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Autore: CrisAndree    11/12/2015    7 recensioni
Arriva un momento in cui tutti dobbiamo maturare. Non tanto, ma almeno un pochino! Bisogna tirare le somme e capire dove si vuol andare! E' il caso di questa mia FF. Come sempre, le femminucce sembrano maturare prima dei maschietti. Akane sembra prendere un pò più di coscienza di sé stessa, ma Ranma?
Riguardo il titolo "Unconventional Days" l'ho dato più che altro per segnalare che i personaggi potrebbero risultare leggermente diversi, ma io non sono la Takashi ;)
Buona lettura!
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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I gotta say what's on my mind
Something about us
doesn't seem right these days
life keeps getting in the way
Whenever we try somehow the plan
is always rearranged

It's so hard to say
But I've gotta do what's best for me
You'll be ok...

I've got to move on and be who I am
I just don't belong here
I hope you understand
We might find our place
in this world someday
But at least for now
I gotta go my own way
(Gotta go my own way_HSM2)

 

Si lasciò cadere sul letto esausta, la porta chiusa alle spalle senza fare alcun rumore, quasi a cercare di limitare la sua presenza in casa, o ancor più ampliamente la sua presenza nel mondo.

Non voleva vedere nessuno, sentire nessuno, parlare con nessuno.

Troppe voci, troppo chiasso, troppa confusione.

Sprofondò con il viso sul cuscino. Si mise su un fianco col viso verso la parete della camera, le spalle allo spazio circostante.
La luce lasciata spenta, di forza e di voglia per chiudere le tende neanche l'ombra.

Voleva piangere? Oppure non ne valeva la pena? Era giusto sfogarsi o sarebbe stato da sciocchi?

Non seppe cosa fare.

Anche quel giorno tutti i suoi piani erano andati a monte. E si che aveva organizzato tutto per bene! L'unica cosa che non aveva calcolato, e non lo faceva mai... erano le tre vipere sue avversarie e l'inettitudine imbarazzante del suo presunto fidanzato.
Non potè esimersi dal ripercorrere quanto successo cercandovi una logica; una logica che, ovviamente, non trovava mai.
Aveva convinto Ranma a seguirla subito dopo l'università. Quel giorno ricorreva il suo compleanno e lei aveva organizzato un'uscita per festeggiare ma ancora non gli aveva svelato nulla.

------------
FLASH BACK

Lui le camminava svogliatamente affianco con le mani dietro la nuca.

-Insomma Akane.. lo sai che non mi interessa festeggiare il mio compleanno.

-Dai, per una volta non potresti far finta di essere contento?

Il suo apparente menefreghismo non era riuscito a smorzarle l'entusiasmo.

-Magari se mi dicessi dove stiamo andando.

Akane gli trotterellò davanti con le mani dietro la schiena. Sorrise a trentadue denti e tirò fuori tre bustine bianche, ognuna contrassegnata in rosso con i numeri 1, 2 e 3.

-Ecco qui!!!

-Cosa dovrebbero essere?

-I regali del tuo compleanno!

Ranma prese le tre bustine guardandole con aria perplessa, poi guardò Akane: se ne stava lì immobile, ma sembrava circondata da tante piccole Akanine che zompetavano qui e lì curiose come delle scimmie di vedere la sua reazione.
Sorrise sempre più perplesso, con una gocciolona che gli scivolava dietro la nuca.

-Allora, le apri???!!!!

-Va bene, va bene.

Aprì la busta con il numero 1: all'interno trovò due biglietti per la prima in esclusiva di un film sulle arti marziali che aspettava da tempo.
Li tirò fuori con una certa sorpresa, osservandoli come se potesse scoprire di aver letto male.

-I biglietti della prima?!!!

-Esatto!!!!

Akane zompettò.

-E sono anche riuscita a trovare due posti comodi!!!

-Stai scherzando?!

-Assolutamente no!!

Akane era raggiante. Ranma non potè fare a meno di sorridere altrettanto.

