08/12/2015
3 recensioniDi maglioni natalizi e alberi di Natale
Se c’era un periodo dell’anno che Charles amava, era quello natalizio. Sin da piccolo la tenuta di famiglia veniva addobbata a festa attraverso ghirlande e festoni anche se i suoi genitori non passavano molto in casa, nemmeno il giorno di Natale. Quel mattino si svegliò assonnato e, sbadigliando, andò in bagno per l’immancabile rasatura. Prese uno dei maglioni di lana con ricami natalizi, un paio di pantaloni e si avviò in cucina dopo essersi vestito.
Un paio di stanze più in là Eric invece, era ancora in pigiama, o meglio solo con pantaloni del pigiama, nel letto sotto uno spesso strato di coperte. Si svegliò e dopo aver buttato le coperte dal lato opposto del letto, si diresse in bagno. Guardandosi allo specchio si accorse che le occhiaie che fino a due settimane prima contornavano gli occhi erano ormai quasi sparite. Doveva ammetterlo, si trovava bene alla Xavier Maison, il clima era rilassato, ma c’era qualcosa che lo turbava. L’atmosfera che quel periodo dell’anno emanava non tranquillizzava il suo animo provato dall’infanzia e dall’adolescenza difficile. Quando era piccolo con i suoi genitori celebrava l’Hanukkah, era una tradizione che amava, indipendentemente dai regali che arrivavano o meno. Con le leggi razziali e la deportazione tutto questo diventò sospetto e fuorilegge agli occhi dei tedeschi. Ora che era in America invece tutto era cambiato, tutti celebravano le proprie religioni senza paura e distinzioni. Si lavò la faccia della schiuma da barba, poi si mise una delle maglie a collo alto che tanto amava, un paio di pantaloni e andò al piano inferiore.
Il caminetto del salotto era ormai già acceso da tempo come testimoniava il calore che vi era. Alcuni dei ragazzi erano in giardino o a fare le varie spese, in casa vi erano solo Charles ed Eric. Il telepate stava finendo di addobbare l’albero quando Eric entrò nella stanza. –‘Giorno Eric- Eric era in piedi e fissava in modo strano e ironico l’albero, espressione che si tramutò in puro divertimento quando vide il maglione indossato dall’amico. –‘Giorno Charles-. Gli occhi di Eric si spalancarono per lo stupore non appena notò ciò che era sul mobile a fianco dell’albero. Un candeliere a nove rami era posato su di esso, pensano i più, un chanukkà per chi invece era ebreo. Eric si avvicinò poi spostò lo guardo dal chanukkà a Charles e viceversa. –Dove l’hai preso? - Eric sentiva i ricordi assalirlo come un fiume in piena, poi percepì la mano di Charles sulla spalla. –Mi sembrava giusto che tutti debbano celebrare le proprie festività, ergo…- disse in dicando l’oggetto sul mobile. Eric non disse nulla, si limitò a pendere un accendino dal davanzale e accendere una delle candele, poi prese da una della borse in terra un pallina di vetro soffiato, o forse plastica, non seppe definirla, e la appese a uno dei rami dell’abete. “Devo ringraziarlo” pensò Eric. Sul viso di Charles si dipinse un sorriso soddisfatto per poi proseguire ad addobbare i rami dell’abete. –Charles, una curiosità, dove diavolo hai comprato quel maglione? - chiese divertito, era impossibile non notare che il buon gusto era ancora addormentato. –cosa c’è che non va con il mio maglione? – rispose piccato. –Nulla, nulla, sembra uscito da una di quelle insopportabili televendite che ci sono alla tv. - spiegò trattenendo le risate. Charles si lasciò ad una risata liberatoria per poi dire con tono ovvio: -Sono a tema, no? - -Mi spiace contraddirti, ma sono pienamente d’accordo con Eric, potevi sceglierne un meno vistoso- disse Raven entrando in salotto. Eric si voltò come a dire “Te l’avevo detto”, sotto lo sguardo esterrefatto del telepate. -Va bene, va bene, lo andrò a cambiare, ma non pensate mai più che il mio buon gusto è rimasto addormentato. – disse infine per mettere fine alle risate comuni.
