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Autore: Em_    21/12/2015    18 recensioni
«Mi chiamo Oliver comunque.» si presentò.
«Felicity.» risposi a mia volta.
«Sopporta bene il dolore, non ha battuto ciglio.» gli feci notare. Non lo avevo neanche sedato eppure non aveva mosso un dito mentre lo medicavo.
«Mi dia del tu, la prego.» esclamò facendomi arrossire, guardandolo bene era davvero un bell’uomo «È solo che ci sono abituato, tutto qua dottoressa.»
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È una storia AU in cui Felicity Smoak è un medico e Oliver Queen un agente speciale del FBI, si conosceranno proprio in ospedale in seguito ad un piccolo incidente.
Questo incontro comporterà qualcosa nelle vite dei due protagonisti?
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen, Sarah Lance, Tommy Merlyn, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Prologo. 





Felicity
Mi ero alzata dal letto controvoglia, ieri sera la mia coinquilina ed io avevamo fatto le ore piccole per festeggiare una buona giornata di lavoro, ma non c’eravamo rese conto che alle tre di mattina eravamo ancora al locale a ridere come delle idiote. L’orologio segnava le 7.00 ma la sveglia aveva già suonato da un quarto d’ora, sicuramente avevo delle occhiaie spaventose, l’ultima volta che avevo dormito così poco probabilmente erano i tempi del college.
«Felicity! Sbrigati!» sentii Caitlin urlare dalla cucina. Lei era una persona mattiniera al contrario della sottoscritta.
A fatica mi trascinai di là e mi sedetti a tavola ancora con indosso il pigiama, dovevo bere il mio caffè quotidiano o non mi sarei mai più svegliata. Fortunatamente ci aveva già pensato Caitlin, mi porse il liquido caldo e già zuccherato ed io la ringraziai con un cenno del capo. Un giorno o l’altro l’avrei fatta santa, era un’amica eccezionale.
«Per fortuna che non usciamo a festeggiare spesso o dovresti andare in letargo per recuperare!» mi prese in giro notando che per poco non mi addormentavo sul tavolo.
«Cait, lo sai che non sono una ragazza festaiola, ho i miei ritmi.» risposi addentando un biscotto.
«Sì, i ritmi di una novantenne!» continuò ridacchiando.
«Ti odio.» ribattei sorridendo.
Mi ero divertita parecchio la sera precedente solo che facevo fatica a recuperare la mattina dopo e con il lavoro che facevo non potevo permettermi errori. Essere un medico, un chirurgo precisamente, ti dava grosse responsabilità e dovevo sempre essere preparata ad ogni tipo di emergenza. 
Nonostante tutto dopo la mia dose di caffeina mi sentivo meglio, speravo di arrivare in ospedale e trovare una situazione tranquilla ma essendo a New York non si poteva mai sapere cosa ti capitava sotto mano. Caitlin ed io uscimmo insieme dal nostro appartamento e decidemmo che per oggi era meglio se guidava lei, io dovevo ancora svegliarmi del tutto. Non appena misi piede all’interno dell’ospedale notai subito che c’era qualcosa di strano, c’erano degli agenti di polizia davanti a due stanze del pronto soccorso e il che non era di certo normale. Sia Caitlin che io fummo chiamate dal primario che ci assegnò i due pazienti in quelle stanze protette, non sapevo se fossero poliziotti o criminali, ma speravo vivamente la prima opzione. Annuimmo entrambe senza obiettare e giurammo di non diffondere alcuna notizia a meno che non fosse strettamente necessario.
Non ero tranquilla all’idea che lì dentro potesse esserci un assassino pericoloso o chissà che altro genere di persona, ma curare la gente era il mio lavoro e se il primario richiedeva la mia presenza certamente non potevo controbattere. Mostrai il cartellino ai due uomini di guardia e mi diedero il via libera ad entrare, aprii la porta e all’interno vidi un uomo, era chiaramente ferito e malconcio ma non in pericolo di vita. Mi avvicinai per esaminarlo notando una ferita d’arma da fuoco al torace, il proiettile era già stato estratto fortunatamente, aveva solamente bisogno di una buona medicazione e di antibiotici.
«Non mi avevano detto che le dottoresse a New York erano così belle.» disse l’uomo facendomi sussultare e le bende che avevo in mano mi caddero a terra facendolo ridere «Mi scusi, non volevo spaventarla.» aggiunse poi.
«Non… Non si preoccupi… Come si sente piuttosto?» chiesi ignorando la sua prima affermazione.
«Sono stato peggio.» rispose mentre iniziavo a pulirgli per bene la ferita.
«Deduco quindi che lei sia un poliziotto.» dissi, non sapendo esattamente perché.
«Cosa glielo fa credere? Potrei essere un serial killer.» ribatté lui.
«Istinto, non lo so.» affermai senza guardarlo.
«Mi chiamo Oliver comunque.» si presentò.
«Felicity.» risposi a mia volta.
«Sopporta bene il dolore, non ha battuto ciglio.» gli feci notare. Non lo avevo neanche sedato eppure non aveva mosso un dito mentre lo medicavo.
«Mi dia del tu, la prego.» esclamò facendomi arrossire, guardandolo bene era davvero un bell’uomo «È solo che ci sono abituato, tutto qua dottoressa.»
«Beh suppongo che prendersi un proiettile non sia piacevole, Oliver
