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Autore: io_sono_nessuno    14/12/2015    0 recensioni
Piacere! Sono Agnese e ho deciso di scrivere quella che forse si potrebbe definire la mia storia, non tanto perché credo che vi freghi qualcosa della mia vita, figuriamoci, più che altro perché se io sono riuscita a superare l'adolescenza allora potrà farcela chiunque. Questa è la storia di come sono cresciuta e uscita dallo sfondo dove tendevo a rintanarmi, perché, diciamocelo chiaro, a nessuno piace essere quello che guarda, ma in pochi hanno il coraggio di diventare quello da guardare.
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Prima che iniziate a leggere avrei un paio di cose da dire:
alcuni punti sono autobiografici, così come la maggior parte dei personaggi esiste davvero
Ho già in mente la storia, ma non so dirvi con quale regolarità usciranno i capitoli
Ogni tanto metterò foto o gif (se capisco come si fa) dei personaggi
Recensite!! No...ok, naturalmente non obbligo nessuno, ma una recensione farebbe sempre piacere.
E niente, buona lettura

 




Avete presente quella persona che tutti conoscono ma nessuno conosce davvero? Quella che tutti considerano simpatica ma poi nessuno invita alle feste? Piacere, sono io. Mi chiamo Agnese, ho quindici anni e vivo a Berlino da quasi un anno, naturalmente a Berlino si parla tedesco quindi quello che ho sempre considerato un bellissimo nome e diventato qualcosa di orribile, le persone di qui hanno la terribile abitudine di chiamarmi “agn esa” o “aghi”. Ma lasciando stare il nome, prima vivevo a Roma ma poi i miei genitori hanno deciso che visto che stavo finalmente riuscendo a farmi tanti amici e una vita decente bisognava assolutamente cambiare città, anzi proprio stato, scherzo, io amo i miei genitori, sono due persone fantastiche di cui vado fiera, ma purtroppo hanno avuto l'insana idea di trasferirci. Non che Berlino non mi piaccia, sia chiaro, l'adoro e non tornerei per niente al mondo a vivere in Italia, ma mi hanno scombussolato i piani, mettiamola così.

Questa mattina come al solito mi sono svegliata in ritardo con mi madre che urlava dalla cucina qualcosa come: -Agnese! Ancora a letto? Sbrigati sono le 7 e mezza!-, che poi erano si e no le 7 e 20, ma tardi comunque. Per questo ho perso il bus e adesso mi sto facendo la strada a piedi, mi piace camminare con le cuffie nelle orecchie e la musica ad alto volume, e quando dico alto intendo quel volume che fa girare le persone per strada, il giusto per dare la carica per la scuola insomma, il problema è che solitamente se cammino per i fatti miei vado particolarmente lenta, cosa che invece non posso fare andando a scuola.

Busso timidamente alla porta della classe prima di spalancarla e entrare con un sorriso timido: -Scusi il ritardo prof, il bus non passava- viva la sincerità, non aspetto nemmeno la risposta del professore e vado a sedermi vicino Thomas, il mio migliore amico -Hey, ti ho scritto questa mattina, ma possibile che ti svegli sempre tardi? Fortuna che musica è in italiano, volevo vederti a discutere con la Hermann- ignoro il suo commento e lo abbraccio frettolosamente per poi sedermi e tirare fuori l'astuccio e il diario dallo zaino, ecco a voi il mio materiale scolastico, il libro me lo prestano e un foglio di solito lo recupero in giro, il quaderno non serve. Comunque siamo in una scuola italo-tedesca quindi metà lezioni sono in una lingua e metà nell'altra, per praticità per per evirare a eventuali lettori di leggere interi dialoghi con Google Traduttore che come sanno tutti fa pena, scriverò tutto in italiano, anche perché nemmeno io sono poi così brava in tedesco.

Due ore con musica passano in fretta per mia fortuna, o forse è solo perché ho passato tutto il tempo a parlare con Thomas, appena suonata la campanella siamo i primi a uscire dalla classe come sempre e andiamo a cercare i nostri amici della classe parallela, che poi è parallela solo per modo di dire visto che ci troviamo sempre in aule distanti, a un certo punto individuo la testa di Riccardo nella folla e lo indico a Thomas, ci avviamo verso Riccardo e Jacopo. Subito abbraccio entrambi lasciandoli poi ai saluti “da maschi” con Thom. Se qualcuno ci indicasse a uno sconosciuto quello di certo commenterebbe: “quelli? Non possono essere amici, sono tutti diversi tra di loro.” e avrebbe ragione: Thom sembra il classico figo della scuola, bello, popolare e tutto, e biondo scuro con un taglio che io reputo orribile, corto quasi rasato con il ciuffo sopra, alto, occhi verdi e fisico mozzafiato, Riccardo invece è il classico ragazzo dolce per cui è obbligatorio prendersi una cotta, un metro e novanta, aspetto anonimo: normalissimo ragazzo castano che deve ancora crescere; Jacopo invece è un bambino che vorrebbe tanto essere popolare, ma dopotutto a 13 anni è normale essere piccoli, e poi per me è perfetto così.

