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Autore: eugeal    18/12/2015    0 recensioni
Questa storia fa parte della serie "From Ashes" e la trama continua dopo gli eventi delle storie "A World That Will Not Turn to Ash" e "The Nightwatchman". Per evitare spoiler, leggete prima le altre due fanfiction.
Il fuoco può ridurre tutto in cenere, ma a volte si può rinascere dalle proprie ceneri e, se si riesce a passare attraverso le fiamme senza bruciare, spesso se ne esce temprati.
Guy di Gisborne lo ha scoperto nel modo più duro ed è sopravvissuto, ma sarà abbastanza forte per affrontare le nuove sfide che lo aspettano?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allan A Dale, Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Marian mise un dito sotto il mento del marito e gli fece alzare il viso per esaminarlo attentamente.
- Questo è un graffio nuovo. Non ti sarai di nuovo azzuffato con Robin, vero?
Guy scosse la testa con aria innocente.
- No, questo è stato solo un piccolo incidente mentre mi allenavo con Archer.
- E questo? - Marian gli toccò un livido sul mento.
Allan scoppiò a ridere e Guy gli lanciò un'occhiataccia.
- Si è quasi fatto stendere da uno dei maiali. - Continuò Allan, imperterrito.
- Seth si era messo in testa di provare a cavalcarne uno, ho dovuto fermarlo prima che si facesse male. - Disse, imbronciato e Marian iniziò a ridere anche lei.
- Forse dovresti comprargli il pony che gli avevi promesso.
Guy sorrise, divertito.
- Già. Almeno farmi calpestare da un pony sarà più dignitoso.
- Sir Guy, il bagno è pronto. - Disse Alice, affacciandosi sulla porta della sala.
- Allora sarà meglio che vada a catturare il nostro piccolo fuorilegge. - Disse Guy alzandosi in piedi con un sogghigno. - Sperando che Robin non gli abbia insegnato anche come sfuggirmi.
- Robin non avrebbe dovuto regalargli quel piccolo arco. - Disse Marian, severa. - Le frecce saranno anche spuntate e non arriveranno con grande forza, ma fanno male e riescono benissimo a fare danni. Ieri è riuscito a prendere in pieno il piatto con la colazione che ti avevo preparato.
- Poco danno allora. - Commentò Allan, eclissandosi subito dopo per evitare l'ira della ragazza.
- Già, non avrebbe dovuto. Ma sai anche tu che è impossibile impedire a Robin di fare qualcosa. O perlomeno io non sono capace di tenerlo a freno. Vuol dire che tra qualche anno mi vendicherò regalando a suo figlio una piccola spada o qualcosa di altrettanto dannoso.
- Ricordati che quel bambino sarà anche tuo nipote. Per quanto riguarda Robin, credo proprio che dovrò mettere in chiaro qualcosa con lui. - Disse Marian, glacialmente calma, e Guy rabbrividì per l'amico.
Si mise in cerca di Seth che doveva essersi nascosto per evitare il bagno e, poco dopo, le urla del bambino rivelarono a Guy che Adeline era riuscita a trovarlo e a bloccarlo. Si diresse verso di loro seguendo il pianto di Seth e lo sollevò da terra, prendendolo in braccio.
- Preso!
- Non voglio fare il bagno, padre! - Singhiozzò il bambino.
- E vorresti farti vedere da tutti così sporco? Tua zia sarebbe molto delusa se domani ti presentassi al suo matrimonio senza aver fatto il bagno. Sei pieno di terra e paglia.
- Si era nascosto nelle stalle, in mezzo al fieno. - Spiegò Adeline, togliendo l'ennesimo pezzo di paglia dai capelli del bambino.
- Vuoi essere scambiato per un cavallo?
Seth scosse la testa.
- Farai il bagno anche tu, padre?
- Certo. Lo faremo insieme, se vuoi.
- Mi fai una barchetta?
- Non sarà necessario, Will me ne ha data una di legno che ha intagliato apposta per te. È già nella vasca.
- Andiamo, padre? - Chiese Seth, contento, dimenticandosi completamente che fino a pochi minuti prima aveva pianto disperatamente perché non voleva fare il bagno.
Adeline sorrise.
- Lo vizierai, Guy.
