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Autore: Shirokuro    07/12/2015    1 recensioni
{ manaka pov; implicit!hikari/manaka; onesided?umikami/manaka | one-shot di 1480 parole circa | introspettivo | incompiuta? }
Anche io sono innamorata, per questo non potrei mai ricambiare un tuo sentimento, per quanto tu mi trattenga sul fondo del bel mare che sei. Forse, al contrario, non farei altro che rafforzare quello che questo cuore nutre nei confronti di uno dei tuoi tanti bambini. Il mio lui l'ho sempre paragonato alla distesa di freddo bianco che mi coccola, anche se in realtà il suo nome richiama la luce che mi spinge ad abbandonare la mia origine ogni volta che la guardo con immensa meraviglia.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Manaka Mukaido
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vivendo senza te e solo attorno alla tua luce, con il dolore che io non conosco, e tu sì
   Il mare è così bello. Non c’è bisogno di sforzarsi per amarlo, basta che alzi lo sguardo dalla sabbia, dalle rocce e lo volgi al nulla, senza soffermarti sui suoi riflessi, sul suo colore, sui suoi significati. Il mare è bello e basta, per e senza tutto quello che è e che ha. Per questo ho sempre pensato l’amore fosse un po’ come il mare, il trovarlo perfetto senza doverlo guardare con sospetto, analizzarne le profondità od i modi in cui si pone; basta che sia lì, a darti la sicurezza che anche se non per sempre o se ti tradirà, in quel momento, sia lì. Io amo il mare, Umikami, è la cosa più bella che potessi donarci, dico davvero, anche se fuori c’è quello che è il fascino del cielo, del Sole, della neve dolce, delle proibizioni, anche se sulla superficie c’è la vita, il mare è la cosa più bella che potessi creare. Avrei fatto lo stesso, al posto tuo. Cioè, io sono stupida, quindi magari non ci avrei pensato, ma avrei amato l’idea di offrire emozioni come quelle che provo guardando l’orizzonte azzurro ai miei figli. Essere tua figlia mi dà davvero tante soddisfazioni. Credo di essere quella che ha preso di più da te, perché siamo entrambi stupidi! Non offenderti, è un... be’, magari non proprio un complimento, però devi vederlo come tale. Abbiamo in comune il mare e l’amore.
   È vero che la ragazza che amavi era infatuata di un altro uomo? Secondo me non è così. Puoi mandare tutte le catastrofi che vuoi sulla superficie, lì non troverai i figli della povera fanciulla sacrificale vestita di bianco. Tu hai fatto il grave errore, dicevo, di guardare troppo all’interno della tua amata, hai cercato i problemi che non vedeva nessuno – proprio come i marinai inesperti fanno con la tua distesa infinita, preoccupandosi di tempeste nelle giornate più serene. Sei immortale, giusto? Essendo quello che sei, intendo, il mare stesso, Umikami. Quindi non diventi anziano e non sei stato giovane. Quindi non conosci il concetto di esperienza od almeno, non l’hai mai sperimentato sulla tua pelle. È abbastanza importante sperimentare, indipendentemente da come e quanto faccia male.
   Quante volte, nel corso dei tuoi migliaia di decenni hai amato come hai amato quella ragazza? Forse, solo lei ti ha spinto a rischiare tanto. Ho ragione? Sei prevedibile. Non dico sia sbagliato innamorarsi di una sola persona – è la cosa più bella del mondo affezionarsi tanto a qualcuno fino al punto di non poter più tornare indietro, a quando non si provava quel sentimento per poterlo sentire di nuovo vivo, la più bella –, ma questo ti ha impedito di capire quanto amassi lei più di chiunque altro e l’hai lasciata andare troppo in fretta, anche se solo dopo tanti tormenti. Tormenti che lei non si poneva per niente. Hai scrutato fino all’ultimo giorno il modo in cui si affiancava a te e come ti parlava, sempre più scrupoloso, no? Anche ora, non stai forse cercando di capire cosa si nasconde dietro le mie parole? Capire perché ti sto parlando? Un po’ è colpa tua che mi hai imprigionata, senza nulla da poter fare, oltre a pensare. Un po’ è mia, che commetto come te l’errore di pensare troppo. Quindi ti parlo. Riempio il vuoto di questi pochi secondi con le mie parole. Non capisco perché ogni cosa vada riempita di suoni – anche il silenzio, che altro non è che il suono della morte. Sto solo parlando, senza nessun motivo, per cercare compagnia, per trovare qualcuno con cui sfogare questa noia ed infinita tristezza.
