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Autore: Kumacchii    10/12/2015    1 recensioni
Hongbin è un tritone che nel molo poco distante dalla città coglie sussurri e parole dei passanti, apprendendo cose della terraferma che altrimenti non saprebbe. Spesso errate, spesso incomprensibili. Eppure tutta la situazione sembra capovolgersi quando Wonshik lo fa uscire allo scoperto, anche se involontariamente.
E' fra le banchine e i piccoli pescherecci che un amore proibito cresce col tempo.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hongbin, Ravi
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: Mpreg
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Nuotava sulla superficie dell'acqua con quella sua solita aria che trasudava curiosità. Ogni giorno si avvicinava al molo molto più di quanto fosse normalmente concesso ai tritoni, eludendo le sentinelle-pesce che popolavano il suo reame. Hongbin, principe e unico erede di Altantica, la mitica città sommersa, aveva in mente un unico pensiero: la terra ferma. Cos'era un piccolo impero in confronto ad un vasto mondo fatto di erba e cielo? Si chiedeva ogni volta come fosse sentire il tepore del sole contro la propria pelle, senza che questa iniziasse a seccarsi e ad invecchiare. Solo i tramonti davano tregua al suo corpo, ma quella poca luce non gli bastava. Era difficile che si accontentasse di qualcosa. Spiando da dietro lo scafo di un peschereccio lì attraccato, Hongbin vedeva per la prima volta il nuovo motivo delle sue fughe occasionali. Un ragazzo dai capelli color pece passeggiava tranquillo sul molo in pietra, calciando sassolini in acqua che colpivano occasionalmente dei piccoli pesci indifesi. Non ci volle molto perché le onde attorno al tritone diventassero più agitate, al pari del suo umore. - Hei, tu! Testa d'alga, non ti hanno fatto niente. - stava praticamente urlando e ciò lo sorprese, in acqua i suoni si espandevano in modo diverso, era la prima volta che osava aprir bocca in superficie. Ovviamente non fece in tempo a coprirsi la bocca e fuggire che i loro occhi si incontrarono e le onde attorno tornarono placide, calme. Un sospiro completamente inconscio gli sfiorò le labbra, al che si dovette prendere a schiaffi mentalmente. Sirene e tritoni erano famosi per innamorarsi una sola volta e a prima vista, non poteva quindi lasciarsi abbindolare da quel bullo da strapazzo. - ..bellissimo..- fu tutto ciò che gli tornò indietro dopo quella sfuriata. Il viso sembrò per un attimo accaldarsi, una sensazione inaspettata ma piacevole, però non ricordava di averla mai provata. - Non.. non tentare di cambiare discorso e scusati! - Il ragazzo dai capelli scuri sembrò riprendersi e realizzare in che situazione si trovava; un ragazzo gli stava chiedendo di chiedere scusa a degli stupidi pesci. - Certo..quando gli asini voleranno, principessa. - Le gote del tritone quasi diventarono viola per l'imbarazzo e la sfacciataggine del ragazzo. - I-Io sono un principe..e si, aspetterò questi Asicosi. - L'umano per un momento non capì se l'altro stesse scherzando o meno, ma nel dubbio diede retta alla spiegazione più logica, scoppiando in una risata fragorosa, eppure doveva ammettere che quel ragazzo diventava sempre più bello. - Ragazzo strano, cosa fai lì in acqua? Non sai che è in arrivo una tempesta? - gli occhi di hongbin si spalancarono per qualche istante, spostandosi poi verso l'orizzonte; aveva ragione, c'era aria di tempesta, eppure non aveva voglia di tornare ad annoiarsi nel palazzo. - Mi..mi chiamo Hongbin. E non sono strano. - Mormorò con tono così morbido da far sentire l'altro un completo idiota ad averlo preso in giro, dovette sforzarsi di credere al riflesso nell'acqua che lo colse a sorridere spontaneamente verso l'altro. - Bene, Hongbin..non hai ancora risposto al tuo Wonshik. - , - M-mio..Wonshik? - ripeté il ragazzo per metà pesce con occhi sempre più grandi, completamente pieni della figura dell'umano e tutto ciò che lo circondava; il modo in cui l'aria gli scompigliava appena i capelli, quel sorriso un po' idiota che gli si era dipinto in viso. Sforzandosi di ingoiare a vuoto mise in risalto le branchie color turchese sul suo collo. - Non posso..io vivo qui. - fu a quel punto che Wonshik, sporgendosi maggiormente dal molo, poté vedere una grande pinna azzurra muoversi nell'acqua, rendendo tutto sempre più difficile da realizzare. - Co..cosa sei? Sei reale? Oddio devo essere scivolato sul molo ed annegato..