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Autore: _Anaiviv    21/12/2015    1 recensioni
-Come ha potuto Leonardo permettere che la catturassero?-
-Non è stata una scelta dell'artista- disse il conte con il suo solito fare estremamente calmo -lei l'ha deciso.-
Lo guardai sbigottito, aspettando che continuasse a parlare.
-Ci siamo fronteggiati per parecchi anni, posso permettermi di dire che la conosco discretamente bene. E' sicuramente il guerriero più ardito che abbia mai visto. Ha sempre affrontato i suoi nemici con spavalderia, beffeggiandosi costantemente di loro, accompagnata dal suo sarcasmo pungente, e neanche sotto tortura ha mai ceduto. Forse questo suo comportamento è parecchi imprudente ed irritante, ma non si è mai piegata al volere di nessuno. Però, quando le hanno detto che era in ballo anche la tua vita, ho visto qualcosa cambiare nel suo sguardo, per la prima volta il suo viso si era rabbuiato, sapeva di essere in trappola. Eppure sapeva anche che con la sua astuzia avrebbe trovato una via di scampo, ma non l'ha fatto, ha preferito te. Vedo l'amore negli occhi di chi ama, e lei ti ama come non ha mai fatto in vita sua ed è pronta a sacrificarsi affinché tu sia salvo.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Leonardo da Vinci, Lorenzo Medici, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zoroastro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Zoroasto! Pensi di voler dormire ancora per molto?-
Suoni indefiniti affollavano la mia mente, rendendomi ancora più confuso.
Dove mi trovavo?
Ero talmente intontito da non riuscire a mettere a fuoco la vista e a vedere un palmo dal mio naso.
Ci vollero ancora pochi secondi prima di capire che ero in una taverna, il forte odore di vino era inconfondibile.
Ma che giorno era? Che ore segnava il sole? E perché ero nella locanda di… no, in realtà di chi fosse il locale non mi era ancora chiaro.
-Diamine Zoroastro, svegliati!- qualcuno mi scosse violentemente, facendomi perdere quel poco di equilibrio che mi era rimasto e cadere rovinosamente a terra. Potrei dire che quella botta mi aveva fatto prendere di nuovo coscienza, o almeno quella che bastava per capire finalmente in che situazione mi trovavo.
Le tavole di legno dei tavoli erano sudice di alcol, emanavano un odore nauseabondo, e trattenni a stento un conato di vomito quando scoprii che anche io avevo lo stesso odore.
-Ah, amico mio. Hai bisogno proprio di un bel bagno caldo! O forse due.. questo odore non si toglie mica facilmente!- un uomo mi alzò lentamente da terra e portò il mio braccio attorno al suo collo, lo guardai per molti secondi prima di capire chi fosse.
-Per la miseria Leonardo! Siamo nella stagione calda! Una nuotata in un fiume toscano sarà molto più gradevole!- risposi sbuffando verso il volto del mio amico che mi stava trascinando a peso morto tra i tavoli della taverna.
-Zoroastro, siamo in pieno inverno. L’acqua dei fiumi è gelida. Sei davvero ubriaco..-
Inverno? Eppure faceva così caldo.
-Ah, allora me lo fai tu il bagno?- gli risposi completamente inconsapevole di quello che stessi dicendo, insomma, se proprio dovevo essere aiutato a lavarmi non l’avrei chiesto mica a lui, ma a una bella donna. Mentre lo sentivo ridere sommessamente (forse ero davvero in pessime condizioni) mi accorsi di non avere più neanche un fiorino in tasca.
-Leo.. dove sono i miei soldi?-
-Tutti spesi in donne e vino amico..- mi rispose ancora più divertito. Si stava prendendo gioco di me?
-Guarda che quando ti becco fumare quella cosa all’oppio ti trovo in condizioni ancora peggiori.- questa volta ridemmo entrambi quando uscimmo dal locale e finalmente potevo respirare aria fresca.
                                                                                   ***
Erano alle porte di Firenze, stanchi per il viaggio, ma felici perché era finalmente finito.
Alcuni uomini erano a cavallo, Costanza degli Albizi1 e suo marito, giungevano in una carrozza trainata da quattro cavalli di razza pura, mentre altri soldati accompagnavano il piccolo corteo a piedi, portando sulle loro armature lo stemma della nobile famiglia fiorentina.
Le dame di corte della duchessa, invece, sarebbero arrivate nel tardo pomeriggio.
Tutte, tranne una.
Beh, definirla dama era inappropriato. Era una fedele amica di Costanza, questo si.
Accompagnava la carrozza in sella a un cavallo nero, nero come i vestiti che indossava. Ma non si trattava di abiti eleganti.
I pantaloni erano stracciati, mentre la pelle della sua giacca copriva le braccia lasciate scoperte da una camicia di cotone le cui maniche erano state strappate, forse per comodità.
Sicuramente non era una dama.
