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Autore: LadyTaiga99    09/12/2015    0 recensioni
Erano in quattro. Un ragazzo, che si poteva contraddistinguere per la sua altezza ed i suoi occhi azzurri, e tre ragazze; la più bassa di loro era stretta a lui mentre le altre due camminavano poco distanti a braccetto. Si dirigevano speditamente verso la stazione della città, contrariamente al resto dell’enorme folla. I loro abiti erano particolari, portavano delle maschere proprio come quelle dei loro eroi…o dei loro carnefici. Arrivarono al binario prestabilito, convalidarono i biglietti e dopo poco salirono sul treno. Il gruppo prese posto sul vagone: il giovane degli occhi azzurri e la ragazza minuta si misero l’uno accanto all’altra abbracciandosi per poter godere un’ultima volta del loro calore, le altre due invece, la ragazza dalla felpa gialla e la ragazza dai corti capelli ricci, erano sedute di fronte alla coppia, una guardava fuori del finestrino con gli occhi sfavillanti e l’altra disegnava strane figure sui fogli di un taccuino, forse agli altri sarebbero sembrati semplici scarabocchi ma per loro…per loro erano segni quasi maledetti.
"Finalmente ho rivelato questo enorme segreto che mi porto dietro da ben 15 anni. Adesso sono in pace.”
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-10 anni dopo- -Svegliati, bambina mia svegliati- disse la voce di una donna. -m-mam...- la ragazza aprì gli occhi. Era da molto che sentiva questa voce dolce all'interno dei suoi sogni. Si mise seduta sul letto e si stropicciò i grandi occhi azzurri. Era mattina presto e la luce filtrava appena all'interno della camera. La giovane si alzò, si lavò e iniziò a vestirsi. Indossò la biancheria e si guardò allo specchio. Il suo corpo era esile ed armonioso, l'incarnato chiaro e sul suo petto spiccava un simbolo nero inciso sulla pelle, una O tagliata da una X. Guardò per un attimo la cicatrice per poi continuare a vestirsi. Quando fu pronta, spazzolò i lunghi capelli castani, cercando di rendere lisci i suoi boccoli ma con pochi risultati, e li legò in una morbida treccia tenendoli tutti da un lato. Prese i suoi tirapugni con lama incorporata, la sua maschera bianca piena di schizzi di sangue e uscì dalla sua camera. Passeggiando per il corridoio incrociò i suoi "coinquilini": BEN e Sally giocavano, Helen faceva un ritratto a Dina, Jeff inseguito da Jane. Erano tutti un po' strani, doveva ammetterlo, ma erano la sua famiglia. La sua bellissima famiglia. Scese al piano terra e salutò i quattro adulti, che se ne stavano seduti in cucina. -Buongiorno piccola BloodyFace- disse la donna del gruppo -Buongiorno zia Kate- rispose lei sorridendo, per poi uscire -e non ci saluti?- la fermò sbuffando il più giovane dei quattro, intento a mangiare dei waffles -certo zietto- sorrise la ragazza e diede un bacio sulla guancia ai tre ai uomini. Prima di uscire, si voltò verso di loro e chiese -Avete visto il Master? Volevo parlargli-, le risposte allora Masky -l'ho visto stamattina, credo sia poco lontano da casa-. Lei sorrise dolcemente ed i suoi occhi color del cielo brillarono. Uscì velocemente di casa e si guardò intorno fin quando non ebbe scorto la figura della suo maestro. Gli corse incontro -Master!- lui si voltò e si avvicinò alla ragazza. - BloodyFace mi cercavi?- la voce dell'essere, solitamente inquietante anche quando si rivolgeva a suoi sottoposti, era stranamente dolce e protettiva nei confronti della ragazza dagli occhi azzurri. -Ecco oggi...volevo fare un giro per il bosco da sola. Ormai ho quindici anni e credo di essere abbastanza grande per cavarmela- esordì lei -Ne sei sicura mia prediletta? Sei la mia proxy preferita e non vorrei mai che ti accadesse qualcosa- lo Slender accarezzò la guancia di BloodyFace e lei sorrise -certo, ormai mi sento pronta- disse lei decisa. La creatura annuì e la giovane, a cui brillavano i due occhi di zaffiro, ringraziò il Master, indossò la maschera e corse via nella foresta, aggrappandosi ai rami e saltando da un albero all'altro. Era stata allenata fin da piccola, era agile e forte ed era micidiale nei combattimento corpo a corpo. Mentre correva liberamente, qualcosa le cadde dalla tasca. Lei si fermò bruscamente e tornò indietro a riprendere ciò che aveva perso, ovvero un pupazzo raffigurante una volpe con vestiti da pirata. La strinse