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Autore: Irian    17/12/2015    2 recensioni
Tutto sembra andare bene nella Brooklyn del XXI secolo:
Anna e Kristoff vivono insieme, Jenette e Jason escono tutte le domeniche, il teatro Crono è stato ricostruito.
E se qualcosa cambiasse all'improvviso?
Se Anna, alla ricerca di sua sorella Diana, si ritrovasse faccia a faccia con le ombre del passato? Se scoprisse un'angosciosa verità per mezzo della comparsa del fantasma di Elsa?
Se si rendesse conto di non essere davvero la persona che era convinta di conoscere bene?
*seguito di "your magical mystery ride"*
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Hey! Come penso abbiate capito questo è il seguito di “your magical mystery ride”, ovviamente è consigliabile che lo leggiate prima di leggere questo.
Se invece non volete trovate qui sotto un riassuntino ino ino in viola, dove ho riportato la storia a grandi grandi grandi linee. Se invece seguivate già YMMR allora vi dico un BEN TORNATI!
Jump into the fog è ambientata a circa 3 mesi dagli ultimi avvenimenti.
Ogni capitolo è narrato dal punto di vista personale di un personaggio.
BUONA LETTURA E CI VEDIAMO A FINE PAGINA!
 

 
 
Anna e sua sorella Elsa hanno circa 18 e 20 anni e si trasferiscono a Brooklyn dalla Norvegia (paese in cui sono nate e in cui si trovano i loro genitori Agar e Iduun).
Anna studia biologia e chimica, mentre Elsa, sua sorella, passa il giorno a casa chiusa nella sua camera, dal momento che per qualche motivo sconosciuto ha deciso di escludersi dal mondo. Nemmeno Anna riesce a parlarle.
Anna incontra Hans, impiegato alla famosa azienda Profecy, sembrano avere feeling ma non ne esce niente di rilevante.
Anna trova la sua nuova passione nel teatro, decide così di intraprendere una carriera da attrice e non più da scienziata, lì incontra Jenette, Jason, Kristoff e Miranda, ragazzi con cui successivamente andrà a convivere.
Elsa nel frattempo è in contatto con Agar, i due mantengono un grande segreto: Anna non è figlia di Agar e Iduun, bensì di Agar ed Esmeralda (una zingara norvegese) quando Iduun lo scopre si isola dal marito.
Dopo un accidentale incidente al teatro (che va in fiamme) i ragazzi vanno tutti a vivere insieme a casa di Anna e Elsa, Elsa si rivela e racconta tutto alla sorella.
Anna, sconvolta, parte per la Norvegia per incontrare sua madre e si unisce al campo degli zingari.
Elsa la raggiunge insieme a Kristoff e a Miranda (ragazza sordomuta).
Nel frattempo alcuni uomini folli decidono di mandare al rogo tutti gli zingari. E così Esmeralda muore. Anche Elsa e Miranda muoiono per salvare Anna.
Agar scappa e Anna elabora il lutto insieme a Iduun.
Riparte per l’America e va a vivere con Kristoff (anche lui in lutto), la storia finisce con Kristoff e Anna fidanzati.



 

“Ma Patroclo, vinto dal colpo del dio e dall’asta, fra i compagni si trasse evitando la chera.
Ettore, come vide il magnanimo Patroclo tirarsi indietro,
ferito dal bronzo puntuto,

gli balzo’ addosso in mezzo alle file,
lo colpi’ d’asta al basso ventre:

lo trapasso’ col bronzo.
Rimbombo’ stramazzando,
e strazio’ il cuore all'esercito Acheo.”

 

 
JUMP INTO THE FOG
 
 
 
 
ANNA
Martello sul vetro con le dita, è appannato dalla pioggia, ci disegno con le dita e sul vapore si formano delle sagome tracciate dai miei polpastrelli. Mi stringo nel mio maglione di lana e vorrei tanto avere il coraggio di uscire e fare quello che so che va fatto.
Non dovrei avere incertezze né cedimenti, eppure sono stanca e non ho alcuna voglia di lasciare casa mia.
“Basta” mi dico fra me e me “Se non lo faccio ora non lo farò più”.
E così mi alzo dalla mia fase di torpore e mi stacco dalla finestra.
Esco fuori senza avere realmente qualcosa addosso per coprirmi dalla pioggia, ho solo il mio fidato maglione.
E infatti piove forte, l’acqua mi picchietta sulla schiena e rapidamente i miei vestiti si trasformano in stracci bagnati.
Aspetto l’autobus alla fermata e mi godo il panorama di Brooklyn: mi ha sempre attratta molto il profumo di petrichor* che aleggia, i negozi con le scritte lampeggianti, le boutique piene di vestiti, l’odore di latte schiumato, il cielo imbrunito.
Tutte cose che mi avevano sempre colpita, anche le prime volte.
Prendo l’autobus e mi siedo, rivolgo il mio sguardo nuovamente alla finestra, fuori piove ancora e mi accorgo di avere freddo nei miei vestiti bagnati.
Chiudo gli occhi e la mia mente vola, attraverso le immagini del passato intrise di poesia. Tutti i momenti passati con Kristoff, tutto ciò che ci accomuna e tutto ciò che ci ha resi felici in questi mesi.
Mi alzo di colpo quando qualcuno mi scuote leggermente, un signore mi dice “Signorina questo è il capolinea, dovrebbe scendere”
Il capolinea? Oddio mi sono addormentata per così tanto tempo?
Mi affretto a scendere e quando lo vedo, mi blocco.
E’ ancora lì.
Un flash, un battito d’ali.
Piombo nel vuoto più profondo, il mio cuore corre, eppure sono ferma immobile. Aiuto! Aiutatemi! Fermatelo! Fatelo smettere!
Il mio cuore sta battendo veloce, quasi voglia zomparmi fuori dal petto, il suo battere echeggia in tutto il mio corpo; vorrei che stesse zitto, che mi facesse ragionare, ma non si ferma affatto.
Cerco di calmarmi più volte, cercando di respirare lentamente. Eppure non serve a niente perché il cuore continua a correre sebbene io non voglia.
Mi tappo le orecchie e mi sento cadere all’indietro.
Il tonfo e il dolore sono acuti, ma non posso alzarmi: ho gli occhi aperti, eppure sono immobile. Aiuto! Aiuto…
Davanti a me torreggia, meraviglioso e scolpito dalla pioggia: il palazzo della Profecy.
 