Un paio di stanze più in là Eric invece, era ancora in pigiama, o meglio solo con pantaloni del pigiama, nel letto sotto uno spesso strato di coperte. Si svegliò e dopo aver buttato le coperte dal lato opposto del letto, si diresse in bagno. Guardandosi allo specchio si accorse che le occhiaie che fino a due settimane prima contornavano gli occhi erano ormai quasi sparite. Doveva ammetterlo, si trovava bene alla Xavier Maison, il clima era rilassato, ma c’era qualcosa che lo turbava. L’atmosfera che quel periodo dell’anno emanava non tranquillizzava il suo animo provato dall’infanzia e dall’adolescenza difficile. Quando era piccolo con i suoi genitori celebrava l’Hanukkah, era una tradizione che amava, indipendentemente dai regali che arrivavano o meno. Con le leggi razziali e la deportazione tutto questo diventò sospetto e fuorilegge agli occhi dei tedeschi. Ora che era in America invece tutto era cambiato, tutti celebravano le proprie religioni senza paura e distinzioni. Si lavò la faccia della schiuma da barba, poi si mise una delle maglie a collo alto che tanto amava, un paio di pantaloni e andò al piano inferiore.
Il caminetto del salotto era ormai già acceso da tempo come testimoniava il calore che vi era. Alcuni dei ragazzi erano in giardino o a fare le varie spese, in casa vi erano solo Charles ed Eric. Il telepate stava finendo di addobbare l’albero quando Eric entrò nella stanza. –‘Giorno Eric- Eric era in piedi e fissava in modo strano e ironico l’albero, espressione che si tramutò in puro divertimento quando vide il maglione indossato dall’amico. –‘Giorno Charles-. Gli occhi di Eric si spalancarono per lo stupore non appena notò ciò che era sul mobile a fianco dell’albero. Un candeliere a nove rami era posato su di esso, pensano i più, un chanukkà per chi invece era ebreo. Eric si avvicinò poi spostò lo guardo dal chanukkà a Charles e viceversa. –Dove l’hai preso? - Eric sentiva i ricordi assalirlo come un fiume in piena, poi percepì la mano di Charles sulla spalla. –Mi sembrava giusto che tutti debbano celebrare le proprie festività, ergo…- disse in dicando l’oggetto sul mobile. Eric non disse nulla, si limitò a pendere un accendino dal davanzale e accendere una delle candele, poi prese da una della borse in terra un pallina di vetro soffiato, o forse plastica, non seppe definirla, e la appese a uno dei rami dell’abete. “Devo ringraziarlo” pensò Eric. Sul viso di Charles si dipinse un sorriso soddisfatto per poi proseguire ad addobbare i rami dell’abete. –Charles, una curiosità, dove diavolo hai comprato quel maglione? - chiese divertito, era impossibile non notare che il buon gusto era ancora addormentato. –cosa c’è che non va con il mio maglione? – rispose piccato. –Nulla, nulla, sembra uscito da una di quelle insopportabili televendite che ci sono alla tv. - spiegò trattenendo le risate. Charles si lasciò ad una risata liberatoria per poi dire con tono ovvio: -Sono a tema, no? - -Mi spiace contraddirti, ma sono pienamente d’accordo con Eric, potevi sceglierne un meno vistoso- disse Raven entrando in salotto. Eric si voltò come a dire “Te l’avevo detto”, sotto lo sguardo esterrefatto del telepate. -Va bene, va bene, lo andrò a cambiare, ma non pensate mai più che il mio buon gusto è rimasto addormentato. – disse infine per mettere fine alle risate comuni.
Angolo autrice…
Allora premetto che questa “cosa” è la mia prima fan fiction sugli Xmen, e anche la prima comica che scrivo.
Detto questo spero vi sia piaciuta e spero di vedere una piccola recensione, anche piccola piccola.
A presto
Winter Lover 97