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Autore: Peppe_97_Rinaldi    24/12/2015    4 recensioni
ATTENZIONE, dopo Tartaros - Notte di Natale. Tutti sono alla gilda per festeggiare insieme, ma ci sono due ragazzi che tardano ad arrivare. Essi sono Natsu e Lucy, e presto non avranno più molta voglia di presentarsi ad altre persone, perchè hanno cose più importanti da fare. Infatti, Natsu è giù di morale: è ormai passato un anno dalla morte di Igneel, ma il suo ricordo è ancora vivido nella mente del ragazzo, che sentando la gioiosa atmosfera del Natale non può fare a meno di pensare al caro padre. Ed è in compagnia di Lucy, sua amica e compagna... Ma forse anche qualcosa di più. Forse, tra di loro c'è qualcosa di splendidamente prezioso, qualcosa che va al di là dell'amicizia. Un'introspezione psicologica nella mente di Natsu, vedremo perchè riesce ad essere sempre così forte, una forza che non deriva meramente da allenamenti e qualità fisiche, ma anche da qualcosa di più profondo. E vedremo i desideri di Lucy... E alla fine la passione. Due giovani amanti che rivelano i loro sentimenti e che metteranno a nudo le loro emozioni... E non solo.
Spero davvero di avervi incuriosito :3 Buona lettura... E buon Natale a tutti!! :D :D
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Erano le nove di sera, e Magnolia ormai rasentava la tranquillità. Bè, solo apparentemente, poiché tutti erano ormai rintanati nelle loro case per il cenone di Natale.
Quindi concordia ed foga dominavano in quella città. Vi era tuttavia una persona, un unico ragazzo – proprio lui, che cosa insolita per il suo carattere – che se ne stava con lo sguardo fisso sul soffitto, il braccio portato a penzolare nel vuoto mentre con le dita quasi inavvertitamente, con l’entusiasmo che appartiene a una macchina quando svolge il proprio ripetitivo lavoro, giocherellava con l’orlo del lenzuolo.
Natsu era disteso di schiena sul letto di Lucy… Oh bè, lo conosceva molto bene, quel letto.
Ma no, che vai a pensare? Lo conosceva solo perché gli divertiva molto intrufolarsi nella casa della sua amica e farsi trovare intento a dormire. Nulla di sporco.
     Ed ecco che mentre lui era immerso nei suoi pensieri, la biondina uscì dal bagno gridando.
 
Urlava per il suo terribile ritardo: probabilmente alla gilda erano già arrivati tutti, mentre lei soltanto adesso aveva finito la doccia. E naturalmente, se sei in forte ritardo e soprattutto da sola in casa non ti preoccupi di coprirti per andare dal bagno in camera tua.
Invece Natsu era lì. E la vide. Vide Lucy completamente nuda, una bellezza naturale e scintillante, delicatamente femminile e – scoprì – davvero attraente. Per un attimo provò l’impulso di alzarsi, toccarla – e che altro avrebbe fatto poi…? – ma non lo fece. Rimase immobile. Essenzialmente per due motivi.
Anzitutto, perché gli piaceva rimanere lì a contemplarla. I loro occhi si cercarono – quelli di Natsu per lo più curiosi, quelli di Lucy… bè, furiosi – e alla fine si trovarono. Ma questo eccitante momento durò poco, giacché la vista del ragazzo scivolò subito ad altre circolari sfumature del suo corpo, ed è qui che entra in scena il secondo motivo per cui fu impossibilitato nell’ammirarla a lungo.
Lucy fu molto preparata ad affrontare quella che per lei era soltanto sudicia perversione, e fu molto posata nella sua reazione. Semplicemente si esibì in un lancio del disco, solo che stavolta il disco fu una sedia e l’obiettivo era il ragazzo, e il tutto accompagnato da un urlo scimmiottescamente disumano.
 
