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Autore: Hisokagirl    05/03/2009    2 recensioni
Un urlo riecheggiò nel silenzio del mattino.
E dopo, un rumore simile a quello di uno sparo, poi... nulla.
Di nuovo silenzio.
Solo dei passi sempre più veloci, sempre più pesanti fino a che divennero una vera e propria corsa.
Un' ombra scura correva: pantaloni della tuta macchiati di terra, e una pistola ancora fumante nella mano.
- Merda – sussurrò visibilmente preoccupato.
Uno sguardo indietro, e poi un occhiata al fiume accanto a lui.
“Lì non la troverà mai nessuno.” si disse, gettando l'oggetto metallico nella distesa d'acqua.
Genere: Thriller, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sonata



Un urlo riecheggiò nel silenzio del mattino.

E dopo, un rumore simile a quello di uno sparo, poi... nulla. Di nuovo silenzio.

Solo dei passi sempre più veloci, sempre più pesanti fino a che divennero una vera e propria corsa.

Un' ombra scura correva: pantaloni della tuta macchiati di terra, e una pistola ancora fumante nella mano.

- Merda – sussurrò visibilmente preoccupato.

Uno sguardo indietro, e poi un occhiata al fiume accanto a lui.

Lì non la troverà mai nessuno.” si disse, gettando l'oggetto metallico nella distesa d'acqua.



- Che abbiamo qui? - disse la donna avvicinandosi ai colleghi.

- Claire DeLune, ventisei anni, ritrovata stamattina dalla sorella in casa, senza vita. La causa della morte pare essere la ferita d'arma da fuoco al livello della clavicola. - disse l'uomo accanto, indicando il piccolo foro sul corpo della ragazza. Doveva essere il medico. - Ma per esserne sicuri dovrò portarla in laboratorio per fare degli accertamenti. L'ha trovata la sorella oggi pomeriggio. -

- Bene avvertimi appena sai qualcosa -

- Certo. Ah... Benvenuta capo. -

Quella di commissario era una promozione, che da sempre aveva desiderato.

E ora che l'aveva ottenuta... Beh non le piaceva molto: sveglia perennemente alle sei di mattina, assoluta disponibilità anche nei giorni festivi e pochi giorni di ferie all'anno; almeno era un lavoro ben pagato.

- Chiamami Cath -

La donna salutò il medico con un cenno di mano, piegandosi sulla ragazza stesa a terra. Doveva esserci qualcosa che avrebbe incastrato il colpevole; c'era sempre.

Alzò gli occhi e si guardò intorno: la casa era in perfetto ordine, letto ancora fatto, non un filo di polvere, niente finestre rotte e sulla porta non c'era nessun tipo di forzatura.

Quindi i casi erano due: o la vittima conosceva l'assassino, o quest'ultimo aveva trovato un modo per entrarle in casa.

- Capo, abbiamo interrogato la testimone. Si chiama Niki DeLune e dice di aver aperto la porta con la chiave datale dalla sorella. Claire viveva da sola, era una maniaca dell'ordine e ogni mattina andava a fare jogging nella strada di fronte. -

- Bene. Andate ad interrogare i vicini, potrebbero aver sentito o visto qualcuno. Qui ci penso io.- la voce era ancora impastata dal sonno, ma a parte quello era abbastanza sveglia.

All'improvviso mise la mano nella grande borsa che le pendeva da un fianco, prendendo la fotocamera; la procedura andava rispettata. Con dei passi delicati e meticolosamente attenti, Cath fotografò tutto quello le sembrava rilevante: macchie, residui o piccoli oggetti insignificanti, forse, agli occhi di tutti...

- Alla destra del corpo c'è un impronta parziale di una scarpa, circa il numero quarantaquattro. Pallottola conficcata nella trave, 9 millimetri troppo deformata per ricavarne le striature. Schizzi di sangue gravitazionali verso il muro, la vittima si stava muovendo. Macchie di sangue cadute dal corpo, verso l'armadio. Si stava muovendo anche dopo lo sparo allora. Questo è interessante. - si disse facendo l'ennesima fotografia.

Nessuno la stava ascoltando.

Ma lei non stava parlando per farsi sentire, era semplicemente il suo metodo di lavoro.

Con occhi vispi la donna osservò il pavimento impacchettando tutto, fino a che trovò quello che stava cercando.

-Bryan? - urlò all'improvviso.

-Sì capo? - disse l'uomo fermo accanto alla porta ormai aperta.

- Hai detto che faceva jogging tutte le mattine vero? -

Minuscola, ma immensa per una facente della scientifica, la macchia marrone stava ad indicare della terra fresca: era stata uccisa dopo essere tornata dal jogging.

