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Autore: Jehanne    27/12/2015    2 recensioni
Tutto quello che la giovane Elis desiderava era un'avventura. Voleva solo esplorare la regione di Johto e diventare un'allenatrice. Ma, come molti sapranno, bisogna sempre stare attenti a ciò che si desidera, perché quando l'universo decide di accontentarci il risultato potrebbe non essere quello che si immaginava. Il mondo dei Pokémon sa essere crudele con un'allenatrice alle prime armi con il dono di attirare guai, fortuna (o sfortuna?) che non sarà sola, oh no, la compagnia non le mancherà di certo nel suo viaggio verso la lega. La domanda è: ci arriverà tutta intera?
[“Se hai ancora la mappa possiamo cercare un sentiero”
“Certo che ce l'ho ancora” Rispose acidello Silver, estraendo un foglietto spiegazzato dalla tasca “Ma ovviamente non siamo vicini a nessuna strada”
“Giusto, scusami. La prossima volta che vengo aggredita da un Pokémon gli chiederò se può gentilmente scaraventarmi sul percorso principale, chissà perché non ci ho pensato” ]
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, N, Nuovo personaggio, Silver
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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32 da rev
Tu non sei più tu


Anche se Silver mi aveva detto che stava bene non potevo fare a meno di lanciargli sguardi furtivi per controllarlo. Avevo paura che svenisse e scivolasse in acqua mentre non guardavo, con conseguente annegamento, di cui mi sarei accorta sicuramente troppo tardi, quando ormai il suo corpo giaceva sul fondo del mare.
Sì, l'ansia era tornata e il mio cervello si divertiva a torturarmi facendomi visualizzare gli scenari peggiori. La mia testa era proprio un posto divertente.
“Piantala” brontolò roteando gli occhi
“Dove? Di fare cosa?” dovevo essermi persa qualcosa mentre discutevo con la mia psiche.
“Di guardarmi in quel modo”
-Di preoccuparmi per la tua salute? No, ormai sono in modalità 'rompiscatole apprensiva' e non posso disattivarla-
Sbuffai “Mi sto solo assicurando che non ti succeda niente”
“Non ce n'è bisogno, mi sembrava di avertelo detto” sembrava quasi offeso.
“Sì, e mi hai anche detto di stare bene un secondo prima di zoppicare via. Non offenderti ma non mi fido troppo delle tue parole al momento” gesticolai “Lasciami fare” non fu molto felice della mia risposta ma era pressoché l'unica che avevo, avrebbe dovuto accontentarsi.
“Mi dai fastidio”
“Come sempre, no?”  risi.
La terra si avvicinava sempre di più, adesso viaggiavamo a velocità sostenuta, eravamo impazienti di tornare a camminare sulle nostre gambe. L'acqua mi aveva davvero stancato, dopo quasi un'intera giornata passata in mare ero contenta di sapere che presto avrei potuto tornare nel mio habitat.
“Non vedo l'ora di arrivare” avevo un largo sorriso stampato in faccia, finalmente riuscivo a vedere Fiorlisopoli in lontananza.
Il fatto che non avessi ricevuto nessuna risposta era abbastanza normale, soprattutto conoscendo la loquacità di Sil. Mi voltai lo stesso per guardarlo un po' agitata. Il suo Croconaw nuotava tranquillo, il suo allenatore era visibilmente stanco ma ancora sveglio e irritato dal mio comportamento.
“Guarda!” e indicai verso la città.
“Evviva” sbuffò senza entusiasmo, scuotendo la testa.

Richiamai Mantine all'interno della sua ball appena l'acqua fu abbastanza bassa da permettermi di toccare i piedi a terra. Avrei voluto mettermi a correre, uscire e andare a cercare un posto per lavarmi, mangiare e dormire, o anche solo sgranchirmi le gambe.
Silver fece lo stesso con Croconaw e ci avviammo verso la riva. Io mi rifiutai di perderlo d'occhio nonostante le sue minacce, quindi fu costretto a camminare al mio fianco. Dovevamo essere buffi da guardare, io che non riuscivo a tenere gli arti inferiori fermi e saltellavo a destra e a sinistra, e lui che mi fissava con la faccia da killer più seria che gli avessi mai visto. Fortuna che in questa città c'era poca gente a godersi il nostro spettacolo.