- Iniziò a dire sempre più spaventato e confuso, guardandosi attorno mentre si massaggiava la testa coperta e intatta, non vedendo nessuno da cui farsi dare un pizzicotto. E alla fine con quei nuvoloni chi si sarebbe sognato di fare due passi? Solo lui. - Sono un tritone..ma ovviamente voi umani non ci conoscete, non sul serio ovviamente..- si sorprese delle sue stesse parole e dell'audacia improvvisa che usò nel parlare. Doveva essere tutto un grande ed enorme segreto. Si guardò attorno, nessuna sentinella-pesce. Se suo padre avesse saputo lo avrebbe rinchiuso per sempre nel castello e obbligato a sposare con una sirena per tenerlo incollato al suo regno fatto di onde e correnti gelide. La pioggia colse entrambi di sorpresa ma nessuno dei due osava fuggire, fare il primo passo per allontanarsi. - C'è una grotta lì, raggiungimi. - L'umano indicò un punto non chiaro al tritone ed iniziò a correre lungo il molo, accertandosi che l'altro lo seguisse dalla superficie scura dell'acqua. Ci vollero pochi minuti perché entrambi trovassero l'entrata dai diversi punti a loro congeniali. Con piccole bracciate Hongbin si fece strada nella piscina naturale creata in quella caverna, uscendo da lì solo per sedersi sul bordo della superficie rocciosa, iniziando a pettinarsi i folti capelli neri con lo scheletro di un pesce. - Io non posso colpire due pesci ma tu puoi usarli come pettine? - , - Pettine? - Domandò in risposta, curioso e allo stesso tempo confuso, guardando immediatamente il ragazzo che, bagnato dalla testa ai piedi, si sedeva affianco a lui. - È ciò che usiamo noi per sistemarci i capelli. - Hongbin annuì seppur non soddisfatto, solo dopo qualche secondo notò che lo sguardo dell'umano si era spostato sui suoi addominali, riportando a galla quel senso di calore che non aveva mai provato prima di quel giorno. - Cosa..cosa guardi? - domandò un po' titubante, facendo evidentemente imbarazzare l'altro che subito tossì per coprire una risata nervosa. - Nu-Nulla..mi chiedevo solo se..quella parte del tuo corpo venisse percepita al tatto come la mia. - , - È qualcosa che hai anche tu? - A quel punto il tritone infilò una mano sotto la sua maglia, facendo sussultare l'altro che poté solo fissarlo con l'espressione più impagabile del mondo. Le dita erano più morbide ed innaturalmente lisce contro la sua pelle, che quasi subiva uno shock termico per via del gelo che emanavano. Si chiese per un istante se avesse mai goduto del sole. Si ricordava di vecchi dipinti ad olio, in cui le sirene prendevano il sole da spiagge desolate. - Puoi..puoi toccare anche tu se vuoi..- quelle parole lo riportarono alla realtà, quel tanto che bastava per ingoiare quanta più saliva avesse ed annuire. Quella creatura, che fino a poco prima credeva un mito, sembrava condividere in parte il suo disagio seppur non lo lasciava trasparire. Erano entrambi curiosi di scoprirsi. La sua mano, ruvida e calda, si precipito a toccare gli addominali che del tritone; erano qualcosa di inspiegabile, levigati e duri come pietra, tutto di lui sembrava gridare la frase: "troppo bello per essere vero". Per l'ennesima volta si ritrovò a sorridere, ma questa volta c'era qualcosa di diverso nel modo in cui respirava, lo sentiva lui stesso e per questo si sentiva un maniaco. Si stava eccitando proprio lì, di fronte a qualcuno che non aveva mezza cosa in comune