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Autore: Martyx1988    07/03/2009    8 recensioni
Candy e Terence come Ermia e Lisandro - più o meno - con tanto di lieto fine...
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sogno di una notte di mezza estate


Il grande teatro era ormai vuoto, solo pochi spettatori si erano trattenuti così oltre la fine dello spettacolo. Chiacchieraano del più e del meno, mentre si infilavano con estrema lentezza le loro giacche, a coprire quei leggeri ed eleganti abiti che mostravano al mondo il loro alto lignaggio.
Non riusciva ad immaginare chi di quegli spocchiosi nobili avesse esplicitamente domandato di parlare con lui. Terence Granchester, la star del momento, l'attore che tutti i teatri richiedono. Ma pur sempre un attore, figlio di un'attrice altrettanto famosa come Eleonor Backer e del nobile duca di Granchester, da cui aveva sempre ricevuto solo indifferenza. Da qui il disprezzo per la nobiltà e tutto ciò che ad essa era correlato, e la conseguente sorpresa che qualcuno di loro avesse il desiderio di parlargli.
Ormai la gente in teatro era più poca e non sembrava interessarsi minimamente a lui. Stava seriamente iniziando a sentirsi un idiota, ancora sul palco con quel ridicolo abito greco addosso, che per tutta la serata lo aveva mostrato al pubblico come il giovane Lisandro, il cui amore per Ermia era contrastato dal volere del padre di lei. Sorrise tra sè, notando una vaga somiglianza tra la commedia shakespeariana e la sua storia.
Quando anche gli ultimi ritardatari spettatori se ne furono andati e il teatro cadde nel silenzio più totale, Terence, stanco di aspettare, si alzò dal palco di legno sul quale era stato fino a quel momento seduto e mosse i primi passi verso le quinte.
"Sei sempre il solito maleducato" trillò una voce dietro di lui, lontana, tanto da sembrargli solo frutto della sua immaginazione. Un lieve rumore di tacchi sul pavimento ligneo lo fece ricredere. Terence si voltò sorpreso. Mai più avrebbe pensato di udire quella voce. Candy era in fondo alla platea, vestita di un leggero abito rosa e bianco, i ricci capelli biondi trattenuti da un candido fiocco. Sorrideva, come aveva sempre fatto, come lui si ricordava.
"Ti chiedo di aspettarmi e tu te ne vai. Bell'amico che sei!" Candy mise il broncio e incrociò le braccia al petto. Terence rise.
"Tarzan-tutte-lentiggini, questo è un posto di classe, cosa ci fai qui?"
"Non sei per niente riconoscente, ci ho messo un sacco di tempo a venire fin qui per vederti!"
Terence scese dal palco con un salto.
"Come hai saputo che mi esiivo qui?"
"L'ho letto sui giornali. Ormai sei un attore di una certa fama in America"
Candy avanzò lungo il corridoio tra i due settori di poltrone rosse, su una delle quali poggiò il leggero scialle bianco, più che sufficiente a coprirla dalla leggera brezza estiva che soffiava quella sera.
"Sei venuta solo per vedermi recitare?" le domandò Terence con una certa delusione, che a Candy non sfuggì. La ragazza sorrise mestamente.
"No, non solo. Ho anche saputo di te e Susanna. Mi dispiace"
"E' stata lei a volerlo" ribattè laconico Terence.
"Come?"
"Ha detto che se ne sarebbe andata con sua madre, che aveva apprezzato quello che avevo fatto per lei ma che aveva bisogno di andarsene da New York per un po'"
"Oh, capisco. E tu come stai ora?" gli domandò preoccupata.
"Io spero che Susanna trovi la serenità che si merita"
"Ma non hai risposto alla mia domanda"
Terence trasse un lungo sospiro e abbassò lo sguardo.
"Mi faccio schifo da solo quando penso a come mi sento senza di lei"
"In che senso?"