a se e lo rimise in tasca, accanto ad un altro peluche a forma di papera. Li aveva sempre portati con se, non sapeva perché fosse così legata a quegli oggetti ma non poteva fare a meno di tenerli sempre vicini. Riprese così la sua corsa. Raggiunse una piccola radura. Stranamente aveva un che di familiare ma non ci diede troppo peso, sarà stata solo una semplice impressione. Si sedette su una grande roccia godendo del vento che le accarezzava i capelli. Udì un rumore alle sue spalle e si voltò di scatto. Una donna, dai lunghi capelli scompigliati e dai vestiti sporchi e logori, stava brandendo un bastone e si era gettata addosso alla giovane proxy. Lei prontamente bloccò il colpo cercando di toglierle l'arma dalle mani ma la donna fece resistenza e a denti stretti ringhiò -vattene via ragazzina...o non uscirai viva da questa foresta- la proxy sorrise beffarda -questo lo dici tu-. La ragazza lasciò la presa e la donna cadde all'indietro ed emise un grido soffocato. BloodyFace prese prontamente i suoi tirapugni e li indossò, poi si avventò sulla donna che schivò per poco l'attacco riuscendo anche a rimettersi in piedi. Si squadrarono a vicenda: la donna, di certo sulla quarantina, era trasandata e sporca, i vestiti erano più piccoli della sua taglia e tutti strappati, due grandi occhiaie contornavano i profondi occhi verdi. -Ti ho detto di andartene! Ci disturbi!- urlò la donna, fremendo di rabbia, -o sarò costretta a farti del male, così come a quelli che sono passati prima di te!-. La ragazza sorrise sotto la maschera e si lanciò contro l'avversaria. Le fece alcuni tagli sul corpo ed ogni colpo sferrato dalla povera donna dagli occhi verdi veniva schivato da BloodyFace con grande agilità e grazia, come se stesse ballando. Di questo la donna rimase molto colpita. Continuava ad indietreggiare evitando la maggior parte degli attacchi da parte della ragazza fin quando la sua schiena sbatté contro il tronco di un albero. Vide da vicino il volto mascherato della sua assassina. La maschera bianca piena di macchie rosse faceva risaltare gli occhi azzurri della ragazza. Alla donna mancò un battito. Quegli occhi...quei profondi occhi azzurri... La giovane sferrò un pugno dritto al petto della donna. Ma non la colpì. Un'altra donna, sempre trasandata come la prima, l'aveva spinta via facendola rotolare a terra. Impugnava un coltello. Mentre la donna dagli occhi verdi guardava incredula la ragazza stesa per terra, quella armata si avvicinò alla proxy e le disse -Nessuno tocca la mia sorellona...nessuno- per poi saltarle addosso ma BloodyFace le diede un calcio in pancia sbalzandola alcuni metri più in là. Sentendo il tonfo del corpo dell'amica, la donna si riprese ma quando si voltò era già troppo tardi. Vide la ragazza mascherata sul corpo della donna e la lama del tirapugni era conficcata nella gola dell'amica, fece schizzare alcune gocce di sangue sulla maschera per poi alzarsi ed allontanarsi. La donna allora, accecata dalla rabbia, corse in direzione del cadavere dall'amica, le diede un bacio sulla guance e le chiuse gli occhi, versando alcune lacrime sul suo viso-Sis...- sussurrò. Prese il coltello accanto al corpo della donna. Scattò velocemente verso la ragazza e le saltò addosso, buttandola a terra. BloodyFace gemette dal dolore ed i suoi due pupazzi uscirono fuori dalla tasca. La ragazza guardò i suoi peluche -Foxy! Chica!-. I suoi occhi si riempirono di lacrime. La donna impallidì. Erano uguali. Quei pupazzi erano uguali ai suoi. Gli occhi...i peluche...tutto questo non aveva senso. La proxy spinse via violentemente la donna e riprese i due animaletti abbracciandoli. -D-dove hai preso quei pupazzi?- esordì la donna e la ragazza rispose seccata -sono miei...sono miei e solo miei-. BloodyFace, piena d'ira ed odio, si fiondò sulla donna che, con grandi riflessi, tagliò via la cordicella della maschera. E la vide. Vide quei tratti delicati, così simili ai suoi e quegli occhi azzurri come il cielo, così simili a quelli della persona che più aveva amato in vita sua. -Marta..sei tu?- la ragazza strabuzzò gli occhi. Come faceva quella donna a sapere il suo vero nome. Lo sapeva solo Slenderman. -Come fai a sapere il mio nome?- la donna si avvicinò alla ragazza -Te l'ho dato io...prima a lui non piaceva ma poi ha detto che ti calzava a pennello, vero amore?