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Autore: Erule    19/12/2015    1 recensioni
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- L’hai ucciso? Hai ucciso Donovan? - domandò Scott.
Stiles avvertì una fitta allo stomaco, però c’era anche tanta rabbia, dentro di lui. Insomma, quel ragazzo avrebbe ucciso suo padre ed anche lui, quindi era stata legittima difesa! Aveva solo cercato di divincolarsi, non avrebbe mai voluto ucciderlo, ma era successo ed ora non poteva fare niente per tornare indietro. Sarebbe stato consolante se almeno il suo migliore amico gli avesse creduto. Avrebbe significato avere qualcuno vicino in quel momento così buio, che gli faceva ancora venire il voltastomaco solo al ricordo.
- Avrebbe ucciso mio padre, Scott. - replicò Stiles, cercando di mantenere un tono pacato, di ragionare insieme a lui. - Avrei dovuto lasciarglielo fare? -
- Non avresti dovuto farlo. Nessuno di noi avrebbe dovuto. -
- Pensi che avessi una scelta? -
- Non aveva scelta. - rincarò la dose Allison.
- C’è sempre una scelta. - rispose Scott, guardando male entrambi.
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Allison Argent, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 photo Broken pieces_zpstsv6yvom.jpg
Consiglio di ascoltare questa canzone mentre leggete :) https://www.youtube.com/watch?v=o-YYb083NPc