                                                                                         ***
-Leonardo...-
Un suono flebile uscì dalle mie labbra, mentre lui mi aiutava a camminare per le strade di Firenze. C’erano poche persone in giro per la città, ciò significava che era appena terminata l’ora del coprifuoco.
-Si?- la sua voce, invece, sembrava affaticata. In effetti non doveva essere facile trasportare un peso come il mio. Ero così stanco.. ma quanto avevo bevuto?
-Quanto…?- non mi lasciò finire la domanda, evidentemente aveva già capito. Come sempre d’altronde.
-Antonio mi ha detto che avevi intensione di vincere una scommessa..- si interruppe per qualche secondo, eravamo appena arrivati alla sua bottega. Si accertò che riuscissi a mantenermi in piedi da solo, quindi si staccò da me con un sospiro di sollievo e aprì la porta, poi continuò -Quindi ti sei scolato alcune bottiglie di Chianti e…
-Hai detto Chianti?!- sgranai gli occhi e ci misi qualche secondo prima di realizzare, quanto avevo speso? Una bottiglia di quel vino costava un fracco di fiorini! Leonardo scoppiò a ridere, profondamente divertito del mio fare sorpreso.
-Il vino l’ha offerto Antonio per la scommessa.- disse lui entrando dentro e facendomi cenno di fare lo stesso. Chiuse la porta alle nostre spalle ed iniziò a spalancare le finestre, c’era odore di muffa in quella stanza.
-Ah..- sospirai sedendomi affianco al tavolo da lavoro del maestro -Ma almeno ho vinto?-
Lui si avvicinò a me e posò sul tavolo due fiorini.
-Ecco quanto è rimasto della tua vittoria.
Feci girare le monete sulle mie mani, soddisfatto dell’esito della mia gara. Non era la prima volta che affrontavo queste sfide, e che spendevo cifre assurde. E nonostante vincessi sempre, tornavo con ben poco a casa. Fortunatamente lavorando per Leonardo come assistente, era lui a pagarmi i viveri e affitto in cambio del mio aiuto. E devo ammettere che molto spesso mi consegnava una paga a dir poco generosa. Infondo, siamo amici da tempo ormai..
-Sai.. dovresti smettere con queste stupide gare. Insomma, potrebbero avere ripercussioni non indifferenti sulla tua salute e inoltre…- non finii di ascoltare, però, l’ennesima predica del mio amico, perché mi ero addormentato sfinito sul tavolo.
Ero in una piazza,la luce era quasi accecante, probabilmente stavo solo sognando. Mi piacciono i sogni, riesco sempre a fare ciò che voglio e a modificarne l’andamento. Una volta, in uno di questi, riuscii a far sborsare a Leonardo i soldi per acquistarmi una decina di dolci, lui non me li fa mai mangiare..
Comunque, intorno a me non c’era niente.
“C’è nessuno?” chiesi a vuoto, e non ebbi risposta.
Ma all’improvviso sentii delle urla.
Mi girai di scatto.
Vidi un uomo armato di spada e una ragazza. Lui gridava furiosamente, lei invece restava muta, prigioniera di colui che la stava minacciando con una schiavona2.
Non riuscivo ad identificare i loro volti.
“Ditemelo! Confessate!” cosa? Cosa dovevo dire?
Anche se l’uomo si stava agitando, la ragazza era immobile. Non chiedeva aiuto. Sembrava stesse fremendo di paura.
Nonostante non vedessi bene, era rosso per la rabbia e riuscivo addirittura a vedere le vene sul suo collo, tanto che era potente la sua voce. Oltre a noi non c’era nessuno, eppure ero sicuro che non si stesse rivolgendo a me, sembrava che stesse parlando con qualcuno che evidentemente non vedevo.
“Parlate! O la ragazza morirà!” non sapevo chi fossero, né tantomeno cosa stesse accadendo, ma non feci in tempo a chiedere spiegazioni, che lui le affondò la lama nello stomaco.
Sperai che la ragazza non fosse morta, non saprei dire perché. Di solito mi bastava sperare per cambiare le sorti di un sogno. Ma fu diverso. Questa volta non funzionò. Per la prima volta non riuscii a controllare la mia mente. L’uomo misterioso corse via, sparendo nel nulla. La donna, invece, giaceva a terra, in una pozza di sangue, senza vita.
Sobbalzai al momento del mio brusco risveglio, stranito da ciò che avevo sognato poco prima. Chi erano quei due? Cosa voleva sapere quell’uomo?
Forse era solo troppo alcol.
In quel momento mi accorsi che qualcuno stava bussano alla porta. Mi avviai verso quest’ultima massaggiandomi gli occhi e aprii la porta della bottega.
Per un attimo ho creduto di esser di nuovo in un altro sogno, ma questo non era macabro e pieno di sangue.
Non era bella normale, ma di quella bellezza che abbaglia3.
Una ragazza si celava dietro la porta della bottega.  