Ci fermammo sulla spiaggia per rivestirci prima di entrare in città, riprendemmo i nostri zaini accordando a Murkrow un po' di riposo. Il costume bagnato sotto i vestiti era fastidioso come poche altre cose su questa terra ma se ero fortunata non avrei dovuto sopportarlo a lungo.
Fiorlisopoli era più piccola Olivinopoli e molto più carina a mio avviso. Le abitazioni erano costruite poco lontano dalla grande spiaggia bianca e la città sembrava arrampicarsi sul fianco di una collina rocciosa.
Prima ancora di raggiungere la strada Silver era già rimasto indietro, camminava lento e ogni passo che riusciva a fare senza perdere l'equilibrio mi sembrava un miracolo.
“Va tutto bene?”
Aveva cominciato ad annuire velocemente molto prima che pronunciassi l'ultima sillaba “Vuoi una mano?” anche se sinceramente non avrei proprio saputo come potevo aiutarlo.
“No”
Cercai di rallentare e lasciare che decidesse lui il passo da tenere. Non potevo fare altro, e anche se avessi potuto probabilmente non me lo avrebbe permesso. Chiesi indicazioni per il centro Pokémon anche se trovarlo sarebbe stato semplice anche senza, volevo evitarle di farlo muovere più del necessario, avevo notato che stava peggio di quanto avevo calcolato poco prima. Speravo di essermelo immaginato ma non era così. Avevamo percorso forse duecento metri dalla spiaggia e si muoveva con più difficoltà.
Non gli dissi niente per rispetto al suo orgoglio, inoltre doveva essere anche piuttosto nervoso e irritabile al momento, meglio evitare di peggiorare il suo umore. Ero sicura che lo avesse notato anche lui ma non si era lamentato. Teneva la mano premuta sul fianco destro e barcollava, era evidente che camminare gli provocava dolore.
Quando finalmente entrammo nel Pokémon center fui io la prima a tirare un sospiro di sollievo. Mi diressi al bancone svelta e domandai se potevo parlare con un'infermiera. Silver si teneva a distanza, non capendo cosa avevo in mente, per fortuna, perché probabilmente mi avrebbe fermato.
Una donna di mezza età mi venne incontro “Chi ha richiesto di vedere un'infermiera?”
“Io” e alzai la mano. Mi pentii subito perché con quel gesto attirai l'attenzione di Sil, che si avvicinò lentamente.
“Cosa posso fare per te?” fece gentile
Il rosso fece una smorfia e iniziò a parlare “Nie-” fece in tempo a dire prima che gli tappassi la bocca.
“Siamo stati aggrediti da dei Tentacool, il mio amico è stato colpito ma non so bene da che attacco. Potrebbe dargli un'occhiata” lo dissi tutto d'un fiato per non rischiare di essere interrotta e sperai che mi avesse capito comunque.
Sembrò metterci qualche secondo per analizzare le mie parole poi sorrise “Certo, venite” e indicò il corridoio posto dietro al bancone.
Silver mi afferrò la maglietta attirandomi vicino a lui “Cosa stai facendo?” mi sibilò a pochi centimetri dalla faccia.
“Ti faccio un favore” tagliai corto.
“Ho detto che sto bene, devo solo riposarmi un po'” sembrava davvero convinto di quello che diceva
“Puoi riposarti quando saremo sicuri che non è niente di grave”
“No, non c'è bisogno” si stava già allontanando
Sospirai e dissi “Scusa” in anticipo, poi premetti il punto dove poco prima teneva la mano. Fu una mossa scorretta ma volevo dimostrargli che non stava bene e che doveva farsi controllare. Come avevo previsto la sua faccia inespressiva si contorse, strinse i denti e dalla sua bocca uscì solo un mezzo grido. Si piegò e veloce tornò a premere dove avevo appena toccato, con le mani che tremavano.
Appoggiai una mano sulla sua spalla “Silver, ti prego, almeno questa volta fa come dico”
Mi guardò con odio “Sei una-”
“Lo so, lo so. Sono un sacco di cose, molte delle quali non tanto positive. Oggi invece, tanto per cambiare, sono molto preoccupata per te. Mi dispiace per averti fatto male, ma tu sei testardo e volevo dimostrarti che ti sbagliavi e che hai bisogno di una mano, scusami. Ora vai con l'infermiera e non fare storie. Io ti prendo una stanza e mi offro anche per sistemare la tua roba, così quando hai finito devi solo portarci il culo, va bene?” Il mio tono però non ammetteva repliche.