«Non lo è.» ridacchiò «Ma con il lavoro che faccio è una cosa all’ordine del giorno.»
«Quindi avevo ragione, sei un poliziotto.» dissi soddisfatta «Ah, e puoi darmi del tu, lasciamo perdere le formalità.»
«Sai mantenere un segreto, Felicity?» mi domandò spiazzandomi. La mia mente cominciò a viaggiare senza capire quale fosse la meta e lo fissai con un misto di curiosità e paura.
«Certo.» confermai dopo qualche istante.
«Non sono un poliziotto, sono un agente speciale del FBI.» esclamò lasciandomi letteralmente a bocca aperta.
Rimasi imbambolata ad osservarlo mentre lui aggrottava le sopracciglia non capendo esattamente perché stessi reagendo così, infondo mica mi aveva confessato di essere un malvivente, anzi era esattamente l’opposto! O forse mentiva solamente per farsi figo…
«Se non mi credi c’è il mio tesserino tra i miei effetti personali laggiù.» aggiunse indicando il carrello infondo alla stanza con tutta la sua roba. Sembrava mi leggesse nel pensiero!
«No, no, ti credo!» mi difesi con un tono di voce fin troppo squillante «Comunque ho finito, ti terremo in osservazione almeno per una notte, vorrei evitare infezioni varie, sai com’è.»
«D’accordo, grazie. Ah, non è che potresti informarti su come stanno gli altri della mia squadra? Dopo che mi hanno sparato ho perso i sensi e non ho idea di come stiano.» 
«Sì, non c’è problema. Tornerò ad aggiornarti non appena so qualcosa, rimettiti presto Oliver.» gli sorrisi.
«Spero non così presto, mi piace averti intorno.» lo sentii sussurrare mentre uscivo. Mio dio, stavo arrossendo come una ragazzina senza rendermene conto!
Stavo chiudendo la porta quando qualcuno mi venne a sbattere addosso facendomi cadere tutti i fogli con le analisi del sangue di Oliver. Mi abbassai subito a raccogliere, non era il caso che altri vedessero cosa c’era all’interno visto che il primario si era raccomandato di tenere la cosa privata.
«Mi dispiace tantissimo! È tutto okay?» mi chiese una voce femminile.
«Oh, sì. Ero distratta, non è colpa sua.» risposi alzando la testa per vedere chi fosse. Era una ragazza alta circa quanto me, bionda, con un fisico pazzesco e per giunta bellissima.
«Sono Sara Lance, agente speciale Sara Lance a dirla tutta, stavo cercando Oliver Queen… Lui è un mio amico e collega, gli hanno sparato ma nessuno sa nulla, può aiutarmi?»
Ecco chi era, una della squadra di Oliver, era nel FBI pure lei? Non l’avrei mai detto vedendola così su due piedi, anzi credevo fosse una qualche sorta di amica o fidanzata. Questa giornata si stava facendo sempre più strana ed intrigante, era la prima volta che avevo in cura degli agenti così importanti e per fortuna potevo dare buone notizie riguardo Oliver.
«L’ho appena visitato e medicato, sta bene, si rimetterà presto. Lo terremo una notte in osservazione ma domani potrà uscire tranquillamente, se vuole può entrare e salutarlo.» le spiegai.
«Grazie al cielo, quell’idiota deve sempre fare di testa sua, prima o poi si farà ammazzare! La ringrazio dottoressa…?»
«Smoak, Felicity Smoak, piacere.» risposi porgendole la mano.
«Piacere mio!» disse stringendo anche lei la mia mano «Non è che per caso ha notizie dell’agente Merlyn? È anche lui nella nostra squadra ed è rimasto ferito.»
«Oli… Il signor Queen mi ha chiesto le stesse cose, mi informerò con la mia collega e tornerò prima che posso.»
«Grazie ancora, davvero!» esclamò riconoscente.
Mi incamminai lungo il corridoio in cerca di Caitlin, ero più che sicura che avessero affidato a lei l’altro collega di Oliver e Sara. Mi ci volle poco per individuare l’altra porta sorvegliata e mentre raggiungevo la stanza vidi la mia amica uscire, le corsi incontro e la presi sotto braccio così che potessimo parlare in privato. Ci chiudemmo in una delle stanzette dove tenevano bende, camici, cerotti e cose del genere, era meglio mantenere le distanze dagli altri medici o saremmo finite nei guai (probabilmente non solo con il nostro capo).
«Oh mio dio Felicity! Agenti federali! Ti rendi conto?» iniziò Cait tutta eccitata.
«Sono persone normali, non gasarti troppo.» le risposi cercando di mantenere una certa professionalità.
«Oh avanti, non lo pensi nemmeno tu! Com’è messo il tuo paziente?»
«Uhm, sta bene, credo gli abbiano estratto il proiettile mentre era chissà dove, l’ho medicato e basta.» affermai alzando le spalle.
«Ti è andata piuttosto bene, strano che abbiano voluto proprio un chirurgo… Ah, il mio ha una commozione cerebrale e qualche costola rotta, devo fare una TAC di controllo ma penso si rimetterà.»
«Oliver… Cioè, il mio paziente mi ha chiesto di riferirgli come stavano quelli della sua squadra, quindi posso dirgli che guarirà?» chiesi pregando che Caitlin non si accorgesse che l’avevo chiamato per nome.
«Avete fatto amicizia eh…» disse maliziosamente.
«Smettila Cait, si è solo presentato.» alzai gli occhi al cielo.
«Sì, sì come no! Va’ pure ad aggiornarlo, almeno hai una scusa per vederlo.» continuò ricevendo da parte mia un’occhiata fulminante.
Tutto sommato però aveva ragione, avevo voglia di rivederlo.






