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Autore: Futeki    25/12/2015    13 recensioni
Il giorno dopo sarebbe stato la Vigilia di Natale. Hermione aveva comprato a Draco una sciarpa bianca su cui aveva fatto ricamare una piccola scopa dorata, simbolo di ciò che lui amava più di ogni altra cosa: volare. Non si era affatto soffermata a pensare al regalo che avrebbe ricevuto, ma se l’avesse fatto, non avrebbe di certo pensato a quello, che, date le dimensioni, il marchio e il palese astio di Draco per gli orecchini, poteva essere una sola cosa.
Un anello.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
- Questa storia fa parte della serie 'Rusty Halo'
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NOTA: Questa OS natalizia è ambientata dopo la fine della mia long Dramione, Rusty Halo, ma può essere letta autonomamente (i pochi riferimenti alla long sono segnalati alla fine) e senza pericolo di spoiler.

Un grazie speciale alla mia beta, Legar, che per me ha lavorato anche il giorno di Natale fino all’ultimo secondo: sei insostituibile.

 

 

WRAP ME IN YOUR LOVE

 

 

 

Turn out the lights

We just need the lights from the tree

The kids are in bed.

Side by side, the fire is bright,

on this oh so blessed night.

 

 

Hermione si svegliò con un braccio incastrato sotto il corpo di Draco, una gamba stretta tra le sue e l’altra bloccata tra le coperte verdi, avviluppate attorno a lei come serpi. Era ancora notte, un paio d’ore prima si erano addormentati stretti l’uno all’altra, sfiniti e soddisfatti. Faceva freddo e lei era completamente nuda, quindi provò a districarsi da quel groviglio di lenzuola per coprire entrambi.

Draco aveva le palpebre abbassate e il respiro pesante tipico del sonno profondo, ma Hermione lo fissò per qualche secondo, aspettandosi che aprisse gli occhi e la prendesse in giro come al solito. Invece lui non lo fece. Lei crollava esausta sempre per prima, quindi difficilmente aveva avuto l’occasione di guardarlo dormire, nonostante avessero trascorso insieme quasi tutte le notti nelle ultime settimane – perché Draco aveva sostenuto di non riuscire più a prendere sonno senza di lei, benché non ci fossero più pozioni o pericoli a impedirglielo; Hermione non gliel’aveva mai detto, ma anche lei temeva che il suo letto le sarebbe parso troppo vuoto e freddo senza di lui.

Draco sembrava un bambino mentre dormiva. Aveva un’espressione rilassata che raramente gli aveva visto in viso, le labbra leggermente schiuse e le ciglia tremolanti.

Smise di guardarlo non appena si rese conto che se avesse continuato a farlo non sarebbe riuscita a trattenersi e l’avrebbe baciato, rischiando di svegliarlo. Si alzò e prese il mantello che lui aveva lasciato sulla sedia e lo indossò. Era ormai tanto tempo che non si curava più dei colori dello stemma cucito sul davanti, quindi si limitò ad apprezzarne il calore e il profumo – il suo.

Prese posto sulla sedia e continuò a osservarlo da lontano, realizzando che se non si fosse costretta ad allontanarsi da lui ogni tanto, non sarebbe più riuscita a distinguere il confine tra loro.

Infilò le mani nelle tasche per tenerle al caldo e con le dita sfiorò qualcosa di duro. Ne estrasse una piccola scatola nera di forma cubica e, presa dalla curiosità, cercò senza successo di aprirla. In un secondo momento si accorse di un simbolo che non aveva notato prima, una piccola coroncina argentata incrociata con una bacchetta. Le ci volle un altro po’ di tempo per riconoscere il marchio di una gioielleria di Hogsmeade, davanti alla quale era passata decine di volte senza mai entrarvi.

Giunse istintivamente a una conclusione senza ancora averla elaborata razionalmente.