Tenendogli la mano fra le scapole lo guidai verso la donna che era rimasta a guardare il nostro teatrino con una professionalità invidiabile. Aprì la porta e ci fece segno di entrare, lo accompagnai dentro e non me ne andai fino a che non fui sicura che non avrebbe tentato la fuga.
“Se è scortese con lei si senta pure libera di colpirlo, o anestetizzarlo, come preferisce” dissi all'infermiera, feci il gesto universale del 'ti tengo d'occhio' al rosso e uscii.

Come avevo promesso tornai al bancone e chiesi una stanza, presi le chiavi, mi caricai anche lo zaino di Silver sulle spalle e lo portai in camera. Mi ci volle un attimo per sistemare tutto quindi mi presi un paio di minuti per andare in bagno e togliermi il costume ancora bagnato.
Dopodiché tornai di sotto, affidai entrambe le nostre squadre all'addetta e mi sedetti nella hall del centro Pokémon, e aspettai. La poltrona su cui mi ero seduta era così comoda che avrei potuto addormentarmi, se non fossi stata ancora agitata per tutto quello che era successo quel pomeriggio ovviamente.
Silver uscì poco dopo, ero felice di vederlo uscire con le sue gambe, voleva dire che l'infermiera non aveva avuto bisogno di sedarlo per farlo stare buono. Scattai in piedi e gli andai in contro. Sil continuava a guardarmi male, come se gli avessi fatto un grosso torto, lo ignorai e preferii chiedere come stava alla donna piuttosto che a lui.
“Credevo che fosse stato avvelenato, è questo uno dei rischi maggiori quando ci si scontra con Pokémon veleno, ma sembra di no, in ogni caso se dovesse peggiorare tornate da me” mi sorrise “Non preoccuparti, tra qualche giorno starà bene”
“La ringrazio” ero sicura che quello scorbutico non avesse avuto la cortesia di dirle grazie, o anche di salutarla come da persona educata, se ne stava già andando. Lo raggiunsi e lo accompagnai al piano superiore, davanti alla porta della stanza, tirai fuori le chiavi e entrammo.
“No...” disse lui vedendo che c'erano due letti.
“Ok, ammetto di essere un tantino apprensiva”
“Tu sei stata creata per rendermi la vita impossibile” sospirò frustrato “Non c'è altra spiegazione”
“Adesso non farne una tragedia”
Spalancò gli occhi, aprì la bocca e la richiuse. Probabilmente non trovando l'insulto giusto. Scosse la testa e si toccò la fronte sbuffando “Per tua fortuna gli antidolorifici stanno facendo effetto. Adesso voglio soltanto dormire”
“Bravo, niente discussioni. Io vado a fare due passi e ti lascio in pace” si gettò letteralmente sul letto e io lo guardai storcendo il naso “Potresti anche toglierti il costume da bagno prima...”
Con mille occhiatacce in mia direzione e altrettanti brontolii si alzò, trascinò il suo zaino in bagno e si sbatté la porta alle spalle. Mi avvicinai così che mi sentisse “Ci vediamo più tardi, ti porto qualcosa di mangiare”
Dall'altra stanza sentii che non aveva ancora smesso di parlare sottovoce “Va bene” mi rispose, più acido del solito.
“Ciao ciao”
Tornai con un'intera borsa carica di cibo, mia madre mi aveva sempre detto di non fare spese quando si è affamati e finalmente capivo perché. Comunque saremo rimasti un po' più del previsto e la nostra stanza aveva un piccolo, adorabile e utilissimo frigo, quindi avere qualche provvista in più non era male.
Entrai senza fare rumore, Silver dormiva tranquillo, sistemai tutto nel frigorifero silenziosa come un ninja e uscii di nuovo. Il sole non era ancora tramontato e non avevo voglia di stare al chiuso, quindi decisi di andare ad allenarmi.
In città trovai un parco tranquillo, le linee bianche disegnate sul campo indicavano che la sua funzione era proprio quella di ospitare lotte Pokémon. Afferrai la ball di Liz, la nuova arrivata nella mia squadra, feci un respiro profondo e la liberai.
