Anime & Manga > Detective Conan
Ricorda la storia  |      
Autore: Virgola4869    19/12/2015    8 recensioni
Ran ha tradito Shin, davanti a Conan e Sonoko. La reazione di entrambi sarà inaspettata, rivelando amori nascosti fino a quel momento.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Sonoko Suzuki
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Amore impossibile

 

 

La giovane ereditiera guardò fuori dalla finestra.

Aveva tanto in quella casa, forse anche troppo: soldi, soldi, soldi, titoli nobiliari e ancora soldi, ma le cose a cui teneva di più erano fuori da quelle mura.

Fuori quella prigione di altezzosità aveva amici, in particolare una migliore amica, e aveva un ragazzo che le piaceva...

E non era Makoto.

Si sdraiò sul letto e sprofondò il viso nel cuscino. Si mise a sgambettare sorridendo.

Gli eventi del giorno prima erano ancora nitidi nella sua mente e non se li sarebbe mai scordati.

Aveva ancora impressa nelle orecchie la sua voce, riusciva ancora a respirare il suo profumo e toccare le sue labbra...

 

- Sonoko-neechan, vai a dire a Ran-neechan che vado dal Dottor Agasa!

La ragazza scrollò le spalle. Certe volte quel bambino era proprio strano, appena assistito alla scena si era messo a piangere. Non che era una cosa da esserne felici, anzi in quel momento l'unico sentimento che provava era rabbia.

Non le aveva fatto di certo piacere vedere l'amica baciare qualcuno che non fosse Mister-So-Tutto-Io, si era sentita molto ripugnata dal suo comportamento.

- Ran!- le urlò sentendosi uscire il fumo dalle orecchie- Shinichi sta chissà dove pensando a te, si è addirittura dichiarato, e tu pomici con Eisuke!?

 

Non ricordava neanche le parole che l'amica le aveva rivolto, ma probabilmente c'erano dentro disprezzo e sfogo. Ma non era lei ad aver fatto qualcosa di male, era Ran! Era Ran che si doveva sentire sporca!

Sferrò un pugno contro il cuscino, poi si mise a ridere.

Non bisognava arrabbiarsi al solo ricordo, anche perché era solo grazie a quella sfuriata che aveva trovato l'amore.

 

Con il viso in fiamme si avviò velocemente verso Beika. Non sapeva neanche lei dove le gambe la stavano portando, l'unica cosa che le importava in quel momento era sentire l'altra campana senza da fare da intermediario.

Si trovò tutto d'un tratto davanti villa Kudo. Cosa doveva fare ora? Lui non era a casa, c'era il signor Okiya! E ora cosa avrebbe fatto?

Il sesto senso le fece suonare il campanello, ma ad aprirle non fu Subaru, ma lui...

Il detective dell'est...

La salvezza del Giappone...

Shinichi

- Sonoko? C-Cosa ci fai qui?- chiese lui balbettando.

Doveva essersi vestito da poco, perché aveva la camicia messa male, i jeans sbottonati e ad un piede una ciabatta e all'altro una scarpa.

- Più che altro cosa ci fai TU qui?- rispose lei a tono.

Il ragazzo sbuffò e la lasciò entrare.

Era sempre stato così: si stuzzicavano e si prendevano in giro, ma poi Ran metteva sempre tutto a posto, come un Deus Ex Machina dell'antica Grecia.

- Subaru non c'è- le rispose cogliendo l'attimo di indecisione della conoscente mentre varcava la soglia- Non so se sai chi è...

Sonoko annuì, poi un pensiero le folgorò la mente.

Un ragazzo e una ragazza in una casa... da soli?

Arrossì tentando di non darlo a vedere, ma poi fissò l'amico.

Era triste e senza una minima speranza negli occhi. Possibile che lui sapesse...?

- Vuoi qualcosa da bere?- le chiese gentilmente... un attimo... da quando era così dolce?

Fece un altro segno di consenso e continuò ad osservarlo, ma non più con gli occhi di Sonoko Suzuki, ma con gli occhi di tutte le sue fan. Finalmente capiva cosa ci trovassero un lui.

In più con quella camicia che lasciava intravedere i pettorali e quei jeans che gli delineavano il fondo schiena aveva qualcosa in più...insomma sembrava un...

Uomo.

Avvampò per una seconda volta e il detective se ne accorse.

- Sonoko, per caso hai la febbre?- le disse avvicinandosi pericolosamente.

Shinichi le mise una mano sulla fronte, come era successo con Ran anni prima, quel gesto che aveva fatto innamorare prima la karateka e ora anche l'ereditiera.

- È meglio se ti faccio stendere sul mio letto, sei caldissima!

- Detto così è a doppiosenso- disse la liceale e scoppiarono a ridere.

In fondo sarebbero sempre stati Sonoko e Shinichi, i due amici e nemici, che controbattevano ogni frase dell'altro.

