Anime & Manga > Lady Oscar
Ricorda la storia  |       
Autore: mgrandier    26/12/2015    27 recensioni
"Se in quell’istante avessi avuto il coraggio di abbassare lo sguardo,
evitando quegli occhi trasparenti come cristallo e taglienti come il filo di una lama,
allora, forse, avrei avuto la libertà.
La libertà di obbedire."
Genere: Introspettivo, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dettagli
 
Percorsero insieme il vialetto che riconduceva a Palazzo, un nastro bianco di pietrisco che brillava insolente riflettendo la luce limpida del sole timido del pomeriggio ormai in gran parte trascorso, scricchiolando in una cadenza regolare sotto i loro passi come in un accordo stridulo. Alla loro destra, il lungo filare di fusti che accompagnava la via d’accesso alla corte principale, tracciando un rettifilo dalla fontana circolare fino al cancello in bronzo dorato che sanciva il limitare della tenuta del Generale; alla sinistra, la distesa del giardino privato, un sofisticato ricamo nei toni del verde, adagiato come una coperta preziosa su un giaciglio soffice e accogliente.
André volse lo sguardo alle proprie spalle, scrutando oltre la cortina di vegetazione dalla quale provenivano, come a cercare, in quel naturale intrico di essenze forti della saggezza dei secoli, una risposta ai propri dubbi. E poi tornò ad Oscar: al drappeggio morbido della camicia di batista, che sotto la cascata di soffici riccioli biondi oscillava elegantemente, celando a mala pena l’ansa che dalle spalle si incurvava verso la vita, nascondendosi nella cintola; ai fianchi stretti sotto i pantaloni verdi, così come alla curva soda che, audace, scivolava lungo la coscia; alle calze di seta strette sotto il ginocchio da nastri bianchi, che ondeggiavano ad ogni passo, e alla carezza leggera che disegnava il polpaccio tonico e la caviglia sottile, fino ad insinuarsi nel cuoio bruno delle scarpe di foggia maschile; strinse le labbra leggendo ancora quel moto incontrollato, la leggera torsione che ad ogni falcata turbava l’avanzata elegante, piegando il tacco scuro verso l’interno.
- C’è qualcosa che non va, Oscar? – le chiese a bruciapelo, dando voce ai propri pensieri.
La vide voltarsi, in un gesto fluido che fermò il suo avanzare spedito, disponendola di fronte a lui.
I capelli sciolti in onde delicate sulle spalle, le sopracciglia sollevate, la pelle rosea, ancora lucida dopo l’intenso duello consumato nella loro radura, le labbra dischiuse a tendersi in un sorriso – Ho vinto, anche questa volta, André. La tua spada ha volteggiato sopra le nostre teste … cosa potrebbe andare storto? – gli chiese a sua volta con tono appena divertito, per poi riprendere - Tu piuttosto … dovresti allenarti con maggiore impegno, se vorrai riuscire ad avere la meglio su di me … - aggiunse ancora sorridente.
André chinò il capo di lato, distendendo le labbra in un accenno di sorriso, compiaciuto dell’apparente buonumore di Oscar.
– Non vorrei mai riuscire nell’impresa … perché credo che non sapresti superare lo smacco senza riversare su di me la tua ira! – la provocò, pronto a rispondere ad una reazione piccata, a quei gesti stizziti che da sempre rivelavano la vera essenza combattiva, e sottilmente permalosa, di Oscar.
- Beh … ti concedo un altro tentativo! – gli annunciò impettita, con gli occhi accesi del bagliore del sole ormai impegnato nella discesa ad occidente.
Si sorprese un poco di quell’uscita scoprendo una Oscar particolarmente conciliante, e si affrettò a cogliere l’occasione offertagli.
– Torniamo alla radura? – le propose senza nemmeno dar peso alle proprie parole, stringendo le spade in pugno e sollevandole davanti al petto, pronto a riprendere la danza di lame e di fili lucenti, accennando già un passo in direzione della vegetazione appena abbandonata – In fondo non è poi così tardi … -
L’esitazione di Oscar gli fu palese e, in un certo senso, lo sorprese. La vide mordersi un labbro, stringere le dita affusolate al polsino candido, scivolato lungo l’avambraccio e finito ad adagiarsi come un bracciale leggero sul dorso della mano abbandonata lungo il fianco, mentre l’altro arto si piegava mostrandogli il palmo aperto. Oscar si volse verso il palazzo, e tornò titubante a lui.
- Non ti angustiare, Oscar. Non c’è nessuna ragione di farlo ora. Ci batteremo di nuovo domani … - si affrettò ad aggiungere, venendo in suo aiuto – Probabilmente hai altro di cui occuparti … - e in un attimo André portò la mano libera dalle armi ai suoi riccioli biondi cogliendo un moto di sorpresa in quello sguardo esitante che lo fissava con leggero tremore. Mosse rapido le dita tra i fili dorati, attento a non tenderli troppo, avvicinò il viso al suo capo, per osservare meglio la causa di quel nodo, e poi, cauto, sfilò dalla seta un legnetto sottile, liscio e scuro, forse punta di ramo, distendendo il braccio e facendolo roteare nell’aria, fino a mostrare ad Oscar il risultato dell’impresa.
- Credo che questo tu l’abbia raccolto tra i capelli mentre stavamo distesi alla radura … dopo il duello. Meglio levarlo … perché non lo veda la nonna … - le spiegò ammiccando, tendendo  maggiormente il braccio e mostrando il piccolo trofeo sul palmo aperto.
Oscar annuì incerta, il labbro ancora stretto sotto gli incisivi perfetti; allungò le mani sul rametto, afferrandolo energica alle estremità e piegandolo con forza, fino a ché un rumore secco non sancì la sua vittoria. Lui rimase quasi interdetto, le sopracciglia sollevate su quel gesto improvviso, e poi la vide posare il pugno chiuso sul suo palmo ancora teso, fermo per la sorpresa, per poi osservarla ritrarre il braccio, gonfiare il petto in un respiro rapido e riprendere il suo cammino, senza ulteriori spiegazioni, senza attendere che lui la seguisse. La vide dirigersi speditamente verso il palazzo, aggirarne il corpo orientale e varcare la soglia dell’ingresso principale, scomparendo rapida oltre il battente, senza più voltarsi.
André sospirò socchiudendo gli occhi, ripercorrendo quei passi svelti con lo sguardo e scuotendo lentamente il capo. Osservò il sole, fastidiosa presenza sopra la vegetazione che chiudeva ad occidente la tenuta della famiglia Jarjayes, e poi, stringendo le dita sul mezzo legnetto rimasto sul suo palmo, si diresse verso l’armeria, per riporre le spade.
 
