Fanfic su artisti musicali > Take That
Segui la storia  |       
Autore: AlyTT    10/12/2015    1 recensioni
Alessandra una giovane ragazza italiana, dopo il diploma di maturità decide di trasferirsi a Londra per lavoro, e lì incontrerà dapprima Robbie Williams e successivamente i Take That. Non sarà per niente facile per lei imparare a convivere con uno di loro, e soprattutto ci saranno mille difficoltà da affrontare.
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gary Barlow, Howard Donald, Jason Orange, Mark Owen, Robbie Williams
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO UNO : No regrets - they only hurt.

Durante l’estate del 2007, dopo aver conseguito il diploma mi ero recata in quella stupenda città, ovviamente sto parlando di Londra, e vedendo un annuncio di lavoro avevo deciso di portare il mio curriculum.. Sinceramente non avrei mai immaginato che chiamassero proprio me.
Eppure era successo davvero.

Avevo preso la mia decisione.
Londra mi attendeva, anche se mollare tutto e ricominciare non era per niente facile.
Ma non aveva importanza. Avevo sempre sognato di trasferirmi lì e visto che avevo avuto la mia occasione, decisi fare i bagagli e partire.


Ero a Londra già da un paio di mesi ed amavo il mio lavoro, per non parlare dei titolari e dei colleghi che erano sempre molto gentili e disponibili, nonostante il nostro lavoro in molte occasioni ci portasse ad essere ingestibili a causa delle persone.
Lavoravo per un catering e spesso e volentieri dovevamo confrontarci con le mille sfaccettature delle persone, che sembravano incontentabili.. però sottosotto gli inglesi non erano poi così male.
Diciamo che l’apparenza ingannava, ma non sono qui per raccontarvi delle abitudini inglesi..

Eravamo stati chiamati per organizzare una serata di beneficienza al ‘’The Ritz’’ al 150 di Piccadilly; uno dei più belli e lussuosi locali di tutta l’Inghilterra. Si blaterava che senza invito non si potesse neanche varcare il porticato di quel club esclusivo, eppure a me era stata la possibilità, seppure per lavoro di entrare e di ammirare le sue bellezze. Quella sera sarebbero stati presenti molti volti noti inglesi e non solo.
E fu proprio qui che incontrai lui.
Si, Robbie Williams.

Avevo sempre avuto un debole per lui, e visto dal vivo beh.. sembrava ancora più bello.
Sperai di imbattermi in lui prima o poi, anche perché non ci era permesso importunare gli ospiti, se non per cause di forza maggiore e con la (s)fortuna che mi ritrovato, sicuramente non solo non lo avrei più rivisto, non saremmo riusciti nemmeno a scambiare mezza parola.
Ero intenta a servire uno dei tanti tavoli, quando sentii un rumore quasi assordante. Qualcosa era andato in mille pezzi.. Sembravano vetri. Mi voltai e notai Robbie raccogliere dei bicchieri da terra.
Stava facendo il cretino come al suo solito, ed era inciampato tirandosi addosso una pila di bicchieri.. Tipico di Robert. Scossi la testa e lasciando che sulle mie labbra comparisse un sorriso, ne approfittai per andargli incontro e per risolvere quel casino che aveva creato.
Quella era l’occasione giusta per conoscerlo, anche se avevo paura di ricevere come si suol dire un bel due di picche. Pensai che se avessi detto una cavolata, forse sarei riuscita a sentire almeno la sua voce, e così feci.

« Se il tuo intento era attirare l’attenzione, direi che ci sei riuscito alla grande »

« A dire la verità ho visto che eri senza far niente, ed ho deciso di farti fare qualcosa »

« Sei stato molto gentile, grazie molte! »

Scoppiai a ridere come un ebete, mentre lui cercava di rimanere serio, ma non lo era affatto. Si stava trattenendo dal dire qualche cavolata. Raccolsi in fretta i vetri ed abbozzando un sorriso nella direzione del cantante mi ritirai.. Anzi, non andò proprio così. Cercai di andarmene ma non ci riuscii. Portai i cocci al suo posto, per poi tornare da lui. Sapevo di non poterlo fare, ma era stato più forte di me. Picchiettai con la mano sulla sua spalla ed appena lui si voltò verso di me, iniziai a parlare a raffica, probabilmente a causa del nervoso e dell’imbarazzo che provavo nell’averlo davanti e soprattutto così vicino. Dissi la prima cosa che mi passò per la testa, e questo non fece che complicare la situazione, e lui si stava divertendo davvero tanto a mettermi in imbarazzo con quelle buffe espressioni ed occhiate da play-boy.

« Non credo di averti ringraziato abbastanza per aver rotto tutti quei bicchieri che erano davvero brutti.. Ehm ecco, io tra mezz’ora dovrei staccare, se magari ti andasse di accompagnarmi a ricomprare quei bicchieri te ne sarei davvero grata.. Sai sono nuova di qua.. »

Che figuraaaa! Non solo avevo sparlato lo avevo pure invitato ad uscire. Ma cosa diavolo mi era passato per la testa? Chissà quante proposte del genere riceveva ogni giorno. Doveva essere proprio stufo.
Le sue labbra si curvarono leggermente verso l’alto e poi qualche attimo dopo si avvicinò a me. Le sue labbra si avvicinarono così tanto al mio orecchio, che per poco non mi venne un capogiro. Sentivo il cuore battermi all’impazzata.

« Potrei fare una telefonata e far aprire Harrods per te, vista l’ora.. Se siamo fortunati ci becchiamo anche qualche parolaccia. Ti aspetto tra mezz’ora all’ingresso. Non fare tardi Straniera ».

Cosa? Avevo capito bene? Robbie aveva appena accettato il mio invito? No, c’era qualcosa che non quadrava. Stavo sognando. Ero certo che mi sarei svegliata tra 3.. 2.. 1.. Per fortuna la voce della mia collega mi riportò con i piedi per terra, e Robbie era ancora davanti a me. Tornai con i piedi per terra e scappando da quella bellissima vista raggiunsi Ellen per aiutarla, prima che il nostro turno terminasse.
Stavo contando i minuti, e detto tra noi nell’ultima mezz’ora non feci molto, ma era comprensibile no?
Direi di si. Chiunque al posto mio avrebbe fatto come me.
Terminato il turno ed aggiungerei PER FORTUNA, mi precipitai a cambiarmi, anche se ero un po’ scettica, per quanto ne sapevo avrebbe potuto benissimo prendersi gioco di me.
Comunque fosse andata quella serata, come diceva Robbie in una sua canzone:
.
..No regrets - they don't work.. 
..No regrets - they only hurt..
 
Quella sera fui molto fortunata, anzi a dirla tutta non avevo mai creduto a queste cose.. Di una cosa ero certa però, Robbie aveva mantenuto la sua promessa. Mi aveva aspettata, nonostante fossi in ritardo e facesse molto freddo, ma dopotutto era dicembre. 

Erano già trascorsi tre mesi dal mio arrivo a Londra e non avrei mai pensato di incontrare lui. O meglio era successo, ma solo nella mia fantasia, e quella non mancava mai o quasi!

E comunque quella sera le soprese non erano ancora terminate; alzai gli occhi al cielo, e guardando nella direzione di un lampione notai dei piccoli fiocchi di neve cadere.
Amavo la neve, ed ero certa che Londra sotto la neve fosse ancora più meravigliosa.

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Take That / Vai alla pagina dell'autore: AlyTT