- la donna si voltò alla sua destra e sorrise aspettando una risposta mentre la giovane proxy la guardava incredula -vuoi insinuare che tu sia...no, mi hanno abbandonata e l'unico a volermi è stato il mio Master! Tutto questo non è possibile!- disse lei digrignando i denti -no..no tesoro..noi ti amavamo..è stato lui a portarti via da noi- -Bugiarda!- gridò in lacrime lei -Marta, ascoltami, io sono tua mad...- -STA ZITTA!!!- urlò BloodyFace e trafisse la donna al petto. La donna la strinse in un abbraccio -che stai facendo?!? Perché mi abbracci?! Lasci...- -Sshh bambina mia- la donna, che respirava a fatica, iniziò a darle piccole pacche sulla schiena, come faceva quando era piccola. -I pupazzi te li ha fatti tua zia, ricordi i giochi che facevamo? Gli sguardi amorevoli di tuo padre? Le canzoni che ti cantavo?-. BloodyFace, o per meglio dire Marta, iniziò a lacrimare. Nella sua mente riaffioravano tanti piccoli ricordi, tanti piccoli frammenti e si ricordò dei dolci occhi verdi di sua madre. Gli stessi occhi della donna che aveva appena trafitto. -Mamma...- la giovane strinse la madre a se -cosa è successo? Dov'è papà?- la donna, con il respiro sempre più affannato e con le forze che l'abbandonavano, disse -Tuo padre...è stato ucciso....da Slender quando ti portò via...ed io, insieme...tua zia, sono rimasta qui...perché sento la sua anima...ma presto lo raggiungerò. Adesso lui è qui accanto a noi...- -No...no mamma non dire così e non sforzarti- disse la ragazza in lacrime ma la madre la fece cenno di fare silenzio -Non importa bambina mia...sono felice di averti potuto incontrare...mi dispiace di non essere riuscita a proteggerti da quel mostro...- la donna strinse ancor di più la figlia che ebbe quasi la sensazione che altre due braccia le stessero stringendo. Sentì la presenza di suo padre in quel momento. La sua vera famiglia era lì...per poco. -Ti voglio bene Marta- disse la donna dagli occhi verdi per poi esalare l'ultimo respiro. La ragazza strinse il corpo senza vita della madre piangendo. Dopo di che affiancò il suo cadavere a quello della zia e lasciò dei fiori sui loro corpi. Legò l'elastico della maschera, la indossò e si diresse verso la SlenderMansion. Aveva bisogno di risposte. E di vendetta. Arrivò velocemente alla grande villa. Cercò il suo maestro. Incrociò tanti dei suoi amici che la salutarono calorosamente ma lei non rispose, la sua mente era altrove. Finalmente trovò il Master e richiamò la sua attenzione. La creatura si avvicinò -Come è andata la tua prima volta fuori? È andato tutto bene?- -Beh-esordì lei -si...a parte il fatto che ho incontrato mia madre e lo uccisa. Tu mi hai mentito!! Avevi detto che ero stata abbandonata! E invece i miei genitori mi hanno sempre voluto bene! E tu hai ucciso mio padre!!- la ragazza fremeva di rabbia e senza pensarci due volte saltò addosso allo slender. Lui la prese per il collo -Non ribellarti, mia diletta, o dovrò farti del male- l'avvertì ma lei gli ringhiò contro -non mi importa ciò che mi farai ma mi ribellerò sempre dopo ciò che hai fatto alla mia famiglia!- lui strinse di più il tentacolo intorno al collo della giovane -Pentiti- -Mai!-. Il cuore di BloodyFace si fermò. Era stata trafitta. Il suo corpo senza vita cadde al suolo e la ragazza chiuse gli occhi. -Svegliati, bambina mia svegliati- disse la voce di una donna. -m-mamma- la ragazza aprì gli occhi. Era immersa in una strana luce e su di lei erano chinate due figure. Lei strinse gli occhi per vedere meglio. Una donna dagli occhi verdi e uomo dagli occhi azzurri le sorridevano. -Mamma? Papà?- chiese lei -Si mia piccolina- disse il padre -ma...dove siamo?- chiese ancora lei -non credo che importi, perché adesso siamo insieme- rispose la madre. La ragazza si mise in piedi e guardò i genitori per poi stringerli. Non le importava dove fosse o cosa fosse successo. Era con la sua famiglia. -E non ci saluti eh marmocchia?- chiese un'altra voce femminile. -Zie!!- alla ragazza si illuminarono gli occhi vedendo le due donne avvicinarsi ed abbracciarla. Lei sorrise mentre delle lacrime le solcava il volto. Adesso erano di nuovo tutti insieme. Era di nuovo a casa. //*si asciuga le lacrime* Si,piango da sola ogni volta: Siete davvero arrivati alla fine wow *^* Alloranon er acosì terribile,no? Grazie mille ancora! Lady **
  
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