10/12/2015
1 recensioniNever let me go.
In questa gelida notte ricordo di te, in questa gelida notte ricordo di noi.
Ricordo il modo in cui ci siamo conosciuti cinque anni fa, ricordo che inizialmente non mi andavi tanto a genio. Ti trovavo troppo esuberante, troppo allegro, troppo spontaneo, troppo e basta.
Ricordo poi quando ti ho conosciuto davvero, pochi mesi dopo il nostro primo incontro...ricordo di come mi hai stravolto la vita; non pensavo fosse possibile legarsi a qualcuno in modo così profondo e in così poco tempo.
Ricordo di come mi sei entrato dentro, anima e corpo, di come la tua presenza nella mia vita, nella mia quotidianità, sia diventata essenziale nel giro di qualche settimana.
Ricordo di come, per la prima volta nella mia vita, mi sia sentito capito, di come abbia pensato di aver trovato un mio simile, qualcuno con un’anima devastata dalla sofferenza; una sofferenza viscerale che entrambi sapevamo celare sotto le maschere del sorriso e dell’indifferenza.
Ricordo della prima volta che ho guardato nei tuoi occhi, di come mi sia perso in quelle due pozze azzurre, di come mi ricordassero il mare in tempesta. E’ stato quello il momento, forse, in cui ho visto la tua sofferenza, la prima volta che ho scavato oltre la maschera di falsa allegria che ti eri creato…e ho la certezza, che nel medesimo momento, guardandomi negli occhi, nel nero innaturale delle mie iridi, tu sia riuscito a scalfire la maschera di indifferenza che mi ero creato io.
Ma d’altronde si sa, solo chi sa cosa sia la sofferenza, riesce a comprendere la sofferenza altrui.
Ricordo di come i nostri discorsi, dapprima banali siano pian piano divenuti sempre più profondi, di come il parlare con te giorno dopo giorno sia diventato una necessità. Eri l’unico a capirmi davvero, l’unico con cui potevo essere me stesso, l’unico ad aver accesso agli antri più nascosti della mia mente…qualche volta ho addirittura pensato che in un certo qual mondo i nostri pensieri fossero collegati. Il nostro non avere limiti ha rappresentato la libertà nella mia vita, la fiducia che riponevamo l’uno nell’altro mi ha salvato, salvato da me stesso.
Ricordo le promesse che ci siamo fatti, ne ricordo una in particolare; ricordo la frase che mi ha fatto sentire speciale, importante. Era fine Marzo di quattro anni fa, avevamo iniziato a parlare da qualche mese ma era come se ti conoscessi da una vita.
Ricordo che stavo guardando un film a letto, era sera tardi e all’improvviso mi arrivò un tuo messaggio:
“Non abbandonarmi mai”
Ricordo di come il mio cuore, alla lettura di quelle tre semplici parole, abbia smesso di battere per una frazione di secondo. Iniziai a cercare un motivo per lasciarti andare, per chiudere quel rapporto, ma non lo rtrovai e semplicemente ti scrissi:
“Perché dovrei?!”
Quella sera non mi rispondesti e il giorno dopo a scuola, appena il tuo sguardo si incrociò con il mio, capii. Capii che ero diventato necessario per te, che avevi paura di perdermi, che avevo distrutto la maschera che ti eri creato, che ti avevo reso debole. La mia risposta diventò così una promessa, una promessa che, nonostante tutto, mantengo tutt’oggi. Non ti avrei mai abbandonato, non l’ho mai fatto.
NOTE AUTRICE:
Salve, premetto che questa storia non era prevista, nasce da un impulso ed è stata scritta solo per amore della scrittura, diciamo pure "art for art's sake", Prende spunto, per non dire che è la descrizione quasi totale, di un'esperienza personale. Prenderà in considerazione principalmente il punto di vista di Sasuke, sperando non vi dispiaccia. Partendo dal presupposto che è la prima volta che mi cimento in una storia a più capitoli e sulle sensazioni dei protagonisti, ogni recensione e consiglio sono ben accetti. Cercherò di aggiornare il più in fretta possibile e nei prossimi capitoli ci sarà un probabile innalzamento del rating. Spero soltanto di non annoiarvi.
Buona lettura, Chiara <3