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Autore: Herm735    24/12/2015    4 recensioni
“C'è una creatura, che ovunque tu vada ti segue. Non puoi vederla, ma ti darà la caccia, ti rovinerà la vita, infrangerà tutto ciò che conosci e cancellerà la tua redenzione. C'è qualcosa in questa casa che non ti lascia mai da sola.”
Regina ha ottenuto la sua Redenzione. Emma ha trovato la sua Famiglia. Ma una nuova guerra minaccia Storybrooke, con l'arrivo di quattro ragazzi che dicono di inseguire due vampire. Però il problema non saranno solo i vampiri: sarà compito di Emma e Regina capire il motivo del loro arrivo a Storybrooke e trovare la magia che cercano, prima che sia troppo tardi per salvarla. Ma quale magia potrebbe mai essere così potente da spingere due eserciti ad una missione destinata a fallire, come preannunciato già da un'antica profezia?
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Nuovo personaggio, Regina Mills, Ruby/Cappuccetto Rosso
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'The Path Less Traveled'
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Innanzi tutto mi scuso per il ritardo, ma sono stata impegnata con gli esami universitari, purtroppo.
Comunque spero che questo possa contare come regalo di Natale a tutti voi, che seguite e avete recensito questo storia, un grazie particolare. Vi adoro!
Buona lettura.








The Girl From the Future


Rose tagliò un pezzo del suo pancake, portandoselo alla bocca e poi velocemente ne tagliò ancora, senza degnare le due donne sedute di fronte a lei del minimo sguardo.
David, Bianca, Mulan e Ruby, insieme a Carmilla, Laura, JP e LaFontaine avevano ripreso la perlustrazione della città e del bosco, adesso che erano sicuri che non vi fossero cose invisibili, né case né soldati, avevano ricominciato a cercare Perry e Danny in città.
Emma e Regina avevano seguito la ragazza da Granny ed avevano atteso mentre le ordinava da mangiare e mentre trangugiava i suoi pancake da colazione alle sette e mezza di sera senza dire una parola.
“Possiamo parlare adesso?” domandò Regina una volta che la ragazza ebbe finito il cibo nel suo piatto.
“Certo, sono tutta orecchie.”
“Tu vieni da Storybrooke?”
La ragazza annuì.
“E vieni dal futuro.”
Annuì nuovamente.
“Quindi non c'è un esercito invisibile. Non c'è mai stato. La madre di Carmilla non può rendere invisibile un bel niente.”
“Ovviamente no, non so come sia partito questo malinteso dell'invisibilità, ma Carmilla intendeva un'altra cosa quando ti ha detto quelle parole, sua madre non può rendere niente invisibile, ma non le avete spiegato perché lo credevate finché non è stato troppo tardi, lei avrà dato per scontato che c'era una ragione valida se lo credevate e che non aveva a che fare con le sue parole, mentre voi non le avete mai chiesto conferma. Ma no, non c'è niente di invisibile, figurarsi poi un esercito.”
Regina sospirò, corrugando la fronte.
“E da quanti anni nel futuro vieni esattamente?”
“Sedici, più o meno.”
“E perché sei venuta qui?”
“Tu mi hai cercata. Ma non illuderti, non hai aperto tu il portale. Sono venuta qui perché l'ho scelto, perché tu hai chiamato ed io ho risposto.”
“E a cosa devo questa cortesia?” chiese ironicamente Regina.
Lei sorrise.
“Siamo vecchie amiche, io e te. Abbiamo condiviso una grande avventura.”
“Io e te, una ragazza di sedici anni, abbiamo condiviso un'avventura” rise della sua risposta. “Che tipo di avventura, le montagne russe di Disneyland?”
“In realtà ero ancora più piccola, è stato molti anni fa. Ma con un potere come il mio, l'infanzia non dura mai molto a lungo” il sorriso che la ragazza aveva sempre sulle labbra vacillò, ma poi torno di nuovo a splendere. “Ti abituerai ad avermi attorno, alla fine.”
