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Autore: California123    11/12/2015    3 recensioni
Dopo quasi sei mesi dalla morte del marito e dalla chiusura dell'enorme whormole che ha distrutto Central City, Caitlin è decisa ad andare avanti. L'arrivo di Jay garrick stravolge i piani della ragazza e mette a dura prova la fiducia di Barry. Jay sembra essere arrivato con l'intento di distruggere Zoom, ma che cosa succederebbe se avesse portato con sé anche qualcos'altro?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barry Allen, Caitlin Snow, Cisco Ramon, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caitlin lanciò uno sguardo verso il monitor appeso alla parete, era la decima volta che lo osservava nell’ultimo quarto d’ora. Non era cambiato nulla, i segni vitali di Barry erano ancora positivi, fortunatamente.
Si lasciò andare ad un lieve sospiro di sollievo, poi si sollevò dalla sedia in cui era seduta e si diresse nel laboratorio di fianco. All’interno della stanza vi era Cisco, il viso rilassato dovuto al sonno e il braccio lievemente piegato per via della fasciatura e della flebo a cui era collegato. Un sorriso amaro trasparì sulle sue labbra nel vederlo così tranquillo. Quest’ultimo scomparve con la stessa velocità con cui era comparso, dal momento in cui sentì dei passi felpati dirigersi verso la porta.
“Dovresti prenderti una pausa, posso controllarli io.” Fece Joe, comparendo di sua gran sorpresa sulla soglia della porta al che lei si voltò e scosse lievemente il capo, mostrandosi visibilmente sollevata.
“Voglio essere qui quando si sveglieranno.” Rispose la mora con un sorriso. In seguito prese delle garze dal mobiletto di fianco e iniziò ad occuparsi della fasciatura di Cisco. “Credevo fossi Jay.”
“Barry sta ancora dormendo.” Osservò l’uomo, facendo trapelare nel proprio tono della voce la preoccupazione che provava in quel momento. Poi poggiò sulla scrivania una tazza di caffè, preparato appositamente per la dottoressa.
“Joe non è stata colpa tua.” Mormorò Caitlin, comprensiva. Distese le garze pulite lungo il braccio dell’amico e gettò nel cestino quelle sporche. Dopodiché sistemò la flebo e si sfilò i guanti.
“Non sarei dovuto intervenire” Fece Joe, schiarendosi la gola. Lo sguardo rivolto ancora verso il muro della stanza. “Sa’ badare a sé stesso.”
“Sei un genitore, e come tale è normale voler proteggere i propri figli. Barry è un eroe, ma ha ancora bisogno di suo padre.” Fece lei, poggiando una mano sul lettino di Cisco. “Non è un caso che prima ti abbia chiamato, ti vuole al suo fianco.”  A quell’osservazione l’uomo lasciò da parte gli scheletri presenti nell’armadio e gli sorrise.
“Vado a fargli compagnia.” Annunciò lui, finalmente. Roteò la maniglia della porta ed uscì, lasciando socchiusa quest’ultima.
Nel giro di pochi istanti Caitlin si ritrovò sola con Cisco.
“Mi dispiace.” Sussurrò la ragazza, lanciando uno sguardo in direzione del bruno. Aveva ripreso colore e quel dettaglio era piuttosto evidente riguardo ciò che aveva intravisto precedentemente.
Difatti, poche ore prima lo aveva ritrovato disteso sul lettino in uno stato di semi-conoscenza, si era presentato pallido, con delle scottature lungo il braccio e in alcune zone dell’addome.
Caitlin deglutì leggermente, avanzò di qualche passo per poter raggiungere il computer ed azionare le telecamere di emergenza. Nel mentre si bloccò e decise di avviarsi verso il sotterraneo. Ad attenderla vi era Jay seduto sulla sua scrivania da lavoro, il quale abbassò lo sguardo non appena la vide.
“E’ l’ora della verità Jay.”
 
***
“Zoom.” Pronunciò Killer Frost dinnanzi al cantiere abbandonato che le si prostrava davanti. Intorno a lei ergeva un silenzio tombale, il quale veniva interrotto di tanto in tanto dalle acque cristalline dell’oceano, quest’ultime difatti sbattevano sulle assi del porticato in legno ritmicamente.
“Fatti vedere.” Insistette lei con decisione.
Nessuna risposta.
Allorché la ragazza, in preda alla furia, sollevò la mano e lanciò una serie di proiettili di ghiaccio in direzione del portico in legno, questi si insediarono una alla volta all’interno della lacerazione temporale.
“Mi hai ingannata.” Urlò questa volta la bionda, sbigottita.
Ancora una volta, nessuna risposta.
Killer Frost abbassò prontamente la mano e si guardò intorno. Un lampo di luce bluastra imperversò alle sue spalle, cosicché fu costretta a voltarsi.
Zoom.
“E’ morto?” Domandò la figura offuscata. Il tono metallico della sua voce risuonava alle sue orecchie ormai fin troppo familiare, accanto ad esso vi si aggiungeva quell’alone tanto intenso intorno al suo corpo.
