“Melody!
Azura! Ma dove vi siete cacciate?” la voce di Casside
squillava per tutta la
casa.
“Core,
amore… ti dispiacerebbe darmi una mano?!” il
ragazzo seduto sul divano a leggere un libro le sorrise sornione, lo
chiuse di
scatto poggiandolo poi sul tavolino lì accanto inchiodando i
suoi occhi
ametista in quelli di lei.
“dipende…
io cosa ci guadagno…?”
le disse con sguardo
malizioso.
“l’ultima
volta che hai detto così… sono rimasta incinta
quindi…beh… per
il momento un bel niente! E poi, una delle due pesti è anche
figlia tua
quindi…”
“ho
capito, ho capito” disse alzandosi e sbuffando.
Si avvicinò alla ragazza che dopo tanto tempo finalmente era
diventata sua
moglie “almeno un bacio me lo merito
però…” le rubò un bacio a
fior di labbra e
si diresse con calma verso la cucina, poi a voce alta iniziò
a parlare in
maniera plateale.
“oh…
che peccato che Azura e Melody non siano qui,
dovremo mangiarci tutti questi biscotti al cioccolato” prese
un recipiente e vi
rovesciò dentro una caterva di biscotti con gocce di
cioccolato. “tutti da
soli” concluse.
Si
sentì un gran rumore, poi tra le risa e le
vocine stridule tipiche dei bambini piccoli, spuntarono di corsa le due
bambine, Melody aveva già compiuto il suo terzo compleanno,
mentre Azura
avrebbe completato tra poco il suo secondo anno di vita. Quando Casside
aveva
scoperto di essere incinta, qualche mese dopo il matrimonio le era
venuto un
colpo, era svenuta non appena il test era risultato positivo, e quando
Core era
tornato a casa l’aveva trovata seduta sul letto circondata da
una decina di
test di gravidanza fai da te che blaterava qualcosa sul
“Tutta colpa di Ariel”
o “maledetti matrimoni” e così poco
tempo dopo era arrivata Azura, una bambina
dai capelli blu oltremare e gli occhi ametista, che avrebbe trovato
nella sua
cuginetta, Melody una valida alleata nel fare impazzire le loro mamme.
“Biscotti!
Biscotti!” gridarono in coro le due
bambine saltellando con le code colorate attorno al tavolo.
Casside
le raggiunse e si buttò sulla sedia lì
vicino. “sei identico a tuo fratello… in queste
cose non vi batte nessuno!”
“credo
sia un talento naturale” le sorrise porgendo
alle bambine un biscotto a testa.
Casside
fissò la sua nipotina mentre mordeva un
biscotto con entrambe le manine paffute.
“perché
mi guardi zia?”
Incredibile
come quella bambina fosse identica ad
Ariel, stessi occhi, azzurri come il cielo, stesso modo di parlare e
muoversi,
i capelli però così come il sorriso erano di
Arren, Biondo oro che le cadevano
a boccoli tutt’attorno.
“hai
il musetto tutto sporco di cioccolato,” le si
avvicinò con un tovagliolo e glielo ripulì
amorevolmente. Ogni volta che la
guardava ripensava a tutto quello che sua madre aveva passato prima di
averla,
a quel viaggio impossibile, a come aveva salvato suo padre, il coma e
il parto.
Nulla in quella gravidanza era stato sereno, la sua in compenso era
stata
tranquilla, i mesi erano passati in modo normale e poi era giunto il
momento del
parto in ospedale.
Mentre
Core prendeva del succo di frutta dal frigo,
il campanello di casa suonò.
“eccoli!
Sono loro!” scattò in piedi lei non
sentendo nemmeno la risposta di Core.
Si
precipitò alla porta e l’aprì
irruentemente.
“Allora?Allora?!”
furono le prime parole che disse
ad Ariel e Arren il quale aveva ancora il dito premuto sul campanello.
I
due si guardarono negli occhi con una complicità
tale da farle chiedere se anche lei un giorno avrebbe comunicato con
Core a
quel modo.
“possiamo
entrare o ci fai rimanere sulla porta…
cognata?” le disse Arren facendole l’occhiolino.
Era
preoccupata, non tanto per Ariel, quanto per
Arren e per come avrebbe preso la faccenda, in fondo Ariel, con cui
aveva
stretto una solida amicizia le aveva confidato segretamente che Arren
non
avrebbe più voluto avere altri figli…
Ma
erano passati tre anni da allora, adesso
entrambi erano più grandi e più maturi, per
quanto Ariel fosse matura a 21
anni…
Non
appena entrarono nella cucina, Melody abbandonò
il 4 biscotto e corse incontro ai suoi genitori. Ariel la prese al volo
e la
mise in braccio.
“Mammina!