"Mi sento più libero, più felice, senza un peso sul cuore. E non è bello se penso alle condizioni in cui versa Susanna. Per questo motivo mi sono gettato anima e cuore nel teatro, per non pensare a lei, quindi cambiamo argomento, te ne prego"
Candy annuì e continuò ad avanzare, finchè non fu spalla a spalla con Terence. Il giovane attore la guardò. Non era cambiata di molto, il solito viso sbarazzino e coperto di efelidi, i soliti luminosissimi occhi azzurri, i soliti morbidi capelli dorati. La solita Candy, o forse no. Le sembrava più matura dell'ultima volta, e più serena.
"Raccontami di te, Candy" le propose, andandosi a sedere sul palco.
"Beh, dall'ultima volta che ci siamo visti, non è successo molto di nuovo"
Terence vide un velo di tristezza oscurarela luce dei suoi occhi e gli si strinse il cuore.
"Candy, tutto bene? Avanti, raccontami qualcosa del tuo lavoro, di Archie, Annie e gli altri"
"Ormai sono un'infermiera professionista, ma non ho ancora trovato un posto dove lavorare. In famiglia invece tutto bene, tra alti e bassi"
"Alti e bassi?"
Candy respirò profondamente e tornò a guardare Terence negli occhi.
"Abbiamo perso Stear in guerra" disse con un fil di voce.
Terence si portò una mano al viso sussurrando "Oh mio dio", poi tornò a guardare la bionda, dai cui occhi era sfuggita una piccola lacrima.
"Non sai quanto mi dispiace, Candy" riprese lui avanzando verso la ragazza "Era un ragazzo eccezionale, non lo dimenticherò mai"
Le posò una mano sulla spalla e dolcemente la tirò a sè, ma lei si ritrasse e col dorso della mano si asciugò gli occhi.
"Nemmeno noi lo dimenticheremo, ma bisogna andare avanti" disse lei, tornando a sorridere "Sei stato tu a dirmelo, ricordi?"
"Certo, Candy. Hai ragione" sorrise lui di rimando.
"Quasi dimenticavo di dirti la cosa più interessante!" esclamò Candy, battendosi il palmo della mano sulla fronte "Sono riuscita a vedere lo zio William!"
"Finalmente! Com'è? Un simpatico vecchietto?"
"Simpatico sì, vecchietto direi di no" sul viso della ragazza si dipinse l'espressione di chi la sa lunga. Terence le lanciò uno sguardo interrogativo.
"E va bene, se insisti così te lo dirò" riprese lei, ridendo "Lo zio William altri non è che...Albert"
"Quell'Albert?!?"
"Proprio lui. Il suo vero nome è William Albert Andrew ed è il capo della famiglia Andrew"
"Accidenti" disse Terence con poca voce "E' una notizia sconvolgente, davvero! Ma come mai si è rivelato solo ora?"
"Perchè è come me e te, un amante della libertà. Ma a zia Erloy non andava bene, temeva per il buon nome della famiglia. Così è diventato il nostro Albert, amante della natura, degli animale e di una vita da vagabondo"
"E ora ha rinunciato a tutto questo per tornare alle buone maniere?"
"Al contrario, sono cambiate un sacco di cose da quando è arrivato"
"Per esempio?"
"Beh, zia Erloy ha dovuto accettare di avere un ruolo in secondo piano nella gestione della famiglia. E Neal e Iriza non ci daranno più fastidio, dopo la storia del matrimonio combinato"
"Matrimonio?"
"Sì, è da non credere! Neal innamorato di me e che mi voleva sposare...Terence, che hai?"
Lo sguardo del giovane attore si era rabbuiato fino a diventare quello cattivo di un tempo, quando si batteva con Archie per motivi futili o ricordava sua madre.
"Sei la moglie di Neal?" le domandò in un sibilo.
"Ma che diavolo ti salta in mente?!? Certo che no! Ne ho parlato con Albert e lui ha annullato tutto quanto. Io moglie di Neal, santo cielo! Mi vengono i brividi solo al pensiero"
Candy rise genuinamente, ma si fermò poco dopo, vedendo che il volto di Terence si era fatto ancora più cupo e che stava serrando forte i pugni.
