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Autore: Jiyu_no_yume    15/12/2015    4 recensioni
- È tardi- constatò la figura accanto a sé iniziando anch’essa a giocare col terriccio spostando qualche pietra con la punta delle scarpe
- Già..- sussurrò stringendosi nelle spalle, il capo rivolto verso il cielo, gli occhi chiusi ad ascoltare il suono prodotto dalle fronde ormai spoglie degli alberi.
- Come stai?- le chiese, lo sguardo fisso sul suo viso fintamente rilassato e Lucy sorrise
- Che domanda stupida- disse socchiudendo gli occhi ed inclinando la testa per guardarlo in quelle iridi color pece riconoscendole così simili alle sue e tremendamente diverse al tempo stesso. 
Lui era diverso, era speciale, era unico, era suo… era... [...]
Tanti auguri paperella*-*
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Sorpresa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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For Paperella u.u
Okay, in questo giorno così importante affrontare questo tema forse non è la scelta migliore, ma ci tenevo a buttarmi in questa sfida per dimostrare ciò che tu mi hai sempre indotto a fare e ciò che io voglio imparare a fare: la voglia di combattere, di andare avanti, di provarci e fregarmene del resto.
Come te anch’io voglio imparare a sorridere, nonostante tutto.
Come te anch’io voglio imparare a voler bene, anche dopo delusioni ed amarezze.
Come te anch’io voglio imparare a tener duro, lottare a testa alta.
Come te anch’io voglio imparare a rialzarmi dopo una caduta.
Come te anch’io voglio imparare a sognare e non smettere mai.
E sì, non smetterò mai di dire quanto tu sia importante per me, quanto sia bello sentirti ridere, saperti felice per cose che forse, non valgono nulla, ma che per noi costituiscono un mondo.
Oggi sono quasi cinque mesi che ci conosciamo, agli occhi degli altri sarà poco, ai miei occhi sono dieci anni di vita che ci siamo dedicate tra risate e pianti.
Un’amicizia nata per caso la nostra, eppure non ti cambierei per nessuna perché nel nostro piccolo, abbiamo creato il nostro angolo di mondo.
Spero che queste parole probabilmente senza senso, riescano ad arrivarti al cuore allo stesso modo in cui tu sei entrata nel mio.
Ti voglio bene Paperella, tanti auguroni<3
Tuo Gabibbo<3
 Può il tempo, colmare una mancanza?

 Se l’era chiesta molto spesso, seduta su quell’altalena col vento che le sferzava il viso senza toccarla veramente mentre si dondolava pian piano cercando di calmare quel cuore in tumulto, tenuto insieme da una colla che era stata obbligata ad usare per salvarne i cocci, eppure lo sentiva comunque vibrare nel suo petto: sofferente, sanguinante, distrutto da una realtà troppo crudele.
Può il tempo, colmare una mancanza?
Dentro sé sperava di sì, si convinceva che la risposta a quella domanda un giorno sarebbe stata positiva, eppure le settimane passavano e quel dolore era sempre lì, così radicato in lei da sentirlo parte di sé, così pressante da soffocarla e cullarla al tempo stesso.
Il suo ricordo era così vivido nella sua mente che rendersi conto della sua assenza era una sorpresa e sofferenza continua, ma la verità nuda e cruda era che lui non c’era più.
Il suo sorriso, il suo calore, i suoi abbracci, la sua presenza nei momenti di sconforto, la sua forza nel risollevarsi e risollevare dopo una caduta, la sua terribilmente tenera ingenuità, la sua voglia di vivere, i suoi sogni, le sue speranze e con esse le paure, i dubbi, i progetti per una vita migliore che non aveva avuto la fortuna di vivere; tutto di lui era andato perso ed un flebile ricordo non sarebbe mai stato in grado di riscaldarle il petto.
Se n’era andato e con lui anche tutte le sue certezze, con lui anche lei era volata via e come le foglie in autunno si era lasciata trasportare dal vento senza opporre resistenza, leggera e silenziosa lo aveva accompagnato fino al suo ultimo respiro per poi lasciarlo lì, impossibilitata a raggiungerlo, a stargli accanto.
