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Autore: hart_kinsella    25/12/2015    0 recensioni
Uno sguardo al primo Natale di Zoe e Wade insieme a loro figlio.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Wade Kinsella, Zoe Hart
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SORPRESA!!! :D
Nei giorni scorsi mi sono lasciata prendere dall'atmosfera natalizia e inevitabilmente sono finita ad immaginarmi il primo Natale di Zoe e Wade insieme al loro bambino...e quindi mi sono messa a scrivere questa fan fiction.
E' il mio regalo di Natale per voi, una storia piena di fluff (spero non troppo sdolcinata) che mi ha scaldato il cuore scrivere e che, spero, farà spuntare un bel sorriso anche sui vostri volti.
Mi farebbe piacere se mi lasciaste una recensione dicendomi che ne pensate!
Ora non mi resta che augurarvi buona lettura e...buon Natale! ^_^

 

La rimessa, la cui facciata è illuminata da fili di lucine bianche che brillano nella luce rosata dell'alba, è silenziosa nelle prime ore del mattino. In casa campeggia un maestoso albero di Natale fittamente decorato, una Menorah invece è appoggiata sul davanzale della finestra, in onore delle origini ebraiche di Zoe.

Proprio lei dorme placidamente, abbracciata a suo marito Wade, che le circonda la vita con un braccio, ancorandola a sé, quasi a volere proteggerla dai pericoli del mondo esterno.

Il pianto concitato di un bambino proveniente dal walkie talkie appoggiato sul comodino spezza quell'insolita quiete, svegliando all'istante entrambi, che si guardano intorno per qualche secondo con quello smarrimento tipico di chi si risveglia bruscamente.

Wade sospira, staccandosi controvoglia da Zoe, mentre, con i capelli arruffati, allunga una mano verso il comodino per afferrare il walkie talkie, che sventola sotto gli occhi di sua moglie “Tuo figlio”

“No, tuo figlio” Ribatte con un mugugno Zoe, infilando la testa sotto il cuscino per cercare di non sentire le urla degne di un'aquila del bambino di quasi nove mesi che sta al piano di sopra “Hey, almeno ha resistito fino alle cinque del mattino stavolta!” Biascica con la voce impastata dal sonno e la faccia provata da mamma che ormai si trascina dietro da mesi, ben lontana dal viso luminoso e riposato che ha sempre sfoggiato.

“Uhm, direi che questo è il nostro regalo di Natale, Doc...è un periodo di miracoli, no?” Lei non può fare a meno di sorridere sentendo quelle parole pronunciate da Wade con un sorrisetto ironico e stanco insieme. Poi, quando Zoe fa per alzarsi per raggiungere il figlio ancora piangente, lui la trattiene per un braccio, guadagnandosi un'occhiata interrogativa “Ci penso io, mamma, tu rimettiti a dormire: non hai chiuso occhio l'altra notte per calmarlo”

Zoe si limita a guardarlo con fare riconoscente, troppo stanca per riuscire a pronunciare anche solo una parola, prima che Wade scenda dal letto e con andatura ciondolante si diriga nella stanza del figlio al piano di sopra.

Quando l'uomo apre la porta della cameretta, fiocamente illuminata da un proiettore che diffonde le sue luci multicolore sulle pareti ad intervalli regolari, il bambino sta ancora piangendo a squarciagola.

“Hey, piccolo. Che c'è che non va?” Gli chiede Wade, affacciandosi al lettino dove suo figlio dimena le gambe urlante “Shh, papà è qui adesso” Sussurrandogli queste parole, Wade lo solleva dal lettino e, sorreggendogli la testa, lo appoggia al suo petto, facendolo lentamente calmare mentre si dondola piano da una parte all'altra nella stanza semibuia, rischiando seriamente di addormentarsi lui stesso prima del bambino.

Zoe si sta appisolando di nuovo, non sentendo più rumori provenire dal piano di sopra, quando Wade ritorna in camera da letto con il figlio tra le braccia. Non appena li vede insieme, lei si solleva a sedere, la fronte aggrottata, come a chiedere al marito una silenziosa spiegazione della presenza del bambino lì.

“Ho pensato di risolvere il problema alla radice. E poi è la notte di Natale, no? Per una volta possiamo anche infrangere le regole e farlo stare con mamma e papà” Le bisbiglia lui, con l'accenno di quel sorriso che sa essere per Zoe irresistibile, mentre adagia delicatamente il frugoletto, ancora sveglio ma ormai silenzioso, nel lettone, tra i due guanciali.

Zoe, guardando il figlio che fissa gli occhioni verdi uguali a quelli del padre nei suoi, si lascia scappare un sospiro intenerito e si sposta per fargli spazio nel letto “E va bene, direi che possiamo farlo dormire con noi per questa volta. Vero, tesoro?” Chiede in un sussurro al bambino, carezzandogli con una mano il pancino, mentre lui fa un gorgoglio indistinto, ma chiaramente felice.