Sono stato con molte donne nei miei venticinque anni di vita, dalle più giovani alle più longeve, ma come lei non ne avevo mai viste.
Eppure il suo era un viso stranamente familiare.
 -Madonna, cosa posso fare per voi?- controllai la mia voce per farla apparire seria, seducente. Quel tono funzionava con tutte.
-Cerco il Maestro Da Vinci, messere.- le sue parole lasciarono la sua bocca rosea senza intoppi. La invitai ad entrare e ad accomodarsi su un divanetto nello studio dell’artista.
-Leonardo! Vieni qui!- chiamai ad alta voce, poi mi guardai intorno notando il disordine infernale nella stanza -Perdonate la confusione, ma il Maestro non bada all’ordine dei suoi schizzi..- le parole erano accompagnate dai miei gesti maldestri, intenti a mettere a posto la stanza, che le strapparono qualche sorriso.
-Si, quando ho chiesto di lui me ne hanno parlato. Anche se, dalle descrizioni della sua bottega, la immaginavo piena di cadaveri dissezionati.- disse prima di incominciare a ridere. Come sapeva degli studi di Leonardo? Chi gliene aveva parlato?
Non feci in tempo a chiederle altro, che Leonardo irruppe nella stanza correndo.
-Zorastro non è momento! Devo andare al palazzo e..- prima che di terminare la frase si accorse della ragazza che, in quel momento, si era alzata. Anche lui, come me, restò stupito dalla sua bellezza, ma soprattutto dal suo abbigliamento. Indossava delle braghe di un colore molto scuro, una camicia di cotone e una giacca di pelle nera e degli stivali dello stesso colore. In contrasto con la sua carnagione chiara e gli occhi di un verde brillante. Identici a quelli di Leonardo, se non più belli.
-Ehm.. non sapevo di avere visite. Chi siete, madonna?- Leonardo sorrise alla ragazza che si avvicinò di qualche passo, accompagnata una risata fragorosa.
-Ah, Leonardo! Ti credevo meno ligio alle buone maniere.- il suo sorriso, però, si spense poco dopo, quando vide l’espressione  stranita del suo interlocutore -Non sapevi che a breve sarei giunta qui a Firenze?
-Perdonatemi madonna, ma non mi è stato riferito niente.. -rispose  lui, evidentemente confuso.
-Immagino che a questo punto non tu sappia neanche chi sia.- il suo sguardo si irrigidì.
-No, infatti. Ci siamo per caso incontrati e non rammento di voi, per caso?-
La donna restò immobile per un momento, vidi nei suoi occhi un lampo di rabbia improvviso, che si dissolse in un nervoso sorriso.
-No, come pensavo… va’bene, non importa. Buona giornata signori.-
Bizzarro. Anzi, semplicemente assurdo! La ragazza uscì dalla bottega e si avviò per le vie della città.
Cercai di attirare l’attenzione del mio amico, che però era già sulle sue orme.
-Seguiamola!- mi disse, per poi iniziare a camminare a passo svelto alla ricerca di quel volto che aveva destato in lui grossa curiosità.
-Ma il tuo incontro con i Medici?
-Aspetteranno!
Detto questo, lo seguii anche io. Infondo, avrei fatto di tutto per portarmi a letto quel bel visino.
 
Note:
1: “piccola” licenza poetica.. Costanza degli Albizi è un personaggio di mia invenzione, ma suo padre, Luca degli Albizi (morto da poco rispetto al tempo del racconto) è realmente esistito.
2: Una spada tipica del tempo, molto resistente e veloce, quindi anche molto costosa (stando alle fonti del gioco Assassin’s Creed)
3: “Non era bella normale, ma di quella bellezza che abbaglia” è la citazione di un rapper italiano, la trovo una frase bellissima e ho voluto metterla a tutti i costi
Angolino dell’autrice
Salve a tutti! Per prima cosa voglio dire che avevo già pubblicato questa storia. E anche più volte hahah, spero che questa sia quella buona!
Innanzitutto volevo ringraziarvi, perché se siete arrivati fino a qui siete stati fantastici.
Seconda cosa: mi reputo ancora una “scrittrice” un po’ inesperta, quindi non vi aspettate una storia molto lunga o cose simili.
Poi non ho intenzione di inserire tutti i personaggi (o dar loro la stessa importanza/ruolo che hanno nella serie TV; mentre, per quanto riguarda gli eventi narrati, molti di questi saranno di ma invenzione o comunque diversi dalla trama della serie).
Detto questo spero che continuiate a leggere questa fic, e sarei davvero felice se lasciaste anche un vostro parere :3
Alla prossima!
p.s. se avete qualche consiglio da darmi per quanto riguarda la punteggiatura che introduce i dialoghi, pensieri o parti in terza persona, sarò ben lieta di ascoltarvi. Ad esempio sono indecisa se usare i trattini o le virgolette per introdurre un discorso diretto. Aiutatemi pls!
 
  
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