“Non lo ucciderò.” Esortò lei, con sicurezza. Incrociò le braccia e le portò all’altezza del seno. Un gesto che sfortunatamente non scalfì l’altro, il quale rimase in silenzio.
“Lo ucciderai.” Rispose finalmente la figura, rivelando quei tratti tanto oscuri da definirli demoniaci, il quale lo avevano ormai da tempo caratterizzato. A quella risposta la bionda indurì la mandibola, le iridi azzurre ancora incastrate in quelle di lui, non avrebbe ceduto.
Dopo qualche secondo, la ragazza fu scaraventata al suolo, le dita delineate dagli artigli di Zoom strette intorno al suo collo in una morsa d’acciaio.
“Non lo rivedrai mai più.” Aggiunse l’uomo, stringendo con maggiore pressione quella pelle tanto bianca. Dopodiché dopo aver percepito il contatto gelido del palmo della mano di lei farsi largo sul suo polso allontanò la presa e si diresse verso la lacerazione
“No” Mormorò la bionda, nel tentativo di sollevarsi da terra. Intorno a lei si era creato un vero e proprio complesso di ghiaccio. Si concesse una pausa per massaggiarsi il tratto di pelle ancora dolorante e riprese a parlare. “Lo ucciderò.”
Dopodiché lo vide scomparire in qualche millesimo di secondo dietro alla lacerazione temporale.
***
 “Perché Zoom sta chiudendo le lacerazioni?” Domandò la dottoressa, facendo scivolare le mani lungo i fianchi, attuando quindi un gesto del tutto usuale.
“Così avrà ciò che ha sempre voluto. Vuole essere l’unico velocista, il più veloce, e se chiude le lacerazioni potrà tenerne aperta solo una, lui potrà spostarsi dove e quando vuole, avrà un vantaggio su di noi. Per il resto avrà bisogno della velocità di Barry, sta inviando meta-umani per renderlo più forte.” Rispose l’uomo, poggiando sulla scrivania diverse provette a cui precedentemente stava lavorando per concentrarsi su quella domanda. “Per questo ha mandato Killer Frost, conosce le debolezze di Barry. Lui non ti farebbe mai del male, può solo migliorarsi e concentrarsi su Zoom.”
“Ti sei già scontrato con lei?” Chiese allora la mora, ripensando allo strano comportamento che aveva tenuto Jay qualche ora prima.
“Un paio di volte. Wells l’ha portata in laboratorio.” Disse il biondo, con un sorriso amaro sul volto, nel contempo picchiettò ritmicamente le dita sull’acciaio della scrivania. A quel nome la ragazza sussultò, e si sentì in dovere di continuare quell’argomento. “Va tutto bene?
 "Riguardo a questo?” Mormorò Caitlin, continuando con quella serie di domande. Tirò fuori il tesserino quasi sbiadito dalla tasca del camice e glielo mostrò. Lanciò un’occhiata all’uomo che le era di fronte e un pensiero le imperversò lungo la mente.
Come l’avrebbe detto a Barry?
“Non ho detto niente, per il semplice motivo che non c’è niente di cui parlare. Quel tesserino è vecchio, Barry era un impiegato degli STAR labs, ci siamo incontrati qualche volta. Ogni tanto venivo chiamato per esaminare i campioni in laboratorio.” Rispose lui, con le sopracciglia lievemente aggrottate.
“Era?” Chiese meccanicamente la mora, riponendo il pezzo di carta all’interno della tasca.
Jay annuì semplicemente.
In quell’istante riemersero nella sua mente le ultime ore trascorse in compagnia di Ronnie e provò una lieve stretta al petto. Cosicché fece un respiro profondo, decisa a non lasciarsi influenzare.
***
Non appena Cisco aprì gli occhi, sollevò il braccio e notò le fasciature meticolosamente attuate. Era stata opera di Caitlin senza dubbio. Doveva averla fatta spaventare parecchio, date le numerose garze sporche presenti all’interno del cestino dei rifiuti e la flebo che gli era posta accanto. Si staccò quest’ultima lentamente e si mise a camminare in direzione della porta. Doveva vedere Barry. Com’era finito lo scontro?
Aprì la porta con un movimento rapido della mano e si ritrovò sotto lo sguardo indiscreto di Joe.
“Ti sei svegliato.” Osservò Joe, con un sorriso ben visibile sul volto. “Come ti senti?”
“Lui come sta?” Domandò Cisco, lanciando uno sguardo in direzione dell’amico.
“Dovrebbe svegliarsi presto.” Sussurrò l’altro, venendo interrotto dopo qualche minuto dallo squillo incessante del telefono.
“Vai pure, lo controllo io.” Fece Cisco, riservandogli un sorriso. “Ho circa nove ore di film con cui intrattenerlo.”
“E’ Singh. Tornerò a momenti.” Concluse Joe, tentando di non mostrarsi ancora in pensiero per il ragazzo disteso su quel letto. Si sollevò dalla sedia e rispose al telefono, lasciandoli soli tra quelle quattro mura.