Il giorno dopo sarebbe stato la Vigilia di Natale. Hermione aveva comprato a Draco una sciarpa bianca su cui aveva fatto ricamare una piccola scopa dorata, simbolo di ciò che lui amava più di ogni altra cosa: volare. Non si era affatto soffermata a pensare al regalo che avrebbe ricevuto, ma se l’avesse fatto, non avrebbe di certo pensato a quello, che, date le dimensioni, il marchio e il palese astio di Draco per gli orecchini, poteva essere una sola cosa.

Un anello.

C’erano almeno un centinaio di ragioni per le quali Draco avrebbe potuto scegliere di regalarle un anello per Natale, ma lei le scartò una ad una fino a che non rimase con l’assurda, inaccettabile, incredibile idea che lui volesse chiederle di sposarlo.

Recuperò la propria bacchetta per provare ad aprire lo scatolino con la magia e l’ennesimo insuccesso non fece che dare credito alle sue supposizioni: Draco non voleva che lei lo trovasse.

Ma allora perché l’aveva con sé?

Le tornò in mente l’estrema cura con cui aveva posato il proprio mantello sulla sedia prima ancora di avventarsi su di lei e lasciare che il resto dei vestiti finisse un po’ ovunque nella Stanza delle Necessità – che si erano guadagnati abusando del proprio potere di Prefetti e spedendo a letto un gruppetto di ragazzini che stavano cercando, senza successo, di far comparire la porta passando davanti al muro un numero imprecisato di volte.

Stabilì, allora, che doveva averlo appena comprato o ritirato e probabilmente non aveva avuto modo di lasciarlo in camera sua prima di incontrare lei.

Mentre provava a ricostruire i suoi movimenti di quella sera, la colpì la consapevolezza che quanto aveva appena indovinato aveva implicazioni ben più grandi di quanto avesse realizzato.

Draco voleva chiederle di sposarlo.

Lei non aveva mai pensato al matrimonio. Certo, da bambina aveva immaginato una bella cerimonia – rigorosamente Babbana – con un abito bianco e tanti invitati, ma non ci aveva mai riflettuto sul serio.

Non si era neanche soffermata a figurarsi il suo futuro con Draco, semplicemente perché il loro rapporto era troppo recente e inaspettato per preoccuparsi di qualcosa che non fosse il presente.

Era presto e lei avrebbe dovuto dire di no.

Quasi le si spezzò il cuore a formulare quel pensiero. Sarebbe stata la scelta più razionale, lo sapeva, ma come poteva essere certa di non voler passare la vita con lui? Non era forse vero che il futuro doveva costruirselo un giorno alla volta, mettendo insieme un certo numero di domani?

Nel suo domani più prossimo, Hermione vedeva senza alcun dubbio anche Draco.

Rimise a posto lo scatolino dove l’aveva trovato, si tolse il mantello, lo adagiò sulla sedia e si infilò di nuovo sotto le coperte. Si avvicinò a Draco quanto poteva senza rischiare di svegliarlo e desiderò di essere rimasta incastrata con lui con le gambe, le braccia e la mente, così come lo era con il cuore.

 

***

 

 

The gifts lying there,

Cannot compare to the love you give,

Sealed with a kiss, for as long as I live.

 

 

Draco aprì gli occhi grigi e la trovò a osservarlo. Hermione non era più riuscita a dormire e aveva continuato a pensare. Si era chiesta come avrebbe reagito se lui l’avesse sorpresa la notte di Natale con quel regalo del tutto inaspettato e non aveva saputo rispondere.

Ma nell’esatto istante in cui Draco puntò lo sguardo su di lei e le sorrise, la strega comprese che c’era solo una cosa che avrebbe potuto dire se lui l’avesse fissata in quel modo.

«Buongiorno», la salutò lui, strappandole un bacio a fior di labbra.

Hermione rimase senza fiato. Aveva passato così tanto tempo a riflettere da essersi quasi convinta di dover fare la scelta più razionale, invece era bastato un istante – uno sguardo, un sorriso, un bacio – per farle cambiare idea.

Tutto ciò che voleva era svegliarsi in quel modo per il resto della sua vita.

