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Autore: _rei_chan_11_    09/12/2015    2 recensioni
Qual'è il modo migliore di festeggiare la fine di quattro lunghissimi anni di università se non con una bella gita con i propri compagni? E questo è quello che decidono di fare Akira, Takanori, Kouyou, Yuu e Yutaka, cinque amici diplomati da poco. Sarebbe tutto magnifico, se non fosse per quelle strane macche di sangue che compaiono sui muri della casa di vacanza dopo un paio di giorni di alloggio....
" Mi appiattisco contro la parete affrescata, cercando di allontanarmi il più possibile dall'ombra che mi viene incontro. Non posso scappare, sono in trappola. Il profilo affilato di un coltello gocciolante mi fissa e io fisso lui, incapace di fare altro.
-Perchè, Akira...perchè...- mormora una voce incrinata dal pianto, o dalla pazzia. La figura entra nell'unico spiraglio di luce, dato da una finestra rotonda sul soffitto a volta, illuminandosi il viso dalle guance sporche di sangue. Il respiro mi si blocca a metà, fra le labbra e la gola."
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aoi, Kai, Reita, Ruki, Uruha
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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??????'s POV

"Hey, raggiungimi sul retro. Ho una bella sorpresina per te..." invio il messaggio.
La luce del bagno è ancora accesa, Kouyou si starà ancora facendo la doccia. Ora devo solo pregare che venga difilato da me, senza passare prima dalla camera da letto. La lampadina giallastra si assopisce lentamente, segno che è stata spenta.
"Ti prego, ti prego, ti prego..." supplico fra me e me. Se anche solo una cosa dovesse andare storta dovrò inventarmi qualcos'altro. Qualcuno accende la lampada di carta arancione in salotto, quella accanto all'appendiabiti. 
"Sì!"
Sarà sicuramente andato a prendere il cappotto e forse anche un ombrello, dati i minacciosi nuvoloni scuri che coprono la luna piena. Non mi resta che attendere pazientemente qualche minuto. Più facile a dirsi che a farsi. Spero faccia presto, queste stupide scarpe mi stanno uccidendo. Mi alzo di più il colletto dell'impermeabile, sistemo meglio il cappello e controllo per l'ennesima volta di avere tutto: corda, bavaglio e coltellino. Perfetto. Dei passi felpati, appesantiti dagli stivali di gomma per la pioggia, si avvicinano velocemente, seguiti dalla solita voce morbida e calda di Kouyou che mormora:
-Yuu-chan? Sei qui?-
Si affaccia dal muro, guardandosi in giro e aguzzando lo sguardo. Sorride alla mia vista venendomi incontro.
-Yuu! Eccoti! Che ci facciamo qui? Sta anche per mettersi a piovere.-
Prima che continui a parlare lo prendo con forza per le spalle e lo sbatto contro il muro, bloccandogli i polsi con una mano e la schiena con un ginocchio. Sfodero il coltellino, utile solo per minacciare, non farebbe del male a una mosca da tanto è rovinato, sfiorandogli l'orecchio con il naso e sussurrando un semplice:
-Sssssssshhh....-
Allontano lentamente la lama dalla sua gola, prendendo invece la corda e legandogli le mani, per poi passare al bavaglio e tappargli una volta per tutte la bocca.
Rimanendo sempre alle sue spalle, lo strattono, costringendolo a camminare nella direzione da me decisa, verso le scalette che portano in cantina. Nei sotteranei ci sono due stanze, una, molto più piccola e dalle pareti ricoperte di scaffali di alluminio, dove ci sono tutte le scorte di cibo possibili ed immaginabili, e un'altra, decisamente più grande e principalmente vuota, se non fosse per un paio di sedie di legno e paglia, il tosaerba e vari attrezzi da lavoro, come martelli, trapani, cacciaviti,...
Mi dirigo nella seconda. Lo faccio scendere nel buio, facendolo subito sedere sulla sedia, precedentemente preparata al centro della stanza, e preoccupandomi di legarlo ben bene. Non deve scappare per nessun motivo. E sarà meglio che non si metta ad urlare o potrei soltanto prolungare la sua tortura. Sostituisco il bavaglio con dello scotch di tessuto argenteo, molto più efficace quando si tratta di zittire qualcuno. Potrei tranquillamente strappargli le labbra, togliendolo con la giusta forza. Quelle dannate labbra...