Qualcuno mi arriva da dietro e mi copre gli occhi con le mani, sono mani gelide e quindi non sto al gioco e le tolgo di forza mentre mi giro per salutare quella che potrebbe essere Marta visto che è sempre lei a fare questo giochetto, invece è Giorgia che mi sorride prima di abbracciarmi, ci stacchiamo e mi guarda sorridendo, oggi è particolarmente allegra; saluto Mattia con un cenno della testa mentre è tutto impegnato a comportarsi “da maschio” con gli altri. A dir la verità non so bene come siamo diventati amici, sempre se ci possiamo definire amici, a un certo punto Giorgia ha preso e mi ha iniziata al gruppo di gente “popolare”, compreso Mattia. Dal quel momento parliamo e scherziamo tranquillamente e la cosa sembra non piacere a tutte le mie compagne di classe e le loro, a quanto pare sono troppo poco bella per stare con loro.

-Hey nana, quindi domani vieni a vederci a Basket?- Capisco che stanno parlando con me perché tra i presenti sono l'unica bassa quindi mi giro per rispondere: -Dipende, dopo facciamo qualcosa? E poi chi ci va?-

-Io, Riccardo, Mattia, Jacopo e forse Orlando- mi risponde Thommy

-Io ho casa libera, potremmo fare una maratona del Signore degli Anelli- propone Jacopo, sarebbe un'ottima idea e poi è da un sacco che non dormo con i miei amici.

-Jacopo io vado a casa tua con Orlando, tuo fratello, hai presente?-

-Quindi? Lui può invitare i suoi amici e io invito i miei- Ahia, ora comincia un dramma tra fratelli.

Meglio intervenire: -Con tutto il rispetto Mattia, ma a noi che ci frega di te e Orlando? Tanto vi chiudete in camera e giocate al computer…- la mia affermazione è accolta da un dito medio che fa scoppiare a ridere tutti, me compresa.

-Invece verremo a vedere il Signore degli Anelli con voi, giusto per darti fastidio- questa volta è il mio turno di mandarlo a quel paese e lo farei volentieri, mi sono già stampata in faccia il sorrisino alla “ma va' a cagare” quando suona la campanella e ci rendiamo conto di essere tutti dannatamente in ritardo quindi corriamo in classe.

Io e Thommy abbiamo francese, materia che odiamo entrambi ma mentre io riesco a mantenere una media sufficiente lui traballa. La prof naturalmente deve farci notare i tre minuti di ritardo, massì, perché tanto gli altri sono tutti già seduti, no? Quanto vorrei fare il dito medio anche a lei, è la classica prof io-sono-meglio-di-voi-asini che ha sempre e comunque ragione anche quando non ne ha, perché lei è la prof e noi siamo in ritardo quindi dobbiamo sederci al primo posto.

Qualche minuto dopo mi arriva un bigliettino sotto al banco, è Alessandra, una mia compagna di classe odiosa convinta che i like su facebook siano tutto, non capisco perche dovrebbe scrivere a me, apro il bigliettino e si spiega tutto:

 

Sei stata invitata alla festa della decima?

 

La decima è la classe di Mattia, Giorgia e Orlando, naturalmente non sono stata invitata, e probabilmente lei sì, stranamente la cosa mi infastidisce, di solito non mi importa, ma in questo caso vorrei alzarmi e urlarle contro, decido invece di rispondere, tanto io sono Agnese Benati, vado bene a scuola, sono anonima e non mi importa delle feste o dei ragazzi.

 

No

 

Le lancio il fogliettino indietro e poi mi metto a parlare con Thommy di calcio.

 

Finita la lezione abbiamo cinque minuti di pausa che sfrutto per uscire e prendere un po' d'aria, fuori incontro Orlando che sta di fronte alla nostra classe a braccia incrociate, appena ci vede si avvicina con un sorriso furbo: -Ciao! Ho sentito che domani venite a casa mia...A questo proposito io Mattia pensavamo: Sabato c'è una festa, vi va di venire? Saremo in pochi e visto che alla fine siamo più amici con voi che con molti della nostra classe…-

-Si bevrà?- Lo interrompe Thommy

-Sì, beh, immagino proprio di si- nonono risposta sbagliata!

-Allora non vengo- Si gira e se ne va. Siano maledetti lui e la sua fobia per l'alcol, gli corro dietro per cercare di discuterne, sto per rientrare in classe quando sento qualcuno prendermi per il polso, è Orlando: -Ma tu vieni, vero? È importante per Mattia- sì, certo per Mattia, non ci credo nemmeno se lo vedo, lui a malapena si ricorda il mio nome!

-Sì, credo di sì, ora gli parlo-

Un festa.

La mia prima festa.

Sì.



 
Orlando

   
 
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