-Mhhhh ora comincia a piacerti di più il tuo compleanno, vero??? Apri la seconda!!

Non rispose ma non potè negare a sé stesso di essere curioso. Aprì la seconda busta.
Strabuzzò gli occhi.

-Una prenotazione per quel nuovo ristorante rinomatissimo che ha aperto in città!

-Esatto di nuovo!!!!

-Ma quel posto costa un'eresia!

-Però hai detto di volerci andare fino allo sfinimento, giusto?

-... Non ci posso credere... Oddio, che altro ti sei inventata per l'ultimo regalo?

Senza aspettare la risposta aprì anche la terza busta. Trovò altri due biglietti con ripiegata una locandina. La aprì per vedere di cosa si trattasse: parlava di un evento serale/notturno in una palestra dove si sarebbero esibiti degli artisti marziali in diversi stili di combattimento, con la possibilità a fine spettacoli di mettere su anche qualche incontro amatoriale.
Akane si chiuse nelle spalle massaggiandosi la testa in imbarazzo.

-Forse quello è il regalo meno grandioso, ma mi è sembrato interessante. Volendo di questo possiamo anche fare a meno.

-No perchè? Non ne avevo sentito parlare ma deve essere interessante sul serio.

Ranma sistemò tutto nelle rispettive buste, voltandosi quindi verso Akane.

-Non so come ringraziarti, Akane! Ammetto che la prospettiva di festeggiare il compleanno così non è male! Sei stata grande!

Le sorrise sinceramente entusiasta, il che rese Akane ancor più euforica di quanto non fosse già. Non saltò dalla gioia solo per non dimostrargli platealmente quanto fosse contenta che lui avesse gradito.

-Mi fa piacere! Ora puoi togliere il broncio e mostrare un pò d'entusiasmo mentre ci avviamo al cinema?

Ranma mantenne il sorriso, le si avvicinò con la mano sinistra al fianco e colpendola con un finto pugno sulla fronte.

-Scema. Forza andiamo, altrimenti facciamo tardi!

Akane rispose con una linguaccia, al che si avviarono.

Arrivati al cinema si trovarono davanti una fila interminabile di gente,accorsa per cercare di accaparrarsi qualche biglietto dell'ultimo minuto. Ranma osservò la fila con un certo timore.

-Mamma mia, quanti sono..

-Ma tanto noi abbiamo i biglietti!

Akane tirò fuori i suddetti dalla loro busta sventolandoli.

Felici e sorridenti stavano per avviarsi al botteghino ed entrare quando all'improvviso Ranma venne investito dall'abituale bicicletta di Shampoo.

-Nihao Lanma!!!! Buon compleanno!!!!

La cinesina scese dalla bicicletta con consueta abilità, nella mano destra un pacchettino regalo: aspettò che Ranma riuscisse a staccarsi la ruota dalla faccia per poi saltargli al collo.

-Ehi!!!

-AMOOOLE, sono venuta a portarti il tuo regalino!! Che ne dici di andare a festeggiare il tuo compleanno soli soletti??

-Eh no!

Dal nulla giunse in volo una palettina da okonomiyaki usata come shuriken, la quale costrinse Shampoo ad allontanarsi da Ranma. Ukyo si presentò anche lei con il proprio pacchettino incartato e infiocchettato.

-Non esiste che Ranma venga con te! Ho preparato un menù speciale per festeggiare insieme, a cena!

-Non credo proprio, Carina! Lanma uscirà con me!

-Aspetta che assaggi il mio regalo e poi ne riparliamo! Ranchan!!!

Ukyo gli saltò davanti, felice come una pasqua, offrendogli il suo pacchettino, stranamente fumante e dal profumo delizioso.

-Buon compleanno, Ranchan!!! Guarda cosa ti ho preparato!!! L'ho creata io, unicamente per te, visto che ti piacciono tanto le okonomiyaki!!!

-Ehi Ukyo, aspetta un momento...