Guy la baciò su una guancia.
- Non puoi lamentarti, tu fai lo stesso con me.
La donna scoppiò a ridere.
- Su, andate ora o l'acqua finirà per raffreddarsi.
Guy mise giù Seth e padre e figlio uscirono dalla stanza mano nella mano. Adeline li guardò con tenerezza e pensò che entrambi meritavano quel momento di serenità dopo aver sofferto tanto nella loro vita.
Sorridendo, si diresse al piano di sopra e bussò alla porta di una delle camere.
Isabella venne ad aprire e la lasciò entrare, poi tornò accanto alla finestra a guardare fuori.
- Sei nervosa, cara? Ma certo che lo sei, che domanda sciocca la mia. Quale sposa non è nervosa la sera prima delle nozze?
- E pensare che per me non è nemmeno la prima volta.
Adeline si avvicinò a lei.
- Quello non era un vero marito. Stavolta sarai felice, Robin è un caro ragazzo, non ti farà soffrire.
Isabella sorrise.
- Lo so, mi fido di lui e non pensavo che fosse possibile. Ma non riesco a evitare di avere paura. Sono una sciocca, vero?
- No, sei una sposa. Prima del matrimonio abbiamo avuto tutte un po' di paura, è normale. È successo anche a me e a vostra madre.
Isabella la guardò, sorpresa.
- Conoscevi mia madre da così tanto tempo?
- La mia famiglia è sempre stata al servizio della vostra. Lady Ghislaine aveva più o meno la mia stessa età: ogni tanto da bambine giocavamo insieme di nascosto e ci siamo sposate a pochi mesi di distanza l'una dall'altra.
- E anche lei era nervosa prima del matrimonio?
- Molto. La sua famiglia non vedeva di buon occhio Sir Rodger. Lui era inglese e aveva ottenuto le sue terre e il suo titolo combattendo per il Re mentre la famiglia di Lady Ghislaine apparteneva alla nobiltà francese da molte generazioni. Per potersi sposare hanno dovuto lottare.
Isabella la guardò, stupita.
- È per questo che quando io e Guy siamo tornati in Francia nessuno ha voluto aiutarci?
- Temo di sì. Guy è nato in Francia, ma i vostri genitori si sono trasferiti in Inghilterra poco dopo. Ho scelto di seguirli e mio padre e mio marito sono stati tanto buoni da assecondare il mio desiderio. Eravamo tutti molto affezionati a Lady Ghislaine e a Guy.
- Sei ancora molto legata a mio fratello.
- Già.
- Fino a poco tempo fa ti avrei detestata per questo motivo. Ho odiato Guy per tanti anni, o almeno questo è ciò che credevo. Quando mi ha venduta a Thornton gli ho detto che non volevo più vederlo, che se mi costringeva a sposare quell'uomo poteva fare anche a meno di presentarsi in chiesa il giorno delle nozze.
- E Guy ti ha presa in parola.
- Già. Fino all'ultimo ho sperato che arrivasse, che mi portasse via da quel matrimonio non voluto, che dicesse di aver cambiato idea, ma non è venuto. Non l'ho più rivisto per tutti questi anni e l'ho odiato per avermi abbandonata.
- Eravate troppo giovani per trovarvi da soli in quella situazione.
Isabella annuì.
- Non mi ero mai resa davvero conto quanto dovesse essere difficile per lui. L'ho capito solo quando eravamo in Terra Santa: dovevo proteggere Seth e il bambino che porto in grembo e non sapevo cosa fare. Allan ci ha aiutati, ma da ragazzo Guy non aveva nessuno.
Adeline prese una spazzola e iniziò a pettinare i capelli di Isabella con colpi lenti e regolari.
- Sono contenta che siate riusciti a comprendervi alla fine.
- Sai, Adeline? Così è come avrebbe dovuto essere tanti anni fa. Io felice ed emozionata nel pensare al mio sposo e Guy che mi accompagnerà all'altare.
Le due donne sorrisero, poi Adeline raccolse i capelli di Isabella in una treccia lenta.
- Ora cerca di dormire, una sposa riposata è più bella.
- Non so se riuscirò a chiudere occhio, sono così nervosa…
Adeline smorzò le candele fino a lasciare la stanza in penombra.
