*
Amore Reale *
{Un’opportunità
da non tralasciare}
Non
avrei mai pensato che
con una telefonata la vita di una persona semplice potesse cambiare.
Mi
chiamo Chanty Jewels,
per gli amici Chay.
Vivo
a Londra e sono
laureata in economia e scienze politiche da un anno.
Ho
ventidue anni e lavoro
partime in una maestosa biblioteca di Londra
Come
fa una ragazza che si
è laureata con 130 e lode, in economia a lavorare in una
biblioteca al posto di
una grandissima azienda?, direte voi.
Semplice,
a ogni impresa
che mi presentavo, la porta, per, era sempre chiusa.
Sapete
perché? Tutti
dicevano che ero troppo intelligente perché faccia anche da
segretaria.
Maschilisti
del cavolo.
Ecco cos’erano.
La
mia giornata è sempre la
stessa.
Mi
sveglio alle sette del
mattino, vado a fare collazione al bar della mia migliore amica,
Caroline e poi
vado a lavorare fino alle sette di sera.
A
pranzo vado un po’ in
giro per i negozi.
Qualche
minuto lo concedo
anche a me, cosa credete.
In
questo momento sono
davanti al mio armadio.
Come
ogni mattina, devo
sempre imbambolarmi come una stupida, perché non sono mai
contenta dei vestiti
che ho.
Insomma,
lavoro in una
libreria, e non in un centro di moda.
Alla
fine, scelgo un
vestito leggero, bianco con le spalline sottili, che scende dolcemente
sulle
cosce e arriva a
Ai
piedi le mie ballerine
bianche con pailette.
Come
sempre prendo la mia
borsetta dello stesso colore del vestito, vicino al letto e le chiavi
della mia
macchina, un Audi sportiva, che mi ha regalato mio fratello e parto
velocissima
verso la mia meta.
Entro
nel bar della mia
migliore amica, il Midnight Sun.
-
Buongiorno tesoro, il
solito per piacere. – le dico sedendomi davanti a lei.
-
Ma certo, tesoro. – mi
risponde la mia migliore amica.
Mentre
sto aspettando il
mio cappuccino con tanta schiuma al latte, con uno spruzzo di cacao
sopra e il
mio cornetto alla nutella, mi guardo un po’ in giro.
Vedo
il solito signor Josh
che beve con calma il suo tè, mentre lavora al portatile, la
signora Ginstone
con la sua nipotina Dana che giocano a carte mentre assaggiano
l’aranciata e le
frittelle e il gruppo di ragazze che frequentano le superiori che
mangiano
brioche e latte, mentre, penso, parlino sempre di ragazzi.
-
Ecco qui Chay, il tuo
cappuccino e il cornetto. Buona colazione. -
-
Grazie Cary. -
-
Allora, come va la vita.
Hai avuto qualche nuova proposta di lavoro? – mi chiede
mentre io prendo un
sorso del buonissimo cappuccino.
-
Caroline, mi hai chiesto
questo anche ieri. – le rispondo sbuffando, poi masticando un
boccone di
cornetto continuo – comunque la risposta e sempre no. Sai
come sono fatti i
direttori delle aziende, soprattutto se sono uomini, non vogliono
assolutamente
a che fare con una persona con quoziente intellettivo superiore al loro
nei
loro stabilimenti e tu lo sai benissimo. -
-
Si lo so… mi
ricordo ancora il tuo primo colloquio.
Rammenti cosa aveva detto il direttore di quella piccola azienda
immobiliare? -
-
Sì … aveva detto che
aveva paura che io gli fregassi il posto… Te lo dico e lo
dirò per sempre … i
maschi sono dei veri stronzi. -
-
Sono d’accordo con te
Chay … scusa ora, ma devo lavorare se no i clienti mi
abbandoneranno. – dice
incamminandosi verso il tavolo di una ragazza che è appena
entrata.
Ho
proprio una vita da
schifo.
Persino
mia sorella che è
appena al liceo ha trovato lavoro come commessa in un supermercato ed
io con
una laurea, non ho potuto trovare niente di niente.
