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Autore: Iria    20/12/2015    5 recensioni
“Sai, la causa di molti e fatali incendi domestici, spesso, è una sigaretta fumata a letto.”
Il più giovane allungò il braccio, afferrando ciò che restava del mozzicone che Kuroo aveva ripreso a torturare.
[KurooTsukki senza troppe pretese: poco più di una Flashfic e solo un esperimento contro la noia]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kei Tsukishima, Tetsurou Kuroo
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La petite mort
 
Kei lo sentì muoversi.
L'altro scivolò via dalle lenzuola con leggerezza e inaspettata premura, e Tsukishima avvertì il suo sospiro profondo. Il compagno, silenzioso come un gatto, si allungò tre volte verso il comodino di fianco al letto: la prima per bere dal bicchiere lasciato lì, la seconda per recuperare un accendino e la terza per godere di ciò che restava di una sigaretta della notte precedente.
Fu allora che Tsukishima schioccò la lingua contro il palato, infastidito, attirando la sua attenzione. Kuroo si voltò lentamente e, sfoggiando un sopracciglio inarcato al limite del possibile, lasciò la stecca di tabacco mezza accesa a penzolargli dalle labbra.
Aveva due ombre scure sotto agli occhi, chiaro segno che facesse sempre fatica a riposare decentemente.
“Sai, la causa di molti e fatali incendi domestici, spesso, è una sigaretta fumata a letto.”
Il più giovane allungò il braccio, afferrando ciò che restava del mozzicone che Kuroo aveva ripreso a torturare.
“E con tutto il rispetto, Kuroo-san, non ho intenzione di finire morto carbonizzato al tuo fianco.” Aggiunse con un mezzo ghigno ironico, prima che la sua espressione mutasse, indispettita.
Infatti, Kuroo si era teso verso di lui e, bloccandogli il polso, in quella presa cortese gli rubò l’ultimo tiro della sigaretta che Kei aveva tentato di sottrargli. Poi, si posizionò meglio su di lui, incurante del mozzicone e della cenere che, cadendo, avevano annerito le lenzuola immacolate.
“Ora voglio essere io ad insegnarti una cosa…”
Fu un soffio sulle labbra di Kei, una carezza che odorava di nicotina e di ostentata malizia. 
“Giusto una curiosità, non una lezione di vita.” Continuò, spostandosi dalla bocca del ragazzo e risalendo al suo orecchio, tracciando con la lingua quel breve percorso.
Sentiva il corpo di Tsukishima teso e caldo sotto di sé, il respiro più intenso, come se tutto l’organismo del giovane fosse già pronto a riceverlo, ma Tsukki…
Oh, Tsukki.
C’era uno sguardo di scherno a ricambiare ogni suo gesto, occhi tinti di sfida ad osservarlo e labbra piegate in un sorrisetto che intonavano, strafottenti, “Dimostrami ciò che sai fare”.
Però le guance erano più rosee, lì, proprio lì sugli zigomi duri, dove si intravedeva un velo color pesca appena percepibile…
Eccitazione.
Lo gridava.
La petite mort.
Kei spalancò gli occhi, senza capire, e in tutta risposta Kuroo rise divertito, mordicchiandogli il lobo che aveva preso a stuzzicare con insistenza.
“È francese, Tsukki ~.”
Mentalmente, Tsukishima si domandò dove diavolo quello stupido gatto avesse imparato il francese.
“È un modo per indicare l’orgasmo.” Continuò a spiegare con lentezza esasperante, tornando indietro dall’orecchio di Kei verso il suo torace.
Restò lì a guardarlo dal basso, a godersi il suo rossore e la sua confusione con maggior gusto, mentre lo afferrava per le cosce, invitandolo ad aprire le gambe.
Soddisfatto, osservò come fosse bastato un solo tocco, per avere l’altro preda di una febbrile ubbidienza.
“E… con ciò?” Chiese Kei, mantenendo testardamente una maschera di disinteresse verso le attenzioni del più grande.
Ma le gambe gli tremavano.
Brividi di piacere lungo la spina dorsale.
Prima di rispondere, ghiotto,  Kuroo si leccò le labbra, iniziando a banchettare sul suo ventre.
Piccola morte. La descrizione più accurata per quella breve perdita di coscienza che accompagna l’apice del piacere.” Disse, per poi osservare la propria opera: una tortura di baci e succhiotti tutt’attorno all’ombelico.
E continuava a scendere, a scendere, inesorabile.
Kei aprì di più le gambe.
Gemette forte, in maniera incontrollata, quando il compagno lo prese in bocca e succhiò.
Si portò una mano alle labbra, per zittirsi, il viso in fiamme.
Quindi, perdendosi negli occhi scuri e scintillanti di divertimento di Kuroo, si maledisse silenziosamente per quella sua patetica immagine.
 
“Sei già morto, Tsukki, capisci? Per me e con me.”
 
 
*Owari*
 
Note
Non voleva essere nulla di serio, ma solo un esperimento di scrittura su questi due.
Non ho molte aspettative al riguardo, a dire il vero, ma mi piaciucchia abbastanza, quindi ho deciso di pubblicarla!
Grazie per l’attenzione e per aver letto!
Iria



 
   
 
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