E non sapeva se la cosa peggiore fosse che la colpa era solo sua o se quelle emozioni a cui non riusciva a sfuggire, fossero l’unica cosa a tenerla legata a lui. 
Vuoto dentro, freddo fuori, sola sempre.
Un turbine di emozioni che non riusciva più a controllare, ma che finora era riuscita a trattenere.
Due mesi dalla sua assenza. Due mesi che sembravano due ore, due minuti, due secondi eppure il mondo non si era fermato: la Terra continuava a girare, il sole continuava a sorgere e tramontare ma lei non se ne accorgeva quasi più.
Era stanca Lucy, stanca di una vita che non era più sua, di un futuro che non ambiva più ad avere, di progetti che aveva rinunciato a realizzare poiché riflesso dei suoi: di quel ragazzo che le era entrato nel cuore lentamente e ferocemente senza più uscirne, colui con cui condivideva sogni ed incubi, un punto fermo a cui non voleva rinunciare, a cui era stata costretta a dir addio.
E più il tempo passava e più si sentiva morire, più avvertiva che quella vita non le apparteneva, più capiva di starsi allontanando da lui, da ciò che le aveva lasciato, ma non voleva sfogarsi.
Urlare, piangere erano chiari segni della sua mancanza e lei non era pronta ad affrontarla, non come lui le aveva inconsapevolmente insegnato, non come lei sarebbe stata capace di fare.
Preferiva dunque dondolarsi su quell’altalena ormai complice dei suoi pensieri, unica compagna che sceglieva di aver accanto perché tanto nessuno avrebbe capito, un dolore può accumunare più persone, ma nessuno soffre allo stesso modo e questo lei lo sapeva bene.
Scosse il capo Lucy, piantando i piedi al terreno per prendere un profondo respiro e spingersi in avanti accompagnando quell’altalena in un moto continuo che andava pian piano acquistando velocità in un alzarsi e ricadere indietro, in uno sforzo che sapeva di vitale importanza. Ma più cercava di avvicinarsi al cielo, come a volerlo raggiungere, seguirlo dietro i primi colori del tramonto che malinconici lo tingevano di antiche nenie, di giorni lontani che sentiva scivolarle via di mano, più sentiva che la sua essenza andava svanendo. 
Chiuse gli occhi rafforzando la presa sulle catene che la sorreggevano, una fitta al petto, un groppo in gola e quegli occhi fin troppe volte lucidi iniziarono a pizzicare mentre quel pensiero continuava imperterrito a trapanarle le tempie: sola.. sei sola Lucy, lui se n’è andato, non hai più nessuno. 
Ed era vero, ed era doloroso, ed era dannatamente difficile da accettare, perché una vita senza di lui non poteva più essere considerata tale.
Un flebile suono la distrasse dai suoi pensieri, sapeva a chi appartenessero quei passi che si avvicinavano lentamente cercando di creare un approccio per tranquillizzarla.
- Posso?- le chiese quella voce che aveva iniziato a riconoscere piuttosto facilmente.
Si limitò ad annuire strisciando i piedi sul terreno ormai conscia che non poteva far altro che tappare le ali al suo povero cuore ormai troppo fragile per intraprendere un volo così rischioso.
- È tardi- constatò la figura accanto a sé iniziando anch’essa a giocare col terriccio spostando qualche pietra con la punta delle scarpe
- Già..- sussurrò stringendosi nelle spalle, il capo rivolto verso il cielo, gli occhi chiusi ad ascoltare il suono prodotto dalle fronde ormai spoglie degli alberi.
- Come stai?- le chiese, lo sguardo fisso sul suo viso fintamente rilassato e Lucy sorrise
- Che domanda stupida- disse socchiudendo gli occhi ed inclinando la testa per guardarlo in quelle iridi color pece riconoscendole così simili alle sue e tremendamente diverse al tempo stesso.
Lui era diverso, era speciale, era unico, era suo… era...
- Cosa ci fai qui Zeref?- domandò distogliendo lo sguardo
- Sono venuto a prenderti-
- Perché?-
- Sono passati due mesi Lucy, non sei andata a trovarlo neanche una volta- l’accusò ma con tono quasi dolce, apprensivo.
