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Autore: hoodiness    29/12/2015    1 recensioni
Pensava a quella sua risposta stupida e a tutto il dolore che aveva portato negli occhi color smeraldo di Lauren.
Camila non riusciva a credere di aver fatto soffrire una delle persone a cui teneva di più al mondo.
Lauren era come una sorella per lei.
O forse anche qualcosa di più.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Camila Cabello, Lauren Jauregui, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 11
(alla fine leggete le note, è importante. Buona lettura!)
 
POV Camila

«Cosa cazzo ho fatto?» Questa è stata la colonna sonora del resto del mio weekend.

E, nonostante me lo sia ripetuta perfino proiettandomi nei miei stessi sogni, non riesco a credere di aver fatto quello che avevo fatto con Lauren, ergo averla quasi stuprata.

Certo, non ho fatto tutto da sola. Ma diamine, come potevo trovare la forza di fermarmi? Lei era lì, sotto di me e io ho ceduto.

«Cosa cazzo ho fatto?»

Inutile piangere sul latte versato, a scuola da persona matura quale sono la fermo non appena la vedo e chiarisco questa scomoda situazione. Cosa ci sia da chiarire sinceramente non lo so nemmeno io, ma qualcosa dovrò pure dirle.

“Hey Lolo! Mi dispiace di averti quasi stuprata nel bagno a casa di Ally sabato scorso, dovremmo rifarlo qualche volta” Okay no, così chiama il 911 e mi fa ricoverare come maniaca sessuale.

Mi riprometto di pensarci su prima di domani e mi metto a fare gli esercizi di matematica –cosa si fa pur di tenere la mente occupata-.

Mentre leggo il testo della prima equazione sento i numeri sussurrarmi qualcosa. 

Non sorprendendomi più di nulla avvicino l’orecchio alla pagina da perfetta rincoglionita, tutto questo è ridicolo. Prima di staccarmi e iniziare a scrivere posso sentire un debole, infame sussurro: «Camila, ma che cazzo hai fatto?»

Fanculo, io l’ho sempre odiata la matematica.
*
Da brava persona matura e responsabile quale sono oggi ho visto Lauren nei corridoi.

E io, naturalmente non ho esitato un secondo nel girare i tacchi e correre nella direzione opposta nascondendomi dietro a degli inutili primini.

Ora, mentre aspetto la prof. di chimica in laboratorio, mi impongo di mantenere il controllo.

“La prossima volta che la vedo le dico tutto” mi ripeto da quando l’ho vista in corridoio, e poi in mensa, e poi ancora vicino al suo armadietto mentre parlava con le altre cheerleader…

Il passato è passato, la prossima è la volta buona.

La promessa mi muore in gola non appena la vedo entrare affannata in classe, appena prima del suono della seconda campana.

Da quando in qua Lauren segue il mio stesso corso di chimica? La vedo avvicinarsi e il mio stomaco fa una capovolta.

Coraggio Camila, fatti vedere tranquilla e sicura. Non devo mostrarle quanto realmente mi scombussola anche solo vederla a cinque metri da me.

«Camila?» il suo sguardo confuso mi fa pensare che forse il mio nuovo atteggiamento sta avendo effetto.

Sempre più confidente, su.

«Lolo addirittura cambi corso solo per stare con me?» sospiro quasi annoiata e la guardo con fare sereno, cercando di imitare il suo in altre occasioni.

Il suo sguardo si fa ancora più confuso. «Dovrei dirtelo io, non tu» continua.

Non può fare così. Rubarmi le redini e fare ancora meglio la persona distaccata e serena. «Scusa in che senso? Non hai mai fatto chimica con me e ora entri in classe tutta affannata, con i capelli perfettamente in disordine e…» mi interrompo vedendo un sorriso allargarsi sul suo viso.

«Camz» sussurra «Questa è la classe di biologia» il suo sopracciglio alzato mi fa capire che è una battaglia persa per me far finta che mi sia indifferente.

«Merda» è tutto quello che dico prima di afferrare la borsa e schizzare fuori dall’aula.

*
Entrata in classe mi fiondo al mio posto sotto gli occhi accusatori di Ally, nonché la mia vicina di banco al corso.

«Per un minuto ho pensato mi avessi abbandonato» mi dice con fare sbrigativo aspettando una mia spiegazione. Cerco di riprendere fiato facendo dei respiri profondi, mentre cerco di levarmi dalla testa la figura di merda che ho appena fatto con Lauren.

Sempre più confidente un paio di biglie, meus deus. Ora l’unico modo per parlarle sarà con un sacchetto della spesa in faccia.

Ripesandoci, avrei fatto meglio a stare zitta e far finta di nulla. “Chi è Camila? Io non conosco nessuno con questo nome. Mi sono appena trasferita dalla Botswana, scusa.”

Sì, decisamente meglio.

