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Autore: Marco Cantamessa    29/12/2015    1 recensioni
Il mondo dei sogni, un posto magico dove navigare con la fantasia tra il regno della natura, una ciurmaglia di pirati di mare e un'avventura nella giungla profonda. Un luogo bellissimo in cui puoi essere chi vuoi e "divertirti" a modo tuo. Tutto è fantastico ma ad un certo punto...
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Pensieri oscuri persi tra le stelle'
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FANTASTICO VIAGGIO VERSO UNA CRUDA REALTA'


Libertà,
la prima parola che mi viene in mente.
Camminando su parole dorate
tra il vento fresco che mi sferza.
 
Una porta si apre,
si vede una stanza,
un immenso spazio bianco.
 
Un pennello arcobaleno disegna una nuvola,
bianca, soffice, candida.
Il ragazzo la guarda e, lentamente,
tende l’indice verso di lei,
il dito si avvicina e tocca la nuvoletta;
in quel momento il mondo cambiò.
 
Il pennello disegna un albero
e cambia anche il mio aspetto,
divento un essere verde
dallo sguardo da furetto.
 
Un incarico importante mi è stato dato;
un messaggero di vita;
per portar la clorofilla
sono stato nominato.
 
Corro, corro,
più veloce della luce,
per portar alle foglie il verde,
solo io ne son capace.
 
Ravvivo l’allegria della pianta,
mi sento felice;
salto in alto, sempre più in alto,
fino alla cima dell’albero,
guardo estasiato il tramonto,
la gioia cresce in me,
sono il re del mondo.
 
La gomma scherzosa però cancella il paesaggio,
io cado arrabbiato a terra
e ritorna il pennello saggio.
 
Con una macchia di colore
crea un altro sfondo
e come la prima volta,
mi ritrovo in un altro mondo.
 
“Ehiii hooo! Ehiii hooo!
Siamo i pirati del Mar Rosso,
cerchiamo tesori a più non posso,
abbiamo anche un grande equipaggio,
con il capitano Shark, che aspettiamo,
all’arrembaggio!”
 
Mi trovo davanti a personaggi strani,
con gambe di legno, pappagalli
e uncini al posto delle mani,
chissà adesso che cosa dovrò fare,
l’ordine non si fa attendere,
“Mozzo, il ponte devi lavare!”
 
Mi guardo intorno già un po’ impaurito,
mi giro e guardo il capitano, un po’ stranito,
lui ha una barba azzurra e una gamba d’avorio,
poi una benda sull’’occhio e i denti d’oro.
 
Non credo che sia saggio farlo aspettare,
così il pavimento in fretta mi metto a lucidare,
quegli occhi azzurri mi guardano, sembran soddisfatti,
ma un esclamazione improvvisa
li fan tornare alla realtà dei fatti.
 
“Terra in vista!” grida il marinaio,
la ciurma festeggia, lanciandosi in un ballo,
“Forza miei prodi, buttate l’ancora, calate la scialuppa,
remeremo fino all’isola, corpo di una lucciola!”
 
Appena approdati,
i pirati sono molto agitati;
io mi trovo lì, insieme a loro,
per leggere la mappa, alla ricerca del tesoro,
e quando troviamo la x rossa,
l’equipaggio veloce scava una fossa.
 
Di dobloni e gioielli è pieno il forziere,
corone, collane di alto valore,
ma la matita lesta cancella il tesoro
e i pirati infuriati, eliminati anche loro.
 
Adesso mi attende un ultimo viaggio,
che sembra bellissimo, ma è solo un miraggio,
ma mentre io, qui vi sto a parlare,
una nostra conoscenza riprende a disegnare.
 
Questa volta la sfida sarà dura,
mi ritrovo immerso in una giungla fitta e scura,
ma io di certo non ho paura
e vado avanti,
pronto all’avventura.
 
Qui si trovano velenosi serpenti,
molto veloci e con grandi denti
e se io li voglio evitare
mi sa che il fiume devo attraversare.
 
Non è stata una grande idea,
di piranha ce n’era una marea,
mi hanno anche morso il didietro,
non ci penso neanche
a tornare indietro.
 
