Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Flashbax    23/12/2015    0 recensioni
Da ogni male, nasce un bene.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
C'è un proverbio russo che recita: da ogni male, nasce un bene. Stasera ho una ulteriore riprova circa l'esattezza della vox popolare; dal vuoto prende vita il flusso che stai leggendo, fieramente affidato agli ormeggi di un porto sicuro sulla mappa del nesso casuale.
Non so cosa voglio dirti. Non so cosa, ho bisogno di dirti. Tuttavia, la stilografica corre sulle sabbie melliflue di un block-notes pallidulo, comperato oltre le Colonne d'Ercole assieme ad un altro uomo.
Altro, già, altro. Cinque lettere che potrebbero (e possono) essere il filo conduttore, le briciole di Pollicino, di un racconto abortivo che parla di noi; macerato nell'utero di un'alterità "altra", per l'appunto.
Eppure, nel mentre in cui le tracce mnestiche giocano all'oca con la luce giallognola di un forno ora spento, l'odore dello zucchero caramellato ai mirtilli e la sconvenienza di non saper sfornare una parola come Gide farebbe; eppure, dicevo, nel contempo il volgolo affolla il cerebro, stremato dall'atomizzare quel cadavere, che siamo noi altri, sotto il taglio a cravatta dell'inflessibile ed affilatissimo rasoio della censura razionale. E così, l'altro di cui sopra, con annessi e connessi, sparisce e quasi si dissolve nella discreta morbidezza della lana, cardata da sterline tonanti, del tuo maglione. Poi, è il turno della vertigine, del cortocircuito dovuto al trovarmi nuda, immersa nel meconio, della forza arresa di una donna che ha ceduto al peccato della protezione virile, come una fancella.
Nessuno crederà che basta sfiorare, con le dita incerte e vogliose di chi scopre il piacere per la prima volta sulle punte, le fibre ora perlacee, ora grigie del tuo capo invernale per traslare in una eterna primavera, ove tutta la regolarità del mio femminile irregolare si dischiude fra i petali di un iris purpureo.
E la monolitica risoluzione di lasciarti andare oltre il muro dell'Altro, del perdere di vista la tua sagoma nel fulgore di una nobiltà ammantata dal sangue di agnelli sognatori, rivestita dalla tranquillante normalità di un vincolo sponsale di provincia, sgravato dal pondo di due dinasta, contornata dalle ombre delle amanti passati e dai marosi della mia vita come già cortigiana; orbene, il giudice, la giuria ed il noia di noi due si infrangono contro l'incostituzionalità della resa ad un tuo abbraccio, desiderata quest'ultimo che vale più dell'oro di Mida.
Non la leggerezza delle labbra, ma solo un istante trascorso a stringerti potrebbe lavare via la pioggia acida di questi ieri e l'acredine dei domani.
Un abbraccio, la forma antropologicamente più pura dell'uomo quale animale sociale; un abbraccio come pozione benefica e biologica confezionata da quello speziale chiamato corpo; un tuo abbraccio come la soluzione dei mali e l'inizio dei miei beni.
E poco importa se non sarò mariana Anna e tu Bianciardi, e se la tenerezza che ti porto non sarà cristallizzata in un cadetto rapallizzato.
Tutto ciò che domando, nella paura della non ammissione, è poter riposare le preoccupazioni della mente preoccupata per un granello di clessidra sulla lana del tuo petto. Nell'attimo in cui spengo la luce su un addio che profuma di arrivederci.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Flashbax