Finalmente mi decido ad accendere la luce, non senza avergli fatto perdere l'orientamento ed averlo stordito per bene, nonchè ovviamente terrorizzato a morte.
La lampadina, scoperta, bianca, freddissima, acceccante, lampeggia un paio di volte prima di stabilirsi e dondolare leggermente da una parte all'altra, come una sorta di occhio di bue, posto esattamente sopra a Kouyou. Mi godo la vista del suo volto spaventato, le sue pupille stressate dalla luce, il suo corpo tremante. Mi lascio vedere, facendo cadere a terra cappello e impermeabile. Lo vedo spalancare gli occhi e mugugnare qualcosa dietro alla prigione che ingabbia ogni sua parola, lamento o strillo. Peccato, non avrò il piacere di assaporare le sue urla di dolore e le sue continue preghiere per far cessare l'agonia che lo aspetta.
-Sorpreso?- chiedo semplicemente, non aspettando alcuna risposta. Faccio qualche passo verso di lui, una calma imperturbabile a dipingermi il viso, sferrando il primo colpo. Uno schiaffo in piena faccia. L'angolo destro delle mie labbra si piega e si tende, andando a formare un inquietante ghigno , che si trasforma ben presto in un sorriso compiaciuto. Gliene tiro un altro, sentendo le mani formicolarmi e un senso di soffisfazione riempirmi. Ad ogni botta una nuova lacrima gli bagna le guance, i primi segni di sangue ed ematomi compaiono sul suo viso e mi sporcano le mani. E la mia voglia di vendetta cresce. Comincio a colpire con più convinzione, prendendoci gusto e provando un enorme liberazione. Finalmente la mia piccola vittima comincia a farsi sentire, scalcia leggermente, per quanto gli sia permesso dalle corde, e geme di dolore. Gli prendo in una mano il viso ormai tumefatto e gli stringo forte le guance, fino a sentire la sua dentatura pressocchè perfetta premere contro i miei polpastrelli.
-Non osare fiatare.- mormoro, fissandolo dritto negli occhi rossi e velati di pianto. 
Proseguo imperterrito, abbassando il tiro e colpendolo alla cassa toracica, più e più volte, fino a sentire le ossa icrinarsi. Mi fermo giusto per qualche secondo, per godermi la vista del mio dolce martire che ciondola la testa da una parte all'altra, con espressione stanca e sofferente, ormai incapace di tenerla su da solo. A quel punto decido di strappargli letteralmente di dosso l'impermabile che ancora indossa, preso da una forza a dir poco maniacale. Apro invece la zip della felpa con una calma quasi più stressante e più dolorosa delle mie precedenti mosse. Sotto indossa ancora una t-shirt, che stringo in una mano e tiro, fino a sentirla tendersi e poi strapparsi contro la sua spina dorsale sporgente, provocandogli dei lunghi guaiti di dolore. A quel punto prendo in mano un grosso coltellaccio da cucina e mi avvicino alla smerigliatrice da banco. La accendo e perdo qualche buon minuto per affilare al meglio la lama, facendola scorrere lentamente lungo la ruota. Gli occhi spaventati di Kou seguono febbrili ogni mio movimento con sguardo alquanto preoccupato. Spengo la smerigliatrice e torno da lui, agitando il coltello di qua e di là e facendolo scintillare sinistramente. Gli prendo la mano sinistra, la accarezzo con il dorso dell'arma, senza fargli il minimo graffio. Voglio solo alimentare la sua paura. E poi, molto lentamente, comincio ad incidere un qualche taglietto leggerissimo con la punta. Sulle nocche e sulla parte più esterna del polso. Man mano che mi faccio più violento, rimanendo comunque sulle ferite superificiali, Kouyou comincia ad urlare sempre più forte, per fortuna zittito dallo scotch. Quando comincio a lasciar correrre la lama lungo tutto il giro del suo polso, distoglie lo sguardo, stringendo gli occhi e i pugni, facendosi così solo più male.