con lui, nemmeno delle gambe o un pettine. Sospirò, socchiudendo gli occhi, eppure si irrigidì quando la mano di quella mistica creatura iniziò a scendere verso il basso. Hongbin si era sempre chiesto cosa ci fosse fra quelle gambe oltre al modo in cui esse erano formate. Vi era una conchiglia? Oppure delle squame? Era tutto così strano. Accarezzò il cavallo dei jeans dell'umano, accigliandosi per il modo in cui quella stoffa appariva ruvida al tatto, eppure, uno sconsiderato quanto pervertito Wonshik, si abbassò lentamente la lampo per facilitargli le cose. Sapeva che sbagliava ad approfittarsi di qualcosa di tanto innocente e maestoso, eppure, proprio queste qualità lo spingevano a desiderare di violarlo, di sporcare qualcosa di tanto perfetto. Nessuno dei due parlava, nessuno dei due faceva contatto con gli occhi. Solo i loro respiri si alternavano e inseguivano veloci. La mano insolitamente liscia e squamosa iniziò a tormentare il tessuto dei boxer dell'umano, non sapendo che continuando ad accarezzare e toccare in quel modo rude, presto o tardi si sarebbe ritrovato a scoprire molto più di quanto volesse. L'umano lo guardava con un sorrisetto che lasciava trasparire tutte le sue intenzioni, eppure il mezzo pesce non si degnava di guardarlo, rimaneva solo ipnotizzato dal membro che si ergeva sotto quell'indumento intimo. Accarezzò l'organo coperto con così tanta delicatezza da far tremare l'altro vistosamente, spingendo a fare a meno anche di quell'ennesimo strato di stoffa superflua. Mostrò così all'altro ciò che fino a prima nascondeva controvoglia alla sua vista. La lingua gli passò fra le labbra nello stesso modo in cui gli occhi del tritone si soffermavano sul membro a lui sconosciuto per forma o funzione. Schiuse appena le labbra con fare sorpreso, sfiorando la punta scarlatta con uno dei polpastrelli. - Co-cos'è..? - Fu la domanda che seguì titubante a quella scoperta, riuscendo finalmente a destare la sua attenzione per far incontrare i loro sguardi. Entrambi poterono così constatare quanto l'intimità fosse cresciuta inconsciamente fra loro. Non sapevano dire se fosse creata dalle condizioni in cui l'altro era praticamente nudo o dalle meraviglie di quella caverna naturale, fatto stava che entrambi si avvicinarono maggiormente. - E'..qualcosa di prezioso per noi umani di sesso maschile e bisogna maneggiarlo con cura perché è molto delicato. - ovviamente la malizia che quelle parole trasudavano non colsero il tritone che rimaneva intrappolato nella sua innocenza, non conoscendo la funzione di quella strana appendice. Capì però che le sue carezze suscitavano in un certo qual modo piacere nell'umano. Poteva capirlo dal rossore tanto intenso che gli dipingeva le guance e dal respiro accelerato, qualcosa che aveva provato poco prima anche se in forma più lieve nel ricevere complimenti da parte dell'estraneo. Poggiò le labbra contro una sua guancia, nel regno degli abissi quei contatti erano proibiti in quanto erano fonte di in legame indissolubile fra due esseri si sentiva quindi libero di esprimersi per la prima volta in anni, trovando finalmente ciò che veniva chiamato contatto. La pinna si muoveva dolcemente in acqua, cullata dalla marea che man mano con la pioggia sembrava alzarsi. - Come posso farti stare bene? - Sirene e tritoni erano famosi per essere delle creature passionali e dal fascino evidente, qualcosa che le poche leggende al riguardo riportavano puntualmente. Eppure l'umano si sorprese; all'improvviso i ruoli erano invertiti e la creatura che ora gli sussurrava contro l'orecchio lo stava tirando nella sua rete. Annaspò un po' d'aria nel vano tentativo di rispondere ma passarono svariati minuti prima che riuscisse a completare l'azione. - Devi..ecco..chiuderlo nella tua bocca. - Il tritone si scansò subito dal viso dell'umano per guardarlo con strana ed evidente curiosità. Ancora si chiedeva a cosa servisse quella parte del