Giunse alla cucina con il passo rilassato di chi non ha incombenze, scrutò tra le mensole sopra la credenza facendo scorrere lo sguardo sull’infilata di bottiglie che vi facevano bella mostra di sé e, infine, ne afferrò una con la mano destra, mentre l’altra raccoglieva un bicchiere dalla mensola di sotto. Si volse all’ambiente stringendo al petto la bottiglia e aggirò il tavolo, andando a sedersi sulla lunga panca in legno dove trovava posto ogni qualvolta consumasse pasti in cucina, scivolando di lato fino a sistemarsi al centro della seduta.
Piegò il capo all’indietro, scostando i capelli dalla fronte; scrutò per qualche istante tra le pietre che chiudevano le volte del soffitto, strette le une alle altre in incastri dai quali, si trovò a pensare, sarebbe stato impossibile sottrarle. Sospirò scuotendo il capo … e portando il bicchiere alle labbra, assaporò il vino, godendo di quella carezza pungente sul palato, giù per la gola, fino nell’animo.
Avrebbe raggiunto la stalla, accudito Cesar e poi, se ne avesse avuto ancora la possibilità, si sarebbe dedicato anche ad Alexander. Probabilmente, sarebbe riuscito ad occuparsi di entrambi prima dell’ora di cena …
I suoi pensieri vennero interrotti da uno scalpiccio frenetico in cui riconobbe immediatamente i passi frettolosi della nonna. La notò attraversare la cucina a mento alto, con un sorriso trionfante sul volto; la osservò raggiungere il camino e controllare con rapide occhiate due paioli che, si rese conto, non aveva nemmeno notato. Vide la nonna immergere rapida un dito nell’acqua, valutarne un istante la temperatura e poi tornare sui propri passi, lo sguardo determinato e l’incedere sicuro. Non l’aveva degnato di uno sguardo, ma la sua voce gli giunse secca.
- André! Lascia perdere il vino e, piuttosto, renditi utile: porta questi paioli nella stanza di Madamigella Oscar e versali nella vasca. Io intanto vado chiamarla perché si prepari e poi … - le parole erano svanite oltre il varco dell’atrio d’ingresso, insieme alla nonna.
Rimase a fissare il rettangolo vuoto e poi tornò a riempire il bicchiere di vino, concedendosi ancora qualche sorso, indugiando un poco nel deglutire, trattenendo il liquido tra lingua e palato, quasi a temere che quella sensazione dolce ma al contempo acre potesse svanire nel nulla …
- ANDRE’! – il richiamo perentorio della nonna lo indusse a deglutire in fretta, graffiando la gola – Non hai forse sentito quello che ti ho detto? –
Scorse la nonna ferma sulla soglia della cucina, lo sguardo torvo, la postura rigida, e preferì non perdere altro tempo. Lasciò la cucina reggendo i due paioli e salì la scala dirigendosi alle stanze di Oscar.
 
