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Autore: xxlollipamxx    14/12/2015    3 recensioni
Pamela ha scritto come vorrebbe che fosse la sua vita, chi vorrebbe che ci fosse ad accompagnarla. Questo però non le basta... vuole andarsene davvero, vuole scappare! E quale meta potrebbe essere migliore della Corea del Sud, di Seoul, di quel posto che tante volte ha sognato?
Uno scontro inaspettato e un nuovo caro amico daranno inizio a tutto, le faranno incontrare due persone importanti...
Il suo cuore e la sua testa lotteranno che per scegliere tra l'amore che ogni ragazza sulla faccia della terra desidera e l'amore che lei ha sempre desiderato: si dice che il cuore ha sempre ragione, ma Pamela ascolterà davvero il suo cuore o si lascerà trascinare da qualcosa di più facilmente raggiungibile e decisamente meno complicato?
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, T.O.P.
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
 

Il cielo è lo stesso da ogni punto della Terra, ci guarda fiero da lontano, ci accompagna nel lungo viaggio della nostra vita. Ora come ora è l'unica cosa che non è cambiata nella mia vita, l'unica cosa che mi rassicura e mi fa sentire meno fuori posto in questa nuova città, Seoul, una città che ho scelto, ma una città troppo grande rispetto al piccolo paesino al quale sono sempre stata abituata ma che ho lasciato senza ripensamenti, troppo stanca delle persone che mi circondavano e delle varie situazioni che si erano create. Sono partita un paio di settimane fa usando i miei risparmi, mesi e mesi di privazioni che hanno avuto però come premio finale la libertà, quella totale, quella vera e che a volte spaventa perché non la si è mai affrontata. Non che nel mio piccolo paese di provincia fossi tenuta sotto una campana di cristallo, ero libera di fare quello che volevo, i miei genitori non mi hanno mai messo limiti, sicuri del mio buonsenso, dell'educazione che mi avevano fornito e delle pressoché inesistenti possibilità di sforare che offriva il paese. Soprattutto per questo ultimo motivo, mi sono sempre sentita in gabbia, come se ci fosse qualcosa che mi trattenesse dallo spiccare il volo, che mi tappasse le ali.

Una volta arrivata nella capitale del “bello”, non sono riuscita ad ambientarmi subito, ho passato giorni con il groppone in gola, in attesa di trovare un mio posto in questo nuovo mondo e finalmente credo di averlo trovato: il mio padrone di casa, o meglio il ragazzo che mi ha affittato una stanza nella sua pensione, Maru, oggi mi ha anche offerto di lavorare nel suo locale; ha bisogno di un'aiutante in cucina, almeno finché non tornerà la sua cuoca di sempre che momentaneamente ha smesso di lavorare perché partorirà a breve. Questo vuol dire che devo comunque cercare un altro lavoro perché presto o tardi lei tornerà e io mi troverò di nuovo al punto di partenza. Non è il lavoro dei miei sogni, in realtà non so nemmeno quale sia il mio lavoro dei sogni, ma è comunque un inizio, un modo per trovare la mia strada, un modo per creare una vita mia, una fortuna che non tutti hanno e non lo ringrazierò mai abbastanza per avermi dato questa possibilità dopo così poco tempo che sono qui.

Maru, Jang Maru, ha appena ventisette anni ed è già proprietario di un locale tutto suo con più di venti dipendenti. È alto, molto alto, così tanto che io dal mio metro e nemmeno sessanta gli arrivo giusto all'altezza dell'ascella, fortunatamente profumata, porta i capelli apparentemente spettinati, ma, per un perfezionista come si è presentato, sono di sicuro messi secondo una logica. È impeccabile in tutto: pelle perfetta, abbigliamento da impiegato figo dietro al quale tutte le dipendenti e inquiline sbavano e una dolcezza ultraterrena. Mi viene così naturale parlare con lui, non c'è alcun imbarazzo, tanto che rimpiango di non aver parlato da subito con lui, invece di fare l'asociale scorbutica. Si, perché, a causa della mia eccessiva timidezza, non riuscivo a dirgli nemmeno una parola e mi limitavo ad un mezzo sorriso quando lo incontravo per le scale o nel suo locale dove andavo spesso a mangiare qualcosa visto che si trova al piano terra della pensione. La prima volta che abbiamo scambiato qualche parola è stato pochi giorni fa, quando, dopo aver visitato alcuni luoghi che ho sempre voluto vedere ma che purtroppo fino a quel momento avevo visto solo attraverso il pc, non sapevo più dove andare, avevo visto tutto quello che volevo vedere, che sapevo dove si trovasse e come arrivarci, quindi era diventato necessario accedere alla connessione internet che offriva la pensione di Maru. Lui abita in una specie di attico della pensione, quindi non era complicato... se non si è me! Senza avergli mai parlato, mi facevo milioni di problemi ad andare da lui apposta per chiedergli la password della connessione internet, ma se non volevo vagare senza meta per Seoul dovevo farlo. Salii le due rampe di scale molto lentamente, tanto da riuscire a notare ogni singola scheggia sugli scalini e sul passamano. Pensai anche, diverse volte, di lasciar stare e addirittura abbandonare l'idea di restare in Corea se non riuscivo a fare qualcosa di così semplice, ma la voglia di tornare a casa era pressoché assente e poco dopo mi ritrovai all'ultimo scalino. Bussare a quella porta, poi, fu una delle cose più difficili che abbia mai fatto. Vincere la timidezza, superare l'imbarazzo del saluto iniziale è sempre stato un ostacolo per me che aspetto ogni volta che sia l'altra persona a salutarmi per prima, eppure quel pomeriggio dopo aver visto il dolce sorriso del mio giovanissimo proprietario di casa mi rilassai immediatamente. Mi fece accomodare ed iniziò lui a parlare. In poco tempo avevamo creato una complicità tutta nostra che poi non mi feci nessun problema a chiedergli la password e, anzi, lui si scusò per non avermela portata subito. Come potevo sentirmi in imbarazzo con un ragazzo così? Il giorno successivo si offrì anche di unirsi a me nella mia giornata da turista perché era il suo giorno libero e un suo amico gli aveva da poco dato buca. Accettai, un po' perché non mi dispiaceva la sua presenza e un po' perché sentivo che avevo bisogno del suo aiuto dato che mi trovavo qui da ancora troppo poco tempo per essermi abituata a questa infinità di linee della metropolitana. Inutile dire che fu una giornata quasi perfetta, non mi pesò camminare per tutta la mattina e anche per quasi tutto il pomeriggio facendo una pausa solo per il pranzo; con Maru il tempo mi era sembrato passare velocemente, anche troppo, avrei passato tutti i giorni in giro con lui se non avesse avuto un locale a cui badare. Dal giorno dopo, mi rinchiusi nuovamente nella mia prigione di solitudine, interrotta solo nel momento della colazione quando, prima di partire alla volta di qualche palazzo imperiale o di qualche cittadina caratteristica, scendevo dal mio unico amico dell'estremo oriente per mangiare qualcosa che mi desse la carica per affrontare la giornata.