-Guardami.-
Ma non mi ascolta. Mi alzo in piedi, prendendogli il volto con le unghie, conficcandole con forza nelle ferite.
-Ti ho detto di guardarmi. O prolungherò la tua tortura. Conosco metodi che tu neanche immagini. E non sono affatto piacevoli.-
A quella minaccia non osa più distogliere lo sguardo neanche per sbaglio.
Una volta finito con le mani mi accingo a dargli il colpo di grazia, attaccandolo al petto.
-Sarò veloce, non sentirai quasi nulla.- canticchio con un sorrisino sadico. Appoggio la punta del pugnale improvvisato poco sotto la clavicola.
-O forse no.-

 

 


Akira's POV:

-Non si apre.-
-Come non si apre?-
-È bloccata. È chiusa a chiave. E le chiavi sono sparite.-
Sbianco di colpo con la mascella che ormai sfiora il pavimento. Mi avvento sulla maniglia, la tiro, la torco, tiro spallate su spallate alla porta ma niente, non accenna a cedere.
Siamo bloccati, chiusi in casa con un probabile assassino che si aggira intorno ad essa o, chissà, forse addirittura all'interno.
-Che succede?- chiede Yuu avvicinandosi. Prova ad aprire anche lui la porta ma, ovviamente, nulla accade.
-C-cosa...- balbetta staccandosi come se scottasse. Scatto in cucina, alla porta che da sul retro, ma anche quella è bloccata. Corro di sopra, schivando all'ultimo secondo Taka fermo sull'uscio, e tento di aprire il finestrone che da sul balconcino. Ancora niente. Provo con tutte le finestre e finestrelle presenti in casa. Tutte sprangate, dalla prima all'ultima.
-Akira...- mi chiama delicato Taka, raggiungendomi nella camera di Yutaka. Rimango appoggiato ancora qualche secondo con la fronte al vetro freddo. Mi tocca una spalla, girandomi verso di lui. Prende le mie mani fra le sue e accarezza tutti i graffi ancora freschi.
-Guarda che ti sei fatto...vieni con me.-
Mi accompagna in bagno, prende disinfettante, cotone idrofilo e due bende abbastanza lunghe e mi medica con attenzione.
-Rischi di prenderti un infezione e, in un momento come questo, non sarebbe proprio il caso.- spiega calmo come la superficie di un lago in un giorno di sole. Lo ringrazio mestamente, muovendo cauto le dita fasciate. Mi accarezza una guancia con due dita, guardandomi tristemente.
-È il minimo che possa fare...se non fosse per te, non so dove saremmo ora.-
Non mi ritraggo a quel contatto di una vaga e goffa dolcezza, anzi, me lo gusto fino all'ultimo istante, prolungandolo di qualche secondo andandogli incontro.
-Dannazione...- borbotto rialzandomi in piedi di scatto. Mi metto le mani fra i capelli, respirando profondamente un paio di volte per calmarmi. Ma non funziona. Sferro un pugno al muro, in preda al nervosismo.
-Akira...smettila. Ti fai male.-mi ferma Taka.
-Io...io non so cosa pensare. Non so cosa fare. Voglio solo uscire di qui e portarvi via tutti.-
-Lo vogliamo tutti quanti...- mormora abbassando la testa.
-Torniamo dagli altri.- decido dopo aver camminato su e giù per la stanza per un tempo indeterminato sotto lo sguardo attento di Taka, che annuisce in segno di assenso e mi segue senza dire altro.
Yutaka e Yuu sono ancora in cucina. Propongo di spostarci in salotto, loro due sul divano, Taka seduto a gambe incrociate per terra e io appoggiato al muro, accanto al camino.
-Penso che un punto della situazione sia necessario...c'è stato molto casino nelle ultime ore e siamo tutti un po' confusi.- dice Yutaka serio come non mai, per poi continuare senza aspettare risposta:
-Stamattina ci siamo svegliati e Kouyou era già sparito.-
-S-sì...mi sono svegliato e non l'ho trovato al mio fianco. E sono subito venuto ad avvertirti.- completa Yuu, cercando di dare il suo contributo, sebbene con voce malferma.