Eppure c’erano cose di lui che non sapeva, che non aveva ancora avuto modo di scoprire, situazioni che non avevano ancora vissuto, idee che non avevano condiviso o su cui non avevano ancora litigato.

Gli piaceva ancora leggere prima di andare a dormire, come faceva da bambino? Preferiva il vino bianco o il rosso? Aveva l’abitudine di premere il tubetto del dentifricio nel mezzo?

«Tutto bene?», domandò Draco accigliato, vedendola pensierosa.

«Sì», rispose lei. Poi gli rubò un bacio. «Tutto bene.»

Forse avrebbe dovuto trovare risposta alle proprie domande, pensò. Magari, se avesse saputo tutto ciò che non conosceva di lui e avesse recuperato il tempo che non avevano ancora avuto, avrebbe valutato la questione da un punto di vista diverso.

«Malfoy, ti piace ancora leggere prima di andare a dormire?»

 

***

 

 

Ribbons and bows, could never show,

all that I want you know.

 

 

A colazione, Hermione incontrò Ginny, Ron e Harry al tavolo dei Grifondoro. Tutti loro avevano scelto di trascorrere le vacanze natalizie a Hogwarts, Harry e i Weasley perché i membri dell’Ordine della Fenice erano piuttosto impegnati, in quei giorni, a collaborare con il Ministero per dare la caccia ai Mangiamorte, Hermione, invece, perché non aveva voluto mettere in pericolo i propri genitori Babbani tornando a casa. Da qualche tempo ormai stava considerando la possibilità di mandarli via dalla Gran Bretagna, lontano dalla guerra, cancellando loro tutti i ricordi che avevano di lei. L’idea la addolorava moltissimo, ma sapeva che se le cose fossero peggiorate e Voldemort si fosse avvicinato alla vittoria, quella sarebbe stata l’unica opzione che aveva per tenerli al sicuro.

«Hermione, guarda Leotordo», esclamò Ron attirando la sua attenzione immediatamente. «Non trovi che abbia qualcosa di strano?»

«È sempre stato così, Ronald», obiettò Ginny, spazientita.

Hermione si soffermò sul piccolo gufo sulla spalla di Ron. Aveva l’aria stanca e le piume arruffate, ma non sembrava avere niente di diverso. «Cosa dovrei notare?», domandò.

«Visto?», lo canzonò Ginny, mentre Harry ridacchiava.

«Gli si sono sbiancate le penne!», obiettò Ron con insistenza.

Hermione tornò a guardare l’animale. Alcune piume erano più chiare delle altre, ma a lei non parve insolito.

«E a cosa sarebbe dovuto, secondo te?»

«A questa neve, naturalmente! Harry, diglielo anche tu!»

Hermione alzò gli occhi al cielo e si sforzò di ignorarlo.

«Effettivamente sembra più pulito», provò a sostenerlo il loro amico.

«In ogni caso non è il piumaggio a fare il barbagianni», decretò Ginny.

Hermione ebbe un moto di simpatia per il povero gufo. Nonostante Draco avesse ormai smesso di curarsi delle sue origini Babbane – gliele faceva notare solo per prenderla in giro – lei non aveva dimenticato tutte le volte in cui, indipendentemente dalla sua intelligenza e dalle sue capacità, lui l’aveva fatta sentire inferiore.

Per quanto brava fosse lei, non era l’abilità a fare un Purosangue, non più di quanto un piumaggio elegante potesse rendere un semplice gufo un barbagianni.

Aveva imparato a sue spese che c’erano differenze che non potevano essere colmate se non con la convinzione che non si trattava affatto di differenze. Come l’avrebbe pensata Draco tra due anni o dieci?

C’erano macchie di nascita che non potevano essere cancellate.

Hermione sospirò. La neve magica che cadeva dal soffitto della Sala Grande non era neanche paragonabile alla tempesta che c'era fuori e l'atmosfera natalizia e il calore tra le mura di Hogwarts rendevano il clima molto più piacevole, però lei si sentiva inquieta, come accadeva sempre quando aveva una decisione da prendere e non sapeva cosa fare.

« ... il regalo di Natale di Malfoy?»