- Non chiedermelo, ti prego..-
Il corvino sospirò alzandosi per avvicinarsi e carezzarle il capo in un tocco leggero, quasi impercettibile
- Ti amava- affermò facendola sussultare
- Ti amava a tal punto da sacrificare ciò che di più caro aveva al mondo pur di salvarti- continuò
- Zeref..- lo chiamò implorante stringendo le mani a pugno fino a sentire le unghie segnarle la carne
- Lucy, lui è...-
- No! Ti prego...- sussurrò, quel groppo in gola che non le permetteva di respirare
- Lui è morto, ma non per questo ha smesso di vivere-
- Ti prego.. basta così..- mormorò singhiozzando le prime lacrime che le solcavano il viso.
La presa sulle sue spalle la fece riscuotere e fissare gli occhi nei suoi.
- Devi accettarlo Lucy. Cosa direbbe se ti vedesse così? Devi andare avanti, Natsu è morto.- la scosse cercando quel contatto visivo che lei cercava continuamente di evitare.
- Lui non può.. non… ti prego.. no…- balbettò ormai preda di quelle gocce salate che per giorni aveva represso. Si aggrappò alla sua maglia appoggiando il capo sul suo petto scuotendo contemporaneamente il capo come a voler scacciare quel pensiero.
- Brava Lucy, così..- le sussurrava il moro nell’orecchio carezzandole la schiena
- Perché a lui? Non è giusto... non così.. non… perché? Dimmi perché!- urlò la bionda stringendo la presa fra le dita, mordendosi le labbra a sangue, le spalle che si abbassavano e alzavano a ritmo dei singhiozzi sempre più forti, quel macigno sul petto che iniziava ad appesantirsi sempre più, quella consapevolezza così chiara da mandarla in confusione.
- Non lo so, non so perché è toccata a lui questa sorte maledetta- le rispose carezzandole il capo
- Natsu… non è giusto non lo meritava, è solo colpa mia.. lui…- si agitò nuovamente la bionda urlando fino a graffiarsi la gola, dimenandosi per sfuggire a quell’abbraccio che sapeva di rassegnazione, ma più cercava di svincolarsi più lo avvicinava a sé in cerca di quel conforto che solo un calore così simile al suo poteva infonderle.
- Portami da lui.. per favore.. portami da lui..- mormorò allontanandosi quel poco che bastava per guardarlo negli occhi e riflettersi in quel mare d’ossidiana che nascondeva a fatica quel dolore che i loro cuori avevano capito di aver condiviso per troppo tempo.
- Sarà felice di rivederti- la rincuorò il corvino aiutandola ad alzarsi e Lucy si limitò ad annuire, le lacrime che continuavano imperterrite il loro percorso senza che lei si curasse di asciugarle, il cuore fremente nel petto gridava in un sordo rumore tornando ad incrinarsi e frantumarsi ad ogni nuovo passo che l’avvicinava al cimitero, al luogo in cui la sua altra metà combaciante riposava in solitudine.
*^*
Trattenne il fiato nel ritrovarsi quell’enorme cancello difronte al viso, unica barriera che la divideva dal rivederlo, unica cupola che la proteggeva dall’accettare quella verità.
Sapeva che una volta varcato una parte di sé sarebbe inevitabilmente andata persa, ma aveva passato troppo tempo a distruggersi da rimuginare su ciò che sarebbe accaduto una volta superato quell’ostacolo che tale, probabilmente, non era.
Prese un profondo respiro, asciugando gli occhi ormai gonfi, ravvivandosi la lunga chioma come a volersi rendere presentabile ai suoi occhi come faceva ogni volta che dovevano incontrarsi per un appuntamento; un sorriso nostalgico le increspò le labbra creandole quello stesso tormento che la sua mano stretta al petto cercava inutilmente di alleviare.