"Candy io...io non lo sopporterei!" le urlò in faccia sollevando lo sguardo.
"Cosa non sopporteresti?"
"Di vederti tra le braccia di un altro, di sapere che ti sei rifatta una vita e che io non ne faccio parte"
"Oh Terence, ma tu sei parte della mia vita, lo sei sempre stato. Sennò perch' sarei qui, secondo te?"
Gli occhi blu e profondi di lui incontrarono quelli limpidi e azzurri di Candy, e il suo cuore parve esplodere nel petto tanta era l'emozione che stava provando. Aveva davanti la donna che aveva sempre amato, da cui era stato costretta a separarsi ma che il suo cuore non aveva mai dimenticato. Eppure aveva sempre pensato che dopo il loro ultimo incontro, quando lei gli aveva detto addio per lasciarlo a Susanna, Candy avesse cercato di dimenticarlo e di rifarsi una vita con gli Andrew o col suo lavoro.
Invece eccola lì, splendida e sorridente come sempre, che gli dimostrava di volergli ancora bene.
"Candy..." sussurrò, mentre con pochi passi accorciava le distanze fra loro e l'abbracciava con trasporto, ricambiato con la stessa moneta.
"Mi sei mancato tanto, Terence" disse la ragazza sui capelli corvini di lui, tastandone la morbidezza con una mano.
"Anche tu, piccola Tarzan-tutte-lentiggini"
Terence la scostò un po' da lui per guardarla negli occhi. Erano umidi e leggermente arrossati dal pianto che non voleva o non riusciva a trattenere, ma sorridevano ugualmente e brillavano come non mai. Anche agli angoli dei suoi occhi le lacrime iniziarono a pungere e non fece niente per fermarle. Voleva piangere di gioia dopo tanto tempo passato a rodersi dall'interno. E dopo tanto tempo voleva fare anche un'altra cosa.
"Candy, prima che tu mi prenda a schiaffi, posso darti un bacio?"
Lei rise e annuì col capo. Terence si sporse verso di lei, contemporaneamente le prese le mani da dietro il suo collo e le strinse nelle sue.
"Piccola precauzione" le disse a fior di labbra in risposta allo sguardo dubbioso di lei, prima di impossessarsi avidamente della sua bocca. Non trovò resistenza, solo grande trasporto.
Candy liberò le mani dalla sua dolce presa e tornò a cingergli il collo, mentre lui la prese per la vita e la sollevò con poco sforzo. Com'erano fresche le sue labbra, e morbide, esattamente come anni prima, violate solo da lui e dalla sua irruenza. Sarebbe rimasto tutta la vita attaccato ad esse, ma la comparsa sul palco di un attore della compagnia ruppe l'incantensimo.
"Perdonami, Terence, ma stanno chiudendo il teatro" disse timidamente sbicando da dietro una quinta "Forse è il caso che ti vada a cambiare"
Il ragazzo si voltò scocciato verso di lui, tenendo sempre fra le braccia un'imbarazzatissima Candy "Lascia aperta l'uscita sul retro, passeremo da lì"
"D'accordo" balbettòò l'attore, prima di dileguarsi dal palco in un battibaleno.
"Forse è meglio uscire" disse Candy, e fece per staccarsi da lui, ma Terence la trattenne.
"Vuoi scherzare? Abbiamo un intero teatro tutto per noi!"
"E cosa vorresti farci?"
"Quello che si fa in un teatro: recitare!"
Terence prese Candy per mano e la trascinò sul palco nonostante le proteste.
"Terence, no, non mi sembra una buona idea. E comunque io non so recitare"
"Non devi farlo, Candy. Non voglio che tu lo faccia"
"Tu sei tutto matto" rise lei, cercando di scendere, ma di nuovo il ragazzo glielo impedì. Lo sguardo che incontrò Candy era simpaticamente implorante e la ragazza non riuscì a trattenere un sorriso, nè a resistere a quella silenziosa supplica.
"E va bene...Cosa vuoi che faccia allora?" gli domandò accondiscendente.
"Sorridimi" rispose lui immediatamente, raggiante in volto.
"Ma lo sto già facendo!" ribattè lei divertita.
