R as Refused
Era un tiepida giornata primaverile. Una
giovane ragazza dai folti capelli rossi montò sull’auto dell’amica, che
premurosa le offrì uno strappo fino a scuola.
- Ti sei preparata per il compito di
matematica, Robin?-
- Sì, ma non sono sicura di aver
compreso alla perfezione i polinomi…-
- A chi lo dici…-
Le due ragazze parlavano così
vivacemente che non si resero conto di essere arrivate a scuola. Robin cercò
con gli occhi un parcheggio e dopo vari minuti ne scorse uno proprio davanti
all’entrata. Fece per andarci, ma una grossa jeep verde oliva fu più veloce e
presto superò la mini infilandosi sgarbatamente nel posto libero. Capitavano
spesso incidenti di percorso come questo, e Robin non ne fece una tragedia. Al
contrario Nami non li tollerava. Era una ragazza piuttosto irrascibile.
- Stupidi ragazzini, l’avevamo visto
prima noi!- inveì la rossa, sporgendosi dal finestrino aperto. Robin cercò di
trattenerla, ma la rossa continuava impettita a lanciare una sfilza d’insulti.
- Maledetti!- imprecava. – Brutti
buzzurri! Come vi permettete!! Solo perché noi siamo delle ragazze non vuol
dire che…-
Nami tacque, dall’auto scese un bellissimo
ragazzo dai capelli verdi e il suo fidato compagno moro, che la guardarono
dritta in faccia e le fecero la linguaccia.
***
Nei
corridoi…
- Non lo sopporto! Davvero, mi fa
saltare i nervi!!-
- E dai Nami, non pensarci più e
continua a camminare…-
- Ma Robin, l’hai visti quelli, no? Si
prendeva gioco di noi!! Se lo vedo…-
- Nami, attenta!-
Nami sbattè contro un armadietto aperto,
e cadde lunga distesa a terra. Si rialzò grattandosi la testa, doveva fare
proprio male, pensò Robin.
- Smettila di parlottare di quel
teppistello e guarda dove vai, piuttosto!!-
- Scusa amica mia. E’ perchè per colpa sua
oggi sono arrivata tardi a lezione…-
Robin sospirò: Nami era una studentessa
modello, aveva i voti più alti della classe, se la cavava anche nello sport.
Era anche molto carina, tanto che molti ragazzi avrebbero fatto qualsiasi cosa
per lei. Proprio per questo almeno metà della popolazione femmine dell’istituto
la odiava. Ma lei respingeva qualunque pretendente: aveva già un fidanzato.
Intanto Nami agitava i pugni in aria.
- Te la farò pagare Roronoa!-
- A chi la farai pagare?- La voce dietro
di loro fece trasalire le ragazze, che si voltarono di scatto. A parlare era
stato proprio il tizio dai capelli verdi. Probabilmente si era appostato dietro
all’armadietto della ragazza per origliare la conversazione. O almeno così
pensò Nami.
- Tu la pagherai!- urlò la rossa
puntandogli il dito contro il petto - mi dovrai risarcire per quello che mi hai
fatto!-
Robin sbuffò: quando Nami cominciava a
parlare di soldi finiva sempre male…
- Sono almeno venti dollari!-
- E che ne dici se per sdebitarmi ti
offro una cena?-
Zoro fece un ghigno e Nami arrossì come
un pomodoro maturo al sole.
- Non la voglio una stupida cena! Con
te, per di più! E’ inutile che cerchi di ingannarmi, Roronoa, io non voglio e
non vorrò mai avere a che fare con uno sbruffone come te!-
- E’ un mai definitivo?-
Nami si prese la testa fra le mani
disperata.
- SI; SI, come te lo devo dire?-
- Allora accetti il mio invito!!-
La rossa roteò gli occhi scoraggiata. Era
da quando frequentavano l’asilo che Zoro ci provava con lei. Ma tra le regole
di Nami ce n’era una fondamentale: NON uscire mai con i bulletti o i galletti
sbruffoni. E Roronoa era un bullo a tutti gli effetti.
La rossa girò i tacchi e filò in classe,
lasciando solo Zoro.
Rufy gli si avvicinò.
- Allora, amico, ti arrendi? L’hai
sentita, no? Non vuole uscire con te!-
Zoro sorrise.
- Le farò cambiare idea, in un modo o
nell’altro…-
Ciao a tutti! ecco una nuova storia
ambientata in una scuola popolata da bulletti, ma due ragazze molto sveglie
riusciranno a fargli cambiare vita. (qui nel primo capitolo Zoro e Rufy non
sembrano molto cattivi, ma aspettate di vedere gli altri capitoli!) Cosa
succederà? Questa storia l’abbiamo
scritta noi, kikidabologna e Ale_db95. Speriamo che in tanti ci accompagnino in
questa avventura di Zoro e Nami! Buona lettura!
Questo primo capitolo è mio, il prossimo
di ale!
Kiki