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Autore: Clara_Oswin    18/12/2015    2 recensioni
AVVISO : La storia è il seguito di Another Ending
Dopo il matrimonio Arren e Ariel sono partiti alla volta dell'oceano Indiano per incontrare la famiglia dello sposo, l’avventura li perseguita e un perfido nemico ha in mente un piano che distruggerà la loro tranquillità, nasceranno improbabili alleanze, inimicizie e infine sboccerà nuovamente l'amore. La storia è collegata alle vicende del primo racconto.
SPOILER dal CAP 4
"Da quando quelle tre parole erano entrate nella sua vita quella mattina si era sentita morire. Non si sentiva pronta a diventare madre, c’erano ancora molte cose che voleva fare, un figlio non rientrava nelle sue priorità, era ancora troppo presto… si era cacciata in una situazione più grande di lei e questa volta non c’era via di scampo.
-“aspettiamo un bambino”- proferì infine aspettando una sua reazione. "
STORIA NUOVAMENTE ATTIVA
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ariel, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 “Melody! Azura! Ma dove vi siete cacciate?” la voce di Casside squillava per tutta la casa.

“Core, amore… ti dispiacerebbe darmi una mano?!” il ragazzo seduto sul divano a leggere un libro le sorrise sornione, lo chiuse di scatto poggiandolo poi sul tavolino lì accanto inchiodando i suoi occhi ametista in quelli di lei.

“dipende… io cosa ci guadagno…?” le disse con sguardo malizioso.

“l’ultima volta che hai detto così… sono rimasta incinta quindi…beh… per il momento un bel niente! E poi, una delle due pesti è anche figlia tua quindi…”

“ho capito, ho capito” disse alzandosi e sbuffando. Si avvicinò alla ragazza che dopo tanto tempo finalmente era diventata sua moglie “almeno un bacio me lo merito però…” le rubò un bacio a fior di labbra e si diresse con calma verso la cucina, poi a voce alta iniziò a parlare in maniera plateale.

“oh… che peccato che Azura e Melody non siano qui, dovremo mangiarci tutti questi biscotti al cioccolato” prese un recipiente e vi rovesciò dentro una caterva di biscotti con gocce di cioccolato. “tutti da soli” concluse.

Si sentì un gran rumore, poi tra le risa e le vocine stridule tipiche dei bambini piccoli, spuntarono di corsa le due bambine, Melody aveva già compiuto il suo terzo compleanno, mentre Azura avrebbe completato tra poco il suo secondo anno di vita. Quando Casside aveva scoperto di essere incinta, qualche mese dopo il matrimonio le era venuto un colpo, era svenuta non appena il test era risultato positivo, e quando Core era tornato a casa l’aveva trovata seduta sul letto circondata da una decina di test di gravidanza fai da te che blaterava qualcosa sul “Tutta colpa di Ariel” o “maledetti matrimoni” e così poco tempo dopo era arrivata Azura, una bambina dai capelli blu oltremare e gli occhi ametista, che avrebbe trovato nella sua cuginetta, Melody una valida alleata nel fare impazzire le loro mamme.

“Biscotti! Biscotti!” gridarono in coro le due bambine saltellando con le code colorate attorno al tavolo.

Casside le raggiunse e si buttò sulla sedia lì vicino. “sei identico a tuo fratello… in queste cose non vi batte nessuno!”

“credo sia un talento naturale” le sorrise porgendo alle bambine un biscotto a testa.

Casside fissò la sua nipotina mentre mordeva un biscotto con entrambe le manine paffute.

“perché mi guardi zia?”

Incredibile come quella bambina fosse identica ad Ariel, stessi occhi, azzurri come il cielo, stesso modo di parlare e muoversi, i capelli però così come il sorriso erano di Arren, Biondo oro che le cadevano a boccoli tutt’attorno.

“hai il musetto tutto sporco di cioccolato,” le si avvicinò con un tovagliolo e glielo ripulì amorevolmente. Ogni volta che la guardava ripensava a tutto quello che sua madre aveva passato prima di averla, a quel viaggio impossibile, a come aveva salvato suo padre, il coma e il parto. Nulla in quella gravidanza era stato sereno, la sua in compenso era stata tranquilla, i mesi erano passati in modo normale e poi era giunto il momento del parto in ospedale.

Mentre Core prendeva del succo di frutta dal frigo, il campanello di casa suonò.

“eccoli! Sono loro!” scattò in piedi lei non sentendo nemmeno la risposta di Core.

Si precipitò alla porta e l’aprì irruentemente.

“Allora?Allora?!” furono le prime parole che disse ad Ariel e Arren il quale aveva ancora il dito premuto sul campanello.

I due si guardarono negli occhi con una complicità tale da farle chiedere se anche lei un giorno avrebbe comunicato con Core a quel modo.