Su un albero vedo incisioni strane,
non è di certo un alfabeto normale,
sembrano indigene, forse aborigene,
ma io riesco a tradurle e dicono:

“Chi nella grotta si accinge ad entrare,
un cuore puro deve avere con sé,
i tre trabocchetti dovrà sorpassare
o per lui la fine certa è!”
 
L’avvertimento è tenebroso,
il percorso sembra cupo e insidioso,
ma io non andrò di certo a ritroso,
troppa strada ho fatto per essere qua,
tre trucchetti non mi fermeran.
 
Passo per uno strano corridoio,
è molto largo e tutto spoglio,
ma appena tocco il pavimento,
le frecce aguzze rispondono al comando.
 
Corro veloce per la mia vita,
ma perché non sono andato in gita,
e mentre salvo anche il mio cappello,
penso subito al prossimo tranello.
 
Mi appoggio ad un muro
per riposarmi un istante,
ma la piastrella sprofonda velocemente,
le pareti si restringono lentamente,
mannaggia a me, quanto son deficiente.
 
Arrivo all’ultima sala stremato,
adesso voglio riprendere fiato,
mi siedo prima di andare là dentro,
con tutte le corse che ho fatto,
sono sicuro che il campione del mondo
l’ho superato.
 
Ragionando guardo le mattonelle
Su cui sono disegnati tutti vicini
Tigri, leopardi, pantere e micini,
ma trovo stranamente anche un topolino,
ma certo! Lui è il solo a non essere un felino,
sulle piastrelle cautamente cammino.
 
All’altare sacro sono arrivato,
adesso prendo la statuetta,
ma abbastanza cauto non sono stato
e il pavimento inizia a sciogliersi in fretta.
 
Il magma mi ha quasi raggiunto,
cerco un modo per non diventare un defunto
così in alto vedo un buco, una via d’uscita,
lancio la frusta, mi aggrappo e mi salvo la vita.
 
Per fortuna sono finalmente uscito
ed il pennello di disegnare ha finito,
adesso la matita cancella tutto il mondo,
ma io aspetto ancora un secondo.
 
A quanto pare mi sono sbagliato
perchè l’autore non si è ancora fermato,
le setole disegnano uno strano sfondo nero,
che mi terrorizza ad esser sincero,
mi sento cadere, sprofondo giù,
mi sembra di non fermarmi più…
 
Mi sveglio nel mio letto,
era solo un sogno?
Sento il cinguettio degli uccelli fuori dalla mia finestra,
ma vedo delle nubi nere che minacciano pioggia.
Sospiro…
 
Mi vesto e scendo a far colazione,
un pasto che per me, ormai, non ha più sapore,
mi metto un cappotto nero, anonimo,
come se dovessi andare ad un funerale.
Sospiro…
 
Esco per andare al lavoro,
un lavoro che io odio e mi mantiene a malapena,
vorrei tanto lasciarmi alle spalle
il direttore esigente e gli impiegati arroganti,
ma non ce la faccio, non ne ho la forza.
Sospiro…
 
Guardo le nuvole un’ultima volta,
nere come la pece e come la mia anima.
Riabbasso gli occhi e continuo a camminare,
con uno sguardo vuoto, vacuo, perso nei miei pensieri.
Sospiro…
 
Questa è per me la gelida realtà,
dove tutti i sogni scompaiono,
dove le nuvole non sono mai bianche,
dove l’uomo che prima toccava il cielo con un dito
adesso non vede più né il cielo né il dito,
dove non c’è speranza e mai ce ne sarà.
Sospiro…

Angolo dell'autore:
Una mano lentamente risorge ed il ragazzo, all'improvviso, fuoriuscì dalla terra. AAAHHHH! CIAO a tutti i ragazzi, il vostro Mark01 è tornato dopo 
un lungo periodo con questa poesia e, intanto che ci siamo, BUON NATALE E BUON ANNO a tutti quelli che stanno leggendo la mia storia! Spero che la poesia vi piaccia e, come al solito, se vi piace o la ritenete interessante lasciate una recensione e ne sarò felice, CIAO A TUTTI!,
Mark01
   
 
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