“Salve, sono la tua nuova allenatrice” liberai anche gli altri “Adesso lavoreremo un po'” Charmeleon mi guardava scettico e un po' annoiato. Lo lasciai fare e mi concentrai su Eevee, che nonostante i progressi continuava ad essere la più debole della squadra.
Decisi di farla allenare con Hiro, mentre Sneasel e Mareep si davano da fare a loro volta. Eevee aveva imparato delle nuove mosse e ne ero molto fiera, soprattutto perché adesso poteva finalmente attaccare l'avversario. Liz ci fissò per tutto il tempo, avevo provato a farla partecipare ma mi ignorava, non mi sorprendeva ma era lo stesso fastidioso. Almeno sembrava interessata.
Eevee, con sorpresa di tutti, era riuscita a colpire Quilava. La pallina di pelo venne avvolta da una luce bianca che avevo già visto, era abbagliante e non riuscivo a guardarla fissa anche se avrei voluto. In pochi secondi era finito e quando smise di brillare al posto di Eevee c'era un Pokémon diverso.
Aveva un bellissimo manto violetto molto chiaro, due grandi orecchie e una coda sinuosa con la punta a forma di 'V'. La fissai affascinata e senza staccargli gli occhi di dosso presi il pokedex.
Espeon, diceva. Si era appena evoluto in un Espeon.
Smettemmo di allenarci quando ormai era buio e tornai al centro Pokémon saltellando. Andai in camera e, silenziosa come sempre, mi cambiai e mi misi a letto. Mi voltai di lato per controllare Silver, dormiva ancora e non sapevo se si fosse svegliato per mangiare qualcosa o no. Scribacchiai su un foglio “Cibo quì” e lo appesi al frigo, così se gli fosse venuta fame avrebbe saputo cosa fare.

La sveglia era ancora regolata per poco prima dell'alba come la mattina precedente. Venni strappata dal mondo dei sogni con tanta violenza che mi spaventai e urlai. A Silver era toccata la stessa sorte per colpa mia e adesso mi malediceva.
“Scusami, scusami” biascicai mentre con le mani ancora poco funzionanti spegnevo l'aggeggio infernale.
“Ti odio” si coprì la testa con il cuscino.
“Anche io, adesso torna a dormire” e io stessa decisi di seguire il mio consiglio.

Senza la sveglia a rovinare il mio sonno fui comunque in grado di alzarmi prima della fine della mattinata. Mi stiracchiai e scesi dal letto, avere un compagno di stanza non mi impedì di grattarmi il sedere e togliermi la maglietta ancora prima di essere entrata in bagno.
Mi vestii e prima di andarmene toccai la fronte di Sil con il dorso della mano, giusto per controllare che non gli fosse salita la febbre durante la notte. Feci un rapido confronto con la mia temperatura e dopo aver constatato che io ero più calda di lui lo lasciai in pace.
Fortuna che non si era accorto di niente, avevo già avuto la mia dose di insulti quel giorno.
Uscii con in tasca il foglietto che mi aveva dato Jasmine. La prima tappa della giornata sarebbe stata la farmacia e avevo deciso che sarei andata in palestra. Poi, se c'era ancora tempo, avrei voluto andare in spiaggia.
Trovare la farmacia fu molto semplice, era a due passi dal centro Pokémon ed era un edificio da l'aria antica ma non trascurata. Anche l'interno era un po' rustico, all'interno un uomo solo si occupava di tutto.
Mi avvicinai e gli mostrai il pezzo di carta “Scusi, mi manda la capopalestra Jasmine. Il Pokémon del faro è malato e mi ha detto di venire da lei” non dovetti aggiungere altro.
L'uomo prese il foglio, lo lesse  e disse “Sei venuta nel posto giusto” sparì fra gli scaffali di legno e tornò poco dopo con un sacchettino di stoffa gialla in mano “Ecco qua, signorina. Con questo il Pokémon del faro guarirà in un attimo”
Mi sentivo soddisfatta, dopotutto era stata una missione facile da portare a termine, la cosa mi dava uno strano senso di realizzazione. Non avevo ancora perdonato del tutto mio cugino per avermi praticamente costretto ad aiutare Jasmine ma non era poi così male sentirsi utili.