-Io sono venuto a scoprirlo dopo poco, per via del trambusto che stavate facendo voi due.- dice Taka.
-Giusto, sei venuto a chiederci che stava succedendo e, dopo avertelo spiegato, sei subito andato a svegliare Akira per farci dare una mano.-
-Confermo.- mormoro senza muovermi dal mio cantuccio.
-A quel punto abbiamo provato a chiamarlo sul cellulare, ma nessuno rispondeva. Il segnale c'era?- chiede Yuta, rivolgendosi a Yuu.
-All'inizio andava e veniva, poi l'ho perso definitivamente.-
-Ok. Dopo ciò Akira ha deciso di andare a cercarlo e tutti lo abbiamo accompagnato, dividendoci. Voi avete trovato niente nel bosco?-
-Nulla.- rispondo.
-Noi neanche. Fino a quando non abbiamo trovato quelle macchie di sangue sul muro della casa. A giudicare dalle condizioni, come detto da Aki, era ancora abbastanza fresco ed è colato lungo la parete, non perchè fosse molto, ma per via della pioggia. Se però fosse schizzato mentre già pioveva si sarebbe lavato via subito, senza lasciare alcuna traccia. Quindi, se è successo qualcosa lì, deve essere capitato poco prima che si mettesse a piovere. Qualcuno sa verso che ora è cominciato il temporale?-
-Io. Abbiamo cominciato a mettere in ordine che erano circa le undici e mezza, Kouyou, Taka e Yuu sono saliti subito in camera, dichiarandosi "stanchi morti", mentre io e Yutaka siamo stati in cucina a ripulire un paio di cose e bere un caffè. Io mi sono addormentato verso l'una, e il temporale era giusto all'inizio.-
-Perfetto. Quindi tutto dev'essere capitato tra le undici e mezza e l'una. Cosa è successo in quell'ora e mezza?-
-Kouyou era andato a farsi una doccia, ma nell'altro bagno, quello con il box, quindi è stato posto nella vasca successivamente.- ci informa Yuu.
-Un'informazione molto importante. Tu che hai fatto, Taka?- continua Yutaka, prendendo nota mentalmente di tutto quello che diciamo.
-Io sono andato subito a dormire, ero molto stanco.-
.E tu, Yuu?- chiedo io, con una goccia di veleno nella voce, interrompendolo. Dopo un secondo di silenzio, lo vedo squadrarmi dall'alto al basso:
-Non sospetterai seriamente di me?-
-Non ho mai detto questo.-
-L'hai fatto intendere.-
A questo non rispondo, dandogli la possibilità di scagliarmisi contro. Balza in piedi, puntandomi un dito contro e gridando:
-Akira...come puoi?! Lo sai perfettamente, amavo Kouyou più di me stesso! Non ti permetto di insinuare una cosa del genere! Se avessi potuto mi sarei volentieri sacrificato per lui, piuttosto che fargli fare una fine tanto ignobile!-
-Calmati gattino, non ho insinuato nulla.- sibilo fulminandolo. Stringe le labbra, passando dal colorito grigiastro ad un rosso acceso, e chiude le mani a pugno, tenendole rigide lungo i fianchi. Faccio qualche passo in avanti, preparandomi già a placcarlo, se dovesse decidere di attaccarmi.
-Non osare mai più dire, o anche solo pensare-...- sputa astioso, avvicinandosi a due centimetri dalla mia faccia.
-Ti ho detto di calmarti.-
-Ragazzi, basta. Non è il momento di litigare.- ci ferma Yutaka mettendosi in mezzo.
-Non te lo permetto!- strilla ancora, alzandosi sulle punte dei piedi per guardarmi oltre la spalla di Yuta.
-Smettila di urlare al nulla! Fai l'uomo e reagisci! Non hai fatto altro che piangere, è così che dimostri il tuo amore e la tua dedizione per Kou, eh? Eh?!- gli rispondo a tono gonfiando il petto.
-Ho detto basta!- ci riprende nuovamente Yuta, spingendoci lontano l'uno dall'altro.
-Evitiamo di scannarci a vicenda, non serve a nulla. Vogliamo altri feriti, o peggio, morti? Non mi pare il caso.-
Yuu torna a sedersi stringendo un cuscino, ringhiando.
