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Autore: Andrea_Vitali    17/12/2015    1 recensioni
Si potrebbe affermare che "egoismo" possa avere un'accezione anche positiva?
O meglio, è possibile affermare che "egoismo" non è nient'altro che l'azione, la spinta principale che muove ogni nostra relazione e la valutazione del termine è legata esclusivamente dal punto di vista di un determinato soggetto, agente o ricevente che sia?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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"Egoista! Pensi solo a te stesso!"

Quante volte abbiamo sentito questa frase? L'abbiamo detta, pensata e, sicuramente, subita almeno una volta nella vita. L'egoismo viene spesso accomunato allo sfrenato individualismo, al mettere se stessi al centro del mondo, prestando poco interesse ai bisogni, sia materiali che immateriali, del ricevente. E chi non lo è, viene tacitamente riconosciuto come altruista. Da dizionario, infatti:

egoismo s. m.[der. del lat. ĕgo «io»]. – Atteggiamento di chi si preoccupa unicamente di sé stesso, del proprio benessere e della propria utilità, tendendo a escludere chiunque altro dalla partecipazione ai beni materiali o spirituali ch'egli possiede e a cui è gelosamente attaccato. c. altruismo.

L'associazione immediata che avviene all'interno di noi è relativa a una persona gretta, misera, chiusa in se stessa e volontariamente impreparata a condividere le proprie emozioni, i propri averi, i propri beni col prossimo. L'accezione negativa del termine diventa quindi ovvia.
Si potrebbe però affermare che questo termine possa avere un'accezione anche positiva? O meglio, è possibile affermare che "egoismo" non è nient'altro che l'azione, la spinta principale che muove ogni nostra relazione e la valutazione del termine è legata esclusivamente dal punto di vista di un determinato soggetto, agente o ricevente che sia?
Il discorso non trascende sicuramente dal piano filosofico, è evidente, ma, in quanto l'egoismo, per definizione, rientra nella macro-insieme degli "atteggiamenti",non è possibile quantificarne fisicamente e in modo tangibile il peso.
Bisogna perciò valutare una serie di situazioni, anche portate all'estremo in alcuni casi, per definire al meglio il quesito proposto antecedentemente.
Sicuramente verranno a crearsi diverse categorie, o applicazioni, sul termine, in base al contesto, al piano fisico e al piano "spirituale"; queste categorie, però, non hanno la funzione di ampliare il discorso, cercando di portare acqua al proprio mulino, ma altresì serviranno a rafforzarne il concetto e renderlo condivisibile.
Ovvero che l'Uomo, in quanto animale, è"egoista" e che ogni sua azione, volontaria o involontaria, buona o dannosa che sia, è riconducibile al primordiale impulso di soddisfare un proprio bene e che il giudizio è legato esclusivamente ad un punto di vista, rendendo perciò il termine "neutrale" e privo del significato unicamente negativo che la società odierna ne attribuisce.

   
 
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