“Ma che tutina gli hai messo?!” La domanda divertita e quasi sconcertata insieme di Wade spezza il momento tra madre e figlio, mentre Zoe, ormai sdraiata su un fianco e completamente persa nel bambino, alza lo sguardo sul marito seduto sulla sponda del letto.

“Cos'ha questa tutina che non va?” Gli domanda, sinceramente ignara di cosa lui intenda, Zoe.

Wade sorride, cercando di capire se la moglie stia scherzando o faccia sul serio, mentre si sfiora il labbro inferiore con un dito e il suo sguardo si posa di nuovo sulla tutina bianca del figlio che recita in rosso “Caro Babbo Natale, definisci il concetto di 'buono'. Baci, Jack”. Il bambino, sentendosi osservato, solleva le gambe, sorridendo, come se volesse mettersi in mostra per il suo papà, che lo fissa intenerito e poi torna a guardare Zoe “Non ha niente che non va...” Dice, rimettendosi sotto le coperte a fianco di Jack, che lui sta particolarmente attento a non travolgere con il proprio peso “...è che a volte penso che ti lasci prendere un po' troppo la mano, tutto qui” Conclude, sdraiato nello stesso modo della moglie, a cui fa un sorriso che in parte attenua la sottile vena di rimprovero di quelle parole.

“Hey, mio figlio è il bebè più alla moda della città!” Ribatte lei, adombrandosi leggermente risentita e strappando un sogghigno a Wade, che sfiora la piccola testa pelata di Jack con una carezza.

“Con Froda Long come unica competizione, sicuramente vince facile!”

Zoe, il cui malumore scompare all'istante, ridacchia divertita come fa lui, nella semioscurità della stanza e nell'intimità di quelle chiacchierate fatte a bassa voce di primissima mattina che ormai per loro sono diventate quasi la normalità. Jack, sentendo le risate dei suoi genitori, si rallegra, sempre meno propenso a tornare a dormire, mentre cerca di afferrarsi i piedini con le mani.

“Sai che c'è?” Chiede Zoe a Wade, una volta che le loro risate sono sfumate, mentre guarda con occhi adoranti il figlio, che non si perde neanche uno scambio di battute tra la sua mamma e il suo papà.

“Mmm?” Dice Wade, la testa appoggiata ad una mano e gli occhi che fanno fatica a restare aperti.

“Mi piace avere Jack qua in mezzo a noi, ci sta bene” La donna abbassa lo sguardo sul cucciolo d'uomo sdraiato accanto a lei e gli fa una smorfia buffa, sfiorandogli poi il nasino perfetto con un dito.

A Wade il cuore si gonfia d'amore nel petto come ogni volta che si ritrova a guardare i due amori della sua vita: è un sentimento che lo sorprende e lo atterrisce ancora oggi “Sì, è vero” Bisbiglia lui, incantato da suo figlio, prima che uno sbadiglio lo colga di sorpresa e il sonno arretrato lo travolga di nuovo come un treno “Adesso però dormiamo, che ne dici? Anche tu, birbante!”

Jack non può fare a meno di sorridere scorgendo lo sguardo fintamente minaccioso che gli rivolge suo padre, prima che quest'ultimo poggi la testa sul cuscino come, dall'altra parte del letto, fa Zoe.

Rivolti l'uno verso l'altra, il figlio sdraiato nel mezzo, i loro sguardi si incontrano “Hey, buon Natale, Doc” Sussurra Wade a sua moglie, guardandola con tutto l'amore del mondo, mentre il suo braccio si allunga fino ai suoi fianchi, proteggendo nel frattempo anche Jack.

“Buon Natale, Wade” Gli risponde Zoe, prima di sporgersi verso di lui facendo attenzione a non fare male al bimbo in mezzo a loro e stampandogli un delicato e tenero bacio sulle labbra, mentre con una mano gli sfiora una guancia e Wade si gode quel contatto ad occhi chiusi.

Poi, il sonno si impadronisce di nuovo del loro nucleo compatto, di quel rifugio sicuro che è diventata la loro famiglia.

 

“Come abbiamo fatto a dormire fino a così tardi?!”

L'orologio segna quasi mezzogiorno quando Zoe corre da una parte all'altra della rimessa, cercando di infilare i piedi dentro le scarpe e al contempo di legarsi i capelli.