Regina corrugò la fronte.
“Mi sembra di averti già vista.”
Quel suo sorriso ingenuo e quei capelli del colore dell'oro le erano familiari, ma lei e quella ragazza non si erano mai incontrate prima. Com'era possibile?
“Oh, non aver paura di quella sensazione. Il tempo non è così categorico come tutti sembrano percepirlo. A me capita continuamente di avere familiarità con cose mai fatte o con persone mai viste prima, non c'è da aver paura delle premonizioni. Stai solo ricordando nella direzione sbagliata, ma alla fine ne capirai il motivo. A me succede sempre.”
Quella ragazzina di sedici anni portava dentro sé la saggezza di una donna che aveva vissuto cento, mille vite. Di una persona che aveva visto l'inimmaginabile. Che aveva sofferto il lutto di perdite ancora non avvenute, che aveva visto il finale di storie ancora non narrate. Aveva gli occhi di qualcuno che ha sbirciato l'ultima pagina di un libro prima di iniziare a leggerlo. Era solo una ragazzina, ma aveva dentro sé il mondo intero, ogni reame, passato, presente e futuro.
“Come puoi essere così potente?”
Lei scrollò le spalle. “Sono nata così.”
“I tuoi poteri devono essere un fardello, un peso. Ti permettono di fare cose straordinarie, ma allo stesso tempo, tu potresti sapere tutto. Tutte le cose terribili che avverranno. Come morirai, come moriranno i tuoi genitori, cosa succederà nel tempo alle persone che ami. Puoi sapere tutto, puoi cercare di rimandare questi avvenimenti ma alla fine non potrai evitarlo per sempre. Come riesci a convivere con tutto questo?”
Lei si strinse nelle spalle, abbassando lo sguardo.
“I miei poteri non sono un gioco. Non sono al mio servizio. Non me ne vado in giro nel tempo a sbirciare il passato o il futuro. Vado dov'è necessario che io sia. Questa battaglia, la Guerra dei Soldati Silenti, non posso evitarla. Sono predestinata a prendere parte agli eventi che la precedono e a quelli che la seguiranno, sebbene non potrò combatterla. Quello che accadrà non dipende dalla mia volontà, io devo essere qui. Aprire il portale è una mia scelta. Le parole che uso sono una mia scelta. Ma alcune cose non possono essere cambiate. Non potete ancora comprendere, ma vi prometto che un giorno, molto presto, tutto sarà chiaro. Questo viaggio era necessario. Riguardo il resto, non so niente. Preferisco non conoscere il futuro. Non sento il bisogno di sfruttare questo potere come se fosse una magia qualsiasi, lo vedo solo come un mezzo necessario ad un fine. Mi piace vivere nel presente. Con la mia famiglia, che mi ama.”
Regina fu lasciata senza parole dalla sua risposta.
“Sei una ragazza molto saggia.”
“Me lo dicono in molti” sorrise, bevendo dell'acqua e indicando la porta d'ingresso con un cenno della testa. “Non siamo qui solo per la mia voglia di pancake.”
Emma e Regina si voltarono, vedendo una ragazza dai capelli rossi passare fuori dalla tavola calda cercando di non dare nell'occhio.
“È il nostro momento. Andiamo.”
Rose si alzò, seguita dalle due donne più grandi, dirigendosi verso la porta.
Corsero verso la ragazza, ma lei appena si accorse della loro presenza iniziò a correre a sua volta, con la velocità di un vampiro.
Regina prontamente sollevò le mani, bloccandola e sollevandola da terra di qualche centimetro. Si avvicinarono a lei, e la guardarono attentamente.
“Alta, capelli lisci. Dovrebbe essere Danny, la ragazza trasformata in vampiro, ma non la madre di Carmilla” ipotizzò Regina.
Lei si divincolò, ma non poté nulla contro la magia di Regina.