-Smorfiosa, allontanati subito dal mio Lanma!

-Voi due, volete ascoltarmi?!?!

-Cos'è, vuoi fare a botte??

-Giusto il tempo di metterti ko, così potrò iniziare il mio appuntamento con Lanma!

-IO NON ESCO PROPRIO CON NESSUNA!!!!

-Fatti sotto!

-Vediamo cosa sai fare!

-EHIII!!!!

Il tempo di mettersi in posizione d'attacco per Ukyo e Shampoo e per Ranma il cercare di farsi vedere da entrambe, che ecco apparire l'ennesima intromissione: il nastro nero da ginnastica artistica di Kodachi spiraleggiò come un serpente intorno al corpo di Ranma catturandolo e trascinandolo via al movimento di braccio della ginnasta.
Una volta fatto atterrare affianco a lei e mantenendolo preventivamente legato, Kodachi gli si avvingiò contro.

-Mio adorato Ranma, sono venuta a prenderti personalmente per poter passare insieme tutto il tuo compleanno.

-Ti ci metti anche tu adesso! Lasciami andare, Kodachi!

-Ma come, mio dolcissimo Ranma, non sei contento di vedermi?

-Per niente!!!

-Non fare lo sciocchino!

-MA SCIOCCHINO DI COSA!!!

-Ehi, lascia andare Ranchan!

-Molla il mio Lanma!!!

-E voi due che cosa volete!

-Sono arrivata prima io, quindi in ogni caso Ranma uscirà con me!

-Continua a crederci!

-Volete forse battervi?!

FIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIUUUUUUUUUUUUU!!!!

All'improvviso un fischio acuto attirò l'attenzione di tutti, passanti compresi.
Voltandosi, Ukyo e compagnia bella videro Akane con le dita ancora fra le labbra. Lei le squadrò furiosamente.

-La volete smettere, tutte quante??? Vorrei farvi notare che Ranma era qui insieme a me!

-Ah perchè, sei sempre stata qui?

-Scusa Akane, non ti avevo visto.

-Akane Tendo, non dire sciocchezze. Figurati se il mio Ranma poteva star passeggiando vicino ad una nullità come te.

Le si gonfiò una vena sulla tempia.

-Come hai detto, Kodachi!

-Insomma, vuoi lasciare il mio Lanma si o no!

-Non ci penso neanche!

-Allora volete la guerra!!

Le tre non la calcolarono più del tempo necessario per denigrarla. Fu uno schiaffo morale non indifferente, ma cercò di andare oltre. Si avvicinò a Ranma.

-Insomma Ranma! Vuoi deciderti a dirgli che sei impegnato si o no?

-Non mettertici anche tu, Akane! Sto cercando di liberarmi!!

Si sentì offesa, ma abbozzò. Indicò la fila al botteghino.

-Ormai manca poco all'inizio del film, se non ci muoviamo inizierà senza di noi!

-Pensi che non lo sappia?!?!? Che diavolo credi, che mi stia divertendo?!

-Guarda che basterebbe che tu avessi un pò più di polso!!!

-Oh insomma, vuoi smetterla di scocciare?! Stai diventando insopportabile!

CRACK...

Qualcosa dentro di lei fece esattamente quel suono... crack.

Ma non quel crack di qualcosa che si incrina, no.
Fu più il suono di un vaso che si rompe, irrimediabilmente, in mille pezzi.
Rimase in silenzio, guardandolo mentre continuava la sua lotta apparentemente inutile contro il lazo di Kodachi.
L'aria le entrava a fatica nei polmoni, la sensazione di avere un cappio al collo che le impediva il respiro; il cuore le bettè più lento ma in maniera più profonda, tanto che poteva percepirlo ovunque.
Ingoiò, cercando di far passare quella sensazione, ma niente.
Intanto alle sue spalle le tre intruse se ne davano di santa ragione.
Alla fine, nel contempo in cui Ranma riusciva a liberarsi con aria trionfante, Akane gli voltò le spalle portandosi la mano destra vicino le labbra. Fischiò di nuovo, e come prima le tre si fermarono.