     Ed ecco come due minuti più tardi si ritrovarono seduti l’uno affianco all’altra, con Lucy intenta a tamponare con piccoli batuffoli di stoffa il sangue che fuoriusciva dal naso di Natsu.
<< Ho detto che non ti devi intrufolare in casa mia >> sentenziò lei, quasi infastidita perché adesso, da invasa, si sentiva addirittura dispiaciuta.
<< Sei pallosa, lo sai? >> replicò il ragazzo, ma il suo tono scherzoso demolì tutte le protezioni aggressive dell’amica. << Gray mi ha già telefonato, sono tutti alla gilda >> .
Dalle labbra di Lucy scappò una risata divertita. << Juvia si sarà già attaccata a lui, è meglio lasciarli un po’ da soli >> esclamò, ma poi si rese conto. << Già ho fatto troppo tardi, e ora ti ci metti pure tu con le tue stupide manie! >>
Calò il silenzio. Solo il fruscio dell’accappatoio che la ragazza aveva indossato in fretta e in furia, mentre lei toccava delicatamente il naso del ragazzo. Si avvicinò per controllare se usciva altro sangue, ma si ritrovò ad arrossire. Lei era nuda, aveva freddo, ed erano così vicini…
Squadrò Natsu. Era insolito. Sì, insomma, l’aria da stupido che tanto le piaceva rimaneva sempre viva, e gli dava un’aria da ingenuo che a suo parere lo faceva sembrare ridicolo. Tuttavia c’era qualcos’altro, qualcosa che la turbava impedendole di vedere il suo volto allegro e speranzoso come quello di un bambino.
<< Natsu, cosa c’è? >> chiese infine.
Il ragazzo non tentò nemmeno di mentirle, e posò i palmi delle mani sulla soffice stoffa del lenzuolo. La sua voce assunse una profondità che spaventò la ragazza, quando rivelò: << Igneel. E’ stato tutto questo tempo con me, ed ora l’ho perso >> .
Lucy provò a parlare, pronta a rispondergli come se leggesse nella sua mente, ma il giovane riprese a parlare. << Non sono stato in grado di proteggerlo, e Acnologia lo ha ucciso >> .
La biondina lo vide deglutire, sentì il terrore nelle parole del ragazzo. Era passato un anno, ma il ricordo del drago squarciato era ancora vivido nella sua mente…
     E capì che nonostante tutto, anche se gli piaceva fare il duro, era molto suscettibile, debole per certe cose. O meglio, non fu allora che lo capì. Lo sapeva da tanto, adesso trovava solo conferma.
Perché ormai era da tantissimo tempo che si conoscevano, i due.
E tremò al ricordo di un tempo in cui non si erano mai incontrati.
<< No >> disse, risoluta. << Tu hai fatto tutto il possibile per lui. E’ un drago, ha sempre saputo cavarsela da solo! >>
<< Alla fine no! >> esclamò Natsu, e scattò il capo fino a concentrare i suoi occhi in quelli della fanciulla. << Alla fine non ha potuto contrastare Acnologia, gli serviva aiuto. E io… non sono stato in grado di fare niente. Ho saputo solo piangere e urlare >> . Prese una pausa. << E’ stata colpa mia >> .
Lucy sgranò lentamente gli occhi.  Cos’erano? Insicurezza, paura, rimorso, amarezza, dolore…? Esatto, era unicamente dolore, e da qui scaturivano tutte quelle altre tristi emozioni che lei conosceva bene. Ma ogniqualvolta che era lei a sentirsi male, ecco che prima ancora della vista del ragazzo, il semplice pensiero che lui l’avrebbe consolata la faceva sentire meglio.
Adesso era lui che chiedeva aiuto.
E lei lo fece. Fece quello che riteneva più giusto. Poggiate le mani sulle gambe del ragazzo, si sporse delicatamente in avanti e gli posò le labbra sulle sue.
<< Non è mai stata colpa tua >> gli sussurrò, allontanando solo di qualche millimetro la bocca dal suo viso. Sentì il suo odore, il suo profumo, il suo alito, ma anche il suo stupore, e forse – sperava – la sua gratitudine. << Ricordi quello che ha detto tuo padre? >> continuò, fissando le pupille del ragazzo ora così vicine alle sue che sembrava volessero diventare un tutt’uno.
Natsu schiuse le labbra, e la sua voce uscì soffice ma decisa. << Che devo credere nel domani, fare di tutto per proteggere chi amo… >>
<< …E questa sarà la tua voglia di vivere >> conclusero insieme ad un’unica voce.
<< Proteggere chi amo… >> ripeté in un mormorio il ragazzo, ed ora il suo tono era diventato più fermo. Fissava Lucy. La cosa lo stupiva molto, ma credette di arrossire. Si sentiva più caldo del solito, e le pulsazioni del suo cuore erano così forti che anche la ragazza poté udirle. A tal punto che lei ridacchiò.
<< Che fai scemo, ti stai agitando? >> disse. << Non è da te >> .
Natsu rimase immobile, a per l’ennesima volta si scoprì a deglutire. Di certo non era pronto a situazioni del genere, capì, e soprattutto non era bravo con le parole.
Ecco perché se non riusciva ad esprimere il suo amore verbalmente, cosa che forse a Lucy sarebbe riuscita benissimo, lo doveva mostrare con i fatti. Le cinse un braccio attorno alla vita e la tirò a sé. << Per una volta hai ragione tu, Igneel non vorrebbe vedermi così. Scusami >> .
    