Questo restringeva di molto il campo.

- Sì. E i vicini hanno confermato. Era molto precisa negli orari e alle otto precise scendeva per il jogging. -

- Hanno sentito qualcosa? -

- Niente, solo la corsa di un uomo. Comunque la sorella dice che teneva una specie d'agenda nel quale annotava tutto quanto... Orari, date, eventi. -

- Cercala negli armadi, nei cassetti... Dovunque. -

- Sì capo. -

- Dì a Jane di continuare qui. -

Non aspettò risposta, dirigendosi verso la porta.

Aveva già sentito quel nome da qualche parte, era piacevole da sentire e molto raro a New York. A giudicare dal cognome Claire aveva origini francesi.

Il corridoio che le si presentò davanti, appena uscì era molto lungo e a pochi metri di distanza l'una dall'altra delle porte in ebano nero spiccavano nel muro bianco: al centro un incisione che stava ad indicare il numero dell'appartamento.

- Numero 3 – sussurrò la donna leggendo il numero in oro sulla porta della vittima.

Il pavimento era sommariamente pulito, e anche i muri lo erano. Solo una serie di piccole macchie stonava con tutto il resto: erano rosse. Era Sangue.

- Il sangue, miglior indizio per la scientifica – si disse soffocando una risata, mentre andava a prendere, nella borsa un cottonfiock adatto a quell'uso.

- Ma guarda! - una voce ruppe la coerenza dei suoi gesti, facendola sussultare violentemente – Mi hanno sporcato tutto il muro! -

Era un uomo sulla quarantina, capelli corvini, occhi scuri e fisico statuario: scopa e stracci in mano, tuta interamente blu elettrico... Doveva essere l'inserviente.

- Lei chi è? - chiese la donna, riacquistando la calma.

- Chi è lei! Come si permette di venire qui a sporcarmi il muro? Lo avevo pulito stamattina!-

- Cath Darw, polizia di New York. -

Appena vide il distintivo, l'uomo avvampò di imbarazzo, abbassando lo sguardo. - M-Mi scusi. Comunque mi chiamo Jeremy Hilton, e sono il portiere del condominio. -

- Stamattina ha visto qualcuno di strano ? -

- N-No mi pare di no... ma che è successo? -

- La ragazza dell'appartamento tre è stata uccisa. -

L'uomo lasciò cadere a terra quello che teneva in mano, e sgranò gli occhi impercettibilmente.

- C-come? Oddio era così giovane -

- Già. Dove si trovava stamattina verso le otto e mezza? -

- Sta insinuando che sono stato io ad ucciderla? - la voce gli tremò.

- Io non insinuo niente. Faccio solo il mio lavoro. Comunque risponda, per favore. -

- Ero nel mio appartamento che ascoltavo della musica. Conosce Debussy? E la mia passione... Sopratutto il terzo movimento della Suite bergamasque Adoro quella sonata.-

- Sì... E scommetto che nessuno lo può confermare? -

- Già -

- Per ora può andare, ma si tenga nei dintorni

L'uomo annui, andandosene.




- Maschio o femmina, maschio o femmina – cantilenò Cath: braccia incrociate sul petto, occhi socchiusi e orecchie pronte a sentire quel suono acuto che stava ad indicare la fine del test.

E poi eccolo, seguito dal ronzio preoccupante di una stampante ormai troppo antica, che con una lentezza esasperante faceva uscire i risultati.

- Cromosomi XY – sussurrò leggendo il foglio. - E' un maschio -

- Capo? - Bryan, il suo collega, irruppe nella stanza: fogli in mano e occhi di chi si è avvinato alla verità -L'impronta che abbiamo trovato appartiene a Steve Carter, arrestato due anni fa per aggressione. -

-Portatelo qui e per favore portatemi anche la sorella. -

- Sì capo. A proposito... Jane la stava cercando. -

-Grazie -

- Maschio – sussurrò riguardando il foglio.

Fece un passo lento verso la porta, poi uscì dalla stanza.

- Jane? - chiamò la donna, al vuoto.

Dov'era quando serviva?