Volse uno sguardo al suo accompagnatore, aggrottando le sopracciglia nel vederlo fermo appoggiato al muretto accanto all’inferrata del cancello
- Non vieni?- gli chiese rimanendo sinceramente colpita alla sua risposta
- Credo che se venissi a trovarlo proprio ora, mi perseguiterebbe per anni e anni fino allo sfinimento- disse sorridendo divertito e Lucy non riuscì a non ridacchiare condividendo in pieno il suo pensiero
- È il vostro momento, vai.- le consigliò e la bionda non se lo fece ripetere due volte e con un cenno del capo, lo salutò addentrandosi silenziosamente in quel luogo che tanto donava tristezza.
Si aggirò per un po’ fino a riconoscere la sua lapide e fermarsi ad osservarla, il cuore che accelerava gradualmente i battiti nell’osservare quei fiori posti sopra il terreno che ne nascondevano in parte le scritte incise sulle roccia.
Un moto di angoscia le pervase il petto mentre lentamente si avvicinava, a passi leggeri come se avesse timore di fare la cosa sbagliata e si sentì terribilmente stupida ad aver aspettato così tanto per andare a trovarlo. S’inginocchiò davanti a lui, scostando qualche petalo dalla foto che ne ritraeva il volto sorridente e sentì gli occhi pizzicare nuovamente, ma non avrebbe pianto, voleva donargli il suo sorriso migliore, voleva renderlo orgoglioso, voleva solo averlo vicino ancora per un po’.
Nella mente cercò le parole giuste da dire, ma nulla le sembrò appropriato, cercò dunque di farsi forza di far parlare il suo cuore come si era ormai abituata a fare in sua presenza e con Natsu era maledettamente facile farlo.
- Ehi, alla fine sono venuta hai visto? Certo, ci ho messo un po’ ma ora sono qui vedi? Mi sembra di rivivere un déjà-vu, solo che ora è mille volte più difficile. Lo ricordo ancora quel giorno, come potrei scordarlo? Lo sogno ogni notte.. ricordo tutto sai? Quei volti sofferenti, quelle lacrime, quella bara che calava pian piano sotterrando te che hai illuminato le mie giornate con un solo sguardo, un accenno di sorriso, una carezze. Le ho sentite quelle urla strazianti, quei versi di dolore, quelle parole sussurrate, eppure nessuno è rimasto qui con te, nessuno a parte me e la pioggia che mi bagnava il volto, il canto degli alberi smossi da queste raffiche autunnali che mi scompigliavano i capelli e gelavano il cuore mentre con dita tremanti carezzavo quella foto fin troppo banale, fin troppo falsa, fin troppo sbagliata per conservarne degnamente il ricordo di te, di ciò che sei stato, di ciò che sei e sarai sempre. Ma dopotutto qualsiasi foto sarebbe stata sbagliata, io non avrei mai voluto vederla incisa su quella pietra, scolpita da quella data che racconta di una vita fin troppo breve, una morte ingiusta. Ma ti ho comunque sorriso, volevo ricambiare quello che la stessa foto rifletteva, volevo ricambiare ciò che non avrei più rivisto il cui calore riusciva nonostante tutto a scaldarmi il petto, un semplice sorriso immortalato in un ricordo lontano, un tempo che rimpiango e per cui darei tutto pur di poterlo rivivere ancora, ma non si può tornare indietro vero?
Mi manchi, tutto di te e sto male, tanto, non posso negarlo non davanti a te.
Vorrei averti qui, ma so che è impossibile ed andare avanti con questa consapevolezza è troppo difficile, fa troppo male. Perché ci è successo? Sono egoista o cattiva a pensare che avrei preferito fosse accaduto a qualcun altro? Chissà, forse un pensiero del genere è inevitabile... come farò senza di te d’ora in avanti? Te che eri, no, sei tutto, tutto ciò che d’importante avevo? Tutto ciò che non avrei mai potuto sognare di avere, sei la cosa migliore che mi sia capitata e quindi non chiedermi di lasciarti andare, non potrei mai, non dirmi di essere felice lo ero solo accanto a te, ti prego… permettimi di dirti che ti amerò per sempre, che vivrò la mia vita realizzando sogni che erano nostri e che non mi permetterò mai di condividere con nessuno, fammi dire che il mio cuore ti apparterrà per sempre… illudimi che non mi lascerai sola, mai. Continua a farlo, continua a promettermi che staremo insieme per sempre. Ho bisogno di crederci, ancora per un po’.. solo un altro po’.. avrei voluto averti accanto ancora per poco, il tempo di un bacio, di un “ti amo” che non sono riuscita a dirti, di una promessa che non sono riuscita a farti.