- Mettiti a letto e chiudi gli occhi, canterò per te finché non ti addormenterai.
Isabella le obbedì e sorrise.
- Non sono un po' grande per farmi cantare la ninna nanna?
Adeline scosse la testa.
- Vi ho visti nascere, avete bevuto il mio latte, per me sarete sempre i miei bambini.

Marian prese Seth per un polso e lo tenne saldamente, facendolo sedere sul carro tra lei e Adeline.
Sorrise nel vedere che suo padre aveva fatto in modo di prendere posto vicino ad Adeline. Fu tentata di stuzzicarlo un po', ma non gli disse nulla perché in quel momento arrivarono Will e Djaq, ognuno con un bambino in braccio.
Seth osservò i due gemelli, un po' deluso.
- Quando saranno abbastanza grandi per giocare con me?
Djaq gli sorrise.
- Credo che ci vorrà ancora un po'.
- Però possono ascoltare una storia! - Disse il bambino, illuminandosi in volto.
- Certo, a loro piace sentire parlare. - Approvò Djaq e Seth si lanciò in un racconto complicato e confuso delle avventure di Robin Hood e del Guardiano Notturno che, pur essendo piuttosto fantasioso e improbabile, aveva comunque il pregio di tenere tranquillo il bambino.
Marian guardò Guy che attendeva accanto alla porta di Knighton Hall e sorrise di gioia nell'osservarlo.
Gisborne indossava lo stesso abito elegante che aveva usato il giorno del matrimonio di Djaq e Will, ma con i capelli più lunghi sembrava molto diverso rispetto a quel giorno.
Marian ripensò a quanto si fosse preoccupata che in quell'occasione Guy potesse sentirsi a disagio al campo dei fuorilegge mentre invece a quell'epoca lui si era già alleato con Robin da parecchio tempo.
Sul viso di Guy si allargò un sorriso quando Isabella uscì dalla porta indossando un abito nuovo ed elegante che nascondeva quasi completamente la curva arrotondata del ventre.
Le porse una mela rossa e lucida.
- Hai fame, sorella mia?
Isabella scosse la testa.
- Sono così nervosa che non potrei mangiare nulla. - Confessò.
Guy ridacchiò e morse la mela.
- Vuol dire che ti rifarai più tardi al banchetto, sempre che Much ci lasci qualcosa.
Isabella lo guardò, spaurita, come in cerca di una qualche rassicurazione.
Guy si chinò a baciarla sulla fronte.
- Puoi fidarti di Robin. Stavolta andrà tutto bene e sarai felice.
La sorella annuì e lo abbracciò.
- Sì, sarò felice. - Disse sorridendo, mentre Guy la aiutava a salire sulla carrozza nuziale. - Non sali anche tu?
- Ti precederò a cavallo, così potrò assicurarmi che sia tutto pronto. Archer e Allan sono già lì, ma voglio controllare di persona. Non preoccuparti, ci sarò e ti accompagnerò all'altare.
Guy finì la mela con un paio di morsi e salì a cavallo, poi spronò lo stallone nero e partì al galoppo.

Il villaggio di Locksley era addobbato a festa con i colori della sua famiglia e con quelli di Robin e Guy sorrise tra sé vedendo sventolare quegli stendardi uno accanto all'altro.
L'ultima volta che il villaggio era stato decorato in modo così festoso era stato in occasione del suo matrimonio fallito con Marian, pensò Guy, ma stavolta quel pensiero non portò con sé alcun dolore.
Ormai lui e Marian erano marito e moglie e gli episodi spiacevoli del passato erano solo ricordi lontani, dimenticati e sepolti.
Attraversò il villaggio a cavallo, seguito dagli sguardi dei popolani. Alcuni di loro lo fissavano ancora in un modo decisamente ostile, ma altri lo salutarono con un educato rispetto, mentre altri ancora arrivarono a sorridergli.
Scese da cavallo in prossimità della chiesa e Cedric gli venne incontro per prendere il suo cavallo.
- È tutto pronto, Sir Guy. - Disse il ragazzo, felice di aver partecipato all'organizzazione dei festeggiamenti. - È stato generoso da parte vostra estendere l'invito al banchetto anche al popolo. Oggi tutti avranno da mangiare a sufficienza.
