Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Writer96    08/12/2015    6 recensioni
-E’ indifferenza, tutto ciò che provo per te. Non mi interessa ciò che fai, chi baci, chi ami, non mi interessa...- di nuovo la voce di James si ferma, crolla sul pavimento e risale addosso a Lily sotto forma di brividi sgradevoli, ghiacciati, così contrastanti con il battito bollente che ha il suo cuore in quel momento –...Non mi interessa a chi sorridi, o di chi sei.-
-Non ti interessa?- La voce di Lily è piena di pianto trattenuto a fatica, è un sussurro che rimbomba nel corridoio vuoto. I suoi occhi cercano il volto di James, che è contratto, forzato, intrappolato dietro ad una maschera che non gli appartiene.
James non è cattivo, dice Lily.
-No.-
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Come si amano i pazzi'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Elastici Bugiardi
by Writer96





-Tu non conti nulla.-
Gli occhi di Lily scivolano, attraversano tutto il Parco, poi gli infissi delle finestre, poi il muro, e cadono addosso a James, così irritante, con quel suo sorriso statico, fisso, falso.
-Non conto nulla?- domanda, la voce che si spezza a metà, il suono che si incastra tra i denti, la lingua, le labbra, poi esce rantolando, cade sul pavimento e da lì, minuscolo, arriva a James, pallido e sfiorito.
-Nulla. Non conti assolutamente nulla e la tua presenza...- James fa una pausa, il suo sorriso è amaro e cattivo, i suoi occhi guardano Lily e non la vedono, mentre lei si fa piccola e trema.

-...E la tua presenza mi è indifferente. Indifferente.- lo ripete, nel caso lei non l’avesse capito –o cerca solo di convincere se stesso, cerca di imprimersi tra le labbra quelle cattiverie, quelle parole dure che stonano con il battito furioso del cuore?
-E’ indifferenza, tutto ciò che provo per te. Non mi interessa ciò che fai, chi baci, chi ami, non mi interessa...- di nuovo la voce di James si ferma, crolla sul pavimento e risale addosso a Lily sotto forma di brividi sgradevoli, ghiacciati, così contrastanti con il battito bollente che ha il suo cuore in quel momento –...Non mi interessa a chi sorridi, o di chi sei.-
-Non ti interessa?- La voce di Lily è piena di pianto trattenuto a fatica, è un sussurro che rimbomba nel corridoio vuoto. I suoi occhi cercano il volto di James, che è contratto, forzato, intrappolato dietro ad una maschera che non gli appartiene.
James non è cattivo, dice Lily.

-No.-

E’ uno schiaffo bruciante in pieno volto, quella parola, è una sanguisuga che le si attacca al cuore e se lo porta via.
Lily torna a guardare fuori, lo sguardo che cerca il Parco, le orecchie che rimbombano, il mondo che sembra solo un castello di carta in procinto di volare via.
-Non voglio vederti, non voglio toccarti, non voglio la tua pelle, le tue labbra, il tuo futuro. Non voglio te e solo te, Evans.- continua James, le parole che cadono come una pioggia infuocata sulla schiena di Lily. Lei stringe i denti, guarda con odio quella spilla appuntata sul petto che l’ha costretta a fare quella ronda, a rimanere sola con lui e con il proprio cuore che batte troppo in fretta, a scappare per sfuggire a quel mare –oceano?- di emozioni che stanno uscendo da tutti i suoi pori.

-E allora, Potter, che ci fai ancora qui? Che senso hanno le tue parole?- dice, a bassa voce, i battiti che aumentano di nuovo, le farfalle nello stomaco che si trasformano in uno stormo di vespe impazzite che non fanno che pungerla e distruggerla e logorarla dall’interno.
James tace, Lily sospira e tutto resta immobile.
Il castello di carta si sta accartocciando su se stesso, vinto dalle lacrime che scendono, piano, sulle gote di Lily, che si mescolano con le sue lentiggini e le ingrandiscono, rendendole più luminose ed evidenti.
La notte incombe su quei sussurri stanchi.

-Sono un pessimo bugiardo, Lily Evans. Provo a mentire a me stesso da una vita. E ci ho provato, anche con te, ora. E non ci riesco.-
La voce di James è sottile, ora, accarezza piano Lily, si sofferma sulle ferite della sua schiena e si impiglia tra i suoi capelli. Lily trattiene il respiro, le lacrime che non riescono a smettere di scendere, il castello di carta che si distrugge sempre di più, che ora è pieno di buchi, che ora non reggerebbe neanche il peso di una farfalla.
-Non capisco, James.- dice Lily, ed è troppo carezzevole, vorrebbe urlare, prendersi a pugni, ma proprio non è possibile, perché quello alle sue spalle, quello che respira rumorosamente, quello che si sta sgretolando dopo aver sgretolato anche lei è James, e lei con James non è mai riuscita a fare realmente ciò che voleva. Con James c’è sempre stato quel tendersi, fino allo spasmo, arrivare ad un millimetro di distanza, riuscire quasi a... E poi fermarsi, tornare indietro, ricominciare con questo gioco di elastici che li porta ora ad essere vicinissimi, ad un soffio, ed ora lontanissimi.