«Eh?»

Hermione afferrò solo le ultime parole di Ginny, quelle che più avevano a che fare con i pensieri che le attraversavano la mente.

«Ti ho chiesto se alla fine hai scelto il regalo di Natale di Malfoy», ripeté lei.

Harry, che si era ormai rassegnato ad accettare la relazione della sua migliore amica con il Serpeverde, la guardò incuriosito, aspettando la sua risposta.

«Gli ho comprato una sciarpa», disse Hermione, poco convinta.

«Ottimo!», replicò invece Ginny.

Lei sospirò scoraggiata. Sarebbe stato meglio riceverla, una sciarpa.

 

***

 

«Malfoy, preferisci il vino bianco o il rosso?»

«Dipende dal cibo che accompagna.»

«Naturalmente.»

«Perché me lo chiedi?»

«Pura curiosità.»

«Mezzosangue, non sai mentire.»

«Devo prendere una decisione riguardo al tuo regalo di Natale.»

«Vuoi regalarmi una bottiglia di vino?»

«Forse.»

 

***

 

 

Look into the night

There's a star in the sky that I see

It's come so far to shine its light for you and me.

 

 

Guardare Ron che giocava a scacchi era sempre stato affascinante, ma assistere alle partite tra Harry e Ginny era decisamente più divertente.

«Pedone in E4», ordinò la più giovane dei Weasley.

«Torre in E4», replicò Harry.

«Ma scusa, vuoi farci perdere, per caso?», si oppose la Torre.

«Ehm, no, certo che no.»

I due ragazzi avevano preso l'abitudine di giocare ogni sera subito dopo cena. Hermione restava a guardarli insieme a Ron prima di incontrare Draco, godendosi quei momenti di pace assieme ai suoi amici.

«Se mi fai mettere lì, lascerai la Regina scoperta!», stava obiettando la Torre. «E oltretutto quella testa tonda dell'Alfiere avversario potrebbe mangiarmi!»

«Suvvia, Torre», lo riprese la Regina, in tono regale. «Lascia che il ragazzo giochi la sua partita. Non è imbranato come lo dipingi.»

«Forse non quando gioca contro Ron», ribatté. «Ma contro di lei è davvero un incapace, Vostra Altezza.»

«Magari vuole solo lasciar vincere la fidanzata», suppose la sovrana.

«Ehi!», provò a intromettersi Harry, ma la Torre non lo lasciò proseguire.

«E io dovrei lasciarmi fare a pezzi per questo?»

Ginny scoppiò a ridere e qualcuno dei suoi scacchi la imitò.

Il Cavallo ruotò su se stesso per voltarsi a guardare la Torre. «Conosci il significato del termine cavalleria

«Adesso basta», tentò di zittirli Harry.

«Prova a ordinare di nuovo alla Torre di muoversi», suggerì Ron, che li osservava mangiando Caramelle Mou come se fossero pop corn.

«Torre in E4», ripeté Harry con decisione.

«E va bene, va bene», concesse lei, spostandosi e mangiando il Pedone di Ginny. «Se proprio ci tieni a perdere...»

«L'amore è cieco», intervenne il Cavallo.

«E non sa giocare a scacchi», concluse la Torre, un istante prima che l'Alfiere avversario la facesse a pezzi.

Harry diventò paonazzo, ma la Regina si affrettò a rassicurarlo. «Suvvia, caro, adesso che ti sei liberato di quella fastidiosa Torre reagisci e fa' la tua mossa. Io proverei con un attacco di scoperta se sei d'accordo. Metterci tutto te stesso per provare a vincere una partita è il modo migliore di dire a una donna che la ami.»

Harry arrossì ancora di più e perfino Ron rimase a bocca aperta. Ginny rise ancora e ribatté sfidando il suo avversario a fare sul serio.

Mentre loro battibeccavano, un pensiero si impadronì di Hermione come se qualcuno avesse voluto infilarglielo nella mente con la forza.

Lei non aveva mai detto a Draco di amarlo.