La palestra non fu altrettanto facile da trovare, non avevo idea di come fosse fatta e dove si trovasse, e a quell'ora non c'era nessuno a cui potessi chiedere. Finii per girovagare senza meta per la periferia a nord. Avevo fatto molta strada e non avevo nessuna intenzione di farne altrettanta per tornare indietro e mettermi di nuovo a cercare.
Esplorai la zona e mi arrampicai sull'altopiano, avrei dovuto consigliare Fiorlisopoli come meta delle vacanze, era un bel posto. Feci delle foto con la fotocamera del dex e mi sedetti all'ombra.
“Tu sei Elis, giusto?” una voce maschile mi sorprese. D'istinto presi la ball di Hiro e mi tenni pronta. L'uomo rise e alzò le mani in segno di resa “Calmati, non ho cattive intenzioni. Ti ricordi di me?”
Adesso che lo guardavo meglio sì “Sei l'amico di Angelo, ci siamo incontrati ad Amarantopoli” ma il suo nome proprio non me lo ricordavo.
“Esatto, sono Eugenio”
“Quello che sbavava guardando Suicune” roteai gli occhi al ricordo, povero ragazzo ossessionato da un Pokémon che corre veloce “Lo stai ancora cercando?”
“Sì, sono qui per questo, credo che si trovi nei paraggi. Tu hai visto niente?”
“No, tempo fa sono stata quasi arrostita da Raikou” mi toccai il petto dove avevo ancora la cicatrice a ricordarmi il nostro incontro “Ma Suicune non l'ho più visto. Non voglio disturbare la tua ricerca, credo che me ne andrò” e mi alzai.
“No, ti prego, non volevo disturbarti” guardò la mia mano che ancora stringeva la sfera “La mia ricerca non sta andando troppo bene, ti andrebbe di lottare?”
Piegai la testa di lato “Mmh, perché no... Un po' di allenamento ci farà bene” sorrisi
“Tre contro tre?”
“Perfetto”

Trotterellai fiduciosa verso la palestra. Eugenio era stato un avversario degno ma non troppo difficile da battere alla fine. Potevo dire di essere diventata brava con i Pokémon. Dopo aver salutato il giovane, permettendogli di tornare all'inseguimento del povero Suicune, mi ero detta che era l'ora di andare a sfidare il capopalestra di Fiorlisopoli. La mia squadra era carica ed entusiasta di potersi cimentare in uno scontro ad alto livello. Con le indicazioni ricevute da un anziano signore trovai la palestra ed entrai con decisione.
Il capopalestra era un uomo muscoloso di nome Furio, aveva baffi cespugliosi e un sorriso enorme che sembrava impossibile da scacciare. Specializzato nel tipo lotta.
La battaglia iniziò e il suo Primeape venne subito colpito dal tuonoshock di Mareep, e credevo di essere passata in vantaggio. Mi sbagliavo, subito dopo aver incassato il colpo attaccò e mandò al tappeto il mio compagno con un solo centripugno.
“Mareep!” la feci rientrare nella sfera, non mi aspettavo che resistesse a un attacco di tale potenza, speravo che stesse bene.
Mandai in campo Espeon, il suo tipo avrebbe dovuto essere in vantaggio, peccato che aveva imparato solo una mossa di tipo psico.
“Espeon usa psicoraggio” un raggio di luce colorata  originata dalla pietra sulla fronte del mio Pokémon colpì l'avversario, che non ebbe il tempo di spostarsi. Non andò al tappeto ma era sicuramente provato.
“Primeape, frana” ordinò Furio. Una moltitudine di sassi di varie dimensioni si abbatté sul mio povero Espeon, era veloce e riuscì a schivarne qualcuno ma quando la raffica finì mi sembrò un miracolo che fosse ancora in piedi. Gli chiesi se voleva continuare e lei annuì decisa.
“Di nuovo psicoraggio” stavolta non fu altrettanto precisa, lasciando a l'altro l'opportunità di contrattaccare. Entrambi si accasciarono sul campo, esausti.
Due dei miei Pokémon erano fuori gioco ma me ne restavano ancora tre, mentre il capopalestra ne aveva solo uno. Avevo ancora delle speranza di farcela. O almeno credevo prima di vedere quale era il suo secondo Pokémon, non appena quello uscì dalla sua sfera controllai il pokedex. Poliwrath, tipo lotta e acqua, in altre parole ero fregata.
