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Autore: theartoflovingmark    07/12/2015    2 recensioni
Lontano 1996.
Basta una sola intervista per cambiare la vita di due migliori amici.
Mark Owen | Gary Barlow
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gary Barlow, Howard Donald, Jason Orange, Mark Owen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aprile, 1996. Era primavera ma pioveva ad Amsterdam. Il cielo era grigio, come quella maledetta sala interviste. Le luci soffuse dei corridoi ricordavano un po' quel fatidico giorno, il loro primo incontro in quello studio di registrazione. Erano ancora dei bambini. Cinque ragazzi che condividevano una sola passione: la musica. L'amore per la musica li univa come se fossero fratelli. Quel desiderio profondo di mostrare al mondo intero le loro capacità come artisti. Speravano durasse per sempre quel sogno. Ma non fu così. Robbie, il più piccolo del gruppo, era andato via già da qualche mese. Era un ragazzo strano, strampalato, con mille idee che gli passavano per la testa. Era sempre stato cosi, già a partire da quell'indimenticabile 1990, l'anno della loro formazione. Aveva sempre preferito essere indipendente ma, si sa, per arricchirsi si é disposti a far tutto. Ma ritorniamo a quel giorno. Erano in una stanza. Mancavano quindici minuti e sarebbero dovuti andare in onda per annunciare la fine della loro era. L'era Take That. Howard e Jason erano seduti sul divano e si scambiavano battute squallide. Qualcuno doveva rompere il ghiaccio, no? Poi c'era Gary, seduto su una sedia. Immobile. A fissare il vuoto. Probabilmente stava pensando a cosa dire durante l'intervista. Quella maledetta intervista. Dieci minuti. Mark, adesso il minore di tutti dopo la dipartita di Robbie, era sparito. I ragazzi erano molto preoccupati. Sette minuti. Gary era molto agitato. Non potevano iniziare senza Mark. Disse ad Howard e a Jason che sarebbe andato a cercare il minore. Mancavano cinque minuti. Cinque fottutissimi minuti dalla fine della loro breve vita come gruppo. "Mark. Markie, dove sei?" Implorava Gary. Era disperato. Non riusciva a trovarlo. Era come volatilizzato. Un attimo é qui, l'altro non più. Continuò ad urlare il nome di Mark per tutti i corridoi, ma niente. Nessuna traccia di Mark. Di stava arrendendo. All'improvviso sentì qualcuno piangere. Proveniva dalla sala trucco. Era Mark. Ne era sicuro. Conosceva bene il suo pianto. Lo conosceva come le sue stesse tasche. Mark era sempre stato cosi, emotivo. Quando accadeva qualcosa di brutto, scoppiava sempre a piangere. Gary era la sua spalla destra, il suo appoggio. Lo aiutava sempre, in qualsiasi momento. "Mark, sei qui? Rispondimi, ti prego. Lo so che sei qui. Apri, per favore..." Bussò alla porta. "Vai via! Lasciami solo... ti prego... vai via." "Mark, ti prego... voglio aiutarti. Mark... lasciami entrare... dai..." Non senti risposta. A quel punto iniziò ad allontanarsi quando sentì la porta aprirsi. Corse verso la porta e incrociò i suoi occhi con quelli rossi e gonfi di Mark. In tutto quegli anni non l'aveva mai visto così. Tremava e singhiozzava. Aveva il viso solcato dalle lacrime. Mark fece entrare Gary, il quale cominciò a chiedere spiegazioni sull'accaduto. Mark non riusciva a parlare. Iniziò a sillabare, ma Gary comprese ugualmente cosa stesse dicendo. "Markie, piccolo, che cos'hai?" Il minore ricominciò a piangere. Non fu capace di fermarsi. Gary asciugò con il suo pollice una delle tante lacrime che rigavano il