“Dobbiamo portarla con noi” disse Rose. “Andiamo alla cripta, è l'unico posto abbastanza isolato, dobbiamo allontanare almeno lei dalla città.”
Emma annuì.
Regina fece un ampio gesto della mano e trasportò tutte all'interno della cripta con la sua magia.
Una volta che Danny fu seduta, Emma materializzò delle corde attorno ai suoi polsi e alle sue caviglie, incantandole perché non potessero essere rotte né allentate.
“Allora, Danny, cosa ci facevi in giro per Storybrooke?”
Lei non rispose, si limitò a fissare Regina con aria di disprezzo.
“Dov'è Perry?”
Continuò a stare in silenzio.
“Stavi scappando da lei, non è vero?” chiese Emma, notando solo in quel momento i tagli sul suo viso e gli evidenti segni di colluttazione sui suoi vestiti.
Dopo un momento di esitazione la ragazza annuì.
“Ti stava controllando ma in qualche modo hai spezzato l'incantesimo” proseguì Regina.
Di nuovo un assenso.
“Ti sleghiamo subito” propose Emma.
“No” la fermò Danny. “Non potete farlo. Dovete lasciarmi legata. Non so per quanto ancora potrò oppormi alla sua volontà. Non potete rischiare.”
Regina si chinò verso di lei, osservandola attentamente.
“Ha usato su di te l'incantesimo per riportare in vita i non morti, non è vero?”
Danny annuì nuovamente.
Regina corrugò la fronte, sospirando.
“Allora so perfettamente chi può aiutarci a liberarti dal suo controllo.”
“Perché lo dici con quel tono?” chiese Emma. “Finalmente una buona notizia!”
Regina scosse la testa, portandosi le mani sui fianchi.
“L'unico che sa come liberarla è la persona che ha dato il sortilegio per risvegliare i non morti alla madre di Carmilla. Vale a dire Tremotino.”
Emma comprese improvvisamente perché Regina fosse così restia.
“Beh, dobbiamo fare almeno un tentativo.”
“Qualcuno deve rimanere qui con Danny.”
“Entrambe dovete rimanere con Danny” disse Rose con risoluzione. “Io andrò da Gold, dite a Laura e Carmilla di venire qui con voi.”
“Scordatelo, non manderemo una sedicenne a fare un patto con l'Oscuro. Io vengo con te ed Emma rimane con Danny.”
Rose aprì la bocca per ribattere, ma lo sguardo severo di Regina la fermò, strinse le labbra e scrollò le spalle.

Quando entrarono nel negozio di Gold, Rose si guardò attorno con occhi curiosi, come se cercasse di identificare ogni oggetto magico dentro quelle mura.
“Come posso aiutarvi?”
Regina si diresse a passo veloce verso il bancone.
“Tagliamo corto Tremotino, non abbiamo molto tempo. Molti anni fa hai dato alla Madre dei vampiri di Styria un incantesimo per riportare in vita i non morti uccisi in battaglia.”
“Potrei averlo fatto.”
“Solo che lei ha il completo controllo sulla mente di coloro che tornano in vita. E a noi serve annullare quel controllo.”
Lui sorrise, scuotendo la testa.
“Che ci guadagno io?”
“Dillo tu” la voce della ragazza che aveva fatto il suo ingresso al fianco di Regina attirò per la prima volta la sua attenzione.
“Chi sei tu?”
“Non è importante.”
“Sì che lo è. Stai disturbando il flusso del tempo. Sei due volte dentro la stessa linea temporale e non dovresti.”
“Che una cosa ti sia chiara, vecchio.”
L'espressione della ragazza divenne improvvisamente seria, si avvicinò al bancone di Gold e appoggiò una mano sul legno frapposto tra loro, guardandolo negli occhi. Fu allora che gli sorrise, ma non era il sorriso ingenuo a cui Regina si era in fretta abituata. Era un tipo diverso di espressione, una che Gold aveva visto mille volte sul volto della regina cattiva. Un ghigno di potere, volto ad incutere terrore.