-Io sono andato in camera ad aspettarlo e ho finito con l'addormentarmi all'immprovviso. Sono collassato sul letto, anche per via dell'alcohol.- risponde infine borbottando.
-D'accordo. Qualcuno ha notato altri dettagli significativi?-
-Gli stivali ed il cappotto di Kouyou sono spariti. Ieri sera c'erano, stamattina non più.- mormora Taka abbracciandosi le ginocchia e appoggiandoci il mento.
-Avete sentito qualcosa? Urla, botti, singhiozzi,..?-
Scuotiamo tutti la testa. Niente di niente.
Uno strano rumore spezza il silenzio.
-Che cosa è stato?- chiede Taka terrorizzato.
-N-non lo so...- balbetto guardandomi in giro.
-Sembrava venire da sopra...- sussurra in un soffio.
Ci congeliamo per qualche minuto, in attesa di altri suoni.
-Lo sentite? Qualcosa sta scricchiolando.- dico tendendo un'orecchio.
-Oddio, quelli erano passi?!- esclama Takanori sobbalzando. Si allontana dalla porta gattonando, e si arrampica sui miei pantaloncini, per andare a nascondersi dietro di me.
-...dovremmo andare a controllare...- propongo scivolando silenzioso.
Apro la porta con cautela e do un'occhiata al corridoio. Non c'è nulla. Salgo le scale con estrema lentezza, con Taka tutto tremante accodato. Al secondo piano giriamo per tutte le stanze almeno due volte ma non troviamo nessuno.
-Ci manca solo il solaio.- sospiro preoccupato.
-D-dobbiamo proprio...?-
-Se non ti va, non devi venire.-
-N-no...non voglio lasciarti da solo.-
Prendo il coraggio a due mani e mi arrampico sulle scalette pericolanti che scendono dal soffitto, armato di torcia presa in prestito dal cellulare. Apro con cautela la botola che funge da "porta" e infilo la testa nell'oscurità. Faccio un po' di luce in giro, non sembra esserci nulla. Mi isso sul pavimento e do una mano a Taka a salire. Ad ogni nostro passo il pavimento fatto di assi di legno ormai vecchie scricchiola inquietante. Sembra di stare in un film horror.
-Akira...vedi nulla?- sussurra il piccoletto.
-No...è troppo buio...- rispondo allo stesso modo.
Ci fermiamo proprio al centro, in perfetto silenzio, in attesa di un qualsiasi movimento, pronti a scappare.
-Cos'era?!- si trattiene dall'urlare.
-Sembravano delle unghie...che grattavano sul cartone.- dico sottovoce dopo aver ascoltato a lungo.
-Oddio...siamo spacciati.- piagnucola stringendosi a me. Alzo gli occhi al cielo, nascosto dal buio. Una delle pile di scatole poco lontano da noi casca per terra con un gran fracasso. Mi scrollo di dosso Taka in tutta fretta facendo qualche passo in quella direzione. Illumino la zona dicendo:
-C'è qualcuno?- aspettandomi pure che quel "qualcuno" mi risponda. Che idiota.
Mi avvicino ancora di un poco, ritrovandomi ormai in mezzo agli scatoloni. Qualcosa di peloso si struscia contro le mie gambe miagolando.
-Ma...ma quello è un gatto!- esclamo. Mi abbasso ad accarezzargli la testolina.
-Era lui che faceva tutto quel rumore! Chissà da quanto è chiuso qua dentro...portiamolo di sotto.-
Lo prendo in braccio e ridiscendo le scale con una mano sola, subito seguito da Taka. Torniamo in sala dagli altri.
-Akira...dove cavolo l'hai trovato quel gatto?- chiede Yutaka grattandosi la nuca perplesso.
-Era rimasto chiuso in solaio, l'abbiamo trovato lì. Sembra così spaventato...- mormoro facendogli "pat pat" con la punta di un dito sul nasino bagnato.
-Che carino...- sussurra Yuu carezzandogli il pelo bianco. Zampetta un po' in giro, annusandoci con discrezione ogni qualvolta ci passa vicino e lasciandosi  coccolare da tutti, tranne che da Taka. Ogni volta che allunga una mano per toccarlo, il gattino si ritira soffiandogli e rizzando il pelo.
