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Autore: DonnieTZ    23/12/2015    3 recensioni
[Ste/Brendan]
Cara Leah, caro Lucas,
Lo amo.
Guarda la lettera e, per la prima volta dopo ore, Ste è soddisfatto. Lo ama. Di un amore doloroso e assoluto, profondo e lacerante. Di un amore che, in questo momento, per l’ennesima volta, lo lascia dolorante e solo.
Ama Brendan in modo terribilmente sbagliato, più di quanto abbia mai amato se stesso. Lo ama, anche se questo sporco sentimento non ha fatto altro che farlo sentire un uomo peggiore.
E poi lo ama di felicità, di momenti spensierati, di sensazioni incredibili. Lo ama di corpo, d’anima, di mente. Perché con Brendan non sono stati solo momenti oscuri, ma anche luci forti contro cui ripararsi gli occhi e giornate serene di una tranquillità cristallina. Brendan l’ha fatto sentire anche un uomo migliore, un uomo in grado di superare gli ostacoli e sopravvivere, un uomo e basta.

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Prima classificata al Multifandom Contest – Oneshot (Seconda Edizione) di eos_92
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“What’s the difference?” I asked him “Between the love of your life and a soulmate?”
“Once is a choice, and once is not.”
(Mud Vein – Terryn Fisher)
 


Cara Leah, caro Lucas,
 
Ste scrive le parole con mano tremante, lasciando sul foglio bianco la loro lieve scia. Sono ore che ci prova, lunghi minuti trascorsi a scrivere e riscrivere quei nomi e qualche sciocca frase di circostanza.
La verità è che, davanti a quella manciata di lettere che si staglia sul pallore della carta, Ste non sa cosa fare.
Il senso di colpa lo ha abitato per trent’anni. Ha accompagnato ogni respiro, pesando come un macigno sui suoi polmoni, soffocandolo con la sua sola esistenza. Ora, davanti alla prospettiva di confessare i suoi crimini, Ste sente quella stessa colpa diventare ancora più grande, ancora più opprimente.
Perché non potrà esserci assoluzione per lui, non potrà scontare la sua pena e lasciarsi tutto alle spalle.
Con quel senso di colpa Ste trascorrerà il resto della sua vita, lo sa.
Ha provato a lungo ad arrivare alla fine di quella lettera e ai suoi piedi si raccolgono fogli strappati e accartocciati.
Spero voi stiate bene, ha scritto.
Mi dispiace, poi.
Vi scrivo per spiegarvi ogni cosa, un’altra volta.
Ma ha abbandonato quei tentativi incerti, quelle vuote introduzioni prive di significato. Così decide per una verità innegabile, incontrastabile, incrollabile.
 
Cara Leah, caro Lucas,
Lo amo.
 
Guarda la lettera e, per la prima volta dopo ore, Ste è soddisfatto. Lo ama. Di un amore doloroso e assoluto, profondo e lacerante. Di un amore che, in questo momento, per l’ennesima volta, lo lascia dolorante e solo.
Ama Brendan in modo terribilmente sbagliato, più di quanto abbia mai amato se stesso. Lo ama, anche se questo sporco sentimento non ha fatto altro che farlo sentire un uomo peggiore.
E poi lo ama di felicità, di momenti spensierati, di sensazioni incredibili. Lo ama di corpo, d’anima, di mente. Perché con Brendan non sono stati solo momenti oscuri, ma anche luci forti contro cui ripararsi gli occhi e giornate serene di una tranquillità cristallina. Brendan l’ha fatto sentire anche un uomo migliore, un uomo in grado di superare gli ostacoli e sopravvivere, un uomo e basta.
Forse lo ha amato dalla prima volta, da quel bacio dal sapore d’alcool e dai contorni dell’imbroglio. Lo ha amato dalla prima volta, con la paura di essere colpito. Avesse avuto scelta, forse sarebbe scappato via. Invece era rimasto, intrappolato dalla sua stessa volontà. Legato a qualcosa di invisibile, ma troppo forte per poter essere spezzato.
Come spiegarlo ai suoi figli? Come spiegarlo a un uomo e a una donna di cui Ste ha solo un vago ricordo?
 
Una scusa patetica, ma l’unica che ho. Questo non vuol dire che non abbia amato voi e che non vi ami ancora adesso. Tengo a voi e ho tenuto a voi per tutti questi anni, ma la verità è che non ho mai avuto scelta.
 
