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Autore: Kurrin Bright    25/12/2015    1 recensioni
[Tales of Xillia]
{Jude/Milla | Ambientata nel seguito di Xillia}
Ogni membro del gruppo di amici e compagni d'avventure si organizza per far sì che il loro Natale in compagnia sia indimenticabile.
A Jude e Milla sono state affidate le decorazioni e il riempimento dell'albero di Natale e, mentre si ritrovano completamente soli nell'appartamento dei Kresnik, lei si ritrova a chiedersi il perché di questa festività e dei suoi costumi.
Storia partecipante all'iniziativa The Secret Santa Quest di Laxirya.
Buon Natale, alister. ♥
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Jude si guardava intorno con gli occhi stanchi, scuotendo la testa avvolta dai capelli scompigliati.
«Potresti ricordarmi perché Ludger, Elle e gli altri hanno affidato a noi la fatica di appendere le decorazioni?» domandò, appoggiando una mano sulla schiena dolente.
«Ludger e Rowen si occuperanno del cibo, Elle ed Elize hanno comprato e scelto le decorazioni, Sua Maestà e Muzèt l'albero, Alvin e Leia gli ingredienti per pranzo e cena… qualcuno doveva pur farlo» rispose Milla, raggiungendolo verso l’uscio della porta di casa Kresnik, per poi appoggiare una cassa la quale, una volta raggiunto il suolo, scatenò un frastuono pesante come la massa che conteneva.
«Ora capisco perché nessuno voleva occuparsene: queste casse pesano tantissimo! Quanta roba hanno comprato le due? Per non parlare dell’albero e di come lo abbelliremo…» sospirò il ragazzo, piegandosi sulle ginocchia.
La donna gli diede una pacca incoraggiante sulla spalla.
«Forza però, gli altri arriveranno presto e abbiamo tutta questa roba da distribuire in giro e inoltre… devi spiegarmi ancora perché voi umani avete ogni anno la necessità di festeggiare questo “Natale”!» esclamò la signora degli spiriti, aprendo delicatamente la porta dell’appartamento; Jude sospirò nuovamente, ma nel suo respiro si accumulava sempre meno fatica. Varcata la soglia dell’abitazione, iniziarono ad aprire all’unisono gli scatoloni.
«Innanzitutto, Jude… perché l’albero finto? E perché lo riempite di sfere colorate e di stelle finte?» domandò Milla, tenendo tra le mani una ghirlanda bianca come la neve a cui era legato un fiocchetto vermiglione.
«L’albero è il simbolo di questa festa da secoli» spiegò Jude, sistemando l’abete di plastica al centro della sala.
«Mettiamo su esso tutto questo perché… beh… senza decorazioni sarebbe spoglio e triste, non credi?» continuò Jude, nascondendo una mano dietro alla nuca. Milla ridacchiò, portandosi una mano sul fianco.
«Trovo triste anche la tua effettiva conoscenza dell’argomento, sai?» disse, notando che le guance del giovane erano sempre più simili a petali di ciclamini a causa dell’imbarazzo.
«Scusa, il fatto è che in sedici anni di vita non ho mai visto la necessità di farmi domande sul Natale!» esclamò, ritirando la mano come un animale mansueto che torna nella sua tana.
«Tu, piuttosto, perché a Nia Khera non hai mai chiesto a nessuno queste cose? Eppure anche voi lo festeggiate!» commentò, nel tentativo di arrestare la vergogna con l’appendere le prime palline sull’albero, alzandosi in punta di piedi.
«Certo che lo festeggiamo, ma mai prima d’ora ho avuto l’occasione di parlarne in maniera interessante con una persona come te» ribatté la spadaccina, frugando nuovamente la mano negli scatoloni per trovare qualcosa da appendere, seguendo le azioni di Jude.
A un certo punto, i suoi occhi furono attratti da alcune minuziose campanelle dorate e dal loro suono cristallino.
«Queste sono per Rollo? Perché le hanno messe tra le decorazioni?» domandò sorridendo, mentre era impegnata a giocherellare con esse.
«Ehm, no! Anche le campane sono decorazioni, servono a simboleggiare la gioia dell’arrivo del Natale!» esclamò il dottore, con l’aria fiera e sicura, opposta alla timidezza precedente. Milla sorrise, socchiudendo gli occhi rosa scuro.
«Ti stai per caso inventando i significati?» chiese, accompagnando la domanda con una risata fragorosa.
«No!» gridò Jude, mostrando sempre più orgoglio.
«Le campane ci sono sempre quando belle notizie sono in arrivo, o sbaglio?»
La donna mosse leggermente le spalle verso l’alto, quasi come a mostrare rassegnazione di fronte all’inaspettata sicurezza del compagno d’avventure.
«Se lo dici tu...» sospirò, continuando ad aiutarlo con gli addobbi festivi.
 
 
 
Qualche ora dopo, l’appartamento era completamente pieno di ghirlande e lucine artificiali, l’abete trionfava al centro con i suoi colori e con i bagliori del vetro che ricopriva le palline e dalla tenera stoffa dei fiocchi. Da grigia, quell’abitazione fu rivestita completamente di rosso, verde, bianco e oro.
Jude asciugò il sudore sulla sua fronte, abbozzando un sorriso soddisfatto; nel frattempo, Milla si accorse che un’ultima decorazione giaceva sul fondo di una scatola: un piccolo raggruppamento di foglie con fiori bianchi.
«Jude, ci siamo dimenticati di questo» annunciò la signora degli spiriti. Lui corse a vedere di cosa si trattasse e, appena le sue iridi di topazio si posarono su esso, le sue guance tornarono a tendere verso il rosa scuro.
«Quello è vischio… non simboleggia niente di particolare, semplicemente si appende al soffitto e…» per quanto si sforzasse, non riusciva a finire la frase.
«Un momento… lo riconosco! Si appende al soffitto e le persone che sono sotto a esso si baciano…» disse Milla, finendo inaspettatamente ciò che pensava il ragazzo, il quale annuì timidamente e i cui occhi diventavano sempre più lucidi, trasformandosi in specchi d’acqua dorata. A quel punto, lei si alzò, ponendo il vischio su una ghirlanda sopra le loro teste, per poi cingerlo tra le sue toniche ma snelle braccia.
 
«Se questo è ciò che vuoi…»
 
Il suo sussurro fu seguito dall’incontro delicato tra le loro labbra, il contatto delle quali fu seguito da un formicolio che si diffondeva per entrambi i corpi; le mani di Jude attraversavano alla rinfusa i biondi capelli della spadaccina, che lo stringeva sempre più forte.
Nel matrimonio tra le due bocche, le lingue continuavano a giocare e a rincorrersi senza vergogna, accarezzandosi appassionatamente a vicenda e avvolgendosi l'un l'altra, facendo mescolare dolcemente la loro saliva.
Lentamente, molto lentamente, esse si separavano nella stessa maniera con la quale si erano incontrate.
Senza fuggire dall’amplesso, Jude sussurrò: «Milla, ancora non ti ho detto la cosa più importante del Natale: non è una semplice festa, è un modo per stare vicini a tutte le persone che amiamo… quindi voglio dirti, con tutto il cuore… grazie»
   
 
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