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Autore: Alicetta01    25/12/2015    1 recensioni
"Tratto da Twilight"
E se i Cullen per una volta fossero i cattivi,o meglio gli antagonisti? E se la nascita di una nuova bambina stravolgesse l'armonia della famiglia dei vampiri vegetariani? E se questa nuova bambina fosse fin dalla nascita una vampira? E se la sua crescita si fermasse ai 17 anni? E se,ancora, l'incontro con il nemico naturale dei vampiri portasse ad un sentimento inevitabile?
Dal capitolo 
"Quindi erano tutte bugie. Lui non mi aveva pensato, nessuno lo aveva fatto.
Se avessi potuto, avrei pianto.
Mi ero solo illusa. Ma alla fine le persone sono fatte così. Ti illudono e ti gettano poi via. Anche gli sconosciuti lo fanno.
Solo, che a me era capitato troppe volte."
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(I capitoli dove i dialoghi non si vedevano sono stati corretti )
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black, Nuovo personaggio, Renesmee Cullen, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Successivo alla saga, Contesto generale/vago
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Ero lì, che mi rigiravo tra le coperte, perfettamente stirate, del mio letto. Il motivo del mio nervosismo era stata quella specie di visione. Jacks si era preoccupato, e mi aveva accompagnato fino alla porta di casa. Non voleva entrare, certo, un licantropo non era sempre ben accetto. Mi aveva raccomandato di raccontare ciò che avevo visto a qualcuno, ma subito dopo essere rientrata a casa, tutte le buone intenzioni erano letteralmente scomparse. Così, una volta salita in camera, mi era chiusa da sola nella stanza, e mi ero abbandonata sul letto, con la faccia schiacciata sul cuscino. Ma i miei pensieri non mi avevano lasciato, anzi, si erano intensificati, e sembrava che li potessi sentire parlare.
Chiusi gli occhi, mettendomi a pancia in sù. La visione lampeggiò veloce nella mia mente.
Era strana, e, più cercavo di non pensarci, succedeva che invece passavo la maggior parte del tempo sul rimuginarci sopra.
Sbuffai, infastidita. Dovevo tenermi occupata, forse quello sarebbe stato un metodo efficace contro il pensare.
Perciò mi misi a riordinare la mia camera. Potevo sembrare in effetti una maniaca dell'ordine, ma al momento non avevo niente da fare. Sistemai i vestiti, rifeci il letto, catturai ogni singolo batuffolo di polvere. 
Alla fine avevo esaurito pure questa cosa da "fare".
Guardai verso il letto, e decisi di tuffarmici di nuovo, affondando il viso nel cuscino.
La luna era limpida, ed illuminava la foresta attorno alla casa. Tutto era fermo, immobile. Non un rumore, né uno spostamento d'aria. Solo la luce soffusa della luna.
                             
         
                                ******


Il mattino non tardò ad arrivare. E con lui, pure i rumori. La calma quiete della notte era stata sostituita dalla frenetica vita mattiniera. 
Mi alzai barcollando. Poggiai i palmi delle mani sul vetro della finestra. I raggi del sole, però, filtravano appena dallo spesso strato delle nuvole.
Scesi in cucina, e osservai l'immacolata superficie d'acciaio, perennemente pulita e poco utilizzata. 
Mi diressi verso il frigo, per prendere un bicchiere di sangue. Lo bevvi velocemente, assetata. Il sapore ferreo del sangue mi invase la gola. La sete venne calmata. 
Ritornai in camera, per prendere lo zaino e dirigermi verso la scuola.
Anche questa volta decisi di andare a piedi.


Le lezioni passarono lente. La mensa invece, si concluse un po' troppo in fretta. Fui contenta che il tempo passò lento, perchè durante il pranzo Jacks non mi chiese niente sulla visione, e quindi ora, all'uscita, mi sarebbe toccato il terzo grado.
Quando uscii dalla porta della mia ultima lezione, iniziai a giocherellare con i pollicini, mentre andavo verso il parcheggio. Ero ansiosa. Una terribile emozione umana. Se un vampiro mi avesse visto, sono sicura che si sarebbe messo a ridere di fronte alla mia "umanità". Che poi volevo vedere quanto ero  stata effettivamente umana.
Spinsi la porta della scuola, ed una folata di vento mi colpì in pieno. Non mi mossi, ma se fosse capitato ad un umano, egli si sarebbe messo a tremare.
Dovevo smettela di paragonarmi agli umani.
Scrutai il parcheggio. Gli ultimo studenti che erano rimasti, se ne stavano andando. Non vidi nessun bestione dagli occhi verdi in giro. 
Nonostante il licantropo non fosse nei paraggi, non ero sicura di essere stata graziata dall'imminente interrogatoio. L'ansia non era ancora passata. Avevo...non proprio paura...ma non volevo deludere Jacks. Non potevo sapere se avrebbe accettato il fatto che non avessi parlato a nessuno della mia visione. 
Un'altra folata di vento mi scompigliò i capelli. Quasi senza volerlo il profumo del bosco mi entrò dal naso, per poi andarsi a stabilire nel mio cervello.
Mi girai. Eccolo. Con le braccia incrociate e con lo sguardo da poliziotto.
Sbuffai. Cavolo, l'avevo quasi scampata.
Jacks, come se mi avesse letto nel pensiero, mi disse:
<< Mi dispiace, ma adesso mi racconti tutto >>
Mi morsi l'interno guancia. Raccontare la verità? O mentire? Probabilmente se avessi optato per la seconda opzione Jacks mi avrebbe scoperto. Non ero mai stata brava a mentire. Una cosa ereditata molto probabilmente da mia madre.
Sospirai e incrociai le braccia.
<< Ehm... >> iniziai << Non l'ho detto a...nessuno >> chiusi un attimo gli occhi, avendo paura della reazione del licantropo davanti a me. Quando li riaprì, mi ritrovai Jacks più vicino.
<< Perchè? >>
Alzai gli occhi al cielo. Sapeva essere irritante.
<< Non lo so... >>
<< Non è una buona risposta >> affermò con tono seccato.
Ti prego, fa che non sia arrabbiato.
Sbuffai rumorosamente. 
<< Tanto dirlo a qualcuno non avrebbe migliorato le cose >>
<< A me lo vuoi dire? >> mi pregò Jacks, facendo gli occhi dfa cucciolo.
Gli feci la linguaccia, per poi appoggiare la mia mano contro la sua guancia. Chiusi gli occhi concentrandomi sulla visione. Jacks mise la sua mano sulla mia. Quel contatto mi fece trasalire. Era caldo e... estremamente piacevole.
Cercando di visualizzare l'immagine, mi concentrai ancora di più.
Al centro c'è un neonato, con gli occhi rossi. Non piange, non strilla. Solo, scruta l'ambiente circostante. Sopra di lei, a sinistra c'è un cubetto di ghiaccio. A destra, il fuoco che arde.
   
 
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