Broken pieces
 
<< Ma da che parte stai, Allison? >> chiese Scott, incredulo. << Come diavolo fai a non mettere nemmeno in dubbio quello che ha detto? >>
<< Perché conosco Stiles e so che non lo avrebbe mai fatto, se avesse potuto evitarlo! Mi stupisco che tu prenda per oro colato ogni parola di Theo, che neanche conosci, invece di fidarti del tuo migliore amico. >> replicò Allison, mentre l’acqua infradiciava i suoi vestiti, che ormai le si erano appicciati addosso.
Scott guardò da un’altra parte, mordendosi l’interno della guancia così forte da riuscire a sentire il sapore metallico del sangue in bocca. Non è che non volesse credere a Stiles, non è che volesse lasciarsi influenzare da Theo, ma c’erano troppe cose in quella storia che non quadravano. I pezzi del mosaico si erano spaccati ed a lui toccava giocare al detective per riuscire a riscostruire la storia tutta daccapo. Aveva sentito la versione di Theo ed ora toccava a quella di Stiles e si sa, la verità sta nel mezzo. Da qualche parte ci doveva pur essere, giusto? Aveva imparato a contare solo su se stesso, dopo ciò che era successo a Stiles, perché una piccola parte di lui temeva di continuo che in realtà, il Nogitsune non se ne fosse mai andato.
<< Scott, tutto quello che ti ha detto Theo è una bugia. >> disse Stiles, facendo un passo in avanti, verso Scott. << Lui non fa altro che mentirci da quando è arrivato. >>
Il ticchettio della pioggia sulle spalle gravava su di lui come se fosse stato la personificazione del suo senso di colpa. Sì, aveva ucciso un ragazzo e non ne andava fiero, gli faceva male da morire al centro del petto e gli veniva ancora da piangere, ma quel groppo in gola non lo avrebbe fermato, avrebbe dovuto spiegare a Scott quello che era accaduto veramente.
<< L’hai ucciso? Hai ucciso Donovan? >> domandò Scott.
Stiles avvertì una fitta allo stomaco, però c’era anche tanta rabbia, dentro di lui. Insomma, quel ragazzo avrebbe ucciso suo padre ed anche lui, quindi era stata legittima difesa! Aveva solo cercato di divincolarsi, non avrebbe mai voluto ucciderlo, ma era successo ed ora non poteva fare niente per tornare indietro. Sarebbe stato consolante se almeno il suo migliore amico gli avesse creduto. Avrebbe significato avere qualcuno vicino in quel momento così buio, che gli faceva ancora venire il voltastomaco solo al ricordo.  
<< Avrebbe ucciso mio padre, Scott. >> replicò Stiles, cercando di mantenere un tono pacato, di ragionare insieme a lui. << Avrei dovuto lasciarglielo fare? >>
<< Non avresti dovuto farlo. Nessuno di noi avrebbe dovuto. >>
<< Pensi che avessi una scelta? >>
<< Non aveva scelta. >> rincarò la dose Allison.
<< C’è sempre una scelta. >> rispose Scott, guardando male entrambi.
Perché non volevano capire che non era arrabbiato, ma deluso, triste, esasperato? Perché nessuno poteva mai mettersi nei suoi panni, nei panni del leader e capire che non era semplice fidarsi, che non era semplice fare la cosa giusta e spingere gli altri ad agire così, che anche lui si sentiva solo e vulnerabile?  
<< Sai una cosa, Scott? Io non posso fare quello che fai tu e so che tu non avresti mai agito in quel modo, ma avresti trovato un’alternativa, giusto? >> fece Stiles, che sentiva l’ira montargli dentro, ormai. Avrebbe dovuto dargli ascolto, avrebbe dovuto credere ad ogni sua parola, solo perché si conoscevano da quando erano piccoli, dannazione!
<< Ci avrei provato. >> rispose Scott annuendo, con la bocca impastata. Forse era per via della pioggia, della troppa salivazione o magari del pianto.
<< Già, perché tu sei Scott McCall, il vero Alfa! >> urlò Stiles ed Allison, al suo fianco, si strinse fra le spalle come per cercare di non sentire il suo dolore buttarsi addosso a lei, perché faceva troppo male vederlo in quello stato. << Sai che c’è? Non possiamo essere tutti dei veri Alfa, alcuni di noi devono commettere degli errori! Alcuni di noi devono sporcarsi le mani di sangue, a volte! Alcuni di noi sono umani! >>
Scott deglutì in silenzio. Sentiva gli occhi pizzicare, ma non poteva cedere. Non poteva più tirarsi indietro, adesso. Non poteva calpestare le sue stesse regole, solo perché Stiles era il suo migliore amico. Aveva sbagliato ad uccidere Donovan ed avrebbe dovuto capirlo, in un modo o nell’altro. Non importava che fosse arrabbiato, deluso o amareggiato, perché anche Scott lo era. Per di più, Allison non faceva altro che rifuggire il suo sguardo, ormai sull’orlo delle lacrime. Non c’era niente che riguardasse l’amore in quella situazione, ma ogni volta che Scott cercava i suoi occhi, li vedeva già puntati su Stiles, che stava di fianco a lei. Stava difendendo Stiles e non lui. In un solo colpo, aveva perso l’appoggio delle due persone che amava di più al mondo.
<< Dovevi per forza ucciderlo? >> chiese allora Scott, calmo.
<< Scott, avrebbe ucciso mio padre! >>
<< Il modo in cui è successo… si arriva ad un punto in cui non è più solo legittima difesa. >>
<< Ma di che diavolo stai parlando? >>
<< Pensi che lo abbia ucciso solo per levarselo di torno? Lo pensi davvero, Scott? >> domandò Allison, scuotendo la testa, senza capire, per la prima volta, che cosa gli stesse passando per la testa.
Allison aveva cercato di non interferire per tutto il tempo, ma non poteva farne più a meno, ora. Scott non riusciva a capire che Stiles era rimasto la stessa persona di sempre, il magro, indifeso, Stiles, quello che riusciva sempre a trovare un piano B, che faceva sempre battute sarcastiche, che era l’unico umano nel gruppo a parte lei.
<< Non avevo scelta, Scott! >> ripeté Stiles. E poi, la consapevolezza lo colpì in pieno petto come un pugno troppo forte. << Non mi credi, vero? >>
Scott avrebbe voluto stare dalla sua parte, come sempre, ma tutta quella tensione aveva logorato il loro rapporto ed ora si stava sfilacciando esattamente come un paio di stringhe delle scarpe.
<< Voglio crederti. >>
<< Okay, bene, allora credimi, adesso. >> disse Stiles, avvicinandosi a lui, ma vide la paura nei suoi occhi, vide un sentimento che credeva di non dovergli più vedere addosso nei suoi confronti dopo il Nogitsune aveva preso il controllo del suo corpo. Per poco non gli venne da piangere, ma sentiva gli occhi bruciare e non solo per la stanchezza. Avrebbe quasi voluto crollare sulle ginocchia, sdraiarsi sull’asfalto e dormire per sempre. Magari, prima o poi, il problema se ne sarebbe andato via da solo. << Scott, dimmi che mi credi. Dillo. Dimmi che mi credi. >>
Ma Scott non accennò a parlare o a muoversi e solo questo fece capire a Stiles che il suo migliore amico non stava dalla sua parte, non lo appoggiava, non si fidava più di lui. E questa consapevolezza gli faceva male da morire.
<< Fallo, Scott. >> s’intromise Allison. << Credigli. Di’ che gli credi. >> disse, ma Scott non dava segno di voler parlare. << Scott, se non vuoi credere a lui, credi a me, okay? È stata solo legittima difesa! Santo cielo Scott, è il tuo migliore amico! >>
Ma Scott finse di non averla nemmeno sentita.
<< Stiles, non possiamo uccidere le persone che stiamo cercando di salvare. >>
<< Dimmi che mi credi. >>
<< Non possiamo uccidere le persone! >> gridò Scott. << Credi in questo? >>
Stiles era disperato. Sapeva di avere ragione, sapeva che nel profondo era innocente, perché non avrebbe mai voluto fare quello che aveva fatto, ma se voleva fare pace con Scott, avrebbe dovuto chiedere ammenda come se fosse stata colpa sua e basta.
<< Cosa devo fare? Cosa vuoi che faccia? Scott, dimmi solo come sistemare le cose. Ti prego, dimmi solo cosa vuoi che faccia! >>
Scott serrò la mascella, indeciso sul da farsi, poi parlò.
<< Non preoccuparti di Malia o di Lydia. Le troveremo. Forse… forse dovresti parlarne con tuo padre. >>
<< Scott… >> cercò di fermarlo Allison, ma lui non voleva rimanere lì ancora a lungo. << Scott. >> lo chiamò, ma Scott non fece altro che girarsi e camminare lentamente verso la porta della clinica. Entrò e si richiuse lentamente la porta alle spalle, lasciando là fuori sotto la pioggia i suoi amici.
 