-Dovremmo dargli un nome.- sorride Yutaka prendendolo sulle sue ginocchia.
-Già...che ne dite di Shiroi?- propongo, in mancanza di idee migliori.
-Non sarà il nome più originale del mondo...ma penso che possa andare.-
Momentaneamente rilassati dalla presenza di Shiroi, riusciamo a distendere i nervi e pensare con più lucidità.
-Bene...ora che facciamo?- chiede Yuu, tremando ancora leggermente.
-Penso nulla...dobbiamo solo aspettare che qualcuno si accorga che c'è qualcosa che non funziona. Non appena uno dei nostri genitori proverà a chiamarci e sentirà che non c'è campo si allarmerà sicuramente, e verranno a vedere come stiamo. Nella peggiore delle ipotesi se ne accorgeranno tra due settimane, quando non ci vedranno tornare a casa. Noi dobbiamo solo pensare a sopravvivere fino a quel giorno. Se rimaniamo uniti non dovrebbe essere così difficile.- risponde Yutaka. Rimaniamo tutti immersi in un mesto silenzio. 
-Hey ragazzi, abbiamo affrontato di peggio. Tutti insieme ce la faremo!- cerca di spronarci. Non è vero, e lo sa anche lui. Dobbiamo solo sperare in un colpo di fortuna.
L'ora di pranzo è già passata da un pezzo, ma nessuno ha fame. Personalmente, mi sento stanchissimo, vorrei tanto poter andare a dormire. E a giudicare dalle facce degli altri sono nella mia stessa condizione. Resistiamo ancora qualche ora, rivolgendoci qualche debole parola di tanto in tanto, ma finiamo con l'addormentarci dove siamo, gli uni contro gli altri.
Ci risvegliamo solo a notte fonda, il temporale che come ogni notte impazza e scuote le finestre.
-Yu...Yutaka...- mormoro pigramente dandogli una bottarella sul ginocchio.
-Mhm?-
-Do...dovremmo...al...alzarci...- dico, russando per metà.
-Già...dovremmo...-
Mi decido ad aprire del tutto gli occhi, sbadigliando e stiracchiandomi. Il pavimento è meno comodo di quanto pensassi.
-Taka...ci siamo addormentati in sala, dobbiamo andare a letto, non possiamo stare qui...- lo sveglio, mentre Yuta si occupa di Yuu.
-Eh?- biascica, completamente in coma. Allunga fiaccamente una manina leggermente schiusa verso di me, cercandomi ad occhi chiusi. Gliela prendo e la guido al mio collo, insieme all'altra, per poi prenderlo in braccio e portarlo di sopra, in camera sua. Accendo la luce con il gomito e scosto le coperte con un piede. Sto per posarlo sul materasso quando un fulmine, seguito da un potente tuono, lo sveglia definitivamente. Mi stringe fortissimo, rischiando di soffocarmi, con un urletto strozzato.
-I-il temporale? A-ancora?- balbetta guardando spaventato la finestra che si illumina ad intermittenza.
-Vuoi stare con me?- chiedo, anticipandolo e levandolo dall'imbarazzo il prima possibile. L'ultima volta non mi ha dato alcun fastidio, è tanto piccolo e silenzioso che è come non averlo. Annuisce timidamente. Spengo la luce e torno sui miei passi. Lo poso sul letto, lanciandogli il suo pigiama, precedentemente recuperato, e mi cambio velocemente. Ci infiliamo subito sotto alle coperte, stanchissimi.
-Sai, Akira...- sussurra fievolmente Taka dopo qualche minuto di silenzio -...s-sono felice di essere qua con te. Ho così tanta paura, che possa succedermi, e succederti, qualcosa, e starti vicino mi fa sentire più tranquillo. Infondi tanta sicurezza. Sembra che niente possa farti del male.-
-Non devi preoccuparti di nulla, Taka. Finchè staremo tutti insieme uniti non potrà accaderti niente di brutto. Ci siamo noi a proteggerti.- lo rassicuro lisciandogli i capelli con le mani.