   Anche io sono innamorata, per questo non potrei mai ricambiare un tuo sentimento, per quanto tu mi trattenga sul fondo del bel mare che sei. Forse, al contrario, non farei altro che rafforzare quello che questo cuore nutre nei confronti di uno dei tuoi tanti bambini. Il mio lui l’ho sempre paragonato alla distesa di freddo bianco che mi coccola, anche se in realtà il suo nome richiama la luce che mi spinge ad abbandonare la mia origine ogni volta che la guardo con immensa meraviglia. È veramente stupido, è una bestia sempre pronta a distruggere e non lo fa nemmeno apposta; è solo tanto, tanto, tanto vivace. Mi costringe ad anticiparlo, per evitare che non riesca più a raggiungerlo. Di solito è il contrario, vero? Una dolce ed allegra lei che fa del suo meglio per arrivare al coraggioso e flemmatico lui. Invece, tutti e due, abbiamo sbagliato anche qui, cercando di riparare un vaso blu che ancora non è finito in pezzi. Avevo così tanta paura che essendo la più infantile del gruppo l’avrei perduto, nel chiaro di quel debole albore – lui che mi nuota davanti, che vive una vita senza di me. Così tanta paura che quell’immagine divenisse mai realtà, che la mia mano non lo raggiungesse mai, ancora ferma sul fondale, tra le lucciole che nel mare non vivono ma comunque attorno a me, che lentamente muoiono. Così, senza nemmeno pensarci, ho deciso di nuotare più veloce di lui, in modo da poter ridere insieme, che fosse lui a rincorrermi prima che raggiungessi la superficie; avevo troppa fiducia in lui, quindi sono stata travolta dalla mia stessa corsa, divenendo la prima ad abbandonare la mia fragile esistenza come bambina e figlia del mare. Umikami, non hai forse fatto anche tu lo stesso? Non hai forse deciso di rimanere indietro mentre in realtà eri davanti alla bambola di porcellana che ti ammirava? Ah, forse era proprio perché eravamo davanti ai nostri cari che non li abbiamo mai potuti guardare in faccia e capire cosa volessero. Cosa realmente provassero nei nostri confronti. L’immagine di noi due che senza volerlo li lasciamo indietro, li abbandoniamo, ci rendiamo ridicoli ai loro occhi che ci scrutano mentre si arrendono, mentre si fermano e camminano in un’altra direzione, fraintendendo le nostre intenzioni. Non siamo entrambi stupidi?
   La tua amata invece era calma e delicata. E ti amava. Amava te ed i vostri bambini. Ma tu non hai saputo vivere senza pensieri quel amore, no? Il mare è bellissimo, anche perché ti culla nell’ovattato suono della pelle che si screpola e lascia il suo posto all’acqua gentile che ti permette di dimenticare ogni male, ogni tipo di provocazione o sollecitazione dall’esterno – quando l’esterno è qualsiasi cosa vada oltre i tuoi pensieri che rimbombano, pensieri fatti del nulla che pretendi ti circonda. Perché permetterci di vivere tanta luminosa calma se poi sei il primo a non riuscire ad immergertisici? Non ti sei mai lasciato in balia del suono delle vite che sono ferme? Hai mai conosciuto la pace? Sai, Umikami, la tua amata doveva adorare quella poesia di catene sgretolate, perché si lasciava trasportare dagli anelli delicati ogni volta che poteva, si lasciava trasportare da te.