Finalmente però era riuscita a strappargli un sorriso. Continuarono a scherzare anche quando lui la prese in braccio e salì le scale, per arrivare nella sua camera e facendola sdragliare sulle coperte di lino del suo materasso.

- Mi dispiace per Ran- mormorò lei con un filo di voce appoggiando la testa sul comodo guanciale.

- Non importa- disse lui sorridendo amaro- può fare quello che vuole, come posso io.

Prese la mano di Sonoko e la strinse, con una nota di malinconia, che ormai si diffondeva nell'intera stanza rendendola più cupa di quanto già non fosse con le tende chiuse.

L'unico spiraglio di luce sembrava essere il petto di Sonoko, vicino a dove si trovava la cavità cardiaca, lì, dove il muscolo che le donava la vita batteva più veloce delle auto della Formula Uno.

L'ereditiera chiuse gli occhi, godendo fino all'ultimo quel momento di tenerezza.

 

- Sonoko-ojosama!- urlò il maggiordomo da dietro la porta- Ci sono degli amici per voi di sotto!

La giovane si alzò di fretta e si levò la vestaglia. Se era chi sperava che fosse occorreva essere eleganti e raggianti, anche se forse lei lo era un po' troppo.

 

Sentì il fiato sul naso e la sensazione di avere un volto a pochi centimetri di distanza, ma probabilmente era solo il suo ennesimo sogno ad occhi aperti...

E no!

Quella sensazione era reale!

Le labbra dell'amico erano realmente posate delicatamente sulle sue.

Riusciva a sentire i tratti più screpolati inumidirsi e si sentiva in estasi.

Non era di certo il suo primo bacio, ma c'era qualcosa di diverso...

Con Makoto si era sentita una ragazzina alle prime armi che aveva voglia di sperimentare nuove esperienze, ma ora c'era un sentimento più serio e adulto, che la faceva sentire incredibilmente saggia e... Donna.

Shinichi si accorse, però, del suo attimo di indecisione e si stette per staccare, ma lei gli prese il volto fra le mani e gli aprì la bocca con la lingua.

I polpastrelli delle dita erano a contatto con le goti calde del... come lo doveva chiamare? Amico? Fidanzato? Amante?

No, non era nessuna di quelle cose, lui era solo Shinichi, il suo Shinichi.

 

- Sonoko!- urlò la karateka correndole incontro.- Mi dispiace per ieri, ho fatto una cavolata, mi devo scusare con te e con Shin!

Il sorriso dell'altra si spense. I sensi di colpa affiorarono in superficie e probabilmente non sarebbe mai più riuscita a guardare Ran negli occhi.

 

Non l'aveva mai fatto.

Non era mai stata su un letto, con un ragazzo sopra di sé e con tutte le parti del loro corpo che combaciavano, si toccavano, si sfioravano, si strusciavano...

Eppure quella sensazione le dava una scossa di adrenalina per tutta la colonna dorsale.

Fu lei a fare la prima mossa e a sbottonare il primo bottone della camicia.

Shinichi aprì di scatto gli occhi e l'ereditiera ebbe paura di aver sbagliato qualcosa.

Ma le iridi di lui non erano tristi o confuse, anzi risplendevano di una strana luminosità, quella fiamma di passione, che si accende solo alla vista della persona che si ama.

Il coraggio di Sonoko nel mostrare i propri sentimenti fece passare all'attacco il detective, chele lasciò con riluttanza la bocca, per far scendere le sue labbra sul mento, sul collo, sulla clavicola, e sulla spalla.

Una scia di baci bollenti, che faceva rabbrividire la giovane di piacere.

Eppure lui si fermò appena toccato l'orlo della maglietta.

- Tutto qui?- gli sussurrò all'orecchio in modo suadente. Neanche in momenti come questi avrebbero smesso di punzecchiarsi.

Però a lei il singolo contatto con la sua pelle non bastava, voleva di più, voleva poter dire di essere sua.

Così lei a sua volta cominciò a baciarlo su tutte le parti di pelle scoperte, ma non si fermò al colletto della camicia.

Sbottonò un bottone dopo l'altro e quando la sua opera fu conclusa appoggiò la testa sui pettorali del detective.

Con le mani esplorò la sua schiena, facendolo fremere debolmente, mentre Shinichi cominciò a stuzzicarle l'orlo della maglietta di lana.

Le sue mani fredde a contatto della sua cute riscaldata dal calore corporeo la fecero sobbalzare provocando una risatina da parte dell'altro.

Infastidita Sonoko cambiò le posizioni e si mise a cavalcioni sopra di lui.

Il detective non ci pensò molto prima di tirarle su la maglia per rivelare una linea perfetta e un seno molto prominente.

L'ereditiera la conosceva da troppo tempo per non prevedere la sua reazione, probabilmente infatti avrebbe fatto uno di quei fischi maschili che la innervosivano tanto, quindi si calò su di lui e riprese possesso delle sue labbra.