Non ci aveva mai neanche pensato, come a tante altre cose, e si domandò se invece lui l'avesse fatto, in quel tempo in cui erano stati insieme, senza che lei se ne accorgesse.

«Andiamo, Harry, contrattacca!», lo incitò Ron. «Sei a un passo dal decidere le sorti della partita, non c'è tempo da perdere.»

«Fai la tua scelta, avanti», decretò la Regina, con il suo consueto tono deciso.

E Hermione impiegò qualche istante a capire che non si stava rivolgendo a lei, ma a Harry.

 

***

 

«Malfoy, tu premi il tubetto del dentifricio nel mezzo?»

«Ma che razza di domanda è, Mezzosangue?»

«Rispondi e basta.»

«Perché, vuoi regalarmi un tubetto di dentifricio per Natale?»

«Forse.»

«Stai cercando di dirmi qualcosa?»

«Non preoccuparti, mi piace il sapore dei tuoi baci.»

 

***

 

 

As if it know, I'm holding you close,

underneath the mistletoe.

 

 

Draco le tolse il maglione con più impazienza del solito. Le sue mani si mossero rapide lungo i lembi della sua camicia, impacciate nella fretta di sfilare i bottoni dalle asole.

Hermione si lasciò spingere sul letto, ma lo trascinò con sé quando lui la costrinse a stendersi.

«Cosa c'è che non va?», domandò lui, interrompendo a metà la scia di baci brucianti che le stava depositando sulla pelle.

«Ti sei fermato», rispose lei infastidita.

«È tutto il giorno che sei strana», insisté Draco.

«È tutta la vita che sono strana», ribatté lei. «Non te ne sei mai lamentato prima.»

«Anche questo è vero.»

«Perché non mi baci e basta?»

Lui non parve convinto, ma la accontentò.

Hermione lasciò che fosse lui a guidarla, a dirigere i giochi, a sollevarla dalla responsabilità di qualunque pensiero o decisione.

Draco le strappò un gemito e lei si aggrappò con più decisione alla sua schiena.

La mezzanotte era passata. Era già il venticinque dicembre.

«Buon Natale, Draco.»

«Buon Natale, Mezzosangue.»

 

***

 

 

I want to take you in my arms tonight

And keep the fire burning bright.

 

 

L'indomani mattina, Hermione aprì gli occhi per prima, vide Draco accanto a sé e sorrise.

Tutto ciò che voleva era svegliarsi in quel modo per il resto della sua vita.

Il suo pensiero corse ai suoi amici e ai regali che avrebbero trovato davanti ai loro letti e a quelli che la aspettavano ai piedi del suo. Lei aveva promesso di raggiungerli, ma prima voleva trascorrere qualche minuto di quel Natale assieme a Draco.

Pensò di svegliare anche lui, ma non ne ebbe il coraggio. Non aveva ancora deciso cosa fare, cosa dire, ma non le importava. Non avrebbe passato un secondo di più a lasciarsi tormentare dai dubbi.

Lei non aveva mai detto a Draco di amarlo.

«Ti amo», disse piano, ma senza esitare.

C’erano cose di lui che non sapeva, che non aveva ancora avuto modo di scoprire, situazioni che non avevano ancora vissuto, idee che non avevano condiviso o su cui non avevano ancora litigato.

«Anche se premi il tubetto del dentifricio nel mezzo, va bene comunque.»

E il tempo che non avevano ancora avuto era quello di cui avevano realmente bisogno.

Lo baciò con delicatezza e sussurrò il suo nome a mezzo centimetro dalle sue labbra. Lo ripeté con dolcezza, come il più bello dei suoni, finché lui sollevò le palpebre tremolanti, la guardò e le sorrise.

Tutto ciò che voleva era svegliarsi in quel modo per il resto della sua vita.

«Buongiorno», mormorò Draco, la voce ancora impastata dal sonno.

«Buongiorno.»

Hermione si mise a sedere ed estrasse da sotto al letto il regalo che aveva nascosto lì il giorno prima.