Ringhiai in preda alla rabbia e alla frustrazione, rifiutandomi di darmi per vinta, avremo combattuto fino alla fine. Se ci impegnavamo avevamo una speranza di vincere ma se ci arrendevamo non avremo avuto neppure quella.
Feci un profondo respiro “Liz, tocca a te” il Pokémon mi guardò “Questa è nostra prima lotta insieme, per favore fidati di me e fai come ti dico” si voltò per fronteggiare il suo avversario.
“Bene, usa-” stavo controllando le mosse che possedeva sul dex e non mi accorsi che era già partito all'attacco eseguendo braciere “NO!”
Ovviamente un attacco di tipo fuoco non indebolì Poliwrath quasi per niente e Charmeleon se ne accorse. Ci riprovò, con risultati analoghi. L'altro ne frattempo aveva preso bene la mira e usò corposcontro sul Pokémon. Liz venne sbalzata indietro quando il corpo dell'avversario le si abbatté contro. Scivolò per qualche metro sulla terra poi si fermo e dopo qualche secondo si rialzò dolorante, pronta a ricominciare la lotta.
 “Devi ascoltarmi!” urlai, furiosa “Se mi avessi ascoltato avresti potuto attaccare con efficacia, invece di fargli il solletico!” se era un braccio di ferro che voleva io non ero il tipo di allenatrice che si tira indietro.
“Adesso usa ira di drago” sorprendentemente, stavolta fece come avevo detto e Poliwrath si inginocchiò indebolito.
Furio sorrise “Avete grinta, non c'è dubbio, purtroppo non vi basterà. Surf!” ordinò. Un grosso getto d'acqua colpì Liz, e  ancora prima che ci rendessimo conto di cosa stava per accadere il mio Pokémon era stato sconfitto.
Ritirai Charmeleon e liberai il mio fedele starter “Hiro, attacco rapido, più volte” e lui eseguì, impeccabile e veloce come al solito, speravo solo che fosse abbastanza. Correva svelto per il campo, colpiva il Pokémon rivale e faceva inversione pronto per un nuovo attacco. Poliwrath resisteva, parando i colpi con le braccia e cercando di fermare Hiro.
“Usa Surf”
“Schivalo!” ma non ci riuscì. Con una sola mossa Poliwrath aveva messo KO il più forte della mia squadra. Avevo ancora un Pokémon e l'avversario aveva subito dei danni, guardai la ball fra le mie mani. Sneasel era forte e veloce ma Poliwrath lo era altrettanto. Per di più il suo tipo era in tremendo svantaggio e avevo già visto ben quattro dei miei compagni avere la peggio. Ero disposta a vedere Sneasel subire lo stesso destino?
“Ragazzina, sei pronta?” Mi spronò Furio. Annuii e mi preparai a lanciare la sfera, rimasi bloccata con il braccio a mezz'aria.
Avevo detto che avremmo lottato fino alla fine ma non ero più convinta che fosse la cosa giusta. Sentivo come se stessi mandando il mio Sneasel a combattere una battaglia persa.
 -Se mi arrendo adesso avremo solo sprecato tempo ed energie-
Era una situazione difficile, dovevo fare una scelta e non avevo idea di quale fosse quella giusta. Gli occhi mi si inumidirono, ero proprio stupida, non riuscivo neppure ad avere un minimo di autocontrollo.  
-Non voglio perdere-
“Ragazzina tutto bene? Forza, non abbiamo tutto il giorno” la voce del capopalestra mi scosse nuovamente, sottraendomi alle mie riflessioni.
-Ma non posso vincere-
 Tirai su con il naso “Sì tutto a posto” abbassai il braccio “Mi ritiro”
-Non oggi...-

Arrivai al centro Pokémon distrutta, mandando a quel paese la mia idea di andare in spiaggia dopo l'incontro in palestra. In compenso avevo frignato per tutta la strada di ritorno e adesso non volevo neppure provare a immaginare in che condizioni era la mia faccia. Consegnai la mia squadra all'infermiera perché li rimettesse in sesto. Andai in camera e se Silver non ci fosse stato mi sarei rintanata sotto il letto per la vergogna.
