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Autore: Genevieve De Cendres    27/12/2015    0 recensioni
[...] Le tue ferite le vedo, quelle cicatrizzate e quelle ancora aperte, quelle di cui ti vergogni ,quelle di cui non vuoi parlare, quelle infette che temi ti marciranno nel petto. Le vedo tutte e vorrei poterle curare una ad una, con il tempo che questo richiede. Non hai mai capito davvero cosa avrei dato per poterti stare accanto e vederti sorridere davvero, come avevi fatto a quella festa di paese, sotto le luci delle lanterne. Il tuo voltarti indietro e guardarmi, gli occhi colmi di stelle, i capelli davanti al viso rilassato e il profumo dell'estate a riempirci il petto. [...]
Genere: Romantico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Assenze

 


Alla luce calda di un pomeriggio che volge al termine, con i capelli raccolti in una coda bassa e scarmigliata, la sciarpa avvolta intorno al collo e l'aria assonnata, con gesti lenti prepari il tè. Ogni volta che ti guardo compiere quello che per te è un rito,mi ricordo la tua faccia contrariata all'idea di dover usare quello in bustina e non in foglie, la prima volta che ti chiesi di prepararlo. Eri solita definirlo "un tè finto" e immagino tu sia ancora della stessa idea.

Ti guardo assorta, mi piace studiare ogni tuo piccolo aspetto, sei così bella bagnata dalla luce del tramonto,con i capelli che si tingono del colore del rame mentre il viso si accende, prende una tenue sfumatura ambrata. Gli occhi taglienti e attenti, le labbra arrossate e sottili, schiuse. A cosa stai pensando? Lo so che hai notato che ti sto osservando, infatti ti volti e mi sorridi leggermente, vedo nei tuoi occhi scorrere fiumi di pensieri ma non riesco ad afferrarne neanche uno. Hanno mai conosciuto la tranquillità ? Le cicatrici le vedo, sai? Le vedo quando mi guardi e i tuoi occhi sono troppo limpidi per nascondere il dolore, quando mi sorridi per convincermi che va tutto bene, che non devo preoccuparmi, quando ti ostini, anche offendendoti,arrabbiandoti, che sei forte e nulla può colpirti, non più.
Le tue ferite le vedo, quelle cicatrizzate e quelle ancora aperte, quelle di cui ti vergogni ,quelle di cui non vuoi parlare, quelle infette che temi ti marciranno nel petto. Le vedo tutte e vorrei poterle curare una ad una, con il tempo che questo richiede. Non hai mai capito davvero cosa avrei dato per poterti stare accanto e vederti sorridere davvero, come avevi fatto a quella festa di paese, sotto le luci delle lanterne. Il tuo voltarti indietro e guardarmi, gli occhi colmi di stelle, i capelli davanti al viso rilassato e il profumo dell'estate a riempirci il petto.
 
Ti siedi sul tavolo e incroci le gambe nel largo pigiama scuro, le dita si intrecciano intorno alla tazza fumante mentre il vapore danza nell'aria; qualche ciuffo scivola sul viso, vorrei scattarti una foto per farti vedere quanto bella sai essere senza fare niente. Senza il pettinare e acconciare i capelli, senza trucco, anche se leggero. I tuoi occhi sono bellissimi così, non hai bisogno che sembrino più  grandi. Cosa ti preoccupa credo di saperlo. Lo sento che mi stai scivolando dalle mani, cerco di tenerti qui con me ma lo so che non durerà. Quanto vicina sei allo scappare via?
Mi sorridi e per un momento credo di essermi sbagliata, il cuore mi batte talmente forte da fare male mentre ti allunghi verso di me e mi passi una mano  sulla fronte,  facendola scivolare in una delicata carezza lungo la guancia. Poi la ritiri velocemente e ti porti la tazza alle labbra, i tuoi occhi adesso hanno una luce diversa, sono vivaci, divertiti. Chissà che espressione devo avere per suscitarti questa reazione. C'è un silenzio quasi innaturale in questa stanza, come in tutte quelle in cui entri tu, come se lo portassi con te, nel petto e sulle labbra, per poi riversarlo e riempire le stanze in cui vivi.
Eppure mi sento come se avessimo parlato così tanto da essere stanca, ho la mascella pesante e la gola secca,il profumo intenso del tè mi ricorda che almeno alla seconda posso rimediare.
Torno a guardarti, sembri quasi trasparente. La luce calda del tramonto sfuma in  un tenue glicine e so che non accenderai la luce. E non l'accenderò io.
Le ombre si allungano e ci avvolgono mentre la stanza si tinge di un opaco blu ceruleo. Il tempo sembra essersi fermato e tu sei ancora più distante. Irraggiungibile. Sono questi i momenti in cui so con la più terribile certezza di averti persa, mentre chiusa in te stessa  perdi lo sguardo nel nulla.
Il momento in cui oltre il tuo petto riesco a intravedere i contorni della porta a vetri che da sul terrazzo e i giacinti che hanno lo stesso colore dei fiordalisi e delle anemoni, estendono le corolle al cielo immobile.
Ti vedo sorridere e guardarmi con occhi spenti e colmi di dolore, prima di sparire tra le ombre e lasciarmi nuovamente sola con la tua assenza.





 
***

 
Note: Ebbene no, questa non è dedicata a nessuna! (Strano) XD 
  
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