- S-sì capo? -

- Bryan mi ha detto che mi stavi cercando. -

- Ho trovato delle impronte digitali in tutta la stanza. Appartengono a tre persone diverse, alcune di queste appartengono a Steve carter ragazzo della vittima, le altre a Niki DeLune. Gli altri due tipi d' impronte sono ancora d' ignoti. -

- Poi? -

- Abbiamo trovato schizzi di sangue sui vestiti di Claire, ma non appartengono a lei. E sotto le sue unghie, il medico ha trovato dei residui di pelle. Il DNA è uguale sia per il sangue sia per la pelle.-

- L'agenda? -

- Ancora niente capo, ma nella spazzatura ne abbiamo trovato un foglio. Risale a ieri... Jogging, lavoro, e alla sera uscita con Olly Brown.-

- Olly Brown? -

- E' la migliore amica della vittima. Abbiamo aspettato lei ad interrogarla... Ma continua a ripetere di averla lasciata ieri sera a casa dopo un uscita in discoteca: Viva. E poi abbiamo scoperto che chattava con un uomo su internet... Aspetti.-

Dopo aver finito di parlare prese dei fogli dalla scrivania accanto, porgendoli al suo capo.

- Il nickname dell' uomo è ClaudeD, mentre il suo è... DeLune. -

- Come il suo cognome -

- Sì, parlavano di musica. Ma la maggior parte delle conversazioni sono state cancellate sia dai server, sia dal disco rigido. In poche parole sono irreperibili. -

- C'è altro? -

- ClaudeD non ha un account protetto, e l'addetto ai computer lo sta rintracciando, ma il server continua a rimbalzare su server minori, meno protetti. Comunque si trova a New York. -

- Ottimo lavoro. Olly dov'è ora? -

- Nella sala interrogatori capo -

- Grazie -

-ClaudeD, DeLune – sussurrò vedendo Jane andarsene. C'era qualcosa che drasticamente le sfuggiva.




- Ciao – disse entrando nella stanza buia. - Io sono Cath Darw, commissario della polizia. E tu sei... Olly Brown se non sbaglio – Odiava quella stanza, le sembrava quasi una prigione... Quattro mura tinte d'umidità, un tavolo spoglio in metallo, e due sedie ormai stanche di sopportare il peso di un corpo.

- Non sbaglia – disse: la voce stanca, gli occhi gonfi di lacrime.

- Sa perchè è stata chiamata qui? -

- Fin troppo bene. -

- Bene. Ieri è uscita con la vittima? -

- Siamo semplicemente andate in discoteca -

- E a che ora siete tornate a casa? -

- Verso le due di notte... Ma le posso giurare che l'ho lasciata viva. Un po' ubriaca ma viva e vegeta. Mi scusi... La mia migliore amica è stata uccisa e io non ho voglia di passare il giorno qui -

- Una sola domanda allora. Come l'hai conosciuta? -

- Andavamo a scuola insieme fin dalla medie... Stesse superiori, stessa università. Non ci siamo mai perse di vista. -

- Sai se aveva qualche nemico? -

- No, o almeno da quanto ne so io. -

- Conosci il suo ragazzo? -

- Steve? Sì, non mi è mai sembrato un tipo tanto raccomandabile, ma Claire lo amava, e io non poteva farci niente... -

- Eri gelosa? -

- N-No! - disse alzando la voce. - Non ero innamorata di Steve se è questo che sta insinuando. -

-Per ora può andare -

La ragazza si alzò dirigendosi verso la porta: Olly non centrava niente nell'omicidio.

O almeno era quella la sensazione che aveva avuto.

- Aspetti – sussurrò all'improvviso – Chattava con un uomo... Dovevano incontrarsi quella mattina per la prima volta: ClaudeD se non sbaglio. -

- E' stata di grande aiuto. -

La ragazza chiuse la porta dietro si sé, mentre Cath si sedette in attesa del nuovo interrogatorio.

De Lune, ClaudeD, musica, chat... Omicidio.

Tutto legato da uno stupido collegamento, che doveva per forza esistere.

Tutto legato da un essere umano, che aveva deciso della vita della ragazza egoisticamente.

Non pensando che in una notte aveva distrutto i sogni di una vita, i legami che la ragazza possedeva e sopratutto che aveva distrutto lei.

- Capo? - disse Bryan entrando – Chi vuole interrogare per primo? -

- La sorella -

- Bene -

Ci fu un attimo di silenzio, poi una ragazza entrò nella stanza: assomigliava paurosamente alla vittima, con l'unica differenza del colore degli occhi e dei capelli.

Restò ferma, a guardare impassibile il commissario che ricambiava duramente il suo sguardo d'odio, poi con una delicatezza quasi arrogante si sedette.

- Siete gemelle Niki? -

- Sì -

- Quando siete nate? -

- Ha qualche importanza? - I suoi occhi divennero più sottili, mentre le sue mani dolcemente posate sulle ginocchia, si contrassero spasmodicamente.

- Sì – fu la risposta secca di Cath.