Mammina!” gli ci era voluto un po’ ad
abituarsi ad essere chiamata in quel modo, le prime parole che Melody
disse,
Mamma e a seguire Papà erano state accolte con lacrime di
gioia.
“ti
sei divertita Melody, o hai
fatto la monella?” le disse scoccandole
un bacio sulla guancia paffuta e rosea.
“hai
fatto disperare la zia almeno un pochino?” le
sorrise complice Arren. I suoi 25 anni gli stavano a pennello, era
diventato
ancora più bello se possibile, portava i capelli sempre allo
stesso modo,
biondi ribelli, ma i suoi lineamenti erano più maturi senza
tradire le sue
espressioni ironiche e gioviali.
“giusto
un po’”gli rispose Core facendo un cenno di
saluto.
“dove
siete andati? Perché non mi avete portata?”
chiese con il faccino angelico la bimba.
“la
mamma doveva andare dal dottore” le rispose il
papà.
“perché
mamma? Hai la bua?” le sue manine si
posarono sul viso della ragazza, che sorrideva radiosamente.
“no
tesoro… non ho la bua… il dottore mi ha detto
che tra poco…arriverà un nuovo compagnetto per
giocare con te.”
La
bambina non capì bene sulle prime, ma poi scese
dalle braccia e andò verso Azura a parlare.
“sentito
Azura!? Avremo un nuovo compagnetto di
giochi!” risero insieme e presero ad inseguirsi allegramente
per la casa. I
quattro adulti li lasciarono fare, Core e Casside guardavano Ariel e
Arren con
un misto di preoccupazione e gioia.
“ma
quindi…?” lasciò la frase sospesa la
sirena dai
capelli arancio.
Arren
prese Ariel per la vita e l’attirò al suo
fianco. “si… a quanto pare alla fine ha vinto
lei” sospirò rassegnato. Nella
sua voce però, così come nella sua espressione
non vi era tristezza, o
rassegnazione, ma un felicità molto ostentata.
Ariel
posò la sua mano su quella di lui che la
stringeva, guardando ancora i presenti.
“io
l’avevo detto che ero cocciuta…lo sapevi quando
mi hai sposata.” Gli fece un occhiolino malizioso.
Arren
rise.
“wow…
incinta… di nuovo… wow…”
rimase sconvolta
Casside.
“sono
felice per voi. Questa volta sarà una
gravidanza più serena, potrete godervi a pieno tutti i bei
momenti, insieme.” Concluse
poi.
Core
si avvicinò a Casside e le mise un braccio
sopra la spalla.
“hai
sentito amore? Tra poco saremo 2 a 1 …
bisognerà darsi da fare per pareggiare” disse
imitando l’occhiolino di Ariel.
Arren
e Ariel risero insieme mentre Casside
ribatteva con il suo tono acido che non l’aveva ancora
abbandonata. “no grazie,
una peste per casa mi basta e avanza… se hai tutta questa
energia perché non
monti quella famosa libreria che hai comprato mesi fa?!”
Risero
tutti in coro.
“Ariel
sarà meglio che tu ed io parliamo in
privato… devi assolutamente rivelarmi come
hai convinto Arren, potrei avere bisogno anche io dei tuoi
consigli”
continuò a ridere Core.
Arren
avvampò d’imbarazzo stringendo di più
la mano
di Ariel.
“ah
no… quelle sono cose nostre… dovrai trovare da
solo la strada…” rispose lei, sorridendo guardando
il marito.
C’erano
cose troppo intime tra lei ed Arren da non
poter mai essere rivelate agli altri, loro due condividevano le stesse
paure, i
segreti ed i desideri che nessun’altro poteva sapere, ormai
era come fossero
una cosa sola, Arren sapeva in anticipo quello che pensava Ariel ancor
prima
che lei glielo dicesse, le aveva sempre detto che riusciva a leggerla
come un
libro aperto, lei invece aveva sempre la parola giusta al momento
giusto e
anche se Arren non era proprio il tipo solitario e taciturno, quando
accadeva
sapeva sempre come risollevarlo, spesso bastava semplicemente un
sorriso e una
carezza altre volte solo un po’ più di tempo.
E
di tempo per convincerlo ad avere Aris ce ne era
voluto un po’, di certo non avrebbe mai fatto nulla contro la
sua volontà,
doveva essere voluto da entrambi, doveva nascere nuovamente dal loro amore, non da un capriccio. Ne avevano
parlato, ne avevano discusso a lungo, ma lui aveva paura, paura di
poterla
perdere per sempre.
Era
una di quelle cose che non passava con la
semplice frase, “sta tranquillo io ci sarò per
sempre.” No, era una paura
fondata che lui aveva provato sulla sua pelle durante il suo coma.
