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Autore: SunVenice    09/12/2015    4 recensioni
Ippolito Carlo Ferrero e Fosca Sgrò, marito e moglie e streghe italiane affrontano un piccolo e ricorrente screzio post natalizio.
Nota: lo scritto partecipa al contest Under the snow indetto da Down Hanna's Ally.
Genere: Fluff, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Le Streghe di Oggi'
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Bifania “a pe”

 

Genova d’inverno s’immobilizzava.

Un mosaico di tetti e di strade spolverato di ghiaccio congelato sotto una foschia perlacea.

La sera del 5 Gennaio di quell’anno, poi, si preannunciava più rigido che mai.

Ippolito espirò una nuvola di condensa, osservando Piazza dell’Annunziata illuminarsi e popolarsi sotto di lui, tra giacche, sciarpe, nasi rossi e i bus arancioni che rombavano periodicamente alla fermata più indietro.

Sistemò meglio la schiena sullo stipite della loro veranda-balcone spalancata, ed accavallò i piedi sul davanzale. Il loro appartamento stava all’ultimo piano di un edificio minuscolo chiuso tra due più grandi ed era molto comoda per osservare la piazza elicoidale, nonostante la struttura in ferro battuto e vetro stile belle époque rendesse il loro salotto particolarmente freddo nella stagione fredda.

Sbuffò di nuovo. 

Che periodo odioso.

Quell’atmosfera tranquilla e giocosa gli faceva prudere le mani. 

Solo sua moglie poteva trovarci qualcosa.

Arricciò il naso e si grattò il sottile strato di barbetta bionda ricresciuta sul mento.

Adocchiò un passante sereno e promettente.

Giusto uno scherzo innocuo…

Era nella sua natura di Masca, dopotutto, trovare spassoso rendere la vita altrui … imprevedibile.

Che avrebbe detto la sua nonna, buon’anima, se l’avesse visto sprecare i doni tramandatigli dalla loro stirpe di streghe piemontesi?

Tastò il terreno facendo scivolare appena una scarpa laccata verso l’esterno.

“Ti tiro na mascata se ci provi.

Eccola lì, la sua Magara calabrese. Imbronciata e sempre adorabile, anche quando lo minacciava con improbabili giochi di parole.

Si girò, mostrando un sorriso innocente ed ammiccante.

Una cascata di lunghi capelli neri come la notte, un corpo formoso di scarsa statura, vestiti scuri e pesanti, un paio di occhi scuri, sprezzanti e…un sacco traboccante di dolci al suo fianco.

No. NO.

Anche quell’anno?!

Saltò come un grillo su due piedi, e, volendo, avrebbe potuto trasformarsi in uno e sgattaiolare via da quella situazione ridicola.

Una mano si alzò, bloccando prontamente ogni sua obiezione sul nascere.

“Lo sai come la penso, Polito.”

“Eddai Fosca!”

“No. Chidde criature mi sfamano coi loro incubi.”

“Ma si tratta si e no di un incubo all’anno! Senti, ho bruciato la scopa! Ok? Mi rifiut-!”

Errore. Gli occhi di Fosca si fecero gialli e subito dopo, al posto della sua focosa, bellissima moglie, ecco comparire un corvo.

Il volatile roteò per la stanza, starnazzando rumoroso.

“Va bene, VA BENE!” alzò le braccia al soffitto, esasperato da tutto quel fracasso.

Non la sopportava quando faceva così.

Avrebbe fatto la parte della Befana, trasformato i suoi tratti mascolini in quelli di una vecchia raggrinzita e distribuito dolci a bambini più spigliati e maliziosi di lui per tutta la città. 

Senza scopa e senza l’aiuto di incantesimi lievitanti.

Costretto a camminare per ore al gelo.

Già si sentiva il vento sulle caviglie.

Almeno le scarpe sarebbero state davvero rotte.

Le braccia umane di Fosca gli cinsero il petto con gratitudine.

“Ti amo~” gli sussurrò all’orecchio.

Gli venne da sorridere, stringendo di rimando le mani di sua moglie.

Era ovvio che ricambiasse, ma quanto gli costava.

 

 

Note dell’Autrice/ Curiosità:

La Magara e la Masca sono due figure tipiche, rispettivamente, del folclore calabrese e piemontese. Entrambe streghe, entrambe trasformiste. 

La prima è conosciuta per trarre nutrimento dagli incubi dei bambini, posandosi sui loro petti nottetempo sotto le mentite spoglie di un volatile.

La seconda è invece una strega che riceve i propri poteri per via ereditaria, canonicamente dispettosa ed incline alla vendetta, capace di trasformarsi in persone, animali e cose. E’ una delle poche streghe che può anche essere un maschio.

 

Il Mito della Befana: A Genova, anticamente, La figura della Befana, detta Basara era accostata a quella di una sorta di marito, detto u Barbàn, che poco alla volta sparì una volta che la figura più popolare della befana sulla scopa prese piede. Da qui l’idea di Ippolito e Fosca. :)

   
 
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