"Sorridi di più!"
Le venne naturale, non lo aveva mai visto così felice e non si era mai sentita così piena di gioia a sua volta.
"Adesso fai un giro su te stessa"
"Cosa?"
"Una giravolta"
Candy eseguì, i suoi riccioli biondi brillarono di riflessi dorati sotto la luce dei riflettori e il leggero abito si sollevò leggermente, mostrando due esili gambe, simili a quelle di un folletto delle fiabe. Il suo folletto biondo e pieno di lentiggini.
Terence la fermò afferrandola per la vita. Lei si appoggiò a lui per non cadere.
"Baciami, Candy" le disse a voce bassa e suadente, cui nessuno avrebbe saputo resistere, tantomeno lei.
Di nuovo le loro labbra si incontrarono, si esplorarono, si assaporarono, finchè resse loro il respiro.
"Fa' l'amore con me, Candy" le sussurrò sulle labbra appena si staccarono.
"Cosa?" gli chiese confusa, non riuscendo a realizzare bene la sua richiesta.
Terence la guardò in quegli occhi innocenti e limpidi e si diede del cafone. Chi era lui per rubarle quella freschezza e quell'innocenza?
"Niente, scusami. Fai finta che non ti abbia detto niente"
La lasciò andare bruscamente e si diresse rapido verso le quinte.
"Richiedimelo, Terence!"
Il giovane attore si fermò e si voltò incredulo verso Candy. Se ne stava ritta sul palco, lo sguardo fiero ostentava una sicurezza che poche volte le aveva visto negli occhi. Fece qualche passo verso di lui.
"Avanti, richiedimelo, per favore"
A Terence sembrò qualcosa di molto simile a una supplica.
"Vuoi fare l'amore con me, Candy?" domandò a voce tremante, quasi con timore di sentire la risposta di Candy. Questa prese un lungo respiro e il volto le si distese in un largo sorriso.
"Da quando ti conosco" rispose tutto d'un fiato, prima di correre tra le braccia di Terence e abbandonarsi ad esse.
Il palco di quel teatro divenne il loro nido d'amore, il custode dei loro sospiri e dei loro gemiti, il testimone dell'unione dei loro corpi nudi e sudati. Dolore e piacere attraversarono in successione Candy, stesa sotto il suo unico amore e completamente abbandonata a lui, che godeva delle forti sensazioni che quell'esile corpicino riusciva con sorpresa a dargli. E quando la fanciulla si fece più audace, il piacere aumento esponenzialmente, fino a raggiungere il massimo livello ed esplodere negli ultimi, forti sospiri di entrambi.
L'abito greco di Terence rimase abbandonato sul palco, quello rosa di Candy capriva nuovamente parte del corpo della ragazza, seduta in mezzo alle gambe del giovane attore che con le braccia le cingeva il ventre e teneva il viso appoggiato alla spalla di lei. La bionda chioma della fanciulla si era liberata dal vincolo del nastro e ora ricadeva ribelle sulle sue spalle e lungo la schiena, solleticando il petto di Terence che continuava a ridere e a muoversi.
"Smettila! Così non riesco a leggere!" trillò Candy voltandosi verso di lui, che subito le schioccò un bacio sulla guancia.
"Non è colpa mia, sono i tuoi capelli che m fanno il solletico"
"Sempre a lamentarti, Ternce Granchester! Non sei cambiato affatto"
"E tu sempre a darmi fastidio, Tarzan-tutte-lentiggini"
"Va bene, se la metti così allora me ne vado"
"E no, cara mia! Non pensare di riuscire a sfuggirmi così facilmente!"
La riprese per i fianchi prima che avesse il tempo di alzarsi, riportandosela contro il petto a suon di risate e divertite proteste.
"Dai, continua a leggere" la esortò, facendo un cenno col capo al copione che la ragazza teneva in mano, quello dello spettacolo di poco prima. Candy riprese obbediente.
"...Tròvati tu un giaciglio come puoi;
io mi distendo qui,
poggiata il capo sopra questo greppo."