-Insomma Akane, vuoi smetterla di richiamarci come pecore?

Si avvicinò a loro con un sorriso  accondiscendente.

-Mi offrireste le mani, per favore?

Mimò loro la posizione delle mani ponendole a coppa. Tutte la guardarono con vari punti interrogativi sulla testa, facendo quanto richiesto. Ranma che nel frattempo si era avvicinato osservò  senza capire.

-Ma Akane... cosa staresti facendo?

Lei mise le tre buste sulle mani delle avversarie: a Shampoo la numero uno, a Ukyo la numero tre e Kodachi la numero due. Le guardò sorridendo.

-In queste tre buste ci sono tutte le attività che Ranma avrebbe dovuto fare oggi. Godevele. Potete tenervi ogniuna la sua, o se volete potete decidere di prendervele tutte. Le attività partono da adesso fino a tarda sera ed è tutto già pagato. Divertitevi..

-MA AKANE!

-Sono tutte mie!

-Shampoo, maledetta ladra, ridammi le buste!!!

-Quelle buste devono essere mie!!!!!!!

Neanche a dirlo, le tre sgallettate ripresero a combattere come se non ci fosse un domani. Akane le guardò iniziare a battibeccare, per poi voltarsi e iniziare ad allontanarsi. Ranma le si parò davanti, pugno alzato e sguardo inferocito.

-Akane, si può sapere che diavolo ti è saltato in mente?! Adesso come pensi che riusciremo a riprendercele, si può sapere?!

-Non c'è bisogno che tu li riprenda. Limitati ad aspettare che una di loro vinca o che si mettano d'accordo. L'unica cosa è che ti conviene dirgli di sbrigarsi, se non vuoi perdere la prima...

Non lo guardò in faccia e gli parlò con calma. Non potè fare altrimenti perchè, intimamente, non riuscì a capire se fosse arrabbiata oppure delusa, o sconfitta, o amareggiata. Proprio non riuscì a capirlo.
Lui si abbassò per intercettare lo sguardo della compagna, ancora l'espressione infastidita.

-Ma sei stupida o cosa! Non dovevamo andarci insie...

Interruppe la frase nell'incontrare gli occhi di lei: sembrava che non lo vedessero.
Sentì qualcosa percorrergli la schiena, un brivido freddo.
Lei sollevò il viso e gli sorrise appena.

-Non fa niente... è il tuo compleanno, l'importante è che ti diverta tu. ... Beh... io torno a casa...

Lo sorpassò riabbassando gli occhi, ma Ranma la trattenne per un braccio.

-No Akane, aspetta...

Akane scattò come una molla, togliendo il polso dalla presa dell'altro. Non lo guardò neppure e lui non si sentì di ribattere.
Fu un secondo, ma il tempo per lui sembrò dilatarsi all'infinito... ogni cosa si mosse a rallentatore, compresi i capelli scuri di Akane, che le ricaddero sul viso creando una barriera invalicabile a beneficio degli occhi di lei.
Poi, dopo quell'interminabile momento, lei si girò di nuovo e se ne andò.

Tornò a casa, lentamente, un passo dopo l'altro, senza una vera intenzione, facendo il giro lungo nell'inconsapevole speranza che quel groppo alla gola svanisse. Fu inutile.

Nell'avanzare incontrò gente che rideva, gente che correva, che chiacchierava, che urlava, incontrò uomini, donne, bambini, anziani, animali, macchine, biciclette, scooter, spazi vuoti, spazi pieni: fu come se tutto fosse lontano anni luce, inglobato in una bolla lattiginosa che attutiva ogni cosa.