Wade, che sta cambiando il pannolino a Jack sul fasciatoio al piano di sopra, rimane imperturbabile mentre sua moglie sembra una scheggia impazzita “Avevamo bisogno tutti e tre di recuperare un po' di sonno arretrato!” Le urla in risposta con tutta la calma del mondo, prima di rivolgersi a suo figlio a voce abbastanza bassa perché Zoe, che sta salendo le scale, non possa sentirlo “Spero per te che tu non abbia preso da tua madre tutta quell'agitazione” Jack fa un versetto quasi divertito al tono e allo sguardo cospiratori di suo padre, che gli bacia la fronte facendogli un leggero solletico.

“Sì, ma così faremo tardi! Si staranno già chiedendo dove siamo finiti” Ribatte Zoe, affacciandosi sulla porta della stanza del bambino.

Wade si stringe nelle spalle, senza alzare lo sguardo dal figlio “È mio padre, Doc: non dobbiamo andare alla Casa Bianca o qualcosa del genere...smettila di agitarti” Cerca di rassicurarla, sollevando il bambino ormai asciutto e pulito dal fasciatoio.

“Lo farò quando sarete tutti e due vestiti. Dallo a me, tu preparati intanto”

Sapendo che tanto non riuscirà a far ragionare sua moglie, Wade mette Jack tra le sue braccia con un sospiro rassegnato “Va bene, tu però rilassati. Vi aspetto giù” Zoe fa un lieve verso d'assenso, mentre lui le stampa un bacio sulla guancia passandole accanto.

Poco più tardi, Zoe, la borsa con le cose di Jack su una spalla e il figlio tra le braccia, scende al piano inferiore, dove Wade, pronto a tempo di record, li sta aspettando accanto alla porta di ingresso.

“Wow” È l'unica cosa che lui riesce a dire quando vede la mise del figlio: un'adorabile tutina verde da elfo con tanto di bottoni disegnati e colletto rosso.

“Non è perfetto?!” Domanda Zoe con aria fiera, prima di stampare a Jack un rumoroso bacio su una guancia paffuta.

“Uhm...” Si limita a dire Wade con la fronte aggrottata, mentre mamma e figlio scendono gli ultimi gradini “Aspettatemi qui” Con un balzo, è già sulle scale, lasciando Zoe a bocca aperta.

“Ma dove vai?! Siamo già in ritardo!” Gli grida lei, confusa “Tuo padre non cambierà mai!” Bofonchia poi rivolta a Jack, mettendolo più comodo tra le sue braccia.

“Ci sono, ci sono!” La tranquillizza suo marito, scendendo a perdifiato le scale, mentre sventola tra le mani un cappellino a righe bianche e rosse, che mette sulla testa del figlio sotto gli occhi spalancati per lo stupore di Zoe “Adesso sì che è perfetto. E starà al caldo, vero piccolo?” Chiede con tenerezza a Jack, accarezzandogli la testa ormai coperta, mentre Zoe per poco non scoppia a ridere in faccia a suo marito, che si schermisce un po' “Che c'è?”

“Ero io quella che si stava lasciando prendere la mano?!” Lo canzona lei, riferendosi all'appunto che Wade le ha fatto solo qualche ora prima.

“Ho solo pensato che, se dev'essere un elfo, deve almeno entrare completamente nella parte” Dice lui, scrollando le spalle come a minimizzare la cosa, improvvisamente con tanta voglia ed urgenza di andarsene “Ci muoviamo o no?”

Zoe lo segue fuori di casa ridacchiando incredula, mentre si scambia un'occhiata con il figlio-elfo.

 

Dopo un breve tragitto in auto, i tre arrivano a casa di Earl: Wade libera il figlio dal seggiolino della familiare con cui, mesi prima, ha sostituito la sua storica Chevelle e in un attimo i tre Kinsella bussano alla porta, a cui Mae, la compagna del padre di Wade, risponde dopo pochi istanti, illuminandosi in volto non appena li vede.

“Eccovi qui, finalmente! Entrate, forza: il pranzo sarà pronto tra poco”

Dentro, la vecchia dimora nei boschi del patriarca Kinsella è decisamente più calda ed accogliente di quanto non lo fosse prima dell'arrivo di Mae, e si perde il conto delle decorazioni natalizie, come Zoe e Wade hanno subito modo di notare guardandosi brevemente intorno.

“Grazie, Mae. E scusaci per il ritardo, eravamo sfiniti dopo avere passato l'altra notte insonne!” Si giustifica Zoe con un sospiro, mentre si sistema meglio sulla spalla la borsa con le cose del bambino.

“Oh, non c'è problema: e poi, come ce la si può prendere con un faccino così tenero?!” Tutta l'attenzione di Mae è rivolta a Jack che, in braccio a suo padre, scalcia contento di tutte quelle attenzioni.