bellissimo e innocente viso di Mark. "Mark, calmati, ti prego. Cosa é successo?" "N...no... non é s... successo n... nulla... davvero... n... non é successo n... nulla." "Allora perché stai piangendo? Stai piangendo per un motivo, no?" Mark fece un sospiro e sorrise timidamente. Si asciugò velocemente le lacrime e incominciò a spiegare l'accaduto a Gary, tremando. "Non é successo nulla, davvero. É solo che non voglio che tutto questo finisca. Ho passato i sette anni più belli della mia vita, non voglio che tutto vada buttato cosi, al vento. Rob mi manca, era come un fratello per me. Mi ha abbandonato e adesso non so cosa fare. Non credo che riuscirò ad andare avanti senza di lui, senza Howard, senza Jason. E, soprattutto, senza te, Gaz. Tu mi hai aiutato in tutti i momenti difficili, anche quando Rob é andato via." Mark si sfogò. Aveva la testa china. Gary notò delle lacrime che cadevano giù dal volto di Mark. Non sopportava vederlo così. "Ehi... ehi, non piangere." Gary lo prese e lo strinse a sè. Mark si sentiva al sicuro tra le sue braccia, tra le sue calde e possenti braccia. Erano come un rifugio, per lui. Ricambiò l'abbraccio, sentendo entrare nelle sue narici il suo odore. Profumava di menta e biancospino. Era il profumo che gli aveva regalato per il suo ventiquattresimo compleanno. Gary sentì la sua camicia inumidirsi per via delle calde lacrime di Mark. "Vedrai, andrà tutti bene. Fidati." Disse Gary mentre accarezzava i soffici e profumati capelli di Mark. A quel punto sentì delle voci che provenivano da fuori. Erano Howard e Jason. Li stavano cercando da un bel po'. Gary interruppe il tenero abbraccio tra lui e Mark, si alzarono dal suolo e si rivolse a Mark: "È tardi. Dai, asciugati le lacrime e andiamo." "Okay." Gary posò un timido bacio sulla guancia di Mark e lo riabbracciò. Intanto Mark era arrossito dietro il suo capo. "Grazie, Gaz. Grazie per esserci sempre stato nella mia vita." Disse Mark sulla sua spalla. "Ehi, perchè dici cosi? Ci sarò sempre per te, fidati di me." Mark si allontanò da Gary e diede un tenero bacio sulle sue labbra. Le lingue non erano coinvolte; era solo un piccolo bacio. All'inizio Gary era un po' turbato, ma poi si rese conto che stava baciando la persona che amava da ben sette anni. Gary cominciò ad solleticare con la lingua il labbro inferiore e la stessa lingua di Mark. A quel punto il bacio divenne più intenso. Non avevano più fiato. Il primo a interrompere il bacio fu Mark. Le sue guance erano infuocate, come quelle di Gary. "Scusa... non volevo..." Mark si scusò, imbarazzatissimo. Gary, all'improvviso, prese Mark per i fianchi e lo baciò. Mark, colto di sorpresa, rispose con trasporto. Howard e Jason erano stufi. "Ragazzi, trenza secondi e siamo in onda. Dove diavolo siete?" Howard urlò. Gary e Mark interruppero il bacio. "Arriviamo!" Rispose Gary, urlando anch'egli. Diede un altro bacio a Mark, lo prese per mano e corsero fuori dalla sala trucco. "Finalmente, ragazzi! Cosa é successo?" Disse Jason. "Vi spieghiamo dopo, ora facciamo questa odiosa intervista." Rispose Mark. Aveva ancora un po' gli occhi gonfi, ma i ragazzi, ignari di tutto, non ci fecero caso, tranne Gary. Howard e Jason erano avanti, Gary e Mark dietro. Quando i maggiori svoltarono l'angolo verso la sala interviste, Gary rubò di nuovo le labbra di Mark, per pochi secondi. Risero nel bacio, si allontanarono e seguirono i giganti avanti a loro. Tre, due, uno, in onda.
   
 
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