<< Allison, per favore, mi devi aiutare. >> esordì Stiles, con le mani attorno al telefono che non facevano altro che tremare.
<< Stiles, cos’è successo? >> chiese Allison, allarmata.
<< C’è stata una colluttazione fra me e Donovan. Voleva uccidermi, così io ho dovuto difendermi e… e… Allison, avrebbe ucciso mio padre! Non posso perdere entrambi i genitori, non tutti e due! Per favore, sto impazzendo, non c’è nessun altro che io riesca a contattare… devo andare da Scott… >>
<< Stiles, stai tranquillo. Dove sei? >>
<< Sto andando alla clinica veterinario con la mia jeep. Devo parlare con Scott. >> rispose. E ad Allison si strinse il cuore, quando Stiles chiese, sull’orlo della disperazione, con la voce di un bambino che supplica la madre di fornirgli un po’ di coraggio: << Mi crederà, non è vero? >>
Allison si morse il labbro inferiore per evitare di scoppiare a piangere al suo posto. Prese un bel respiro, mentre afferrava di corsa le chiavi dell’auto di suo padre. Aveva un brutto presentimento, ma non poteva permettersi di far vacillare Stiles ancora di più, così cercò solamente di rassicurarlo.
<< Certo. Sto arrivando. >>
 
Stiles pensò che sarebbe andata in quel modo, se Allison fosse rimasta con loro. Scott alla fine l’avrebbe ascoltata, perché era ancora innamorato di lei ed avrebbe capito. Buffo come le parole di una sola persona possano cambiare il corso di una storia. Scott non aveva ignorato Allison apposta, ma solo perché non poteva sentirla. Allison non era lì con loro, lui non aveva potuto chiamarla né ascoltare la sua voce un’ultima volta nella segreteria. Allison non c’era e quello che lo faceva sentire peggio, era che l’aveva uccisa lui, esattamente come era successo con Donovan.
La pioggia scavò l’ultima pozzanghera lì accanto a lui, mentre le ruote della jeep di Stiles sgommavano.








Angolo dell'autrice:
Ma salve :3 
D'accordo, so che non aggiorno nulla da un sacco di tempo, ma sono stata davvero molto occupata e quindi ho scritto poco, purtroppo. Comunque, per chi segue "Anchor 2": sappiate che la porterò a termine, non temete. In questo periodo sto scrivendo una storia che non so se pubblicherò, quindi il tempo per scrivere altro è stato praticamente zero, ma adesso ci sono le vacanze *yeee*. Due note sulla storia: la canzone l'ho ascoltata ieri sera e mi ha subito ispirata. In realtà all'inizio avrei voluto scrivere una Stallison, perché ci stava molto bene, ma poi ho visto di nuovo questo gifset su Tumblr e mi ha ispirata (http://tylerhoechlines.tumblr.com/post/127876187438/teen-wolf-au-allison-would-have-believed). Il discorso che c'è fra Scott e Stiles è praticamente uguale all'originale, l'ho cambiato pochissimo. So che alcune frasi suonano meglio in inglese, tipo "Say you believe me" ("Dimmi che mi credi") o "skinny, defensless, Stiles" ("magro, indifeso, Stiles") o ancora "True Alpha" ("vero Alfa"), ma ho dovuto riadattarle in italiano, quindi ho cercato di attenermi il più possibile ad una traduzione letterale o che perlomeno fosse molto vicina all'originale. In caso non fosse chiaro, anche se credo che lo sia: Allison non è veramente lì con loro, ma credo che forse lei avrebbe potuto far cambiare idea a Scott, che magari lui sarebbe rimasto innamorato di lei *Scallison shipper mode on* e che quindi, la storia sarebbe proseguita diversamente. In verità, penso che Scott avrebbe dovuto credere a Stiles, solo per il fatto che sono migliori amici da un'eternità, ma è anche vero che Stiles non è riuscito a spiegargli esattamente come sono andate le cose (e Scott non glielo ha neanche chiesto). In poche parole, sarebbe dovuta andare diversamente.
Ditemi cosa ne pensate :)
E. 
 
 
  
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