- Il tre marzo -

- Cosa hai fatto ieri verso le tre di notte? -

- Dormivo! E che altro? -

- Qualcuno lo può provare? -

- Secondo lei? - gli occhi azzurri filtravano la poca luce che entrava nella stanza, illuminandoli sinistramente, mentre una mano andava sistemare i capelli neri dietro le spalle. - Ero sola a quell'ora... -

- E prima? -

- Prima... Ero con Steve. -

- Il ragazzo di sua sorella? -

- Si ma non è come crede...Eravamo solo amici. -

- Ne è sicura? -

La ragazza annuì abbassando lo sguardo.

- Eravamo stati insieme, solo un anno fa. Prima che loro sue si conoscessero... -

- Poi lui si è messa con sua sorella e lei era gelosa? -

- No! Steve lo avevo lasciato io. E poi non avrei mai fatto una cosa del genere a Claire. -

- Capisco... Sapeva se aveva qualche nemico o dove teneva l'agenda?-

- Nemici mi sembra no. Era una ragazza gentile, e simpatica.-

- E l'agenda? -

- Di solito la teneva al sicuro, in una scatola sotto l'armadio..-

-Bene grazie, può andare. -

La ragazza si alzò all'istante, sbattendo la porta dietro si sè.

Anche Cath si alzò, ordinando a Bryan di proseguire il lavoro.

Raccolse le chiavi dalla scrivania, e presa la macchina uscì dirigendosi verso la casa di Claire: se davvero l'agenda si trovava lì, molti dei suoi dubbi sarebbero spariti.

Arrivata, aprì delicatamente la porta stando attenta a tutti i colleghi che stavano lavorando attorno a lei; fece un passo verso l'armadio, poi un altro alla sua destra, accovacciandosi per permettere alla sua vista di localizzare la scatola. Mise la mano nella fessura tastando a casaccio il pavimento, finché non trovò quello che stava cercando: ruvida e dura, la scatola di vimini era esattamente nel punto in cui Niki aveva detto, ma era inesorabilmente vuota.

- Merda – sussurrò alzandosi. Con le dita percorse il profilo dell'armadio, notando del nero tra il muro e l'armadio: in effetti, c'era un piccolo quaderno che impediva al legno di aderire all'intonaco bianco.

Con un po' di difficoltà, Cath mise le dita nella fessura trascinando l'agenda verso di lei... - Finalmente – disse aprendo il quaderno.

Fogli bianchi tutti scritti ordinatamente in nero, calligrafia pulita e comprensibile.

Solo una scritta stonava con il resto: era grande, di traverso scritta in maniera disordinata come se chi l'avesse scritta fosse stato di fretta, e poi una goccia di sangue svettava tra il bianco del foglio.

- Debussy – sussurrò la donna leggendo la scritta.

E finalmente, il legame che legava tutto le balenò in testa: Debussy.

- ClaudeD! Claude Debussy – urlò all'improvviso, dirigendosi verso la porta. - Claire DeLune, una delle sonate più famose di Debussy... la terza della Suite Bergamasque. -

Conosce Debussy? E la mia passione... Sopratutto il terzo movimento della Suite bergamasque Adoro quella sonata”

Solo una persona aveva manifestato interesse per Debussy.

Solo una persona aveva confessato involontariamente, la sua passione per la Sonata Claire DeLune.

Ed era qualcuno che non era nemmeno stato preso in considerazione, forse solo per una distrazione.

Lasciò cadere l'agenda a terra, cominciando a correre verso l'atrio: ed eccolo accanto alla porta.

Dalla fibia della cintura, prese la pistola puntandola contro l'uomo, che, preso dalla sprovvista, cominciò a correre.

Un colpo partì dall'oggetto metallico in mano a Cath, e un urlo si udì subito dopo.

Rimise a posto la pistola, calmandosi e camminando verso l'uomo a terra.

- Sei in arresto per l'omicidio di Claire DeLune. Jeremy Hilton -

Prese le sue mani, chiudendole nelle manette.

- Ogni parola che dirai potrà essere usata contro di te. Hai diritto ad un avvocato e se non puoi permettertene uno te ne sarà affidato uno d'ufficio. Hai capito i tuoi diritti? -

L'uomo annuì chiudendo gli occhi.

- Ho dovuto farlo... - sussurrò in preda al dolore – Aveva il nome della mia sonata preferita!-

- L'hai uccisa solo per quello? Per il suo nome? -

- Mi ha respinto... Claire DeLune di Debussy mi ha respinto. -

Quelle furono le sue ultime parole, poi venne portato via.

Claire DeLune era stata uccisa solo per il suo nome.

Claire DeLune era stata uccisa per una sonata di Debussy.

Spazio di Poo

ok.. Era un compito per il mio prof...

Quindi non è dei migliori xD

Ma in fondo mi è piaciuto scriverlo *O*











  
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