“Andiamo Barry, svegliati.” Sentenziò il bruno, poggiando una mano sulla spalla di Barry. “Mentre dormivo ho pensato a qualcosa per la tuta, non vedo l’ora di mostrartelo in azione.”
“Ti sei svegliato.” Fece una voce dietro, al che il ragazzo riconoscendo quel timbro trasalì e per lo spavento puntò una siringa contro la figura alle sue spalle. Immediatamente il viso di Caitlin cambiò espressione, quel dolce sorriso che l’aveva accompagnata non appena l’aveva visto era svanito in un paio di secondi. Cisco la squadrava con titubanza, indeciso sul da farsi.
“Calmo Cisco.” Esortò Jay nel bel mezzo di quel silenzio.
“Caitlin, mi dispiace.” Mormorò Cisco, ancora scosso per quanto era involontariamente accaduto.
“Ne parleremo dopo, ora dobbiamo pensare a Barry.” Tagliò corto Caitlin, sorpassando l’amico, così da poter sentire il battito cardiaco di Barry ed appoggiare la mano sulla sua. “E’ ancora freddo, ma non è più a rischio ipotermia.”
“Caitlin?” Sussurrò Barry, aprendo lentamente gli occhi. Per un breve momento vacillò a causa della sua somiglianza con Killer Frost, in seguito si voltò verso tutti i presenti. “Il peggio è passato?”
“Abbiamo parecchio su cui lavorare.” Rispose Cisco con un sorriso rivolto verso l’amico, seguito a ruota da una pacca sulla spalla.
“Bar.” Mormorò Joe dall’altro capo della stanza, si avvicinò al letto d’ospedale con gli occhi lucidi ed abbracciò il figlio senza curarsi degli sguardi vigli altrui.
“Va tutto bene Joe.” Proferì Barry, con un ampio sorriso sul volto, quando si ritrovò tra le braccia di Joe, ricambiò quella stretta con altrettanta forza. “Mi avrai tra i piedi ancora per molto tempo.”
“Cos’è successo con Singh?” Domandò Cisco, per via di quell’improvvisa telefonata.
“Ci sono state tre morti. Tutte presentano gli stessi tratti. Corpo pallido e freddo, scottature in gran parte del corpo.” Cominciò Joe, facendo trasparire quella serie di dettagli. “E’ come se..”
“Avessero assorbito il loro calore.” Concluse Jay al suo posto, al che Joe fu costretto ad annuire a quel breve intervento.
“Killer Frost.” Fece Barry, sottovoce. Lanciò uno sguardo a Caitlin e nel vederla così preoccupata le prese la mano, senza alcun segno di malizia. “Cait, andrà tutto bene.” Al che lei a sua volta annuì lentamente e gli sorrise.
***
 
Killer Frost svoltò l’angolo e non appena lesse l’insegna presente sul muro dell’edificio sorrise senza neanche rendersene conto. Premette la maniglia della porta, il quale si congelò e cadde a terra ed entrò all’interno dell’enorme sede del Picture News. Tutti i presenti si voltarono, impietriti.
“Caitlin.” Mormorò Iris da dietro la sua scrivania, si alzò dalla sedia e la osservò sbigottita.
“Vedo che anche qui mi conosci.” Pronunciò Killer Frost, spostandosi una ciocca dietro alla spalla. “E’ un bene, cercavo proprio te.”
“Non sei lei.” Affermò la ragazza, con i giornalisti che le scattavano di tanto in tanto qualche indiscreta fotografia.
“Sei sempre perspicace.” Osservò la bionda, piuttosto ironica. Sollevò il palmo della mano e conficcò una serie di lance contro un uomo in mezzo alla folla. “Ho un incarico per te.”
Iris sussultò vedendo il corpo di quell’uomo finire contro il pavimento, in preda alle convulsioni ed al dolore. Non avrebbe potuto avvicinarsi neanche volendo, la ragazza la osservava in attesa di una sua mossa.
“Che cosa vuoi?” Domandò la bruna, premendo con le dita i fogli che teneva in quel momento, nel vago tentativo di distrarsi dall’uomo che stava lentamente morendo su quel pavimento.
“Mandare un messaggio al nostro caro flash, digli che sarà il prossimo. E che se non morirà sarai la prossima ad essere inserita nella mia lista.” Aggiunse Killer Frost, puntando nuovamente la mano contro la folla.  “Potrei anche mettere tuo padre, sai? E’ piuttosto sentimentale.
“Stai lontano da noi.” Mormorò Iris, fingendosi del tutto indifferente a quella provocazione.
“Ti do qualche ora.” Detto ciò la bionda lanciò un vento gelido all’interno della sede, scombussolando i presenti, dopodiché si avviò verso l’uscita ed una folla accorse intorno all’uomo, sofferente, lasciando Iris nel bel mezzo della sede. Non disse nulla, non avrebbe potuto neanche volendo, le parole le si erano letteralmente bloccate, quella ragazza non aveva assolutamente nulla a che fare con Caitlin, era pericolosa ed andava decisamente fermata.
   
 
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