“Io sono il tempo.”
Gold non disse altro.
Fissò i lineamenti di quella ragazza e capì immediatamente ciò che voleva sapere.
“Molto bene. Vi darò il contro incantesimo, in cambio di un tuo capello.”
La ragazza rise, allontanandosi dal bancone.
“Sei sveglio, sei davvero molto intelligente.”
Si guardò di nuovo attorno, osservando gli oggetti che aveva attorno.
“Sai, non ho davvero bisogno di fare un patto con te. Potrei prendermi quello che cerco ed andarmene e tu neanche lo sapresti. Ma ti sto offrendo la possibilità di contrattare. Quindi scegli un oggetto, un amuleto, un libro. Scegli qualcosa e lascia che spinta dalla bontà del mio cuore te lo porti in cambio della pozione che ci serve.”
“Quindi sapevi già che è una pozione e non un incantesimo. Sono sorpreso” rispose Tremotino ironicamente.
Camminò per il negozio, sfiorando degli oggetti sugli scaffali, ammirando la grande quantità di cianfrusaglie dentro quel banco dei pegni.
“Non ho bisogno di niente, vi ringrazio” aggiunse l'uomo.
“Lo vedo, il tuo negozio è pieno, non ti servono di certo altri oggetti. Ma c'è qualcosa che posso darti.”
“Cosa potrebbe mai offrirmi una ragazzina che abbia alcun valore?”
Lei smise di camminare e si voltò nella direzione di Gold.
Regina si schiarì la voce, guardando Rose con severità.
“Non lascerò mai ad una sedicenne stringere un patto con l'Oscuro. Sono venuta qui perché sono io che farò questo accordo, non voglio sentire storie.”
“Come ho detto, non voglio stringere alcun patto” si rifiutò nuovamente Tremotino.
“Neanche se ti offrissi la possibilità di dire addio?” chiese Rose, avvicinandosi nuovamente al bancone del negozio.
“Di dire addio?”
Lei annuì.
“Perché no?” domandò, sorridendogli. “Scrivi una lettera. La porterò a tuo figlio, l'ultima volta che è stato umano e in vita, la porterò a Belfire e lui la leggerà dopo la tua morte, dopo il tuo gesto eroico con Pan. Potrai dirgli addio. Ma non avvertirlo degli eventi futuri, non una parola sull'avvenire. Non ci è concesso cambiare il passato senza terribili ripercussioni.”
Gold non rispose. Abbassò lo sguardo.
“Va bene.”
Rose sollevò una mano nella sua direzione.
“Siamo d'accordo allora. Torneremo domani mattina per la pozione e la lettera.”
Lui strinse la mano della ragazza, sospirando.
“Andatevene prima che cambi idea.”

“Non avresti dovuto farlo. Non avresti dovuto ignorare quello che ti stavo dicendo, non mi piace affatto questa storia.”
“Mi dispiace, Regina. Ma ti assicuro che questo è l'unico modo per salvare Danny.”
Regina accelerò il passo.
“Non oso immaginare a cosa potresti arrivare per trovare Perry.”
La ragazza si fermò di colpo, afferrando Regina per un braccio e facendo fermare anche lei.
La guardò negli occhi e scosse lentamente la testa.
“Non sono qui per Perry. Non sono qui per combattere questa guerra. Non posso partecipare agli eventi che la causano.”
Regina corrugò la fronte.
“Perché no?”
“Hai sentito Gold. È già abbastanza grave che io sia nella mia stessa linea temporale, non posso restare molto a lungo. Domani mattina prenderò la sua lettera ed andrò via.”
Regina scosse la testa.
“Ma allora perché sei venuta se non puoi aiutarci?”
Fu Rose quella volta a corrugare la fronte con confusione.
“Perché potevo fare una cosa. Una soltanto. Potevo salvare Danny.”