Varcò la soglia dell'abitazione, all'interno soltanto Kasumi.
Se ne sentì sollevata, ma fu solo il tocco di una piuma sul cuore.
Kasumi le chiese come fosse andata la giornata e lei riuscì a sorridere con abbastanza abilità da farle credere che fosse andato tutto bene. D'altronde, non aveva detto a nessuno dei progetti per il compleanno di Ranma.
La sorella le disse di aver invitato Nodoka, Genma e Ranma proprio per festeggiare il compleanno del fidanzato con una bella cena e una bella torta.
Le costò caro dirlo alla dolce Kasumi, ma la mise al corrente che Ranma sarebbe stato fuori fino a tardi.
Nonostante quell'informazione, un motivo di riunione  c'era e figurarsi se il signor Genma e il signor Tendo si sarebbero fatti scappare l'occasione di una buona fetta di torta!
Lei rimase a cena per far contenta Nodoka, ritirandosi poi affermando di essere davvero molto stanca e che preferiva andare a riposarsi.
Sorrise, sorrise per tutto il tempo... Quasi si sorprese di essere capace di sorridere per così tanto. Sorrise fino a quando non si chiuse la porta della sua camera alle spalle.

---------

Finì di ripercorrere quell'interminabile giorno.
Non riuscì a capire quando di preciso, nel flusso di ricordi, avesse cominciato... ma stava piangendo.
Immobile ed inerme, fu come se anima e corpo fossero lontanissimi: fu come se la prima potesse vedere il secondo sfogare un sentimento intimo e primordiale che però non riusciva a percepire.
Bussarono alla porta un paio di volte.

-Akane...

La voce di Ranma le arrivò all'orecchio come una stilettata.
Non rispose.
Bussarono ancora.

-Akane, posso entrare?

Nessuna risposta.

-Guarda che sto entrando...-

"Fa un pò come ti pare..."

Rispose una voce nella testa di Akane, ma lei rimase inerme.
Ranma aprì la porta facendo filtrare la luce gialla delle lampade nella camera avvolta dal mantello azzurro della notte. Percepì il silenzio come una creatura viva, con la compagna che gli dava le spalle, forse addormentata. Chiuse piano la camer avvicinandosi per spiare il viso di lei.

-Akane... sei sveglia?... Ti ho portato una fetta di torta. Sono riuscito a rubarla prima che i nostri genitori e Happosai potessero vederla.

Le parlò ridacchiando nel tentativo di smorzare la tensione, come suo solito.
Akane non potè negarsi di chiudersi a riccio.
Ranma, intercettando ilmovimento e capendo che era sveglia, sorrise trionfante. Le si avvicinò fino a sedersi sul limitare del letto.

-Allora sei sveglia! Meno male, sarebbe stato un peccato sprecare questa fetta! Se fossi stata davvero addormentata me la sarei mangiata io! Quasi mi dispiace, in effetti!

- .........

-Guarda cosa ti ho portato!

Tirò fuori dalla tasca una busta, il numero rosso in pieno contrasto con il bianco. Sorrise trionfante sporgendosi per spiarle il viso, dato che ancora non c'era riuscito e lei gli dava ancora le spalle.

-Sono riuscito a recuperarlo! Per gli altri non c'è stato niente da fare, purtroppo, ma siamo ancora in tempo per andare alla palestra!

Per Akane ogni sillaba pronunciata fu come un amo, un amo che dal suo corpo veniva lanciato verso l'anima e la riportava indietro, dove le sensazioni erano nuovamente percepibili. Tremò impercettibilmente, la puntura delle lacrime sempre più reale.
Ranma poggiò il piattino con la torta sulla scrivania di fianco al letto per poi passare il braccio oltre il corpo di Akane, creandosi un appoggio per sbilanciarsi e poterla guardare, sulle labbra sempre il sorriso e la voce allegra.

-Se sei pronta possiamo andarci anche subito, così ce la prendiamo con calma, che ne dici?

In quella posizione Akane potè sentire il peso del corpo di lui che incurvava il materasso, così come percepì i loro corpi a contatto.
La sensazione fu quella di una botola aperta sotto i suoi piedi ed il cappio le si fosse stretto intorno al collo con violenza, troncandole l'aria.