Aprii la porta e nascosi gli occhi e buona parte del viso fra i capelli. Speravo di trovarlo addormentato come il giorno precedente, ma il destino aveva deciso di farmi un altro dispetto e lo trovai mezzo sdraiato che guardava la televisione.
Attraversai la stanza a testa bassa e mi misi sul letto dando le spalle a Silver, senza dire una parola. Non avevo mai desiderato tanto essere ignorata.
Ero stata impulsiva e presuntuosa, non eravamo pronti per affrontare la palestra ma io ero così convinta del contrario che avevo dimenticato di usare la testa, non ero stata abbastanza prudente. Per non subire l'umiliazione della sconfitta mi ero ritirata, da un lato ero felice perché avevo risparmiato a Sneasel stress e sofferenza inutile, ma per me era stato un brutto colpo.
Io che non ero mai indietreggiata davanti a niente, io che ero sempre riuscita a cavarmela, con l'astuzia o con la forza, in ogni situazione. Oggi avevo scelto la via dei codardi. La mia ingenuità, la mia arroganza mi avevano portato al fallimento. La lotta con Furio mi aveva dato un forte schiaffo morale, così forte che mi faceva mettere in dubbio le mie capacità.
Prima che riuscissi a smettere di auto-lapidarmi avevo già ricominciato a piangere. Cercai di fermarmi e calmarmi ma non ebbi molto successo, presi ad insultarmi mentalmente. Ero così patetica.
Silver emise uno dei suoi lunghi sbuffi “Cos'è successo?”
L'universo doveva odiarmi. Silver che non mi considerava mai, neppure quando ne avevo bisogno, adesso aveva deciso di parlarmi e fare domande. Probabilmente era preoccupato che avessi incontrato il Team Rocket in città e non volessi dirglielo.
Non risposi perché se avesse ascoltato la mia voce avrebbe capito che razza di lagnosa che ero e non avevo proprio voglia di ascoltarlo mentre mi prendeva in giro. Certo avrebbe avuto ragione, ma non mi andava comunque.
Mi punzecchiò sulle costole, nello stesso modo che usavo io con lui, e attese una risposta. Allora mi schiarii la gola e mi sforzai di suonare il più normale possibile.
“Niente”
“Stai piangendo” non era una domanda, doveva essersene accorto. -Complimenti, Elis-
“Già” -Dignità? Cos'è? Si può mangiare?-
Mi voltai, sdraiandomi sulla schiena a guardare l'interessantissimo soffitto monocolore “Non sono stata malmenata da nessuno del Team Rocket, se è quello che ti interessa. Ho solo fatto un altro dei miei casini, ma non ti riguarda, quindi tutto a posto”
“Rimediabile?”
Mi asciugai gli occhi, in effetti sì, era qualcosa di rimediabile. In palestra potevo tornarci appena fossi stata abbastanza forte, mentre per quanto riguardava i dubbi sulle mie capacità, beh, per quelli potevo fare poco al momento. A parte provare a pensarci il meno possibile.
“Direi di sì”
“Non mi sembra che combinare un disastro dopo l'altro ti abbia mai fermata, mocciosa. Ma adesso riprenditi che così fai davvero schifo”
Mi uscì una mezza risata “Amo le tue parole gentili” mi girai per guardarlo “Tu come stai?”
Roteò gli occhi, visibilmente irritato “Bene”
“Lo dicevi anche ieri. Vuoi che usi la stessa tecnica dell'altra sera?” alzai l'indice come una minaccia.
“No!” e si spostò sul bordo del letto, lontano dalla mia portata “Mi fa ancora male anche se molto meno. Come ho già detto: sto bene” mi guardò malissimo “Contenta?”
Alzai le sopracciglia “Di vedere che le mie minacce funzionano sì, di sapere che non sei ancora in forma un po' meno” iniziai a ridere “Certo che è buffo”
“Tu che usi il mio dolore per ricattarmi? Esilarante...”
“No, il fatto che io sono stata fulminata da Raikou e il giorno dopo ero come nuova mentre tu ti sei fatto sbattere come un tappeto dai dei Tentacool”
“Tu da dei Poliwag, ragazzina lamentosa”
“Touchè Silver, touchè...”




Note:
Il titolo lo adoro. E' strano, un po' enigmatico, insolito ma azzeccato, ecco. Mi piace tanto.
Lo so che il capitolo è un po' corto, sorry.
  
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