-Grazie...- soffia arrossendo leggermente. Si gira, dandomi la schiena, un po' a disagio, raggomitolandosi su sè stesso.
-Che freddo...- si lamenta fra sè e sè. Io sto sublimando dal caldo, condividere un po' del mio calore non è nulla di male, no?
Mi avvicino pian panino e annullo la distanza fra i nostri corpi attirandolo a me per i fianchi strettissimi e ossuti. Lo avvolgo con le braccia, finendo con il naso in pieno nei suoi capelli, ma non mi dispiace; hanno un buonissimo odore. Sussulta visibilmente e si irrigidisce tutto d'un colpo.
-Va meglio?- chiedo sottovoce, direttamente nel suo orecchio.
-S-sì...- balbetta senza fiato.
-Bene...- sospiro mettendomi più comodo. È davvero minuto, ma non è spiacevole da abbracciare, anzi, sembra di avere un orsetto tutto profumato fra le braccia .
Dopo un buon quarto d'ora, credendomi addormentato, le sento prendere una delle mie mani, la più vicina al suo viso, fra le sue, nettamente piû piccole e affusolate, e accarezzarmi ogni dito, massaggiando piano i calli, causati dalla palestra e dalla chitarra, e tracciando dei piccoli cerchi su tutto il palmo. Lo lascio fare. Non notando alcun movimento o lamento, avvicina la punta di ogni dito alle labbra e ci posa un tenero bacetto a stampo. Ha delle labbra così morbide, persino più di quelle di Kou. Un pensiero con un non so che di malato balena nella mia testa, ma mi costringo a scacciarlo in men che non si dica, ardendo di imbarazzo.
Continuando a giocherellare con la mia mano, Taka si appisola nuovamente. Ma io non riesco a riprendere sonno. Rimango sveglio per ore, minuti, o forse solo pochi interminabili secondi, facendo la veglia sul piccoletto, abbracciandolo più stretto ogni qualvolta si agita in sogno per calmarlo ed evitargli un brusco risveglio.
Ma...c'è qualcosa che ancora non mi torna. La morte di Kou è davvero qualcosa di troppo strano, troppo fuori dal normale, troppo impossibile. Non abita nessuno da queste parti, perchè mai un assassino dovrebbe trovarsi in una zona tale? Ma sopratutto...che cosa vuole da noi?!
Perchè Kou, perchè questa casa, perchè in questi giorni...tanti, troppi, perchè senza una risposta. E chi potrebbe essere? Non è un pazzo omicida, o, una volta trovato il modo di entrare per riporre il corpo di Kou, non avrebbe risparmiato tutti noi. È più intelligente di quanto pensiamo. E deve conoscerci alla perfezione. Ha un piano ben preciso, è tutto così perfetto, come già detto, chirurgico, non una sola cosa fuori posto, non mezzo indizio, lasciato anche solo per sbaglio, nulla.
Forse dovrei cercare qualcosa sull'unica cosa che siamo certi abbia toccato, ovvero Kou. La sola idea di rientrare in quel bagno mi da il voltastomaco, ma devo farlo. Per Kou, per noi, per Taka. Forse scoprendo chi, ma sopratutto i piani dell'ipotetico assassino, riusciremo a trovare un modo per scappare. O, quantomeno, per sopravvivere. Solo due settimane. Possiamo farcela. Dobbiamo solo capire cosa ha in mente questo tipo e basterà rispondere in anticipo ad ogni sua azione. È anche possibile che si scoraggi e ci lasci stare, o almeno lo spero.
Una volta accertatomi che Taka stia dormendo, mi districo dalla sua presa delicata e sgattaiolo in fondo al corridoio, prendendo una felpa al volo. Apro con cautela la porta e mi infilo nel bagno. Mi rimbocco le maniche e comincio ad analizzare, trattenendo i conati.