-Non mi toccare!

Ranma la vide chiudersi a riccio con un'intensità tale che pensò di averle fatto male. Spostò il braccio.

-Ma, Akane...

Mise il broncio pronto a risponderle per le solite rime quando lei spostò le mani alle orecchie iniziando a tremare.

-Ti prego Ranma, lasciami in pace...

Sentì la voce di lei spezzarsi e gli fu impossibile non capire che stava piangendo, però fu diverso: l'aveva sentita e vista piangere altre volte, ma quella fu quasi una straziata supplica.
Gli fece male. Rimase in silenzio per un poco, percependo quasi improvvisamente il tremolio che il corpo trasmetteva al materasso.
Allungò una mano verso la sua spalla.

-Akane...

-Per favore, Vattene!

Akane non riuscì a trattenere un singulto, e dopo quello non riuscì a trattenere i propri respiri contratti nel tentativo di non farsi beccare a piangere; tentativo del tutto inefficace e che ebbe invece il solo effetto di renderla più vulnerabile.
Ranma si ritirò quasi avesse subito una bruciatura.
Fu il suo cuore quella volta a diventare pesante. Non seppe cosa fare.
Si scoprì incapace di andarsene.
L'anima e il corpo di Akane tornarono a contatto e lei provò in una sola volta tutta la frustrazione che la sua mente le aveva nascosto. Esplose.
Uscendo dal suo guscio si voltò di scatto verso Ranma, ancora seduto vicino a lei, mostrandogli il volto rigato dalle lacrime ed intriso di rabbia.

-Allora?! Si può sapere perchè non te ne vai? Sei sordo, per caso? Ti ho detto di andartene!!!

-Akane..

-Perchè? Perchè non risci a fare neanche una cosa così semplice!!!

-Ma io...

-Tu cosa??? Cosa, Ranma??? Non abbiamo niente da dirci! IO non ho niente da dirti! Sono stanca! Mi hai capito? Stanca, Ranma! Stanca di stare appresso ai tuoi maledetti capricci, appresso alla tua incapacità di farti rispettare! Stanca di essere sempre quella a cui dire di stare zitta! Di non scocciare! Di smetterla di essere petulante! Non ce la faccio più, Ranma! Non lo posso più fare!

Respirò a fondo ma continuava a tremare. Lo guardò in viso, cercando in tutti i modi di smettere di piangere, ma invece di provare ancora più rabbia, non appena smise di parlare, si scoprì a contemplare il volto di lui a poca distanza dal suo, la sua espressione sorpresa e quasi ingenua; si scoprì a guardarne il colore azzurro degli occhi, il taglio dei capelli, i contorni del viso, la lunghezza delle ciglia, a studiare inevitabilmente in che modo la luce della luna desse ai suoi colori un aspetto diverso da quello che gli dava il sole.
Le fece male al cuore. Davvero tanto male.
Distolse lo sguardo arrossendo, per imbarazzo e per dolore, maledicendosi per quello stupido amore che provava nei suoi contronti.
Chiuse gli occhi abbassando il viso e stringendo il pugno. La voce le si ammorbidì diventando uno sconfitto sussurro.

-Ti prego... Ti prego, Ranma... almeno per oggi, lasciami in pace...

Attese.
Ranma rimase a guardarla ancora, quasi si aspettasse che in quel modo lei gli avrebbe parlato nuovamente, ma non successe nulla.
Senza sapere cosa dire si alzò dal letto.
Arrivò alla porta e, una volta in corridoio, se la chiuse dietro le spalle.
Vi si poggiò contro.
Fu il suo turno di sentirsi lontano anni luce da sé stesso.
Qualcuno dentro di lui sembrava gli stesse parlando, ma lui non riuscì a sentirlo.
Quella volta, per la prima volta, si trovò faccia a faccia con l'idea che il suo comportamento aveva ferito nel profondo la sua Akane.
   
 
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