Non mi è mai pesato stare da sola, anche in Italia non mi dispiaceva starmene per i fatti miei a perdermi nei miei pensieri e magari mettermi davanti al pc per scrivere come volevo che andasse la mia vita. Da una giornata noiosa nacque una fanfiction, una storia in cui raccontavo la mia impossibile vita insieme a TOP, una storia a cui sono sempre stata molto legata perché era qualcosa nero su bianco, non un vago pensiero che dopo un po' puoi anche dimenticare, ma qualcosa che, rileggendo, potevo ricordare esattamente come avevo immaginato la prima volta. La solitudine non mi ha mai spaventato, ma a casa sapevo che, quando avevo voglia, c'erano amiche da chiamare per uscire e iniziavo a sentirne il bisogno anche qui. Maru era sicuramente una persona di queste, ma non potevo chiamare sempre lui, aveva di certo una sua vita e gli amici di sempre a cui dare la sua attenzione. La lingua poteva certamente rappresentare un problema per le mie future relazioni sociali, non mi sentivo e non mi sento tutt'ora del tutto sicura del mio coreano, ma non mi sento mai troppo sicura di niente e non ho ancora avuto modo di sperimentarlo visto che Maru parla un inglese perfetto e non ho la sfacciataggine di chiedergli di parlare coreano con me per farmi esercitare.

Perdermi nei miei pensieri è una brutta cosa, qualcosa da evitare sempre, soprattutto se sto attraversando un incrocio e il semaforo sta diventando rosso! Sono arrivata appena in tempo dall'altro lato della strada rischiando di essere investita da un'auto sportiva che mi ha lo stesso fatto sentire la sua presenza: è passata ad una velocità tale che ho sentito i miei capelli alzarsi dalla schiena e poi cadere sulle mie spalle subito dopo. Sto maledicendo quel tizio, ma la colpa è anche e soprattutto la mia che non ho prestato la dovuta attenzione.

Inizierò tra qualche giorno a lavorare e non so bene cosa aspettarmi, ma per ora non voglio pensarci e godermi queste ultime giornate di libertà, se mai sopravviverò. Ho deciso, quindi, di andare alla YG, ho sempre sognato di farlo e, prima che la stanchezza di una post-giornata di lavoro mi divori, devo vederla.






Buonasera! 
Ecco l'inizio della mia nuova storia... per chi ha letto Be my star e si sta chiedendo il motivo di una nuova storia che vede Pamela e Top protagonisti, la spiegazione è semplice (o almeno per me lo è): volevo una storia che fosse mia, non condivisa, e nella quale potessi mettere davvero quello che provo io e quello che sono, con tutte le mie fragilità, i complessi e anche qualche cosa di positivo che sicuramente troverò in me. 
E' anche una specie di esperimento, perché ho una trama ben definita e in cui ogni capitolo (prologo ed epilogo a parte) avrà come titolo una parola o comunque una piccola parte di una canzone dei Big Bang, ogni capitolo una canzone diversa, e a volte, come in ogni songfic che si rispetti, anche il capitolo stesso vi ricorderà la canzone a cui mi rifarò (o comunque spero che ve la ricordi). 
Poi magari se non mi avete capito vi spiego meglio... a tratti non mi capisco neanche io, quindi posso capire se non vi è proprio chiaro. 
Per ora vi lascio, ma tornerò con il primo capitoo "Big boy" e dal titolo dovreste immaginare che, si, il Big boy si mosterà, eccome se si mostrerà! 
BAci baci :* 
Pamela (tanto ormai lo sapete che sono io... ^^ )

 

  
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