Ste si sofferma sull’ultima parola scritta. Scelta. Guardando indietro si rende conto di non aver avuto possibilità, di non aver avuto scampo.
Brendan era ricomparso in un vicolo di Hollyoaks e ogni cosa era tornata al suo posto. Pezzi minuscoli della sua anima spezzata erano magicamente tornati a essere un tutto. Ste non ci aveva creduto, all’inizio. Aveva giustificato quella visione con le scuse più fantasiose: le droghe, la mancanza, il bisogno. Alla fine, però, Brendan aveva parlato.
“Sono venuto a dirti addio, Steven.”
Una frase che aveva fatto male, ma che Ste non era riuscito a spiegarsi subito. E così aveva lasciato che le domande si susseguissero di corsa.
“Sei uscito? Cos’è successo? Addio, cosa vuol dire addio?”
E Brendan aveva spiegato: in carcere aveva i suoi nemici, lo avevano picchiato tanto da mandarlo all’ospedale e, una volta guarito, Brendan aveva intravisto la possibilità di fuggire. L’aveva colta, ma non sarebbe mai potuto sparire senza dire addio a Ste. Perché quello che le persone dicevano a Hollyoaks era la verità: Ste era il grande amore della vita di Brendan. Non c’era altro da aggiungere a quella frase.
 
Voglio voi sappiate che non mi ha mai chiesto di andare con lui. Non si sarebbe mai intromesso fra noi, non avrebbe mai compromesso il rapporto fra un padre e i suoi figli. Mai.
 
Ste scrive un’altra verità assoluta.
Brendan lo aveva sempre spronato a essere un genitore migliore, a esserci per i suoi figli, e Ste lo sa. È una delle parti che ha più amato di lui, l’essere un padre che desidera il meglio per i suoi figli. Anche lui aveva rinunciato alla sua famiglia, dopotutto, con un dolore che le parole non avevano mai potuto esprimere.
In quegli anni di lontananza, Brendan aveva ribadito continuamente le libertà di Ste: quella di tornare indietro, quella di parlare ai figli, quella di cambiare idea. Gli aveva continuamente ricordato di avere una scelta, diversamente da lui, e di poterla cogliere. Ma Ste aveva sempre saputo quanto potesse essere pericoloso per Brendan. Sarebbe bastata una chiamata rintracciata a mandare in frantumi il loro mondo, il fragile equilibrio costruito lontano da casa, nascosti dal mondo che tanto li aveva odiati.
Ancora una volta, Ste non aveva avuto davvero un’altra opzione.
 
Siete adulti, ormai, e sapete che la vita non lascia sempre una scelta. Questo non mi giustifica, nulla potrà mai farlo, ma non sarei stato un buon padre. Non se fossi rimasto lì. Non senza di lui.
 
Quando Brendan l’aveva guardato - in quel vicolo, quella sera lontana nel tempo - aveva capito subito della droga, del dolore che Ste si stava portando dentro da anni, della tortura che i giorni senza di lui erano stati. Si erano avvicinati com’era sempre stato fra loro, per respirarsi addosso il bisogno dell’altro. Erano cambiati, nel tempo trascorso separati, ma a riconoscersi era bastato loro un attimo. Si erano baciati.
Nulla aveva peso, quando loro erano insieme, nulla aveva senso se non i baci, i contatti di mani ruvide, il bisogno.
L’amore.
Una parola che aveva sempre spaventato Brendan e che, nei giorni in cui erano stati lontani, Ste aveva imparato a odiare.
Quella mancanza l’aveva trasformato proprio nell’uomo che non voleva essere: un pessimo padre, un pessimo amico, una pessima persona. Restare avrebbe significato morire dentro ogni secondo, di ogni minuto, di ogni giorno. E, con quella lenta morte d’anima, ferire tutti quelli che lo circondavano.
Ste non poteva permetterlo.
 
Così l’ho pregato di portarmi con lui.
 
Ste osserva le parole, soppesandole.
Brendan sarebbe partito all’alba e Ste lo aveva supplicato di restare con lui, quella notte. Si erano presi come sempre, senza porre un freno al desiderio. Amandosi con disperazione, aggrappati l’uno alla pelle dell’altro, incastrando bocche, corpi e anime.
Poi era arrivata l’alba e le paure di Ste erano diventate un grumo pesante all’altezza dello stomaco.
“Non andartene senza di me, Brendan. Non puoi lasciarmi di nuovo, ti prego, ti prego.”
Era stato patetico, Ste lo sa, ma l’idea di non poterlo avere a fianco, l’idea di perderlo, l’idea che scivolasse nuovamente via dalla sua presa era impossibile da tollerare. Aveva pianto fuori tutto il panico, tutta la disperazione. Il grigiore degli anni passati da solo era una minaccia sufficiente a terrorizzarlo.
“Il tuo posto è qui.” aveva detto Brendan.
“Cosa mi trattiene, eh? Amy si è presa i bambini ed io non riesco a mettere insieme i pezzi se non ci sei, sono un disastro. Tutti staranno meglio senza di me. Ed io starò meglio con te.”
Quanto aveva dovuto insistere, Ste, quanto aveva dovuto ostinarsi. Si era aggrappato alla maglietta di Brendan, stringendo il tessuto nei pugni chiusi, con il vuoto proprio della caduta a strizzargli i polmoni.
E Brendan aveva acconsentito. Anche lui era andato contro se stesso, contro i suoi valori, contro ciò che credeva fosse giusto. Solo per Ste, solo per lui.
Da quel giorno erano passati più di trent’anni. In fuga, cambiando posto di tanto in tanto, sopravvivendo con i soldi che Brendan aveva nascosto a Hollyoaks e con qualche lavoretto occasionale, andando avanti. Sempre e solo avanti. Senza guardare indietro neanche per un istante, nonostante il senso di colpa.
 