Sento
un buonissimo profumo
di freschezza proveniente da dietro le mie spalle, mi giro e prima di
aprire la
bocca, l’uomo che mi sta di fronte mi chiede con voce gentile:
-
Mi scusi … è libero
questo posto? – annuisco, perché non potrei fare
altrimenti, perché l’uomo che
mi sta di fronte è davvero paradisiaco.
Lo
vedo sedersi al mio
fianco, comandando subito un caffè lungo.
Se
non mi sbaglio, l'ho già
visto da qualche parte, ma adesso non ricordo dove.
Lo
osservo: ha i capelli
corti biondi, che scendono dolcemente sulla fronte e gli occhi un
po’ tristi
color acquamarina.
E’
vestito in modo
semplice: una camicia bianca, arrotolata fino ai gomiti e dei jeans
scuri a
vita bassa.
Abbasso
lo sguardo, calza
delle convers bianche di pelle.
Deve
essere ricco, perché
si vede subito che ha tutti i vestiti firmati. E il suo profumo deve
essere di
certo Armani.
Si
sente osservato e alza
lo sguardo, mentre io contemporaneamente lo abbasso.
-
Mi chiamo Edward – mi
dice, mentre io lo guardo – lei come si chiama?
-
Io sono Chanty – gli
rispondo prendendo la sua mano – piacere di fare la sua
conoscenza.
-
Anche per me.
Approposito, grazie per il posto … è il mio
preferito. -
-
Davvero? – chiedo
inclinando la testa – strano non l’ho mai vista di
qui. -
-
Non mi dia del lei, se no
mi fa sentire vecchio e comunque oggi sono in anticipo, di solito vengo
qua
verso le dieci del mattino. -
-
Ah, ecco perché non ti
vedo mai. -
-
Già. -
Si
è creato un silenzio
imbarazzante tra di noi, ed io odio i silenzi imbarazzanti.
-
Che lavoro fai? – mi
chiede a un tratto.
-
Mi sono laureata qui a
Londra in economia e scienze politiche, ma poiché non ho
trovato ancora un
lavoro di scrivania, occupo il mio tempo lavorando in una libreria. -
-
Come mai non hai trovato
ancora un lavoro decente? Un voto troppo scarso nel diploma? -
-
No – li rispondo
scuotendo il capo – anzi, ho finito il corso con 130 lode ed
è per questo voto
troppo alto che non trovo posto da nessuna azienda, perché
tutti hanno paura di
quelli più intelligenti. -
-
E se io ti offrissi un
lavoro come segretaria principale della mia, come dire
“azienda” personale? -
-
Stai scherzando? – gli
domando, mentre lui fa un leggero risolino.
-
No, non sto scherzando
per niente. Avrai vita e alloggio gratis, a patto che tu ti occupi
anche di
un’altra persona. -
-
Cioè fare da segretaria e
da badante? -
-
Sì. Voglio che tu faccia
anche da badante a mia figlia Monique… ah e dimenticavo,
avrai anche un’ottima
paga. -
-
Non lo so, ci devo
pensare. – sono indecisa tra due possibilità: o
è uno scherzo, oppure è pazzo
da legare.
-
Comunque ecco il mio
biglietto carta da visita. – mi porge un pezzo di carta
rettangolare, mi
saluta, paga il conto e da dove è arrivato, da lì
se né appena andato.
Guardo
il biglietto da
visita, esattamente dove c’è scritto il suo nome:
Edward
Richard Crawford
Non
ci posso credere.
Edward Crawford, quel Edward Crawford?
Il re?
Ecco dove l’avevo
visto.
Il
re vuole veramente che
io diventi la sua segretaria?
Buon
giorno a tutti!
Ecco
un’altra fanfiction.
Non
ci sono riuscita di non
pubblicarla, perché in questo periodo ho così
tante idee, e il mio quadernetto
ha molti appunti per le storie.
Bhe,
spero che vi sia
piaciuta, quindi vorrei tanto che voi mi dite
com’è.
Grazie,
AlessandraMalfoy