Regina fu sorpresa dalla sua risposta.
“Hai fatto tutto questo sforzo ed usato tutta questa magia per salvare una singola vita? Siamo alle porte di una guerra narrata da un'antica profezia e tu ti sei fatta in quattro per salvare soltanto una persona?”
La ragazza la guardò come se la vedesse per la prima volta, come se fosse un'estranea, come non l'aveva guardata neanche quando si erano conosciute nel bosco.
Sollevò una mano, sfiorando delicatamente il suo volto in una carezza affettuosa.
“Sei così giovane. Così spezzata. Ti ho sempre vista troppo felice e adesso sei soltanto” si strinse nelle spalle. “Un soldato” concluse con voce tremante. “Conti le vite come dei numeri, ma non lo sono. Mia madre mi ha insegnato qualcosa che adesso io voglio insegnare a te, Regina. Qualcosa di straordinario.”
Il tocco della sua mano la confondeva. Era così familiare, ma allo stesso tempo nuovo. Estraneo ma affettuoso.
Quella ragazza era un'anomalia, una cicatrice nel tempo. Era come se Regina la conoscesse da sempre, come se fosse predestinata ad incontrarla.
“Ogni singola vita è importante. Ogni singola vita è essenziale.”
Quella frase così semplice scosse il suo mondo.
Una ragazza di sedici anni si faceva in quattro per salvare una vita. Una singola vita. Una singola persona.
Lei avrebbe fatto altrettanto.
Anche una sola persona poteva fare la differenza. Una sola vita.
Pensò alla sua vita, a come sarebbe stata senza Henry o Emma. Per qualcuno, da qualche parte, Danny era quello, era la persona più importante nell'intero universo. La sua vita era importante, era essenziale. Doveva essere salvata.
Annuì con decisione.
“Tua madre è una donna estremamente saggia, Rose.”
Lei sorrise.
Quel sorriso spontaneo e ingenuo a cui Regina si era già affezionata.
“Non immagini quanto.”

Emma aveva appena finito di guarire le ferite di Danny usando la magia quando sentì dei passi veloci entrare nella cripta.
“Danny” Laura si lanciò verso la sedia, abbracciando di slancio la ragazza. “Sono così sollevata, sei sana e salva.”
Emma afferrò immediatamente Laura, allontanandola dalla ragazza.
“Non esattamente salva. È ancora sotto il controllo di Perry. Regina e Rose sono andate da Gold a farsi dare il contro incantesimo per liberarla definitivamente.”
Carmilla si avvicinò con cautela alla sedia.
“Riconosco quello sguardo tormentato e rabbioso. Meglio tenersi a distanza.”
Emma annuì il suo assenso.
“Non la lascio qui” disse Laura con risoluzione.
“Dobbiamo tornare alla villa, parlare con Regina e decidere cosa fare” le fece notare Emma.
“Non la lascio e basta” la contraddisse nuovamente Laura.
Emma sospirò, voltandosi verso Carmilla, che le rivolse uno sguardo rassegnato, annuendo.
“Tienila al sicuro, ok? Se qualcosa, qualsiasi cosa, va storta, voglio che mi chiamiate immediatamente.”
La mora annuì.
“Non preoccuparti. Non ho intenzione di rischiare la pelle per permettere a Xena la principessa guerriera di tornare alla mercé di mia madre.”
“Non sto scherzando. Fate attenzione, vi prego. Qui siete al sicuro, niente può entrare nella cripta, ma non significa che Danny non possa farvi del male.”
“Faremo attenzione” promise Carmilla.
Emma sospirò, rassegnata.
“Tornerò il prima possibile.”

Quando entrò dentro casa, sentì immediatamente dei rumori provenire dalla cucina. Si chiese come fosse venuto in mente a Regina di mettersi a cucinare con tutto quello che stava succedendo, ma quando entrò rimase sorpresa da ciò che vide.
“Henry.”