Scusami se sto piangendo, so che odi le lacrime e mi odio perché avrei voluto mostrarti il meglio di me, ma mi conosci troppo bene e forse è meglio così, se mi nascondessi le mie parole non varrebbero nulla perciò preferisco dirtelo qui: io, Lucy Heartphilia, prometto di amarti sempre, di conservare il tuo ricordo nel cuore e nella mente, di lottare e credere in ciò che abbiamo sempre sognato e progettato di realizzare, di vivere per me e per te in attesa di poterti un giorno rincontrare. Tu nel frattempo aspettami, riposa in pace amore mio.-
Un ultimo sguardo a quella foto sorridente, una carezza sul terreno ed una lacrima asciugata da un caldo soffio di vento che le provocò un sorriso istantaneo ed un dolce tepore all’altezza del petto finalmente libero da quel peso che l’aveva ostacolata dal raggiungerlo.
Può il tempo, colmare una mancanza?
No. Ora ne era sicura, il tempo non avrebbe mai allievato uno squarcio malamente ricucito nel cuore, ma era sicuramente capace di donare speranza per superarlo, accantonarlo, donando la forza per andare avanti fino al giorno in cui quel peso si sarebbe finalmente dissolto colmato da quella parte che precedentemente era stata brutalmente strappata via.
Lucy si era convinta di ciò mentre usciva dal cimitero, il cuore più leggero e quella brezza tiepida a farle compagnia nel suo ritorno a casa.

Angolo autrice:
Ci tengo a precisare alcune cose prima di presentarmi a voi e meritarmi quei benedetti pomodori marci che tanto merito ^^’
Innanzitutto, come avrete visto dagli avvertimenti, questa storia è un’AU dove Natsu e Zeref sono dei comuni fratelli molto uniti e non due scalmanati pronti ad uccidersi a vicenda, ma sorvoliamo..
L’OOC l’ho messo soprattutto per quest’ultimo anche se, a mio parere, in un universo alternativo dove ognuno vive tranquillamente la sua vita, il nostro caro mago oscuro non sia poi tanto oscuro ma vabbeh, meglio prendere precauzioni u.u
Ho intenzionalmente voluto omettere la causa della morte di Natsu di cui Lucy si prende la colpa, credo che un flashback che ne spieghi il motivo possa scostare la storia da ciò che vorrei arrivasse a voi: i sentimenti di Lucy, i suoi pensieri, le sue emozioni che io stessa ho cercato di provare in prima persona nel tentativo di far trapelare ciò che una perdita può, nel mio caso, comportare.
Non sono sicura di essere riuscita nel mio intento, ma sono comunque fiera di questo mio primo, probabilmente penoso, esperimento.
Abbiate pietà è la prima volta che scrivo una storia a carattere drammatico i.i per questo sono ben accetti consigli o critiche, mi piacerebbe davvero migliorarmi anche in questo aspetto di “scrittore”.
Per quanto riguarda la scelta di questo regalo davvero insolito in effetti.. beh, come ho spiegato prima, ha un significato importante e spero davvero che a te piaccia paperella<3
Ne approfitto per farti tanti auguri per una vita che sia il più possibile meravigliosa perché meriti questo ed altro, quindi buon compleanno! Non mi sembra vero che anche tu mi abbia superato c.c sono davvero la più piccola? Non l’avrei mai dettoxD
Spero di non aver dimenticato nulla, ma devo proprio scappare, la scuola non perdona e arrivata agli sgoccioli delle ultime interrogazioni non posso permettermi distrazioni, compatitemi c.c
Alla prossima e grazie per essere arrivati a legger fin qui ;) vostra
Lisa<3
 




 
   
 
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