Tutti hanno sempre detto che Brendan è l’amore della mia vita. La verità è che è molto più di questo. È la mia anima gemella.
Perfino ora che non c’è più.
Ma ho pensato a voi ogni singolo istante in questi trent’anni. Ogni giorno mi svegliavo al fianco dell’uomo che ho amato e che ancora amo pensando a voi, sperando che questa mia scelta, che scelta non è stata, sia servita a regalarvi una vita migliore. Un’esistenza più stabile di quanto non sarebbe stata con la mia presenza.
Ogni notte, come quando eravate piccoli, vi mandavo un bacio.
Ora che siete adulti, tutto quello che vi chiedo è il perdono.
Vi scrivo perché potrei tornare dove tutto è iniziato. Potremmo vederci. Potremmo…
 
Ste getta la penna e strappa il foglio con rabbia.
Non è più il ragazzino egoista di un tempo. Ora è l’uomo che si è fatto forte nell’amore, che si è costruito una vita, che ha trovato la sua strada sempre e comunque, anche nell’oscurità. E sa di non riuscire a scrivere quella lettera solo perché ama i suoi figli, perché li ha sempre amati, e non potrebbe mai ricomparire nelle loro vite soltanto perché si sente abbandonato a se stesso.
Non può farlo, né vuole.
Ste è in un paese straniero e ha trascorso la vita sotto un altro nome, in una bellissima bugia. Ha dovuto supportare Brendan nella sua lotta alla malattia, quegli ultimi mesi, e ha dovuto ingoiare la paura di restare solo, la paura di vederlo morire, quella di vederlo sbiadire giorno dopo giorno.
Quando Brendan se n’è andato, è stato per sempre, ma Ste è un uomo più forte di quanto non lo fosse nella vita passata. Questa perdita non lo spezzerà, non lo annienterà, non sarà la sua fine.
Ha avuto trent’anni d’amore. Ha avuto Brendan. Ha avuto l’amore. Ed è più di quanto molte persone possano dire delle loro vite.
Raccoglie l’urna e abbandona la scrivania. Fuori l’aria è calda, l’odore salino del mare avvolge ogni cosa e il tramonto è una patina rossastra sulla strada e sulle case. A Ste basta qualche passo per essere sulla spiaggia, la sabbia sotto i piedi e il mare di fronte a lui.
Se Brendan non fosse mai scappato, se non fosse mai andato a dirgli addio, Ste lo avrebbe amato comunque. Il loro amore non ha mai lasciato spazio al dubbio, li ha bruciati fin dentro le ossa, corrodendo e spingendo a fondo le sue radici. C’è stato e nessuno dei due avrebbe potuto combatterlo e vincerlo. Ci hanno provato, ma è stata una lotta impossibile, persa in partenza.
E tutti quegli anni sembrano a Ste il più bello dei regali, mentre entra in mare – l’acqua fredda che gli arriva alla vita - e sparge le ceneri di Brendan.
Aveva pensato di riportarlo a Dublino, ma qui è dove si sono sentiti a casa, qui è dove si sono amati liberamente, qui è dove Ste passerà gli anni che gli restano prima di raggiungere Brendan.
I ricordi diventano visioni nitide, mentre le ceneri si perdono nelle onde: i baci distratti prima di andare a lavoro, parlare fino a tardi, guardare un film, cucinare assieme, litigare e fare pace, amarsi fino allo sfinimento. Non lasciano un vuoto dentro Ste, lo riempiono, anzi, della loro felicità.
Ha avuto quegli anni e non ha chiesto scusa a nessuno. Ha avuto Brendan e non potrà mai scusarsi per questo.





 
N.d.A:
I fatti del passato a cui la storia si riferisce riguardano il periodo in cui Leah e Lucas vengono allontanati da Ste, caduto in una spirale auto distruttiva di droga e alcool.  La storia non tiene conto delle relazioni avute da Ste dopo l’uscita di scena di Brendan, o comunque non le considera rilevanti. Non viene presa in considerazione, quindi, la nascita dell’altra figlia di Ste né il suo essere sieropositivo. Nonostante Leah non sia figlia di Ste, non ne faccio cenno perché l’ha sempre considerata come una figlia e l’ha sempre trattata come tale.

Ciao!!
Eccomi con il mio secondo esperimento Stendan! Ringrazio eos_92, come sempre, per l'ispirazione. Non sono convintissima, ma eccola qui.
Come sempre se vorrete farmi sapere io sarò solo contenta!!
DonnieTZ




 
   
 
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