Adesso fu lui a sfiorarle con tocchi brevi e inesperti le parti più sensibili della schiena, fino ad arrivare al gancetto del reggiseno.

Fu in quel momento che Sonoko si accorse di quello che stava succedendo.

Ora non erano più due bambini, ma stavano crescendo e lo stavano facendo insieme.

Ora bastava un semplice suono, un click, per rendere i suoi sogni più inabissati nei meandri della sua mente veri.

Eppure quel semplice rumore, che avrebbe potuto farle toccare il cielo con un dito, non arrivò mai.

 

- Ran, io...- tentò di dire, ma le parole le si smorzarono nella gola- Io non volevo!

La karateka la guardò confusa e la strinse forte a sé pettinandole i capelli.

- Sonoko, guarda che hai fatto bene!- cosa aveva detto?- Hai fatto bene a sgridarmi, non dovevo tradire Shin e non lo farò mai più, anche perché lui mi è sempre stato fedele!

Una spada trafisse il cuore dell'ereditiera.

Aveva rovinato una coppia...

Si portò il volto fra le mani e si inginocchiò piangendo.

- Sonoko?- disse Ran preoccupata avvicinandosi- Cos'hai?

Avrebbe voluto mandarla via, dirle che non sarebbero mai più state amiche, oppure offenderla, bastava che quella situazione di disagio finisse.

- Sonoko-neechan, qualunque sia il tuo problema non potrà mai essere irrisolvibile, c'è sempre una soluzione!

A parlare era stato quel bambino accanto alla karateka, con gli occhiali rotondi e quegli occhi blu oceano che l'avevano fatta innamorare immediatamente...

Lui.

 

Sentì un urlo maschile e il detective ansimare.

Si levò da sopra di lui e si rimise la maglietta immediatamente, per poi prendergli le mani e scuoterlo sconvolta.

- S-Shinichi- sussurrò spaventata- C-Cosa ti succede?

Il detective sbarrò gli occhi e svenì in grembo alla liceale.

Sonoko cacciò un urlo e lo scosse ripetutamente. Non si muoveva, non si svegliava, non respirava!

Doveva chiamare un'ambulanza?

Cominciò a singhiozzare e posò la sua testa sul suo petto, bagnandogli tutti i capelli di lacrime.

- Non puoi morire!- gli urlò con la voce spezzata da qualche singhiozzo- Non puoi farlo per Ran, per tua madre e tuo padre, per i tuoi amici, per l'intero Giappone e soprattutto... per me!

La voce si era affievolita ad ogni singola parola, rendendo l'ultima frase quasi un sussurro, un segreto, che il resto del mondo non avrebbe mai dovuto sentire, forse neanche lui.

Poi successe una cosa che mai si sarebbe aspettata.

Il corpo del liceale cominciò a fumare e a dissolversi nell'aria. Emise un secondo grido, ma si accorse che sotto i vestiti ancora rimasti c'era un rigonfiamento. Andò a scansare gli indumenti e vi trovò un bambino. In quel momento arrivò il Dottor Agasa e lei scappò di casa .

L'aveva imbrogliata.

A lei, come a tutti i suoi amici.

Ma in fondo a lei piaceva comunque, sia versione Shinichi Kudo, che, a costo di essere considerata pedofila, Conan Edogawa.

 

- C-Conan?- disse Sonoko sorpresa. Era l'ultima persona che si era aspettata di vedere- C-cosa ci fai qui?

- Ha insistito tanto a venire- rispose Ran confusa dalla reazione dell'amica.

- Sonoko-neechan- il finto bambino le si avvicinò e le fece segno di abbassarsi alla sua altezza per poterle sussurrare all'orecchio- Un giorno ti spiegherò tutto, ma per ora devi solo sapere che quello che è successo è stato uno sbaglio e cerca di dimenticarti tutto.

La ragazza rimase con gli occhi sbarrati. Aveva sentito bene? Le aveva detto che il loro amore stroncato nel nascere non era destinato a realizzarsi neanche in futuro? Che doveva dimenticarsi del suo vero amore?

- Vedi- continuò lui questa volta con una punta d'imbarazzo nella voce e le guance arrossate- Lo stavo facendo solo perché mi ricordavi chi amo veramente...

E detto ciò il bambino e la karateka se ne andarono lasciando la povera ereditiera sola nella sua immensa villa.

Con gli occhi lucidi Sonoko corse allo specchio per vedere chi fosse quella dannata donna che le aveva rubato il cuore dell'amato.

Eppure non poteva essere...

Era una cosa troppo assurda...

Tirò una scarpa sul vetro, rompendolo in mille pezzi, ma il suo aspetto non sarebbe comunque cambiato.

Con quella capigliatura...

La permanente la faceva somigliare a...

- Ai Haibara- fu l'ultima cosa che pensò afflosciandosi sul pavimento e sfogandosi in un pianto disperato.

 

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: Virgola4869