     Fu allora che accadde. Finalmente le sue labbra si allargarono in un sorriso, e la ragazza pensò di aver assistito al sorriso più bello che qualcuno le potesse rivolgere. << E’ l’aria del Natale che mi ha fatto pensare a come avrebbe festeggiato Igneel. Non mi vedrai mai più così triste >> rassicurò.
Era incredibile come la sua voce si fosse radicalmente trasformata in così poco tempo. Adesso pareva completamente sconfitta qualunque presenza di cupezza o di angoscia, e al loro posto trovavano spazio energia e… Voglia di vivere. Proprio come Igneel voleva.
<< Non ho mai visto nessuno forte come te, Natsu >> le rivelò con un sorriso accondiscendente la ragazza. Era vero, e non si riferiva alla forza fisica, ma piuttosto a quella di spirito. Una forza che derivava da un’inespugnabile volontà, desiderio di combattere per i propri amici, energiche componenti già presenti nel carattere stesso di Natsu ma ora anche cementificate e rafforzate dal padre.
     E questo avrebbe reso Natsu praticamente imbattibile. Avrebbe sempre continuato a dargli la forza di andare avanti. E da qui la forza fisica per combattere.
<< Con le sue ultime parole, Igneel ti ha donato il più prezioso regalo che avrebbe potuto farti >> furono le grate parole di Lucy.
     Ciò che seguì fu un misto di fuoco e eccitazione.
 
Ecco la passione con cui Natsu sentì che il suo corpo era arrivato al limite e non era minimamente in grado di resistere. Incontrò le labbra di Lucy, e permise alla mano destra di compiere piccoli movimenti attorno al suo fianco, e che solo gradualmente acquisivano rapidità quasi selvaggia.
Le dita del ragazzo trovarono la pelle di Lucy, così limpida e perfetta, mentre con l’altra mano risalì fino alle spalle, afferrò il lembo dell’accappatoio immacolato come quel tenero, fulvo angioletto e privò il drappo del felice tocco con la sua nuda pelle. Lei rimase lì, forse seduta sulle gambe del giovane e al tremore di eccitazione si aggiunse un fugace brivido di freddo, per il florido seno adesso esibito alla vista di Natsu.
Fu una strana sensazione per lui: erano già capitate volte in cui aveva intravisto il corpo nudo di lei, ma adesso era diverso. Ora non era un caso, ma era seguito da uno scopo. E lui raccolse in pieno questo loro scopo, si fece carico della passione di entrambi e scaraventò dall’altra parte della stanza l’accappatoio della biondina. Quella sera non lo guardò mai più.
     Adesso toccava a lui. Si rese conto di aver già levato le scarpe, nella fretta consentitagli dall’esaltazione, e l’angelo – no, l’agnello – o piuttosto quel diamante chiamato Lucy gettava a terra la sua giacca di pelle, l’intreccio delle sue dita sfilava la sua cravatta, e Natsu le inondava il collo di baci; pelle morbida, profumata e oleata quella dove si posavano freneticamente le sue labbra, mentre i bottoni della camicia stavano diventando nemici inespugnabili e pertanto lo costrinsero a strappare quella maledetta stoffa come fosse un lurido panno vecchio.
 