- In fondo è il matrimonio di Robin Hood, mi sembra appropriato. A proposito, dov'è?
- L'ho visto che si aggirava dietro la chiesa. - Intervenne Allan, avvicinandosi con aria rilassata e divertita. - Scommetto che è nervoso.
Guy sogghignò e si diresse nella direzione indicata dall'amico.
Robin era sul retro della chiesa e stava tendendo l'arco, mirando al bersaglio tracciato col gesso sul tronco di un albero. Sorprendentemente c'erano varie frecce piantate nella corteccia, ma nessuna al centro del bersaglio.
In silenzio, Guy incoccò una freccia e la scagliò, colpendo il centro.
Robin si voltò di scatto, quasi sobbalzando e Guy rise, divertito.
- Sbaglio o mi sembri piuttosto nervoso?
Robin gli lanciò un'occhiataccia, provocando altre risate.
- Smettila, Gisborne.
Guy si sforzò di tornare serio.
- Hai ragione, scusa. - Disse, senza riuscire troppo nel suo intento e Robin sbuffò.
- Vuoi un altro livido per fare coppia con quello che ti sei fatto litigando con i maiali?
Guy arrossì leggermente.
- Allan ha la lingua troppo lunga. - Disse, in tono minaccioso, poi guardò Robin. - E tu non fare quella faccia preoccupata, stai per sposare mia sorella, non per andare al patibolo. Sono io che dovrei essere angosciato nel pensare che farai parte della nostra famiglia.
- Forse è proprio questo che mi preoccupa: avere te come parente.
Guy sogghignò, divertito.
- Comunque puoi consolarti, fratello mio: tu sarai tanto agitato da sbagliare mira, ma non arriverai mai a essere terrorizzato come lo ero io quando ho sposato Marian.
- Ci credo, tu stavi per essere giustiziato.
- Già. Ma nonostante tutto, quando il re ha detto che eravamo marito e moglie mi sono sentito immensamente felice. Succederà anche a te, ne sono sicuro.
Robin gli sorrise e Guy accennò alla chiesa con un movimento della testa.
- Isabella sta per arrivare, dovresti aspettarla dentro. Vedere la sposa prima della cerimonia porta sfortuna. - Disse, sfiorandosi inconsciamente la cicatrice sullo zigomo.
- Precedimi, arrivo subito. Vai a dire al prete che possiamo iniziare.
Gisborne annuì e si diresse verso la chiesa, ma Robin lo richiamò dopo pochi passi.
- Guy!
- Cosa?
- Forse dopotutto non sei così male come parente...
Gisborne scoppiò a ridere.
- Sbrigati, la carrozza sarà qui a momenti.
Robin lo guardò sparire dietro l'angolo dell'edificio e gli fu grato per aver smorzato la tensione che provava.
Pensò che la sua vita stava per cambiare, che sposare Isabella avrebbe dato inizio a un periodo nuovo e che non sarebbe più stato Robin Hood, il fuorilegge libero e temerario che rubava ai ricchi per dare ai poveri, ma Robin di Locksley, marito e padre.
L'idea gli faceva paura, ma si ritrovò a pensare a Gisborne e a come l'amico fosse la dimostrazione vivente che dopotutto i cambiamenti potevano anche essere una cosa positiva.
Gli venne in mente lo sguardo tenero che Isabella riservava solo a lui e a come quegli occhi azzurri riuscissero a circondarlo di calore ogni volta che si posavano sul suo volto.
Improvvisamente ebbe la certezza di essere incompleto, che ci fosse un vuoto dentro di lui che poteva essere colmato solo dalla presenza di Isabella al suo fianco.
Guardò di nuovo la chiesa e stavolta al timore si sostituirono la gioia e l'impazienza, ma indugiò ancora un attimo: incoccò una freccia e la tirò verso l'albero, poi si girò e si diresse verso la porta dell'edificio.
Non aveva bisogno di voltarsi a guardare la traiettoria della freccia, sapeva già che stavolta avrebbe colpito esattamente il centro del bersaglio, spezzando la freccia di Guy.
Robin sorrise tra sé e si incamminò verso la sua nuova vita.
   
 
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