Racconto brevemente ad Ally l’accaduto cercando di ignorare il suo ghigno che man mano diventa sempre più fastidioso.

Infine mi lancio in una accuratissima descrizione di tutte le persone/oggetti/cose che ho dovuto travolgere –e che mi hanno fatto pure un male cane- per arrivare il più presto possibile in classe.

«E ora scopro che quella specie di mezza donna non è nemmeno in classe» sbuffo mentre Ally mi guarda con una mezza aria di rimprovero.

«Secondo te con chi se la deve fare per avere ancora il posto fisso in questa scuola?» continuo mentre la mia amica scuote la testa, come se fossi l’unica qui a pensarlo.

«Signorina Cabello, la specie di mezza donna è in classe da mezz’ora. Lei hai finito il suo show?» commenta freddamente una figura sbucata da dietro un armadio del laboratorio.

«Merda» per la seconda volta nel giro di mezz’ora è l’unica cosa che riesco a dire.

*
A fine giornata mi prendo un momento di pausa dal mondo. Saluto le mie amiche, ma al posto di andare verso la fermata del bus mi incammino verso l’entrata secondaria della scuola.

Una volta entrata in cortile mi dirigo verso l’edificio esterno che sta sulla destra, ovvero la palestra.

Accanto all’entrata della palestra ci sono degli scalini in pietra che portano ai parcheggi, ormai deserti, per gli insegnanti. Accanto alle scale ci sono delle siepi e del muschio, siamo pur sempre in cortile.

Mi siedo sul secondo scalino e abbandono la schiena e la testa contro il muro.

Chiudo gli occhi e mi stringo nella giacca di jeans che ho su. Nonostante sia un posticino abbastanza riparato, il vento di questo periodo riesce a passare tra le foglie degli alberi e le mie mani piano piano diventano sempre più fredde.

Non me ne importa più di tanto. Qui c’è una pace e una tranquillità grazie alle quali riesco a mettere in muto i miei pensieri per cinque secondi senza che faccia grandi sforzi.

Anche oggi non sono riuscita a parlarle. Ogni volta che la vedo, ogni fibra del mio corpo inizia a bruciare per poi diventare pesanti come il piombo, le parole mi muoiono in gola.

«Camz?» una mano mi sta scuotendo la spalla con delicatezza, e io apro lentamente gli occhi. Il cielo sopra di me è diventato buio e scuro, le nuvole pesanti sono presagio di pioggia.

Manco a dirlo, il cielo viene attraversato da un flash seguito da un tuono profondo. Sta arrivando un temporale, come diamine ho fatto ad addormentarmi?

Mi ricordo solo ora della persona che mi ha svegliata e che mi sta fissando da circa cinque minuti. Distolgo lo sguardo dal cielo e lo punto in quel maledetto verde smeraldo che ogni volta mi fa quasi girare la testa.

«Che ci fai tu qui?» le chiedo prendendomi un momento per osservarla. Indossa una semplice tuta con i colori della scuola e porta i capelli legati in una coda alta, così che si veda anche il tatuaggio.

«Potrei farti la stessa domanda» risponde aiutandomi ad alzarmi. Sento le braccia e le gambe indolenzite dal troppo freddo, ma al suo tocco mi sento sciogliere.

«Cercavo un po’ di pace» mi giustifico, sentendomi sempre più stupida per essermi addormentata nel cortile della scuola. «E tu?»

«Mi allenavo» scrolla leggermente le spalle per poi fare cenno alla palestra. «Per far parte delle cheerleader non basta solo un bel visino»

Al mio sguardo scettico lei continua «Hanno delle regole precise su quanto devi pesare e altre cose del genere» sorride tristemente «Quest’estate ho dovuto perdere cinque chili per avere qualche speranza alle selezioni»

Pensare che io quest’estate non ho fatto altro che mangiare gelato e guardare film mi fa sentire lievemente in colpa, anche perché continuo a pensare che se fossi stata meno stupida nulla di tutto questo sarebbe successo.

Quasi mi avesse letto nel pensiero per l’ennesima volta Lauren mi stringe la mano. «Smettila di incolparti per ogni cosa, Camz» mi riprende per poi sdrammatizzare.

«Li avrei dovuti perdere comunque» ride riferendosi al suo peso.

Scuoto la testa sorridendo «Non ne avevi bisogno, sei bellissima in qualunque modo».

Il suo viso si fa serio e io mi mordo il labbro impedendomi di dire altre cose del genere, quanto sono stupida.

Ad interrompere quel silenzio imbarazzante che si è venuto a creare ci pensa un altro tuono, questa volta più potente e la pioggia che inizia a cadere sempre più forte sopra di noi.

«Conviene entrare» alza la voce Lauren. E’ vero, la pioggia è così insistente che non si riusciva a vedere a distanza di cinque metri.