     Neve. Neve candida e gelida, lasciata a cadere al bianco terreno triste e solitaria, pura e velata, soffice come le sue labbra, tenera come la sua voce. Celeste come la tua presenza, Lucy.
E mentre la neve si affaticava ad appannare i vetri della camera aumentavano gli affanni, i sospiri, le infantili risate. Il ragazzo allungò le gambe sul letto, sapeva dell’esasperazione che gli colorava il viso mentre sentiva scorrere sulle sue gambe i pantaloni seguiti dall’affabile tocco delle dita di Lucy. I loro ritmi acceleravano, ed essi non smettevano per un solo istante di donarsi baci. Le loro labbra avevano deciso di non allontanarsi mai, gelosamente bramose le une delle altre, ma varie e piacevoli interruzioni erano energicamente acconsentite quando dovevano elargire accesi tocchi al collo o al petto di Lucy, all’addome di Natsu.
<< Natsu, io… >> provò a mormorare la ragazza, ma il giovane la interruppe regalandole un profondo e prolungato bacio sulle labbra. Poi passò alla fronte, si riposò afferrando generose ciocche dei suoi lucenti capelli e annusandone il grazioso profumo e portando al viso i suoi luminosi occhi.
     Tenerezza e focosità, premura e coraggio. Ardore e desiderio di proteggerla. Ecco cosa Lucy era in grado di suscitargli in quel momento.
Lei che dal primo istante in cui si erano incontrati non aveva smesso un attimo di dargli attenzioni. Amicizia. Spontaneità. Forse era un tipo stupido, ma questo poteva capirlo anche uno come lui.
Lucy gli aveva sempre donato amore.
<< Ti sarò grato per l’eternità >> furono le sue parole conclusive. Si permisero di incrociare i loro occhi un’ultima volta, prima che Natsu decise di porre fine ai preamboli.
 
     Fu un felino che balza sulla sua preda: dapprima attento a trattenere la sua bramosia tendendo il corpo come una corda, e solo quando è sicuro del risultato eccolo che attacca. Accadde così.
Natsu scattò in piedi, manifestando la chiara volontà che la ragazza  ammirasse l’intero suo corpo, atletico e forte, mentre ancora indossava dei boxer. Iniziò a levarseli lentamente, con calcolata prudenza, ma sempre fissando Lucy con uno sguardo carico di accattivante passione.
Lei ovviamente ricambiò la medesima espressione, viva di un’accesa sicurezza, e ridacchiò nel constatare la goffaggine del ragazzo nel gettare via i suoi fastidiosi boxer.
Così ridicolo, così tenero… Ma così fedele. Era perfetto per lei.
     Eccoci al momento finale. Vediamo una Lucy saltare in piedi e cingere il collo del ragazzo con le braccia, e Natsu che manifesta l’ingenua felicità di un bambino che riceve il suo giocattolo mentre solleva la fanciulla e rimangono a roteare al centro della stanza, avvinghiati come per proteggersi, e permettendo alle loro voci, nonostante i baci, di scoppiare in frammentate risate.
 
 
     Alla sede di Fairy Tail tutti celebravano il Natale insieme e in armonia. Tutto era gioia, eccetto la preoccupazione dei presenti per le due inspiegabili assenze. Oh, il povero Gray si affannava a telefonare a Natsu, ma Juvia – la più perspicace in quest’ambito – aveva già capito.
E naturalmente si disperava, perché quelli assenti erano Natsu e Lucy, non lei e Gray.
 
E alla gilda fu una notte stupenda, ricolma di calore e letizia.
Ma certamente anche in casa di Lucy si ebbe una notte altrettanto – se non maggiormente – accesa e gioiosa.
Sì, direi molto più intensa, perché l’eccitazione e la voglia carnale non fecero loro dimenticare perché erano lì, entrambi.
Non perché erano amici. Non perché dovevano soddisfare i loro desideri fino a quel momento tenuti nascosti.
Ma solo perché si amavano.
 
     Cosa vuole la credenza popolare? Che esista la Magia del Natale?
Bè, forse esiste davvero, poiché quella fu sicuramente una notte di Natale che nessuno dei due riuscì mai a dimenticare.
 
 









Ciao a tutti *saluta con la mano

Spero vi sia piaciuto questo racconto... E' che non sapevo cosa fare oggi, in più ieri ho visto la puntata di Tartaros... Quella in cui.. Igneel.. E Mard.... T_____T

E così è uscita questa storia. Spero, quindi, non vi abbia annoiato. Sarei davvero felicissimo di sapere che cosa ne pensate, pure se vi ha disgustato.. E' la prima volta che scrivo una storia di raiting arancione, una cosa più.. erotica, anche se non totalmente perchè non ho descritto l'atto, è una cosa nuova per me. Questo perchè vorrei provare tante cose diverse qui su EFP, ecco perchè mi piacerebbe molto conoscere le vostre opinioni sulla storia :)

Bè, questo è tutto.
Buone vacanze, e buon Natale a tutti!! :) :) ;)
   
 
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