PROLOGO
Akatsuki fissava il cielo sopra la sua testa,
volgendo di tanto in tanto lo sguardo verso la sterminata foresta che si
estendeva appena al di là delle mura di Akihabara, illuminata a giorno malgrado ormai quasi tutti
in città fossero immersi nel sonno.
Un altro
mese era trascorso.
Un mese intrappolati
in quella specie di mondo a metà strada tra la realtà e la finzione, dove tutto
era negazione di tutto, e dove non vi erano certezze.
Ormai,
come tutti, ci aveva fatto l’abitudine a vivere con quel corpo, quelle abilità,
così come si era abituata alle leggi, semplici quanto astruse, che regolavano
la sua nuova vita.
Eppure,
sentiva che c’era qualcosa di strano, per non dire di profondamente sbagliato,
in ciò che stava succedendo.
Era
inutile negarlo: la gente, gli Avventurieri, si stavano
abituando troppo. Non era mistero che ormai in tanti avessero iniziato ad
adattarsi a quella nuova realtà, lei compresa. Del resto era l’unica cosa da farsi
se si voleva sopravvivere, o l’alternativa era perdere
il senno.
Tuttavia,
era il ricordo stesso dell’esistenza prima dell’Apocalisse che sembrava stare
sparendo dalle menti di molti Avventurieri, e secondo il suo punto di vista era
una cosa assolutamente sbagliata.
Loro erano
terrestri, e quello non era il loro mondo.
Lei lo
sapeva, o almeno non voleva dimenticarlo, così come non aveva alcuna intenzione
di dimenticare il suo proposito di poter tornare a casa.
Gli
Osservatori sulla Luna avevano promesso una soluzione ma visto che la riparazione
dei sistemi di comunicazione stava andando per le lunghe
non vi era alcuna certezza su quanto quella situazione sarebbe durata.
In
qualche modo, anche lei era cambiata, ma anche se alla luce del sole cercava di ostentare una sicurezza e una semplicità nell’affrontare
le cose di cui non si sarebbe mai detta capace fino a poco tempo prima, lontano
da occhi indiscreti tornava ad essere la stessa Akatsuki
di sempre, malinconica, triste, e molto sola.
Non voleva
arrecare disturbo a Shiroe o ai suoi compagni, ma la
verità era che il pensiero del futuro, con le sue incognite e le sue scarse
prospettive, la terrorizzava.
A volte,
come in quel momento, si sentiva vuota.
Come se
le mancasse uno scopo.
Dormire, mangiare, cacciare qualche mostro, occuparsi del benessere di
Akiba e, occasionalmente, mettere al suo posto
qualche avventuriero troppo
esagitato.
La sua
vita era tutta lì.
Non che
la vita che aveva condotto nel mondo reale fosse stata più elettrizzante o
ricca di sorprese; eppure, per paradossale che fosse, un po’ le mancava.
Stava per
andarsene a letto, nella speranza che il nuovo giorno contribuisse, come al solito, a scacciare momentaneamente quei pensieri, quando
d’improvviso, come un’esplosione di energia, uno strano bagliore comparve nel
nulla nel fitto della foresta, tramutandosi in una specie di onda d’urto che
propagandosi in tutte le direzioni raggiunse velocissima la città, scotendola
con la potenza di un piccolo terremoto.
La
scossa, non eccezionale se rapportata con gli standard del Giappone, fu
tuttavia abbastanza forte da scaraventare prepotentemente giù dal letto buona
parte degli abitanti, spingendoli in strada alla ricerca di risposte come tante
formiche spaventate.
Anche Shirore, che si era addormentato alla sua scrivania
leggendo dei documenti, venne svegliato, ritrovandosi
per terra.
«Ma che diavolo succede?» borbottò quando, finalmente, quel
tremore si dissolse, lasciandosi dietro qualche crepa nel muro e il vetro della
finestra crepato.
Uscito
dalla stanza, incontrò anche Naotsugu, Nyanta e tutti gli altri, ugualmente preoccupati.
«State tutti bene?»
«Più o meno» rispose Minori massaggiandosi la testa. «Ma che cos’era? Un terremoto?»
«Forse
qualche verme Nydus è passato sotto la città» ipotizzò
Naotsugu. «Quelle bestiacce smuovono anche le
montagne quando scavano le loro gallerie.»
«Naotsucchi, ti devo ricordare che i vermi Nydus vivono solo nei deserti?»
«Però è strano» disse Shiroe. «Non
c’erano mai stati terremoti ad Elder
Tale. Non naturali, almeno.»