“possiamo entrare o ci fai rimanere sulla porta… cognata?” le disse Arren facendole l’occhiolino.

Era preoccupata, non tanto per Ariel, quanto per Arren e per come avrebbe preso la faccenda, in fondo Ariel, con cui aveva stretto una solida amicizia le aveva confidato segretamente che Arren non avrebbe più voluto avere altri figli…

Ma erano passati tre anni da allora, adesso entrambi erano più grandi e più maturi, per quanto Ariel fosse matura a 21 anni…

Non appena entrarono nella cucina, Melody abbandonò il 4 biscotto e corse incontro ai suoi genitori. Ariel la prese al volo e la mise in braccio.

“Mammina! Mammina!” gli ci era voluto un po’ ad abituarsi ad essere chiamata in quel modo, le prime parole che Melody disse, Mamma e a seguire Papà erano state accolte con lacrime di gioia.

“ti sei divertita Melody, o  hai fatto la monella?” le disse scoccandole un bacio sulla guancia paffuta e rosea.

“hai fatto disperare la zia almeno un pochino?” le sorrise complice Arren. I suoi 25 anni gli stavano a pennello, era diventato ancora più bello se possibile, portava i capelli sempre allo stesso modo, biondi ribelli, ma i suoi lineamenti erano più maturi senza tradire le sue espressioni ironiche e gioviali.

“giusto un po’”gli rispose Core facendo un cenno di saluto.

“dove siete andati? Perché non mi avete portata?” chiese con il faccino angelico la bimba.

“la mamma doveva andare dal dottore” le rispose il papà.

“perché mamma? Hai la bua?” le sue manine si posarono sul viso della ragazza, che sorrideva radiosamente.

“no tesoro… non ho la bua… il dottore mi ha detto che tra poco…arriverà un nuovo compagnetto per giocare con te.”

La bambina non capì bene sulle prime, ma poi scese dalle braccia e andò verso Azura a parlare.

“sentito Azura!? Avremo un nuovo compagnetto di giochi!” risero insieme e presero ad inseguirsi allegramente per la casa. I quattro adulti li lasciarono fare, Core e Casside guardavano Ariel e Arren con un misto di preoccupazione e gioia.

“ma quindi…?” lasciò la frase sospesa la sirena dai capelli arancio.

Arren prese Ariel per la vita e l’attirò al suo fianco. “si… a quanto pare alla fine ha vinto lei” sospirò rassegnato. Nella sua voce però, così come nella sua espressione non vi era tristezza, o rassegnazione, ma un felicità molto ostentata.

Ariel posò la sua mano su quella di lui che la stringeva, guardando ancora i presenti.

“io l’avevo detto che ero cocciuta…lo sapevi quando mi hai sposata.” Gli fece un occhiolino malizioso.

Arren rise.

“wow… incinta… di nuovo… wow…” rimase sconvolta Casside.

“sono felice per voi. Questa volta sarà una gravidanza più serena, potrete godervi a pieno tutti i bei momenti, insieme.” Concluse poi.

Core si avvicinò a Casside e le mise un braccio sopra la spalla.

“hai sentito amore? Tra poco saremo 2 a 1 … bisognerà darsi da fare per pareggiare” disse imitando l’occhiolino di Ariel.

Arren e Ariel risero insieme mentre Casside ribatteva con il suo tono acido che non l’aveva ancora abbandonata. “no grazie, una peste per casa mi basta e avanza… se hai tutta questa energia perché non monti quella famosa libreria che hai comprato mesi fa?!”

Risero tutti in coro.

“Ariel sarà meglio che tu ed io parliamo in privato… devi assolutamente rivelarmi come hai convinto Arren, potrei avere bisogno anche io dei tuoi consigli” continuò a ridere Core.

Arren avvampò d’imbarazzo stringendo di più la mano di Ariel.

“ah no… quelle sono cose nostre… dovrai trovare da solo la strada…” rispose lei, sorridendo guardando il marito.

C’erano cose troppo intime tra lei ed Arren da non poter mai essere rivelate agli altri, loro due condividevano le stesse paure, i segreti ed i desideri che nessun’altro poteva sapere, ormai era come fossero una cosa sola, Arren sapeva in anticipo quello che pensava Ariel ancor prima che lei glielo dicesse, le aveva sempre detto che riusciva a leggerla come un libro aperto, lei invece aveva sempre la parola giusta al momento giusto e anche se Arren non era proprio il tipo solitario e taciturno, quando accadeva sapeva sempre come risollevarlo, spesso bastava semplicemente un sorriso e una carezza altre volte solo un po’ più di tempo.

E di tempo per convincerlo ad avere Aris ce ne era voluto un po’, di certo non avrebbe mai fatto nulla contro la sua volontà, doveva essere voluto da entrambi, doveva nascere nuovamente dal loro amore, non da un capriccio. Ne avevano parlato, ne avevano discusso a lungo, ma lui aveva paura, paura di poterla perdere per sempre.