“Papà dov'è? Non sarà mica caduto di nuovo nella buca in giardino, vero?” Il tono di Wade vuole essere scherzoso, ma sotto sotto c'è una punta di reale preoccupazione all'idea di Earl alle prese con quella trappola che si ostina a non voler chiudere, dicendo che solo così riesce a liberarsi degli animali del bosco che si avvicinano troppo a casa sua.

In quel momento, si sente un “ho-ho-ho” provenire dal fondo del corridoio e Zoe e Wade si scambiano un'occhiata perplessa, mentre Earl, impeccabilmente travestito da Babbo Natale, fa il suo arrivo e Mae lo guarda sorridente, facendo cenno al nipotino acquisito di fare altrettanto.

“Buon Natale!” Zoe fa fatica a reprimere una risata vedendo il suocero così convinto nel suo costume, mentre quest'ultimo si avvicina a Jack, che lo guarda con gli occhioni spalancati “Ciao, Jack. Allora, ti sei comportato bene?” Chiede al nipote con la voce baritonale da Babbo Natale, a pochissimi centimetri dal suo viso.

Wade, leggermente seccato dalle trovate bizzarre del padre, scosta il figlio da lui “Papà...”

“Non chiamarmi così davanti a lui oggi, o capirà che non sono Babbo Natale!” Il modo in cui Earl riprende Wade e come tiene alla sua messinscena strappa un sorriso intenerito a Zoe e fa invece alzare gli occhi al cielo a suo marito.

Jack, intanto, quando il nonno si avvicina ancora a lui, gli tira dispettoso la barba bianca posticcia, ridacchiando quando Earl fa una smorfia buffa cercando di non far saltare la copertura.

“Ops!” Zoe si porta una mano alla bocca con espressione divertita, la stessa che compare sul viso di Wade, che sistema meglio il figlio tra le sue braccia.

“Tale e quale a suo padre...” Mugugna Earl, la voce da Babbo Natale momentaneamente abbandonata, mentre lancia un'occhiataccia a suo figlio, senza però riuscire a tenergli il muso a lungo, non quando Wade tiene le braccia il suo nipotino, per cui Earl farebbe pazzie.

Il resto della giornata trascorre in tranquillità, tra la tavola e lo squisito pranzo preparato da Mae, e il salotto, dove Jack, alle prese con i propri giocattoli, calamita come sempre l'attenzione di tutti.

“Ti ricordi lo scorso Natale? Jack era nella pancia e io ero grossa come una mongolfiera...” Zoe, seduta sul pavimento come il figlio, chiede a Wade, sdraiato a pancia in giù accanto a loro, mentre Earl e Mae sono indaffarati in cucina con il dolce.

“Eri adorabile” Puntualizza Wade, credendoci davvero, e facendole spuntare un sorriso innamorato sul volto “Anche se ti lamentavi di continuo” Aggiunge poi lui, con un sospiro esasperato.

“Hey!” Zoe, fingendosi risentita, gli lancia addosso un orsacchiotto di Jack che lo colpisce in pieno volto, mentre Wade ride e suo figlio, divertito, fa lo stesso “Uh, gli piace quando ti colpisco: motivo in più per farlo più spesso!” Quando il marito la guarda male, Zoe gli fa una linguaccia “L'anno scorso ci chiedevamo come sarebbe stato Jack, e adesso è qui con noi: a volte ancora non ci credo” Aggiunge, tornata seria, mentre gli accarezza distrattamente la testa e Wade annuisce, dando in pasto al bambino un dito che lui prova a stringere con la sua manina.

“Eri terrorizzata che non sapessimo come fare con lui, ma guardaci qua, Doc...ce l'abbiamo fatta”

Lei annuisce, incrociando gli occhi sinceri di Wade, che la guarda con tutto l'amore del mondo “Sì, è vero”

Zoe non avrebbe scommesso un centesimo su lei e Wade come genitori, ma nei nove mesi che hanno preceduto la nascita di Jack, e soprattutto negli altrettanti mesi che sono seguiti, si è dovuta ricredere: formano una bella squadra e ogni giorno, accanto al loro bambino, è una scoperta ed una gioia continua. Forse è anche il carattere solare e docile di Jack (a parte per i pianti notturni), così già tanto somigliante a suo padre, a completare la magia. Mentre sfiora la faccia di Wade con una carezza e lui le manda un bacio a fior di labbra, Zoe sa solo che non cambierebbe niente di quel loro accidentato, ma bellissimo viaggio.

E, mentre fuori i primi, inaspettati fiocchi di neve cominciano a cadere su Bluebell, lei e Wade fanno parlare con delle ridicole ed infantili voci i peluche di Jack, che, attento, non si perde neanche una parola, e si godono quel Natale in tre. Il primo di tanti altri che li aspettano e che sia Zoe che Wade non vedono l'ora arrivino.

  
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