"Akira, fai l'uomo! Che sarà mai un po' di sangue! Ne vedrai molto di più in tutta la tua vita, su!" cerco di spronarmi da solo. Sul suo viso sono chiari i segni di ematomi, tipici da cazzotto. Quindi è stato preso e torturato a mani nude. Mi sembra ovvio che sia stato un uomo, una donna non riuscirebbe mai a fare una cosa del genere. Anche se...non si sa mai. Le labbra, che a prima vista mi sembravano semplicemente tagliate, come fossero state morse, sono in realtà state quasi "strappate via". Ha come tante piccole micro-abrasioni anche sulla zona intorno alla bocca. Decido di aprirgli la felpa, per valutare le condizioni del corpo. Sotto non porta nulla, molto strano, e la prima cosa che mi si para davanti è un lungo graffio, profondo quanto basta per farlo morire dissanguato, che gli attraversa tutta la cassa toracica obliquamente, fino all'ombelico. Il percorso che però traccia non è quello di un movimento animalesco, anzi, è di una eleganza nel tocco che ho visto a pochi. Un'opera d'arte, metaforicamente parlando. Anche le mani, sono state graffiate allo stesso modo, anche se con più delicatezza, all'altezza di tutte le nocche e il giro dei due polsi. Troppo preciso. Troppo. Mi preparo a lasciare la stanza, non senza prima passare le mani varie volte nell'acqua ormai putrida, per tutta la lunghezza della vasca, alla ricerca di qualcosa, non so neanche io cosa, qualsiasi cosa. Qualcosa di metallico e abbastanza pesante picchia contro le mie dita. Lo afferro al volo e lo tiro fuori. È il cellulare di Kouyou! Un vecchio modello, ancora con i tasti, se asciugato e rimontato a dovere dovrebbe ancora funzionare! Lo lascio sgocciolare per bene, prendo un asciugamano e mi trasferisco al piano di sotto, nel bagno utilizzabile. Lo apro, tiro fuori le varie componenti e le asciugo prima con l'asciugamano, facendo attenzione a non lasciare peletti da nessuna parte, e poi con il phon, impostato sull'aria fresca. Dovrei metterlo in un sacchetto di riso ed attendere un'intero giornata, ma non posso aspettare. Devo provare ad accenderlo e sperare che non vada in corto circuito. Lo rimetto insieme e clicco sul bottone centrale incrociando le dita. Lo schermo lampeggia un paio di volte, prima di stabilirsi e far comparire la marca del cellulare al centro. Esulto in silenzio, attenendo pazientemente che si accenda del tutto. Mi avvento prima di tutto sulle chiamate, ma non trovo nulla, l'ultima chiamata risale a tre giorni fa ed è di Yuu. Provo con la segreteria telefonica, l'ultimo messaggio che trovo è il mio, saturo di lamentele per il loro, o meglio, il suo, ritardo il primo giorno di vacanza. Con le speranze che vanno ad affievolrirsi pian piano tento con gli sms, sperando di trovare finalmente qualcosa. E, questa volta, sembra che la fortuna sia dalla mia parte. L'ultimo messaggio risale a ieri notte, alle 23:52. Il giorno e l'orario coincidono. Leggo velocemente l'sms, ma non sembra nulla di strano. Anzi, è un modo di scrivere che conosco molto bene...
Leggo il mittente e il mio cuore si ferma per qualche secondo, facendomi perdere il fiato.
È Yuu.

Note dell'autrice:
DA DA DANNNN
Colpo di scena!
*si ricompone*
Heilà! Finalmente, dopo mesi e mesi di attesa anche Bloody Desire è stata aggiornata! Niente da fare, al momento, questa è decisamente la mia preferita. Amo scrivere questo tipo di coseeejdahfjkkjlsbkl *scleri*
La faccio breve breve breve, solo un veloce ragguaglio su quelle che saranno le pubblicazioni: prima di tutto, comincerò a buttare giù il capitolo bonus di "Is this a...baby?!", così da chiuderla (FINALMENTE) e poterla accantonare, poi metterò la seconda parte del capitolo di "Oh, my master...", la storyline è già pronta e anche alcuni pezzi, devo solo assemblarli e finirlo. Non so quanto tempo potrebbe prendere ma contando che da giovedì 24 sono a casa, in vacanza, con un beneamato cavolo da fare, non penso dovrete aspettare moltissimo!
Quindi...spero che il capitolo vi sia piaciuto! Recensioni e commentini sono sempre ben graditi, ormai lo sapete :33
Ci si vede!

Reichan :3

  
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