Sento Lauren che inizia a correre tirandomi per il braccio e chiudersi di fretta la porta della palestra alle spalle. Mi dirigo verso uno dei materassi verde acqua all’interno e mi ci butto sopra ansimando.

«Vuoi scherzare? Abbiamo corso per nemmeno venti secondi!» esclama la cheerleader raggiungendomi e prendendo posto su un angolo del mio stesso materasso.

Alzo una mano e gliela passo sulla faccia per poi spingerla leggermente «Non giudicarmi» dico tra un respiro profondo e l’altro.

La sento ridere per poi alzarsi e sfilarsi la felpa bagnata. «Dovresti farlo anche tu» dice dopo essersi resa conto che la stavo guardando come se fosse pazza.

«Le tue mani sono fradice e anche la tua giacca» continua mentre si asciuga la faccia che le avevo “lavato”.

Mi metto seduta senza però avere il coraggio di levarmi gli indumenti bagnati.

«Avanti, Camz» la sua voce autoritaria mi ricorda mia madre. «Ti prenderai un raffreddore epico se non te la levi» continua lei.

«Ma fa freddo» piagnucolo cercando di farle cambiare inutilmente idea. Infatti mamma-Lauren mi si avvicina e tende la mano insistente.

Sbuffo per poi cedere e levarmi la giacca di jeans diventata ormai di un blu scuro per quanta acqua avevamo preso.

Gliela porgo a Lauren che me la prende di mano sorridente e successivamente voltarsi per andarla a mettere su un calorifero accanto alla sua.

Torna a sedersi accanto a me sempre sorridendo e mi da dei colpetti sulla testa. «Brava bimba»

«Grazie mami» le faccio una linguaccia per poi ridere con lei. La vedo scuotere la testa mentre si scioglie i capelli per rifarsi la coda.

Senza pensarci la mia mano arriva al suo collo e con le dita sfioro la piccola freccia tatuata. La vedo immobilizzarsi e quasi trattiene il respiro.

«Dal romano Camilla, cacciatrice abile con l’arco» ripeto le parole dei miei appunti.

«Ci sei arrivata allora» sorride lievemente lei «Quindi non sei così svampita come sembri ultimamente»

Sto per ribattere che non è assolutamente vero, che io sono concentrata su tutto quello che mi circonda ma la figuraccia di stamattina mi chiude la bocca.

«Come ti è venuto in mente di farlo?» l’accuso cambiando argomento. «Un segno permanente che ti ricorderà la mia stupidità per sempre» continuo.

«Per quello non ho bisogno di un tatuaggio, fidati» ridacchia.

«Ah, simpatica. E allora perché?» insisto, convinta che una spiegazione renderà questo senso di colpa meno opprimente.

«Perché avevo bisogno di qualcosa che mi ricordasse chi fossi veramente» vedendomi confusa spiega. «Sai, con le cheerleader, la tinta, il cambio di compagnia avevo bisogno di qualcosa che mi tenesse legata alla vera me» si sofferma a guardarmi negli occhi con fare quasi timido.

Sembra essere tornata più piccola, come quando eravamo alle medie. Ancora mi sfugge come una freccia legata al mio nome possa farla restare la Lauren di sempre dopo tutto quello che ha fatto per distaccarsene.

«Camila, ancora non l’hai capito?» si rivolge a me come se fossi dura di comprendonio, cosa che non nego.
Può anche essere cambiato tutto, ma nel cuore mi rimarrà per sempre il tuo ricordo, di come hai partecipato alla mia vita. Sarai sempre parte di me, Camila Cabello*».

*questa frase è la stessa frase che pensa Camila nel capitolo 3 dopo aver fatto un sogno su lei e Lauren.

SOOOOOOOL (NOTA DELL’AUTRICE, PESSIMA OKAY CIAO)
Salve salvino a tutti! No, non sono Lazzaro e manco uno Zombie ma sempre e solo io. So che ora mi maledirete in ogni lingua di questo mondo, so che sono praticamente scomparsa e so anche che sono pessima. Anyway in breve qui vi porgo domande, risposte e novità.
  1. Ho avuto un anno pieno… di merda. Rimandata in matematica, scuola che succhia la vita e chi ne ha più ne metta;
  2. Non mi faceva più accedere in questo account, ma ora grazie a JC (Jesus Christ, l’unico e il solo) sono di nuovo tra voi e intendo finire questa storia tra pochi capitoli, stay tuned.
  3. Nuovo rating perché onestamente non sono riuscita ad andare avanti con il rosso. Ogni volta che cercavo di approfondire me ne uscivo con robe tipo: “Lei stava su di me, mi allungai e le sussurrai:Scusa ti potresti levare che non vedo Doraemon?”
  4. Aspetto con ansia il nuovo nick@, se solo EFP si muovesse…
  5. E voi lo sapete il significato del vostro nome? E che avete fatto in tutto questo tempo? Fatemi sapere! : )
 
 
 
 
  
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