Suo figlio aveva apparecchiato la tavola in soggiorno e stava cucinando.
“Mamma, sei a casa. Almeno tu.”
“Cosa stai facendo, dove sono tutti?”
“David e Bianca sono tornati a casa da Neal, mentre JP e LaFontaine sono andati con Ruby e Mulan alla tavola calda. Ruby si è offerta di far avere loro una delle stanze da Granny, in modo che casa nostra non fosse sovraffolata.”
Emma gli sorrise.
“È stato un pensiero gentile da parte loro, ma credo che Laura e Carmilla rimarranno alla cripta per stanotte. Abbiamo trovato Danny e Laura sembrava determinata a rimanere con lei.”
Il ragazzo annuì, abbassando lo sguardo.
“Beh, nessuno mi vuole dire quello che sta succedendo, quindi ho pensato che nel frattempo potevo preparare qualcosa nel caso in cui foste tornate per cena. Ho messo in forno delle lasagne che mamma aveva congelato e preparato del pollo arrosto.”
“Sei stato premuroso, Henry. Grazie.”
Lo abbracciò forte e gli baciò la testa.
“Ho pensato che per una volta potevo essere finalmente io a prendermi cura di voi.”
Emma sorrise.
Era davvero speciale il modo in cui, anche se non l'avevano fatto sentire incluso nel loro piano, quella volta, Henry non se la fosse presa con loro, ma facesse tutto per sostenerle ed aiutarle come poteva.
La porta si aprì di nuovo, proprio mentre il timer del forno iniziava a suonare.
Regina e Rose entrarono, la donna più grande fu sorpresa quanto Emma dal vedere tutto pronto e già in tavola.
“Henry.”
Il nome non fu pronunciato da Regina, ma dalla ragazza al suo fianco.
La sua espressione era di attonito stupore.
Il ragazzo si voltò verso di lei, sorridendole.
“Non ci siamo ancora conosciuti, io sono il figlio di Emma e Regina.”
Tese una mano nella sua direzione, ma lei non vi fece caso, si avvicinò a lui e sollevò una mano, spostandogli i capelli dalla fronte e accarezzandogli una guancia.
Quando si accorse dello sguardo confuso del ragazzo ritrasse la mano bruscamente.
“Mi dispiace, sono mortificata” si scusò con un sorriso. “Non pensavo che ti avrei visto da ragazzo, sei così piccolo.”
Lui corrugò la fronte.
“Non sono molto più piccolo di te, no?”
Lei rise, scuotendo la testa.
“Al contrario. Sei molto, molto più grande.”
Lui continuò ad essere perplesso. “Neanche questo mi sembra accurato” le disse.
Rose scosse la testa, ridendo della sua confusione.
“Un giorno capirai” lo informò.
Regina capì che era il momento di intervenire.
“Sediamoci a tavola e ceniamo con calma. Possiamo pensare dopo a tutto il resto.”
Sorrise a suo figlio, offrendosi di aiutarlo a tirare fuori dal forno le cose che aveva preparato.
Emma aggiunse un piatto per Rose e si sedettero a tavola, ridendo e parlando del più e del meno, senza nominare la guerra, la profezia, la creatura che tutti temevano.
Cercando, come da loro tradizione, di fermarsi ed apprezzare quello che avevano anche nei momenti più frenetici, ringraziando il destino per quello che aveva loro concesso.
E si sentirono, più che mai, a casa.

Rose era appoggiata a lato del camino, guardava le fiamme muoversi e la legna bruciare, ma la sua mente era altrove.
“Hai acceso il fuoco.”
La voce di Emma la fece sobbalzare.
“Perdonami, non volevo spaventarti.”
“No, sono io a dovermi scusare, avrei dovuto chiedere il permesso prima di accendere il camino, questa non è casa mia.”
Emma non rispose, ma si avvicinò alla ragazza.
“Sai, per una persona che non è a casa sua, ti muovi piuttosto bene tra queste mura.”
