su di esse.
Ti bacia con foga, con forza, ti prende il viso tra le mani per portarlo più vicino al suo. E ti bacia ancora, non vuole lasciarti andare. A te sfugge un gemito di piacere: ti manda fuori di testa quando è così irruenta.
A malincuore, ti stacchi da lei. Devi capire cosa le succede.
La guardi negli occhi. Lei ti sorride, radiosa.
Sei confuso: perché è felice?
-Che ti prende?-
Lei scuote la testa e ti passa le braccia attorno al collo. Tu posi le tue sulla sua vita, hai bisogno di sentirla sotto le tue mani, per assicurarti che sia lì.
In un gesto dolce ti sfiora il naso con il suo.
-Sono felice.-
Felice? La guardi confuso: hai fatto risvegliare un mostro, l’hai quasi uccisa e lei è felice?
-Sì, perché sei tornato da me. Non mi interessa cosa hai fatto al Torneo, se hai voluto sfidare Goku o se la Terra è esplosa. L’importante è che tu sia qui, con me.-
Strofina il naso sulla tua maglietta, prima di appoggiarsi a te con una guancia. Chiude gli occhi e ascolta i battiti del tuo cuore. Potresti dire di sentirti in pace con il mondo, se non fosse per quel peso sulla coscienza.
-Ti ho quasi uccisa.- dici con una smorfia.
Lei si stringe a te.
-Non mi importa.-
-Ho ucciso migliaia di innocenti.- continui
-Non mi interessa.-
-Quel mostro rosa si è svegliato per colpa mia.-
Solleva lo sguardo su di te. Aggrotta le sopracciglia.
-Ho detto che non mi interessa. Smettila di incolparti! Tutti abbiamo avuto i nostri momenti di debolezza. E se vogliamo dirla tutta la colpa è di Goku, che non l’ha ucciso quando poteva.-
Ti accarezza la guancia addolcendo lo sguardo.
-Non mi frega niente di tutti i tizi uccisi per mano tua. L’importante è che tu sia vivo, dopotutto il drago ti ha definito buono. Cosa hai da lamentarti?-
Ti posa una mano sul cuore, che batte forte sotto il suo palmo. Sei rapito da quegli occhi cristallini, le sue parole ti stanno facendo il lavaggio del cervello.
All’improvviso dimentichi le persone uccise. Quali persone uccise?
Dimentichi Majin Bu. Chi è Majin Bu?
Dimentichi cosa hai fatto. Non ho fatto nulla, sono “buono” io.
Dimentichi Goku. Chi è Goku?
Esiste solo lei. Lei e nient’altro.
Ti passa il pollice sulle labbra, con delicatezza. Si sporge verso di te e ti bacia. Con amore, con dolcezza. Un bacio lento, pieno di promesse, il contrario di quello precedente.
Vi staccate per potervi guardare negli occhi. Lei ti sorride e nuove lacrime escono dai suoi occhi azzurri. Gliele asciughi con i baci.
-Cosa c’è ancora?-
Da dove viene tutta questa dolcezza? Non eri tu quello che voleva tornare ad essere spietato e cinico? Forse non hai fatto il conto con quegli occhi che odiavi, ma che ora ami con tutto te stesso.
Quindi, fanculo l’orgoglio, fanculo il titolo! Per un secondo, vuoi essere solo un uomo.
Il suo sorriso si allarga mentre posa una mano sul ventre piatto.
Tu la guardi confuso mentre prende la tua e la posa nello stesso punto dove c’era la sua. Poi la senti. Un’aura. Piccola ma forte. Appena percettibile ma tremendamente simile alla tua. Alla sua. A quella di entrambi.
Sgrani gli occhi. Hai capito.
 