"Questo ciuffetto d’erba, mia diletta,
può servir da cuscino a tutti e due:
un sol cuore, un sol letto,
due anime, ed una stessa fede."

"No, buon Lisandro, no; se mi vuoi bene,
stattene più discosto,
non ti giacer così vicino a me"

"Oh, dolcezza, non devi fraintendere
l’innocenza di questa mia proposta!
Amore coglie da se stesso il senso
del parlare amoroso: voglio intendere
che il mio cuore è così legato al tuo
che d’entrambi se ne può fare un solo;
due cuori incatenati con voto,
due anime congiunte in un sol nodo.
Non negarmi perciò, Ermia, un giaciglio
accanto a te, perché così giacendo
non ti voglio ingannare, mia diletta."

"Lisandro sa giocare molto bene
con le parole. Che siano dannate
le mie brusche maniere e il mio orgoglio,
se Ermia abbia mai potuto intendere
che Lisandro volesse abbindolarla
Ma se ti chiedo, gentile compagno,
per un atto d’amore e cortesia,
di metterti a dormire un po’ lontano,
è per pudore: una separazione,
com’essa può ben essere chiamata,
qual si conviene a un giovane virtuoso
e a una fanciulla vergine.
Sta’ discosto, perciò, dolce compagno
e buona notte. E mai l’amore tuo
si guasti fino al fine di tua vita!"

"Amen, amen, a questa tua preghiera
io dico; e che finisca la mia vita
se mai finisca la mia fedeltà!
Qui è il mio letto; a te conceda il sonno
il suo pieno ristoro."

"Questo augurio riposi per metà
sugli occhi di colui che me l’ha detto."*

"Questa storia mi ricorda tanto la nostra" commentò Candy chiudendo il copione "Solo che sei tu nella parte di Ermia"
Risero entrambi continuando a coccolarsi e a bearsi del contatto tra i loro corpi.
"Beh, se vogliamo che si somiglino in tutto e per tutto" ribattè Terence "Allora dobbiamo avere un lieto fine"
"E cioè?" domandò la bionda sempre più divertita.
"Vuoi sposarmi, Canduce White Andrew?"
La proposta la colse alla sprovvista, così come il tono con cui fu formulata, serio e profondo.
"Co-cosa?" fu ciò che riuscì a dire, mentre il cuore iniziava a batterle al doppio della velocità.
"Vuoi sposarmi, Candice White Andrew?" ripetè lui sorridendo divertito dall'espressione sorpresa della ragazza. Le vide gli occhi riempirsi velocemente di lacrime e le mani andare lentamente al viso, poco prima che gli gettasse le braccia al collo e scoppiasse a piangere. Terence sorrise intenerito e prese ad accarezzarle i morbidi riccioli biondi.
"Dai, non fare così! Se avessi saputo che saresti scoppiata a piangere non ti avrei detto niente"
"Terence, quanto sei stupido!" Candy si sollevò dalla sua spalla, sorridendo tra le lacrime "Piango perchè sono felice, anzi, perchè mi sento la donna più felice del mondo"
Terence le mise una mano sulla guancia asciugandogliela col pollice.
"Allora è un sì?"
"Sì, per tutta la vita! Sì!"
Si avventò nuovamente su di lui baciandolo con una foga che inizialmente lo sorprese ma che subito dopo assecondò. E si amarono ancora e ancora, mai stanchi l'uno dell'altra, pronti a trascorrere un'intera vita assieme.

*Battute prese dal copione della commedia "Sogno di una notte di mezza estate" di William Shakespeare

Una one-shot senza pretese, scritta di getto da un'ide balzana, su come si potrebbero essere reincontrati Terence e Candy dopo la fine dell'anime...
Buona lettura!!
   
 
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