   Questo non è il punto in cui tu spalanchi gli occhi e boccheggi stupito del fatto che ho ragione? Mi chiedo perché ti sento piangere – siamo proprio stupidi noi due, eh? Ti prego di ascoltarmi ancora un po’, altrimenti mi commuoverò e piangerò anch’io; e poi a me non piace per nulla il rumore delle perle che non esistono che escono dai tuoi occhi incorporei e si infrangono su questa roccia umida delle mie, di lacrime, come se non bastassi io a rompermi in mille pezzi, a divenire polvere nel tempo. Quindi aspetta ancora, poi potremo struggerci insieme.
   Ti ricordi come ti chiamava, la ragazza sacrificale a cui avresti dato qualsiasi cosa pur di saperla felice? Te la ricordi la sua voce, che senza veli pronunciava la parola che significa mare, quella che ti bolla come divinità e quel suffisso inutile, che ingigantisce la tua carica? Quel delicato sama, che non aveva mai davvero inteso, che fosse stato per lei non avrebbe mai pronunciato? Ti ricordi? La piccola bocca sorridente ed incerta, che si faceva contornare dalle mani delicate sempre più vicine al tuo volto che ancora si poteva accarezzare e che si lasciava adorare? Sì? Che carino; io non ricordo quasi più il mio dolce segreto, invece. Non è buffo, che io mi sia persa pochi istanti fa in questo profondo bianco e sia già invecchiata qui dentro, nella mia stupida testolina? Quanta invidia, Umikami, tu invece continui a ricordarla. Per te, anche se sono passati secoli, è come fosse stato un doloroso ieri, un triste periodo da poco passato. Per me, al contrario, pare sia passata una vita, l’unica che ho a disposizione prima di raggiungerti – come fosse una punizione essere vicini a te.
   In effetti, se fosse una punizione, saresti crudele a tenermi qua. Non è un po’ come farmi vivere la morte in questo stato di esistenza apparente? Secondo me, gli altri pensano lo sia; non io, io non odio starti accanto, ma amerei non esserci. Ah, cosa darei per poter essere, invece, con la mia delicata luce. Darei di tutto.

 
Scusami, Umikami, non volevo essere egoista.   


 
Soundtrack(s); mnemonic (yanaginagi), World Lampshade (nqrse), No title (Reol). Non mi piace tenere le mie fic in caldo per future pubblicazioni. Questa one-shot infatti sarebbe dovuta apparire in un momento morto dell'account (momento che non arriverà presto visto che partecipo a quattro diversi contest che scadono tra il 31 Dicembre e il 13 Febbraio), ma non fa per me. Se decido di pubblicare, pubblico, non la tengo là senza motivo. È sì successo che le tenessi a nulla nel pc per giorni e giorni, ma non era per nulla programmato. Programmare invece mi dà una strana ansia che non mi piace, no, non mi piace affatto!! Quindi mi metterò di buona volontà a pubblicare piano piano tutto quello che ho mollato nei documenti.
Parlando della storia. Questa one-shot è una delle mie tante sofferenze, visto che ci ha messo secoli ad uscir fuori. È un pov!Manaka, dove si pressupone lei possa interragire con Umikami. Da qui in poi non mi so spiegare, anche se ci sarebbe tanto da dire. per questo non potrei mai ricambiare un tuo sentimento, per quanto tu mi trattenga sul fondo del bel mare che sei: penso questa frase sia un ottimo inizio, perché spiega abbastanza bene come si sviluppa l'Umikami/Manaka. Infatti, l'amore che prova il Dio del mare nei confronti della castana è un amore "forzato", dettato dalla solitudine; Umikami, da intendere, si sarebbe innamorato di chiunque fosse caduto durante il Festival. Manaka dice infatti che né lei, né lui proveranno mai un sentimento come quello nei confronti (Umikami) della ragazza sacrificale e (Manaka) di Hikari.
La frase alla fine!! Allor, niente, quello che Manaka paga per rivedere Hikari è proprio la capacità di amare. [sottinteso, quindi, che non passano i pochi secondi che cita prima la protagonista, ma i quattro anni canonici dell'anime]
Altro da dire non so. Sì, è pesante da leggere e me ne spiaccio, ma non posso farci niente; lo schifo del ripetere le frasi in modi diversi un'infinità di volte fa parte di me. E sono staaanca, quindi bye, perdonate le note schife e la mia esistenza inutile.
   
 
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