Era una di quelle cose che non passava con la semplice frase, “sta tranquillo io ci sarò per sempre.” No, era una paura fondata che lui aveva provato sulla sua pelle durante il suo coma. Qualche tempo dopo essersi risvegliata ed aver avuto Melody ogni tanto lui si svegliava nel cuore della notte e la cercava nel posto accanto al suo, aveva trascorso così tante notti da solo mentre lei era in ospedale che aveva bisogno di sentirla vicino per rasserenarsi, bisogno di sapere che quel posto al suo fianco era occupato da Ariel. Le prendeva la mano e poi si riaddormentava, quasi come un bambino, ma lei sapeva che dietro quel gesto c’era molto, molto di più che un semplice gioco.  

Dopo tutto quello che avevano passato insieme Ariel aveva deciso che la strategia migliore era quella di abbandonare momentaneamente il discorso riprendendolo poi più avanti, quando Arren si sarebbe rasserenato di più; avevano parlato molto, ed erano riusciti a trovare un punto d’incontro, lui le sarebbe stato accanto sempre, non l’avrebbe lasciata sola un istante, aveva il terrore che potesse succedere qualcos’altro.

Così, quando una bella mattina Ariel si era svegliata con un po’ di nausea erano andati insieme in ospedale, non avevano voluto provare i test fai da te, volevano avere l’emozione della notizia data da un medico. Quella mattina avevano lasciato Melody a casa di Casside, avrebbero potuto lasciarla a palazzo con le tate ma fare giocare la bambina in un ambiente che non fosse troppo regale, con la cuginetta gli era sembrata la cosa migliore.

Erano andati insieme in ospedale, atteso mano nella mano insieme il responso, baciati non appena ricevettero l’esito positivo.

Si erano abbracciati davanti a tutti. Tanto che alcuni gli chiesero se fosse il primo che aspettavano, ma nessuno poteva capire il vero perché della loro gioia.

Da lì in avanti ci sarebbe stato solo un radioso futuro per loro due, insieme. Per sempre.

Come sembravano diverse adesso per Ariel le cose, aveva una splendida persona accanto, Arren, che si prendeva cura di lei così come lei faceva con lui, che l’amava e rispettava e con cui aveva deciso di costruire un futuro insieme. Sembravano secoli fa in cui lei andava a stringere un patto con la strega del mare per andare sulla terra, adesso la sua vita era laggiù, con suo marito e sua figlia Melody, e in arrivo il piccolo Aris…
Ricordava ancora la prima volta in cui aveva conosciuto Arren; lei aveva il cuore a pezzi e credeva che non avrebbe mai potuto amare nessun altro come aveva amato Eric, era infelice della sua vita; odiava e amava allo stesso tempo il suo mare… dolce come casa propria ma che la teneva lontana da una vita che pensava voler condurre. Ma non si poteva andare contro la propria natura, semplicemente non voleva vedere l’evidenza. Voleva sentirsi diversa, speciale, e per fare ciò non le importava trasgredire le regole, compiere gesti folli… le importava solo seguire la sua cocciutaggine.

E poi aveva incontrato Arren, quasi il contrario di lei, riflessivo calmo e pacato, ma allo stesso tempo risoluto e determinato. Così diversi così simili.
l’amore era subentrato subito dopo, non poteva immaginare una vita senza la sua presenza, Arren era il sole che cercava, la luce irraggiungibile al di sopra delle onde del mare, caldo e accogliente, dolce e comprensivo. Passati già tre anni non aveva dimenticato nulla del loro primo incontro, del loro amore che ogni giorno andava rafforzandosi di più. Ogni notte quando si addormentava accanto a lui sapeva finalmente qual era il suo posto in quella vita, per sempre insieme, al suo fianco.

“ti amo” gli disse ad un tratto, apparentemente senza alcun motivo, ma entrambi sapevano che dietro quelle due parole c’erano così tante emozioni inespresse, parole non dette, che non c’era altro modo per esprimerle se non con le stesse due parole.

“ti amo” le rispose lui.

Adesso la sua vita era completa.

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice

E così, siamo giunti anche alla fine di questa seconda serie, strano ma vero il tempo sembra volato dalla prima volta che creai il personaggio di Arren e tutta la cricca di amici, adesso Arren e Ariel hanno un posto nel mio cuoricino, assieme a tutti gli altri personaggi.
Spero che la storia vi sia piaciuta, che l’abbiate trovata una lettura piacevole o anche stesso che vi abbia solo fatto compagnia :)
Un saluto affettuoso a tutti quelli che mi hanno seguita e recensita, a voi dedico un saluto speciale!

Beh prima di diventare troppo sentimentale, vi saluto…. Alla prossima!

  
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