Si hanno due vite.
 La seconda comincia il giorno in cui ci si rende conto che non se ne ha che una.
(Confucio)
 
 
-Sono incinta. Di nuovo.-
Non sai che dire. Non sai che pensare! Quella notizia ti ha preso alla sprovvista. Cazzo eri così concentrato sulla tua vendetta che non hai fatto caso al debole, ma importante, cambiamento nell’aura della tua compagna. Hai rischiato di ucciderli entrambi. Il senso di colpa torna a farsi largo dentro di te.
Avresti tolto non una ma ben due vite, che ti appartengono.
Il suo sorriso radioso caccia via quei pensieri dolorosi. E nella tua testa si fa spazio quella nuova consapevolezza.
Sarai padre. Per la seconda volta.
Ancora non sai che, quella piccola vita che sta crescendo nel suo ventre, metterà la parola “fine” a tutto ciò che sei stato. Perché, caro principe, c’è qualcosa di più importante della vendetta e del potere. E quel qualcosa ce lo hai davanti al naso.
D’impulso la baci, colmo di felicità, amore e tanti altri sentimenti a cui non riesci a dare il nome. La baci come se fosse la tua oasi , come se fosse l’ultima cosa che fai, come se non  esistesse altro.
Lei ricambia con la stessa intensità mentre nuove lacrime di gioia si fanno strada sul suo viso.
La luna vi sorride serena, ricomparendo nel cielo notturno. Approva il tuo cambiamento.
E ora principe? Sei ancora convinto che avere una famiglia sia da stupidi? Che ti avrebbe indebolito?
Sei ancora convinto di voler tornare a essere quello di un tempo? Ora che la tua famiglia si sta allargando?
Sii felice, principe, perché dopo anni di distruzione hai appena creato qualcosa. Per la seconda volta.
Goditi questi momenti, principe, perché non sai se e quando potrai a farlo. Il male è sempre in agguato dietro l’angolo.
Sii fiero di te stesso, di tuo figlio, che gioca nella stanza accanto, della tua donna, che ha avuto ancora una volta il coraggio di fregarsene di tutto e accettarti così come sei, e di quella nuova vita, che ti renderà ancor più forte di prima.
Sii te stesso, Vegeta, accantona orgoglio e corona ogni tanto, per far tesoro di quei piccoli momenti che altrimenti perderesti.
E ama, ama, ama! Come mai hai voluto fare in vita tua! Come padre e come compagno di vita! Ama i tuoi figli, la tua compagna, la tua famiglia.
Prenditi cura di loro, proteggili, perché sei così sfacciatamente fortunato che la vita ti ha regalato una seconda possibilità.





Angolo autrice:

La domanda sorge sponatanea: da dove diavolo è saltata fuori questa storia assurda (per non dire peggio)? Non ne ho la più pallida idea, so solo che mi sono messa a scrivere dopo aver visto una puntata di Dragonball Super ed è uscita sta...cosa(?) 
Come vedete ho messo in risalto i due modi con cui chiamo Vegeta: è stata una scelta volontaria per distinguere le due parti della psiche del principe e comprendere meglio. 
Quando la "voce" lo chiama "principe" si riferisce al guerriero del passato, sanguinario ed amante della guerra. Lo stesso che ha spinto Vegeta a desiderare di tornare come un tempo, a rinnegare la sua famiglia, e, anni prima, a fugire di fronte a quei sentimenti a lui sconosciuti. 
Quando invece lo chiama per nome, parla alla sua parte "umana" quella plasmata negli anni sulla Terra da Bulma e, successivamente, da Trunks. La parte di lui che gli ha fatto capire il suo sbaglio, lo ha spinto ad abbracciare il figlio, chiedendogli perdono, e a sacrificarsi per quelle due persone a cui tiene. Quella che lo rende orgoglioso di essere un padre.
Questa è la mia visione del Vegeta post Majin Bu: un guerriero rinato. Ha capito finalmente cosa è più importate senza abbandonare alcuni principi di cui va fiero.
A me personalmente piace parecchio, ci ho messo anima e corpo per cercare di far rimanere i personaggi nei caratteri. Non mi sembra opportuno inserire la nota "OOC" in quanto sia un'introspettiva, ma se, a vostro parere, dovrei inserirla fatemelo sapere.
Sto cercando di scrivere il prossimo capitolo della mia long ma la fantasia mi abbandona *sigh* 
Spero sia di vostro gradimento!

angelo_nero
  
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