«Buon Natale», disse con un sorriso. Draco si stropicciò gli occhi, le diede un bacio tenero e prese il pacchetto.

«Grazie», disse iniziando ad aprirlo.

Quando vide la sciarpa candida con il ricamo dorato di un manico di scopa su un'estremità gli brillarono gli occhi. «È bellissima.»

«Speravo che ti piacesse», disse Hermione. «Ho pensato che visto che volare è la cosa che ami di più...»

Lui le lanciò un'occhiata obliqua. «Mi piace molto», si affrettò a precisare. «Ma ti sbagli. C'è qualcosa che amo di più.»

Le sue parole, sottolineate dall'intensità del suo sguardo, fecero arrossire Hermione.

«Non premo mai il tubetto del dentifricio nel mezzo», aggiunse Draco.

Lei rimase a bocca aperta. «Allora eri...»

«Sveglio, sì.»

Hermione gli lanciò addosso un cuscino, mentre lui ridacchiava. Draco si allungò verso il proprio mantello ed estrasse il suo regalo per lei.

«Buon Natale, Mezzosangue.»

Hermione rimase interdetta. Il pacchetto che aveva davanti – verde, rettangolare, più grande della sua mano – non era assolutamente quello che aveva immaginato.

«Perché sembri delusa prima ancora di averlo aperto?», domandò Draco perplesso.

«Non... Non era quello che mi aspettavo», replicò debolmente lei.

«E che ti aspettavi?»

«Io... Avevo visto... Nel tuo mantello... Lo scatolino...»

Nonostante il suo balbettare inconcludente, Draco afferrò il discorso. «Ah, hai trovato quello», fece lui perplesso. «Perché frughi nelle mie tasche?»

«Per chi era?», chiese lei, ignorando la sua domanda.

«Daphne Greengrass», rispose lui tranquillo. «Da parte di Blaise.»

«E come mai ce l'avevi tu?»

«Zabini sfrutta il mio gufo per le consegne», spiegò. «Siccome ero passato in Guferia prima di venire qui, l'ho ritirato io per lui.»

Hermione era rimasta senza parole. Aveva creato un malinteso enorme traendo conclusioni affrettate e si era tormentata per un giorno intero alla ricerca della risposta a una domanda che non le sarebbe stata posta.

Draco parve avere un'illuminazione. «Mezzosangue, che cosa credevi che fosse?»

Lei non rispose e lui ridacchiò, poi la strinse a sé, incurante delle sue proteste. «Era un ciondolo, sai. Un pendente per un bracciale.»

Un ciondolo.

«Vuoi darmi il tuo regalo o no?», borbottò Hermione.

Draco, che ormai rideva apertamente, le allungò il pacchetto verde.

Lei lo aprì ancora irritata, ma rimase piacevolmente sorpresa quando si trovò tra le mani un libro.

Le fiabe di Beda il Bardo.

«Questa è la mia copia», disse Draco, mentre lei ne esaminava le pagine. Aveva l'aria di essere stato sfogliato a lungo, eppure era tenuto benissimo.

«Quella che mi comprò mia madre», precisò. «Completa di tutte le storie. Avrei potuto regalartene uno nuovo, ma mi piaceva l'idea che avessi qualcosa di mio.»

Hermione rimase senza fiato. «È... Mi piace moltissimo.»

Di tutte le cose che avrebbe potuto ricevere, un libro – quel libro – era ciò che più le avrebbe fatto piacere. Si stupì di quanto Draco realmente la conoscesse e sapesse come farla felice. Non le avrebbe regalato un anello.

«Grazie, davvero.»

Lui si lasciò abbracciare, poi si chinò e la baciò, costringendola a inclinare la testa all'indietro.

Lei gli morse il labbro, ancora arrabbiata con se stessa, ma impossibilitata a esserlo con lui.

Draco lo capì e ridacchiò, tentando di sfuggire ai suoi denti.

«Buon Natale, Mezzosangue.»

 

***

 

 

'Cause if the best things in life are free

There's nothing you could buy for me.