Volteggia intorno a me quel vetro lucente, si confonde davanti ai miei occhi, vorrei scappare. Eppure sono stesa per terra con gli occhi sbarrati e fissi al cielo.
Una figura si avvicina a me, è quasi trasparente per quanto è pallida. Ha lunghi capelli biondi e lucenti, gli occhi grandi e azzurri come il cielo, un maglione blu come il mio.
“Sei caduta”
Non riesco a parlare.
“Cadi sempre”
Prendo un respiro. “Elsa…”
“Cadi sempre, perché cadi?”
“Elsa, ti prego, puoi aiutarmi ad alzarmi?”
“Perché parli così? Stai rantolando forse?”
“Sì Elsa, sto rantolando perché mi sono fatta male. Puoi aiutarmi?”
“No non posso…io non sono reale”
“Sei davanti a me, e dovresti essere morta…ma sei qui e forse sono io ad avere tutto in testa, ma tu sei qui e stai parlando. Non so perché, ma ti prego aiutami” mi accorgo di stare piangendo mentre pronuncio queste parole.
“Non posso Anna, io non sono reale”
Piega la testa e la mette in contrasto con la mia.
“Non sono reale”
 
Apro gli occhi piano e mi ritrovo tra le soffici coperte di un letto d’ospedale. Tutte le pareti sono verdi e tutte le apparecchiature intorno a me fanno rumore.
Mi alzo staccando le flebo, voglio sapere che succede e dove sono esattamente.
Una mano mi riporta sul letto dandomi una spinta.
“Devi riposare”
“Elsa? Di nuovo? Cosa ci fai qui? Tu sei morta”
“Sì, lo sono, ma sono qui e non so perché, ma sei mia sorella e devo aiutarti”
“Non c’è ragione per cui tu debba farlo, io sto bene”
“No Anna…c’è qualcosa che non va in te ed è per questo che sono qui. Non so perché, ma è così e basta”
“Sì okay…ho battuto la testa mentre cadevo ma ora sto bene, posso garantirtelo, puoi andare, davvero, vai”
“Non sono sicura di poterti credere”
“Elsa basta! Non ho bisogno di te”
“Perché io sì? So vivere anche da sola cara la mia sorellina”
“Tu sei morta…”
“Anna: lo so benissimo e essere qui per me rappresenta un grande dispendio di forze fisiche e mentali. Sono qui per un motivo a me sconosciuto, ma è probabile che io debba vegliare su di te…”
“Per quale motivo?”
“Ti ho detto che non lo so!”
 
“Signorina Arendelle” irruppero i medici nella stanza facendo zittire Elsa, nessuno sembra vederla, il che mi fa interrogare su cosa davvero stia succedendo.
“Salve sono il suo medico: Andrew Morrison, piacere. Dottoressa Berg, ci illustri la faccenda”
“Sì dunque” una donna giovane si avvicina “Sign. Arendelle 18 anni, è caduta battendo forte la testa, sono ancora in corso degli esami ma sembra essere tutto nella norma”
“Perfetto” aggiunse il dott. Morrison “Le faremo sapere il più presto possibile, se tutti gli esami saranno negativi sarà dimessa presto”
“Grazie mille dottore”
“Si figuri”
E così uscirono come erano entrati.
“Perché cadi sempre Anna?”
 
 
 
*l’odore della terra non appena finisce di piovere.
 
 

 
Angolo dell’autrice
Ciao! Che bello avervi tutti qui!
Allora sì, lo so, il capitolo era un po’ corto ma è stato molto difficile anche trovare solo il tempo di scriverlo.
Quindi…ringrazio chi ha letto questa storia e spero ci vedremo molto presto! Recensite numerosi mi raccomando :P-
IRIAN WHO LOVES YA.
 
 

 
  
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