La cascata d’acqua versata dal secondo paiolo sollevò una nuova nuvola di vapore denso e profumato che bloccò il suo respiro in una stretta forzata, mentre il viso si faceva umido di condensa. Arretrò di un passo, posando il recipiente accanto all’altro e fermandosi ad osservare le volute che salivano in una danza morbida e senza regole apparenti … diffondendo una delicata essenza di lavanda nell’ambiente, fino a lambire il soffitto.
- Hai portato altra acqua, Andrè? – la voce di Oscar gli giunse inattesa, dalle proprie spalle.
Si voltò annuendo per cercarla con lo sguardo, proprio mentre lei lo raggiungeva con passi nudi e silenziosi sul legno del pavimento, e si faceva prossima alla vasca, puntando i pugni sui fianchi.
– La nonna ha intenzione di farmi annegare! Non ha mai fatto preparare tanta acqua per un bagno … - osservò con voce leggermente acuta, apparentemente intenta a controllare il liquido fumante, mentre già slacciava lo jabot sfilandoselo dal collo.
André sollevò le spalle guardandosi attorno – Sarà una delle sue nuove idee per la perfetta cura della sua bambina … - e poi si chinò a raccogliere i paioli, voltandosi rapidamente, per lasciare che lei potesse prepararsi la bagno – O avrà semplicemente pensato che fosse necessario così … - soggiunse allontanandosi e guardandosi ancora attorno, aggrottando la fronte osservando le sedie vuote, la credenza sgombra, la consolle libera da ogni accessorio che non fosse un ampio telo bianco ripiegato alla perfezione – Ti lascio al tuo bagno, Oscar. –
Abbandonò la stanza da bagno seguendo il dissolversi lieve dell’essenza floreale e, d’istinto, si fermò un istante, stringendo le dita attorno ai manici ricurvi dei paioli. Il respiro lento e silenzioso accompagnava il fruscio leggero proveniente dall’ambiente che aveva appena abbandonato, la mente e il cuore legati alle immagini che il suo pensiero si ostinava a disegnare seguendo le volute di un bisogno celato, ma impossibile da soffocare completamente. Stoffe leggere a scivolare sulla pelle d’avorio, carezze morbide a sciogliere la  seta, liberandola da ogni finzione …
Deglutì spezzando i propri pensieri, cercando di allontanarsi, forzando il proprio corpo verso l’anticamera, verso il corridoio; si mosse, ma non poté muovere più di un passo.
- André … - la voce, velata di incertezza, lo richiamò alla realtà, inspiegabilmente prossima.
Rimase fermo, le spalle dritte, gli occhi faticosamente serrati – Dimmi, Oscar … -
La udì inspirare e poi armeggiare con della stoffa – Puoi … puoi voltarti, ora. –
André si volse, imponendosi di fissare lo sguardo su quel volto incorniciato d’oro, rifiutandosi di andare oltre le spalle candide, impedendosi di scivolare lungo le braccia strette al petto a trattenere il telo di lino bianco che, scendendo in un drappeggio morbido fino alle caviglie, si adagiava con grazia sull’ansa del fianco.
Chinò leggermente il capo, come a ringraziarla, disponendosi in ascolto, regalandole in un accenno di sorriso, la sua disponibilità, la sua presenza fidata.
Oscar si morse il labbro, esitò ancora con lo sguardo basso, scivolando sull’intreccio di essenze del parquet sotto le sue scarpe, e poi tornando a lui, come finalmente pronta a proferire parola – André … io volevo chiederti se tu puoi … se puoi accompagnarmi  a Versailles, questa sera … -
- Questa sera? A Versailles? – chiese di rimando, stupito da quella insolita richiesta.
La vide annuire; i movimenti rapidi del capo e la stretta delle dita fattasi più forte sul lino narrarono di una scelta difficile, di un imbarazzo che era arduo nascondere.
- Vorrei che mi preparassi una carrozza … una di quelle senza l’insegna di famiglia, per favore … -
André la ascoltò con attenzione – Certamente, Oscar. Come desideri … una carrozza, senza insegna di famiglia … - ripeté piano. Le sorrise, fece per allontanarsi, per lasciarla al suo bagno, perché l’acqua non si freddasse.
- E … c’è un’altra cosa … André. – lo richiamò Oscar, la voce ancora più incerta.
André si fermò di nuovo, tornò a regalarle uno sguardo aperto, comprensivo, accogliente.
- Quando mi avrai accompagnata, poi potrai rientrare a Palazzo. – le iridi azzurre si erano nascoste, insieme al significato profondo di quelle poche parole.
André sentì una morsa serrarsi al petto, una fitta pungere sotto lo sterno, come una spina conficcata nella parte più sensibile di sé, un dubbio sottile e doloroso, nascosto nel bisogno di risposte.
- Ti accompagnerò e potrò rientrare … - parole lente, difficili da pronunciare.
- Non è necessario che tu mi attenda per il rientro … - ripeté lei cercando nella trama del lino candido una imperfezione inesistente.
- Non devo aspettarti … - mormorò chiedendo conferma.
- No. Non mi devi aspettare … perché io … non sarò il Colonnello Oscar François De Jarjayes, questa sera. - gli ribadì con lo sguardo basso.



Angolo dell'autrice: con mille dubbi e incertezze... mi lancio in questa nuova avventura che da tempo, ormai, mi tormenta... Un abbraccio alle Sisters che mi hanno convinta a pubblicare... e... speriamo bene!
  
Leggi le 27 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: mgrandier