Lei scosse la testa, abbassando lo sguardo.
“Sei mia sorella, non è vero?”
Lo sguardo di Rose scattò in alto, verso gli occhi di Emma e la guardò con espressione indecifrabile.
“Regina ha fatto un incantesimo per rivelare una creatura che la segue ovunque vada e tu sei improvvisamente apparsa, dicendo che eri stata chiamata qui. Ed è una coincidenza curiosa che recentemente lei abbia passato un sacco di tempo con mia madre. E tu hai accennato durante la cena al non poter rimanere a lungo perché stai incrociando la tua stessa linea temporale. Bianca è incinta, non è così? Tu sei mia sorella.”
Rose si schiarì la voce.
“Non posso rivelare niente riguardo il futuro.”
Stavolta fu Emma ad abbassare lo sguardo per osservare le fiamme.
“Carmilla ha detto che tu sarai colei che le rovinerà la vita ed infrangerà il mondo come lei lo conosce. Il tuo destino è intrecciato a quello di Regina, in qualche modo.”
“Lo è. Perché questo sembra turbarti così tanto?”
Emma la guardò nuovamente negli occhi, con aria determinata ma allo stesso tempo preoccupata.
“Perché è una scelta impossibile. Non si può scegliere tra una sorella e il vero amore. Non voglio che si arrivi a questo.”
Rose le sorrise, cercando di rassicurarla.
“Non dovrai scegliere tra una sorella e Regina. Te lo assicuro, non dovrai scegliere.”
“Non dovrò scegliere se vieni prima tu o se viene prima lei?”
“Assolutamente. Mai.”
“Come ne sei così sicura?”
Lei si strinse nelle spalle.
“Te l'ho detto, non c'è una scelta da fare. Il motivo per cui il mondo di Regina verrà sconvolto sarà che cercherà con ogni sua forza di salvare la creatura di cui Carmilla ha parlato. La conosci, meglio di chiunque altro al mondo. Sai di cosa sarebbe capace per proteggere qualcuno che ama.”
“Qualcuno che ama” ripeté con voce sommessa. “Quindi ho ragione. È una bambina. Quella creatura, sei tu.”
Rose sostenne il suo sguardo per molti istanti, ma alla fine, senza riuscire a negare l'evidenza, annuì.
“E Regina ti amerà mentre tu la distruggerai.”
Rose afferrò il braccio di Emma con la propria mano, entrando nel suo spazio personale.
“La comprendo, adesso. Quell'ombra nei tuoi occhi quando di tanto in tanto ti colgo a guardarmi. Ma io so che anche tu farai l'impossibile nel tentativo di salvarmi. E anche se doveste fallire, anche se io non potessi mai venire al mondo, voglio che ascolti attentamente quello che sto per dirti e che ne fai tesoro, per cancellare quell'ombra dai tuoi sguardi.”
Emma corrugò la fronte, in attesa delle parole così importanti, essenziali, che quella ragazza stava per dirle.
“Io ti perdono.”
“Per cosa?”
“Avermi guardato e parlato come se avessi preferito che non fossi mai esistita. Ma non avresti mai potuto sapere. Ed io ti perdono.”
Emma continuò a guardarla con confusione, finché Regina entrò nel soggiorno, interrompendo la loro conversazione.
“Ti ho preparato la camera degli ospiti, vieni, ti accompagno al piano di sopra.”
La ragazza sorrise, annuendo.
Quando Regina fu uscita di nuovo, si voltò verso Emma.
“Quello sguardo nei tuoi occhi, solo io e te in tutta la storia del mondo sappiamo quanto fa male e cosa significa. Un giorno capirai le mie parole, Emma.”
Senza aggiungere altro, seguì la donna che stava salendo le scale, lasciando Emma a contemplare le sue parole.







Fatemi sapere cosa ne pensate, se volete farmi un regalo!
A presto, un abbraccio e Buone Feste!
  
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