Angolo autrice
Sono tornata in questa sezione con questo grosso esperimento che non so ancora dove finirà ahah xD ho notato che non ci sono molte AU quindi perchè non aggiungerne una? La mia è proprio fuori dal mondo di Arrow, ho preso solo i personaggi (perchè come vedete Oliver è un agente e Fel un medico). 
Beh, intanto ho pubblicato il prologo e in base ai vostri commenti vedrò se continuare o meno, spero vi piaccia l'idea perchè io ne ho un sacco in mente e mi piacerebbe portarla a termine :)
Ultima cosa, qui ci saranno quasi tutti i personaggi, come avete visto ci sono Tommy, Sara, Dig e persino Caitlin Snow (di The Flash per chi non lo sapesse), poi ovviamente verranno fuori anche Thea, Laurel ed altri. (Mi mancavano troppo Tommy e Sara T.T). E come avrete notato la storia è ambientata a New York!
Il rating potrebbe variare, non so ancora, intanto ho messo quello arancione perchè più avanti ci saranno delle tematiche un po' "forti".

Okay, ho finito o i miei commenti vengono più lunghi del capitolo :') mi raccomando lasciatemi una recensione così capisco se la mia folle idea è piaciuta a qualcuno!

Un bacio e spero a presto!
Anna
   
 
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