 

 

La Sala Comune dei Serpeverde era semivuota quando Draco rientrò. La maggior parte degli studenti era ancora nei dormitori a godersi i regali ricevuti e il riposo di una mattina di festa.

Blaise era steso sul proprio letto, incurante degli svariati pacchetti che aveva ricevuto, e si stava rigirando tra le mani un certo scatolino nero.

«Grazie per avermelo prestato», disse Malfoy a mo' di saluto.

Blaise alzò lo sguardo su di lui. «Ha funzionato?»

«Certo», rispose lui, sicuro di sé. «Avevi dubbi?»

«Sinceramente sì.»

«Ho tenuto quell'affare con me per giorni, mettendolo in bella vista a ogni occasione», ammise Draco, sedendosi sul proprio letto. «E lei? L'ha scovato quando ci avevo ormai rinunciato e l’avevo lasciato nella tasca del mantello!»

Blaise rise, scuotendo la testa. «E ha pensato che fosse...»

«Già.»

Il suo amico lo osservò pensieroso. Qualcosa nel suo sguardo suggerì a Draco che Blaise aveva in mente Daphne e si domandò se anche lui avesse la stessa espressione quando pensava alla Mezzosangue.

«Glielo darai?», chiese sinceramente curioso.

«Le ho fatto una promessa», rispose semplicemente lui. «Perché hai voluto fare questo esperimento?»

Draco notò il brusco cambio di argomento, ma lo assecondò. «Perché volevo capire cosa avrebbe risposto.»

«E?»

Lui esibì un sorriso soddisfatto. «Non avrebbe detto di no.»

«Sei sempre il solito!», lo rimproverò Zabini, ridacchiando.

Malfoy si accontentò di avergli strappato un sorriso e non negò. «Buon Natale, Blaise.»

«Buon Natale, Draco.»

 

 

Your presence is enough.

Wrap me in your love.

 

 

 

 

 

 

Wrap me in your love è una canzone natalizia di Joe Diffie del 1995. Significa avvolgimi (alla lettera: incartami) nel tuo amore. Le frasi in corsivo tra un paragrafo e l’altro sono versi della canzone.

 

Note

Per prima cosa, buon Natale e buone feste a tutti voi. ♥

Come promesso, ecco la OneShot ambientata dopo Rusty Halo, che ormai si avvia verso la conclusione.

Riporto alcune citazioni e/o riferimenti a fanfiction mie o altrui.

La sciarpa con una scopa ricamata sopra che Hermione regala a Draco è un riferimento a The Ground Beneath her Feet di Savannah, in cui compare un elemento simile nell’ambito delle corse clandestine, anche se in quel caso è Draco a regalarne una a Hermione.

Anche la frase “C’erano macchie di nascita che non potevano essere cancellate” è di Savannah, stavolta dalla fanfiction Original Sin.

La promessa a Daphne di cui parla Blaise è un riferimento alla long, nello specifico a un capitolo che non ho ancora pubblicato. Non anticipo nulla, ma posso assicurarvi che presto sarà chiaro.

L’attacco di scoperta che cita la Regina degli scacchi è una mossa che mi è sembrata plausibile con quelle descritte in precedenza. Non me ne vogliano gli esperti di scacchi se ho scritto una sciocchezza, giuro di aver provato a documentarmi!

L’astio di Draco per gli orecchini è una scelta personalissima e dovuta a esigenze narrative, ma posso assicurarvi che non sono pochi i ragazzi che non li apprezzano, quindi la cosa mi è sembrata plausibile.

Infine, il libro che Draco regala a Hermione, Le fiabe di Beda il Bardo, è citato nella long. Draco chiede alla madre di comprarglielo dopo aver scoperto che conteneva una favola in più di quello che aveva lui a casa, quindi ci si affeziona particolarmente.

 

 

Grazie mille a chi è arrivato a seguirmi fin qui dalla long e a chi ha anche solo scelto di dare una possibilità a questa One Shot.

Ci rivediamo con il prossimo aggiornamento di Rusty Halo, subito dopo le vacanze.

 

Buone feste a tutti! ♥

Futeki
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