suo corpo, ma vedendolo così preso non riuscì a farlo aspettare. Abbassandosi con viso all'altezza della lunghezza eretta, fece come consigliato e portò l'intero organo nella sua bocca, ingoiandolo così come le tante domande che gli affollavano la mente. Forse era una questione di vita o di morte, forse aveva la stessa funzione delle sue branchie; eppure a metà di quei pensieri, quella mano grande e ruvida approdò contro i suoi capelli scuri e morbidi, qualcosa che probabilmente era paragonabile ad una spugna di mare o alla sensazione delle alghe che ti sfiorano mani e braccia quando nuoti. Wonshik pensò a quanto fosse particolare e appagante quella situazione, quel contesto, si stava approfittando di un'essere praticamente innocente, una perla nell'oceano, eppure ciò lo stava facendo eccitare all'inverosimile. Il respiro si bloccava e poi riprendeva più veloce di prima quando la lingua esitava nel lambire ogni centimetro del suo organo duro, dovette costringerlo ed incoraggiarlo con diversi sguardi e gemiti per farlo muovere più velocemente con testa e bocca. Ogni volta che quegli occhi grandi e fiduciosi lo guardavano, felici di aiutarlo a stare meglio, un po' della sua anima iniziava a sporcarsi. Ma come sempre ciò non riusciva a farlo calmare e ben presto gli venne in mente forse la più sporca ed impura delle idee. - Staccati..ti mostro una bella cosa. - e così, il tritone che si era prestato con le migliori intenzioni a tutto ciò, poté staccarsi con un sorriso solo per venire sporcato in viso dallo sperma bollente che subito uscì dal pene dell'umano. Osservò stranito quella sostanza atterrargli in viso con piccoli spruzzi e getti leggeri, ma fu quando approdò contro le labbra che iniziò ad assaggiarla. - ..è dolce..cos'è? - quella domanda colse alla sprovvista il ragazzo, che subito rispose sinceramente e senza peli sulla lingua. - Sperma. - , - Mmh..mi piace lo sperma. È meglio di quella mella che ho potuto mangiare l'altro giorno. Ad una umana piccola era caduta in acqua mentre passeggiava.- Wonshik lo guardò per alcuni secondi e poi capì, stava parlando di una caramella. - Oh, capisco, si chiama caramella quella. - mormorò comprensivo nei confronti dell'altro che sembrava aver sentito pronunciare quel nome da una bambina. All'improvviso sembrò guardarlo con estrema curiosità, davvero questa creatura era estranea a tutto ciò che riguardava la terra ferma? Due dita andarono a sfiorargli una guancia per recuperare dello sperma che subito lasciò leccare al tritone. Era una visione a dir poco paradisiaca, qualcosa che non avrebbe davvero mai saputo esprimere a parole. - Questo però è buono solo perché mio, quindi non cercarlo da altre persone. - Per un attimo si riscoprì assurdamente geloso all'idea che qualcuno di così innocente fosse vittima di altre attenzioni da parte di gente con meno scrupoli di lui. - Oh no..mio padre si arrabbierebbe.. non dovresti saperlo nemmeno tu, se ci scoprisse ti ucciderebbe e mi rinchiuderebbe da qualche parte. - Fu ciò che lasciò l'umano a bocca aperta. - Chi è tuo padre? - Il tritone riprese a parlare mentre iniziava a lavarsi quel suo viso roseo e pallido come una conchiglia, usando l'acqua fredda della piscina naturale. - Il Re dei mari ovviamente..pensavo avessi capito che fossi un principe. - E a quel punto l'altro volle prendersi a schiaffi per tutto, ma in primis per quel nomignolo scherzoso che sembrava rivelarsi vero. Lo guardava lavarsi ed inumidirsi la pelle tranquillamente, dopo che gli aveva praticamente fatto un bocchino. All'improvviso si chiese cosa gli avrebbe fatto se avesse messo davvero a fuoco la situazione. Afferrò una mano del tritone che subito inclinò il capo con la massima curiosità, incontrando con i suoi occhi più profondi dell'oceano stesso quelli di Wonshik, scuri come la notte. - Devo dirti una cosa e non credo ti piacerà.-
  
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