Qualche
tempo dopo essersi risvegliata ed aver avuto Melody ogni tanto lui si
svegliava
nel cuore della notte e la cercava nel posto accanto al suo, aveva
trascorso
così tante notti da solo mentre lei era in ospedale che
aveva bisogno di
sentirla vicino per rasserenarsi, bisogno di sapere che quel posto al
suo
fianco era occupato da Ariel. Le prendeva la mano e poi si
riaddormentava,
quasi come un bambino, ma lei sapeva che dietro quel gesto
c’era molto, molto
di più che un semplice gioco.
Dopo
tutto quello che avevano passato insieme Ariel
aveva deciso che la strategia migliore era quella di abbandonare
momentaneamente
il discorso riprendendolo poi più avanti, quando Arren si
sarebbe rasserenato
di più; avevano parlato molto, ed erano riusciti a trovare
un punto d’incontro,
lui le sarebbe stato accanto sempre, non
l’avrebbe lasciata sola un istante, aveva il terrore che
potesse succedere
qualcos’altro.
Così,
quando una bella mattina Ariel si era
svegliata con un po’ di nausea erano andati insieme in
ospedale, non avevano
voluto provare i test fai da te, volevano avere l’emozione
della notizia data
da un medico. Quella mattina avevano lasciato Melody a casa di Casside,
avrebbero potuto lasciarla a palazzo con le tate ma fare giocare la
bambina in
un ambiente che non fosse troppo regale, con
la cuginetta gli era sembrata la cosa migliore.
Erano
andati insieme in ospedale, atteso mano nella
mano insieme il responso, baciati non appena ricevettero
l’esito positivo.
Si
erano abbracciati davanti a tutti. Tanto che
alcuni gli chiesero se fosse il primo che aspettavano, ma nessuno
poteva capire
il vero perché della loro gioia.
Da
lì in avanti ci sarebbe stato solo un radioso
futuro per loro due, insieme. Per sempre.
Come
sembravano diverse adesso per Ariel le cose,
aveva una splendida persona accanto, Arren, che si prendeva cura di lei
così
come lei faceva con lui, che l’amava e rispettava e con cui
aveva deciso di
costruire un futuro insieme. Sembravano secoli fa in cui lei andava a
stringere
un patto con la strega del mare per andare sulla terra, adesso la sua
vita era
laggiù, con suo marito e sua figlia Melody, e in arrivo il
piccolo Aris…
Ricordava ancora la prima volta in cui aveva conosciuto Arren; lei
aveva il
cuore a pezzi e credeva che non avrebbe mai potuto amare nessun altro
come
aveva amato Eric, era infelice della sua vita; odiava e amava allo
stesso tempo
il suo mare… dolce come casa propria ma che la teneva
lontana da una vita che
pensava voler condurre. Ma non si poteva andare contro la propria
natura,
semplicemente non voleva vedere l’evidenza. Voleva sentirsi
diversa, speciale,
e per fare ciò non le importava trasgredire le regole,
compiere gesti folli… le
importava solo seguire la sua cocciutaggine.
E
poi aveva incontrato Arren, quasi il contrario di
lei, riflessivo calmo e pacato, ma allo stesso tempo risoluto e
determinato.
Così diversi così simili.
l’amore era subentrato subito dopo, non poteva immaginare una
vita senza la sua
presenza, Arren era il sole che cercava, la luce irraggiungibile al di
sopra
delle onde del mare, caldo e accogliente, dolce e comprensivo. Passati
già tre
anni non aveva dimenticato nulla del loro primo incontro, del loro
amore che
ogni giorno andava rafforzandosi di più. Ogni notte quando
si addormentava
accanto a lui sapeva finalmente qual era il suo posto in quella vita,
per
sempre insieme, al suo fianco.
“ti
amo” gli disse ad un tratto, apparentemente
senza alcun motivo, ma entrambi sapevano che dietro quelle due parole
c’erano
così tante emozioni inespresse, parole non dette, che non
c’era altro modo per
esprimerle se non con le stesse due parole.
“ti
amo” le rispose lui.
Adesso
la sua vita era completa.
Angolo
Autrice
E
così, siamo giunti anche alla fine di questa seconda serie,
strano ma vero il tempo sembra volato dalla prima volta che creai il
personaggio di Arren e tutta la cricca di amici, adesso Arren e Ariel
hanno un
posto nel mio cuoricino, assieme a tutti gli altri personaggi.
Spero che la storia vi sia piaciuta, che l’abbiate trovata
una lettura
piacevole o anche stesso che vi abbia solo fatto compagnia :)
Un saluto affettuoso a tutti quelli che mi hanno seguita e recensita, a
voi
dedico un saluto speciale!
Beh
prima di diventare troppo sentimentale, vi saluto…. Alla
prossima!