Ma di
naturale, quel terremoto, non aveva nulla, e Akatsuki
arrivò di corsa a confermarlo.
«Mio
signore, venite a vedere presto!»
Tutti salirono
quindi in terrazza, e grande fu il loro stupore quando, all’orizzonte, videro
palesarsi una specie di enorme colonna tremolante di luce viola che svettava su
ogni cosa nel bel mezzo della foresta, a pochi chilometri di distanza dalle
mura di Akiba.
«E
quello che diavolo è?» disse Tohya
Al sorgere del sole, e con
quella strana luce che ancora torreggiava minacciosa sulla città, si tenne una riunione
straordinaria della Tavola Rotonda, anche se vista l’eccezionalità e l’imprevedibilità
del fenomeno non tutti i membri erano potuti intervenire.
«Ci sono
stati danni?» fu la prima richiesta di Marielle
«Niente
di serio» rassicurò Roderick. «Giusto qualche
edificio crepato e tanta paura, ma nessun ferito. La mia
squadra di carpentieri si sta già occupando della ricostruzione.»
«Il vero
problema ora è capire cosa sia successo» disse Michitaka.
«Secondo voi può c’entrare qualcosa quella luce che è comparsa subito prima del
terremoto?»
«Direi
che non ci sono dubbi» rispose Shiroe. «I testimoni,
tra i quali Akatsuki, hanno riferito di una specie di
onda d’urto che si è propagata proprio dallo stesso punto, seguita subito dopo
dalla comparsa di quella colonna.»
«Quindi
non si è trattato di un terremoto vero e proprio, ma piuttosto di un qualche
spostamento d’aria» concluse Eins
«Potrebbe
trattarsi di qualche quest» disse Soujiro.
«Anche se non ho mai sentito di una quest che
iniziasse in questo modo.»
«Forse
faceva parte dell’ultimo aggiornamento.» rispose Michitaka
«Una
cosa è certa, non c’è da scherzarci sopra» commentò Isaac. «Alcuni
dei membri più forti della mia gilda erano da quelle parti stanotte, e
stamattina sono ricomparsi alla cattedrale. Parlavano di mostri particolarmente
potenti apparsi subito dopo il terremoto, e dovevano esserlo davvero per essere
riusciti ad ucciderli così facilmente.»
«Comunque,
sembra che quella luce si sia affievolita rispetto a qualche ora fa» disse Roderick. «Forse, entro poco sparirà del tutto.»
«Anche
se fosse» intervenne Shiroe «Prima
che ciò accada, sarebbe il caso di capire bene quale sia la sua natura. Non possiamo essere certi che quanto è accaduto stanotte non si
ripeta, né che future manifestazioni non risultino più potenti di quella già
verificatasi.
Alla luce
di tutto ciò, ritengo sia necessario quantomeno investigare la sorgente di
quella luce, per capire se può trattarsi di una quest
o se invece vi sia di che avere paura.»
«Sono d’accordo»
disse Michitaka. «Dopotutto stanotte è andata bene,
ma se la prossima volta dovesse arrivare una scossa
più forte sarebbe un problema.»
«Senza
contare che se davvero alla comparsa di quella luce ha fatto seguito anche l’apparizione
di mostri molto potenti» replicò Soujiro. «Dobbiamo
tenere conto anche del rischio rappresentato da questi ultimi.»
«Però, se quei mostri sono davvero così pericolosi, arrivare
laggiù non sarà facile» disse Marielle. «Chi si
assumerà tale compito?»
Nota dell’Autore
Eccomi qua^^
Accidenti, quanto tempo è passato dall’ultima
volta che ho inserito una nota.
Comunque, benché sia certo al 99,9% che questa storia la leggeranno sì e no una decina di
persone, visto che al momento Log Horizon non ha una
sezione sua, ritengo sia il caso comunque di fare qualche precisazione.
The European Wars è una storia che ho iniziato a rimuginare già a metà
della prima stagione, ma quando è uscita la seconda ho
voluto prendermi un po’ di tempo per vederla, oltre a leggere per quanto
possibile le light novel, così da essere sicuro di
non creare paradossi o errori narrativi rimanendo quanto più fedele possibile
alla trama originale.
Log Horizon è
uno degli anime che più mi siano piaciuti fino a
questo momento, e in particolare ho adorato il suo connubio tra fantasy e
attualità, politica e action. Tutte cose che ci
saranno in gran quantità anche in questa mia fanfic.
Ecco, ho detto tutto.
Ringrazio tutti quelli che leggeranno e,
se vorranno, mi farebbe piacere sentire i vostri pareri.
A presto!^_^
Carlos Olivera