-Nemmeno io, Lily. Io vorrei capire, vorrei sapere perché nonostante io non voglia tutto questo, non posso fare a meno di desiderarlo. Te lo giuro, ho provato in ogni modo che conosco a... sbatterti fuori dalla mia testa. A non volerti. Ma continuo, imperterrito. Questa cosa mi sta uccidendo.- soffia lui, con un’amarezza nella voce che ha sostituito la cattiveria precedente, la durezza eccessiva, quell’evidente falsità. Lily si asciuga le lacrime con studiata lentezza e continua a guardare fuori, i muscoli tesi all’inverosimile nello sforzo di non voltarsi, di non stringere James, di non guardarlo dritto negli occhi.
-E cosa vuoi da me?- domanda, dura, diretta, troppo infuocata all’interno per risultare glaciale come vorrebbe. James sorride, poco, talmente poco che nessuno se ne accorgerebbe, se non , forse, Lily, e si lascia invadere per un istante da quel gelo temperato che riempie e satura le parole di Lily.
-Una soluzione. Tu sai sempre tutto.-

-Siamo due elastici, James. Ci sforziamo per allontanarci o avvicinarci, ma continuiamo in questa stupida danza, fatta di dolorosi rinculi e terribili spinte in avanti. Ho provato a cacciarti, ho creduto di volerlo davvero, ma c’era sempre qualcosa che ci tirava vicini. E ora, c’è sempre qualcosa che ci tiene lontani. Non siamo fatti per essere stabili, fissi, costanti, io e te. – silenzio-  Io non ce l’ho una soluzione, James. –
Lily ha sussurrato continuando a guardare fuori, osservando il proprio riflesso distorto nel vetro appannato dai suoi respiri.
James le posa una mano sulla spalla, le chiede di voltarsi, non dice nulla, ma il suo gesto è così secco, deciso e al contempo supplice che Lily si gira quasi a completare il passo di una danza sconosciuta.
Sono di nuovo lì, vicini, ad un soffio dalla fine delle sofferenze, tesi di nuovo con le dita allungate nel tentativo di sfiorarsi.

-Non volevo innamorarmi di te, Lily.-
-No?-
-No. Ma è successo. E non posso cancellare questa cosa. Anche se vorrei.-

Lily sorride, amara, i suoi occhi divorano la pelle di James, le sue labbra tese, i suoi occhi quasi spenti.
C’è un che di struggente, in tutta quella scena, un qualcosa di dolorosamente intenso, nel momento in cui Lily pianta gli occhi su quelli di James e sussurra una sola parola.
-Bugiardo.-

Poi c’è solo James che si china e la bacia, con l’urgenza di chi ha appena fatto un passo nel vuoto. Nelle orecchie di entrambi, mentre le labbra si sfiorano, con il terrore di ferirsi, risuona lo schiocco dell’elastico rotto che ha finito la sua corsa allacciandosi all’altro.
Poi c’è solo James che le carezza il collo con dita, un po’ troppo bruscamente, quasi rabbioso, mentre con la lingua le carezza il labbro e le respira addosso.
Poi c’è solo James, che stringe Lily come se fosse l’unica cosa che desidera davvero.

-Non volevo che tu diventassi tutto quanto io desidero, Lily Evans, ma è successo e io adesso voglio te.- le dice, guardandola negli occhi così da vicino che essi si confondono in un’unica, brillante, macchia verde che lo scruta. Lily sorride di nuovo, perché James ha ragione quando dice di non saper mentire, perché in quell’istante in cui la guarda con gli occhi ardenti e duri, lei non può fare a meno di credergli davvero.
-Non provare a mentirmi mai più, James Potter.-
Il castello di carta giace, abbandonato, al suolo, ma Lily non lo vede più. Non le importa del mondo distrutto, non le importa di cosa potrebbe accadere, non importa se quel singolo istante di pace è destinato a rimanere tale, un solo istante in una vita di dolori.
Non vede altro, Lily, che il sorriso, stavolta sincero, di James.

-Non ho mai voluto riuscirci davvero.-







Writ's Corner
Surprise! Indovinate chi è risorta, dopo i mesi di silenzio e inattività forzata? Ebbene, avrei tante cose da dire, tante cose da spiegare, ma non è questo il luogo né tantomeno il momento adatto. Questa è una storia di qualche tempo fa e con la sua amarezza di fondo stava aspettando un momento altrettanto dolceamaro per vedere la luce qui sul sito. Non c'è tanto da dire, è una storia piuttosto cliché, ma mi piaceva, all'epoca, come era venuta. Mi piaceva il logorio interiore dei personaggi che alla fine, come sempre accade, è venuto ad intasare anche me.
E allora tutti vorremmo non volere, ma siamo anche tutti dei pessimi bugiardi.

 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Writer96